Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |      
Autore: LadyMary    08/06/2013    0 recensioni
Si può cambiare vita semplicemente
visitando un museo?
Beh, pare di si...
Genere: Comico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Vita nuova al museo
 
 

Attualmente Riccardomio e Mariamore si trovano 
in uno dei musei più importanti al mondo: La Reggia di Caserta.
"Quanto vorrei potermi infilare con Mariamore lì dentro."
Pensava tra sè, mentre sono nella camera nuziale ammirandone il baldacchino.
Ad un certo punto vedono uscire due uomini dalla porta nelle loro vicinanze.
"Ecco pronto l'abito per vostra maestà la regina Mariamore!"
Esclamò uno dei due inchinandosi e fermatosi di fronte a lei,
tenendo sulle braccia un pomposo vestito color avorio.
Nello stesso tempo, l'altro si fermò ed inchinò davanti a Riccardomio,
porgendogli un cofanetto aperto, imbottito al suo interno in velluto blu
damascato, e con al centro un anello d'oro e diamanti.
"O re Riccardomio, questo è un dono che vi manda il re dello stato accanto."
Gli disse stando fermo nella sua posizione di riverenza.
"Re dello stato accanto?"
Fece Riccardomio aggrottando fronte e sopracciglia, poi domandò:
"Chi vi ha detto i nostri nomi?"
Ma i due, immobili nella loro posizione, non gli risposero.
"Comunque, vi ringraziamo per averci fatto partecipi della
vostra recitazione, ma io e Mariamore non stiamo in vena di scherzi."
Concluse incrociando le braccia per poi guardarsi intorno con aria
disinteressata ad una probabile risposta da parte dei due uomini
vestiti da servi; e ignorando anche tutti gli sguardi della folla che
nel frattempo, si stava accerchiando intorno a loro.
"No, ma noi non stiamo affatto scherzando nostro re,
sappiamo i vostri nomi così come li hanno a conoscenza
tutti gli abitanti del mondo."
Poi drizzandosi all'unisono, i servi esclamarono in coro:
"Che si aprino i portoni!"
Dopodichè si posizionarono l'uno di fronte all'altro 
mentre l'ordine veniva eseguito dietro le loro spalle.
Nella grande camera entrarono quattordici persone divise tra
maschi e femmine, che si avvicinarono a Riccardomio e Mariamore
privandoli dei loro moderni vestiti per rivestirli di quelli d'epoca
che portavano tra le braccia.
"Ma come vi permettete!
Lasciatemi!
Lasciatemi stare!
Chi vi ha dato questo permesso, eh?!
Di certo non io!"
Gridava Riccardomio, dimenandosi col tentativo di liberarsi
dalle forti ed imponenti braccia dei servi che lo svestivano.
"Oh beh, se questo è uno scherzo continuatelo pure a vita.
Essere una regina è sempre stato uno dei miei sogni principali."
Disse estasiata ammirandosi le maniche a palloncino
composte da multistrati di organza, pizzo all'attaccatura,
fiocchi in raso e perle applicate; e il tutto riprendeva lo stesso
identico motivo della gonna. 
Mariamore brava brava era già vestita, 
in confronto al suo re che praticamente si trovava
esclusivamente in bianche mutande, a causa dell'opporre resistenza
ai gentili e pazienziosi servi.
"Oh no, questo non è affatto uno scherzo vostra maestà la regina,
perchè dovremmo?"
Gli disse una delle serve infilandogli il secondo e lungo guanto bianco.
Mariamore ignorò la risposta e si girò verso Riccardomio 
guardandolo con espressione divertita.
"Ehi Ricc!"
Lo chiamò con il diminuitivo che gli ha dato recentemente.
Egli si volta e lei gli sorride in faccia.
"Ah no, volevo dire: re! 
Aggiunge facendo un veloce gesto di negazione con la mano.
"La qui presente regina ti consiglia di fare il bravo e di 
farti vestire, perchè non vedo l'ora di sedere 
sul trono e comandare."
Concluse allegramente gesticolando con le braccia rivolte verso di lui. 
Riccardomio la guardava storto, mentre uno dei suoi servi
gli sistemava la candida camicia con volant, ed un altro 
dietro di lui gli rideva alle spalle guardando Mariamore 
con complicità, e divertito dalle parole e dal suo modo di fare.
"Ehi bella, guarda che quello a comandare saro io!"
Detto questo, chinò il capo al suolo, 
e rialzatolo disse a se stesso:
"Ma che diamine sto a dire? 
Mi sono fatto prendere da sta cavolata di scenata! 
"Ma che mi avete messo addosso?!
Toglietemi sto cappotto, che stiamo in piena estate!"
Esclamò infastidito scrollando le spalle, 
riferendosi al pesante mantello
che gli è stato appena sistemato addosso. 
Trascorsi alcuni minuti, Riccardomio e Mariamore
furono completati di corona e scettro,
e la servitù si allineò alla destra del re per quanto
riguarda la sezione maschile, mentre alla sinistra della regina
fece lo stesso quella femminile.
"Secondo voi siete completi adesso?"
Chiese uno dei due servi principali rivolgendosi alla coppia.
"Se non lo sapete voi, servi da quattro soldi."
Fece Riccardomio tenendo le braccia conserte, 
lo scettro nella destra e il capo dritto davanti a sè fissando 
un punto ben preciso, mentre Mariamore lo guardava storto
battendo con la punta delle dita l'estremità dello scettro. 
"Che domanda, è ovvio che un re e una regina non sono completi senza un trono."
Rispose Mariamore atteggiandosi.
E con questa esatta risposta, la regina avrà 
il pieno potere su tutto il regno!" 
Annunciò l'altro capo dei servi formando cerchi nell'aria con le braccia.
Riccardomio se la rideva sotto i baffi scuotendo il capo,
mentre facevano il loro ingresso nella camera, 
due troni portati a braccia da quattro muscolosi uomini vestiti solo
da una specie di grembiule in lino bianco, 
della misura di 20 x 20 per ogni quadrato che copriva
le loro nudità sia davanti che posteriormente,
due pezzi di stoffa lasciati liberamente 
appesi alla cintura ricamata d'oro;
e ai piedi portavano sandali con lacci.
Alle loro spalle, altri due simili portavano i poggiapiedi
in velluto rosso con base in oro come i troni.
Alla vista di quegli uomini, Mariamore storce la bocca e alza 
le sopracciglia in segno di approvazione, poi guarda
Riccardomio facendo ripetuti cenni di si col capo
mentre lui la guardava storto passandosi la mano 
sotto al mento munito di un accenno di pizzetto.
Il tutto venne posto davanti ai regnanti alla distanza
di circa due metri; e gli uomini quasi nudi si misero
in posizione eretta, braccia lungo il bronzeo corpo,
testa leggermente all'indietro e sguardo fisso davanti a loro;
ciascuno divisi quattro per trono, due a destra e due a sinistra
dietro alle regali sedie. 
Riccardomio sbuffò iniziando a camminare verso la seduta,
mentre Mariamore aveva già intrapreso il cammino 
a testa alta e tutta fiera di sè.
A quattro passi dal poggiapiedi e la regina, 
prontamente i due estremi seminudi tesero le loro mani per
far si che potesse prendere il suo posto in tutta sicurezza;
mentre gli altri due si inchinarono al momento del 
loro cambio di posizione.
Appena seduta, la regina tirò un sospiro di sollievo.
"Adesso si comincia a ragionare."
Gonfiandosi la vaporosa gonna dalla parte delle ginocchia,
e portandosi davanti la lunga coda di cavallo biondo scuro
sistemandola sul seno destro, e scendendo lungo il busto,
le punte gli arrivavano fin sopra l'inguine.
"Per prima cosa, tu siediti e sta zitto."
Ordinò al suo re che si era appena seduto.
"L'ho appena fatto tesoro."
Rispose con seria espressione guardandola negli occhi.
"Che si fa adesso?"
Domandò noiosamente poggiando sulle cosce la sua corona da re.
"Che porto a fare la corona se non posso comandare."
Diceva tra sè mentre con la sinistra si lisciava i neri capelli 
al centro della testa, tirati da un codino lungo circa dieci centimetri.
"Si fa che sono già stufa di lavorare, quindi prendi tu 
il comando del regno, mio re; è questo è un ordine."
Ordinò assonnata, e sbadigliando si appoggiò sul gomito
chiudendo gli occhi sistemandosi con la guancia sulla destra aperta.
Riccardomio la guardava tenendo le sopracciglia alzate e una seria espressione.
"Oh beh, allora ordino che il re e la regina vadano a letto, 
sperando che tutto questo sia solo un sogno." 
Detto questo, si alzò avviandosi verso il baldacchino,
eseguendo il suo ordine seguito da Mariamore.
Tutti i servi di entrambi i sessi tolsero corone, mantello e quant'altro;
rivestendoli con i completini canotta e bermuda in lino e cotone
che avevano in precedenza.
Così i regnanti si misero a letto, che era già stato prontamente 
scoperto dai servi mentre Riccardomio e Mariamore si avvicinavano a lui. 
"Che bellezza essere un re con regina."
Sussurrò dolcemente abbracciando Mariamore che se ne stava
con un sorrisetto sulle labbra, sistemandosi nell'abbraccio
del suo re, appoggiando la testa sul suo petto.
"Dormite bene nostri re e regina, che il vostro regno
non avrà mai fine; durerà in eterno finché vita sia!"
Esclamarono all'unisono tutti i presenti,
compresi i curiosi visitatori che ormai avevano riempito la camera.
E da quel momento, Riccardomio e Mariamore vissero felici e contenti.
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autrice:
Come avevo preannunciato
nella Storia pubblicata in precedenza;
ecco la novità nata la mattina di cinque giorni fa.
LadyMary ringrazia chi è arrivato a leggere fino a questo punto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: LadyMary