Quando
il
vecchio, polveroso orologio a pendolo batté le cinque del
pomeriggio
di quella giornata insolitamente piovosa, Albus alzò di
scatto lo
sguardo dai libri allineati sul tavolo.
I
suoi
occhi corsero alla finestra della cucina: al di là del vetro
rigato
d'acqua, il cielo grigio e gonfio di nubi incombeva su due file di
case, tra le quali si snodava una stradina cosparsa di pozzanghere.
Il
continuo
fragore della pioggia riuscì a calmare l'ansia che l'aveva
piacevolmente invaso nell'udire lo scoccare del pendolo. Quell'estate
si era mantenuta soleggiata, afosa, quasi soffocante; era solo la
seconda volta che pioveva su Godric's Hollow.
Albus
volse
lo sguardo su Ariana. La bambina era sprofondata su una poltroncina e
sembrava impegnata a giocherellare con il gomitolo di lana rossa che
teneva tra le mani, ma i suoi occhi azzurri erano vacui, persi nel
vuoto.
-Vado
a
chiamare Aberforth.- disse Albus, consapevole che lei avrebbe capito.
Ma i passi improvvisi che giunsero dalle scale lo informarono che non
c'era alcun bisogno di ricordare a suo fratello che, scoccate le
cinque, il compito di badare ad Ariana spettava a lui.
Non
si girò
neanche quando udì il cigolio della porta che si apriva:
teneva lo
sguardo ostinatamente puntato sulla finestra e sulla strada battuta
dalla pioggia.
Arriverà.
Arriverà presto.
-Al, stiamo
finendo la frutta, domani
esci a prenderne un po'. Ah, devi riparare l'anta della mia finestra,
non fa che sbattere in continuazione... credo che vi sia infilato
qualche Mixie, ma non so come espellerli.
La
voce di
Abertforth lo riportò alla realtà. Albus
alzò lo sguardo; il
ragazzo dai capelli biondo rossiccio si era avvicinato alla poltrona
di Ariana e le sorrideva. Tra le mani reggeva un sottile libro dalla
copertina verde, probabilmente zeppo di immagini, che le avrebbe
fatto sfogliare.
-Ok.-
rispose, annuendo. -Lo farò stasera.
Lo
sguardo
fino ad allora tranquillo di Aberforth si indurì.
-E
perché
non adesso? Il tuo amichetto non è ancora arrivato, nessuno
di voi
due morirà se dovrà aspettare dieci minuti in
più del solito per
stare con te!
Albus
si
sentì avvampare e le sue mani si strinsero involontariamente
a
pugno.
-Taci,
Ab.
Detestava
che suo fratello parlasse così di Gellert.
Ormai
era
quasi un mese che lo conosceva, ma ogni volta che lo sentiva nominare
anche solo indirettamente o che stava per incontrarlo non poteva fare
a meno di avvertire una stretta alla gola, una sensazione bruciante
allo stomaco che era insieme qualcosa di piacevole e soffocante.
-Credo
che
il tuo amico stia arrivando.
La
voce
leggera di Ariana spezzò il silenzio. La bambina aveva gli
occhi
puntati verso la finestra e, seguendo il suo sguardo, Albus scorse
una figura avvolta in un mantello blu muoversi lungo la strada.
Venne
subito colto da quel sottile, familiare senso d'ansia con cui
conviveva da quasi un mese, e il cuore prese a battergli più
forte.
Lui era lì, era lì. Lo vedeva
avvicinarsi sempre di più,
poteva distinguere i ciuffi biondi che sfuggivano al cappuccio, le
gocce che rigavano il mantello spiegazzato, gli stivali scuri.
Era
semplicemente lì. E nel giro di un minuto l'avrebbe visto,
guardato
negli occhi. Avrebbe potuto udire la sua voce e assaporare la sua
presenza.
-Si
vede
che provi qualcosa di particolare per lui. Più
dell'amicizia. Non
saprei dire esattamente cosa, ma è sicuramente profondo.
Sia
Albus
che Aberforth si voltarono verso Ariana ad occhi sgranati. Lei li
osservava con un'espressione pacata, i capelli biondi composti,
l'ombra di un sorriso sulle labbra. Era strano che parlasse in quel
modo, con una tale lucidità e sicurezza. Ma ancora
più strano era
quel che aveva detto.
-Cosa?-
balbettò Al, in tono incerto.
-Hai
capito
quello che ho detto.- replicò Ariana, come se stessero
discutendo
del tempo. -Sei intelligente, Al.
Lui
tornò
a guardare fuori dalla finestra; Gellert era sparito, probabilmente
stava aggirando la casa per raggiungere la porta principale.
-Ho
capito.
Ma non devi pensarlo, Ariana. Non è così. Siamo
semplicemente
amici.- disse in tono disinvolto, quasi allegro.
-Oh,
certo.
Si vede, sai? Hai il sorriso trattenuto sulle labbra.
Solo
in
quel momento Albus si accorse che stava tentando di nascondere il
sorriso che gli affiorava automatico sul volto. Lui non se n'era
affatto reso conto, ma Ariana sì.
Tornò
a
guardare la sorella, che aveva lasciato cadere a terra il gomitolo
rosso e ora si rigirava una ciocca di capelli tra le dita.
-Un
sorriso
può parlare.- disse lei. -Più delle parole.
Qualcuno
bussò forte alla porta, superando il fragore della pioggia.
Albus si
alzò di scatto; solo in quel momento si accorse che
Aberforth,
rigido in piedi accanto alla poltrona della sorella, aveva negli
occhi un'espressione sbigottita e vagamente orripilata. Ma lo
ignorò
per correre alla porta.
Sulla
soglia c'era Gellert, col mantello inzuppato e il cappuccio che gli
ombreggiava il viso liscio, fresco, giovanile. Nel rivedere quei
lineamenti Albus si sentì pervadere da un'ondata di quieto
calore.
-Al.
Renditi conto di cosa mi sono fatto pur di venire qui. Mi aspetto
come minimo che tu mi offra una pozione riscaldante...
Albus
lo
interruppe con una risatina. Finalmente era libero di sorridere
apertamente quanto voleva. Di sorridere a lui.
-Andiamo,
ti sei solo bagnato un po', da qui a casa tua ci sono appena due
strade. Se entri subito ti eviti un bel raffreddore.
Gellert
superò la soglia e si scostò il cappuccio,
lasciando ricadere i
riccioli bagnati alle punte intorno al viso finalmente scoperto.
-Aberforth,
Ariana.- disse, con una cortesia quasi fredda, mentre accennava un
saluto col capo ai due ragazzi. Prima di girarsi per chiudere la
porta, guardò Albus negli occhi e gli sorrise. Semplicemente
gli
sorrise, e in quel piegarsi di labbra Al scorse qualcosa di
più.
Un'emozione sincera, una parola non detta, una promessa muta dietro
la luce dei suoi occhi azzurri.
Fu
in
quell'istante dei suoi diciassette anni che Albus Silente comprese
che a volte anche i sorrisi possono parlare.
*
*
Credo di aver scritto questa storia circa un anno fa, più o meno, me ne ero del tutto dimenticata e l'ho ritrovata solo recentemente mentre gironzolavo tra i file del mio pc. Non pubblicavo da tempo nel Potter Fandom, che bello tornarci.:3 Spero vi sia piaciuta, lasciate pure una recensione se vi va. A presto!