Anime & Manga > Durarara!!
Segui la storia  |       
Autore: Yumeji    08/06/2013    3 recensioni
Ma saalve, un piccolo appunto prima dell'introduzione vera e propria:
- in questa FF la coppia Shizaya è consolidata, anche se si limitano ad un rapporto odio/sesso;
- alcune cose che scriverò potranno non coincidere con l'opera originale (mi riferisco al light novel), ma questo non è un AU, quindi mi scuso in anticipo per i miei eventuali errori *inchino*;
Trama: (quella vera xD )
Si comprende il vero valore di qualcosa solo quando si rischia di perderla...
Di solito si dice cosi, ma esistono persone cosi ottuse (testarde), che non la capiscono neanche in questo caso o, meglio, non lo vogliono ammettere.
Una di queste persone è Shizuo, incapace di comprendere se stesso e ciò che lo spinge verso la persona che giura di odiare di più al mondo.
L'unico motivo per cui si impegna tanto per andare a salvare quella stupida pulce è solo per evitare che la sua scomparsa (essendo l'informatore per eccellenza di tutti i clan yakuza della regione), causi una serie di scontri a fuoco tra mafiosi per tutta la città. E' solo per questo, non c'è altro motivo.
Izaya è stato catturato, Ikebukuro rischia il collasso.
E il rapitore vuole Shizuo.
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti | Coppie: Celty/Shinra, Izaya/Shizuo
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: Yumeji
Fandom: Durarara!
Titolo: Il tuo vero valore...
Genere: Dark, Angst, Sentimentale, Azione.
Avverimenti: Yaoi,
Rating: Giallo/Arancione
Personaggi: Un po' tutti
Note: in questa FF il rapporto tra Shizuo e Izaya è prettamente di tipo sessuale (come di solito immagina ogni buona yaoista amante di questa coppia xD xD ),
non hanno un vero rapporto come "coppia" (nel senso lato del termine)
Cmq godetevela!




Era cosi strano, ma no. Shizuo non ci aveva mai pensato…
Eppure, avrebbe dovuto essere una cosa cosi ovvia. Scontata. Prevedibile.
Invece non lo era stata.
In un momento, il fragile equilibrio della sua vita, di quella routine alla quale (difficile a crederlo ma era cosi), si era oramai affezionato, era stato spezzato, martoriato, distrutto. Tutto si era scomposto in un miriade di schegge di ghiaccio infuocate, che lo bruciavano, lo dilaniavano ricadendo su di lui, in una pioggia crudele e spietata.
Il suo cuore all’improvviso era morto, rimase solo l’odio.

Quella notte, quando l’Heiwajima tornò un poco brillo dal russia sushi - non era stato in grado di rifiutare il pressante invito di Simon al ristorante e aveva pure dovuto fargli compagni nel suo giro di bevute (stava festeggiando un “non-si-ricordava-che” anniversario); si stupì nel ritrovare, proprio davanti alla porta del proprio appartamento, una piccola scatola incartata, poco più grande di un pacchetto di sigarette. Svogliatamente la raccolse, credendo fosse caduta a qualcuno dei suoi vicini, i quali erano talmente spaventati da lui che neppure osavano incrociarne lo sguardo, mentre portavano fuori la spazzatura. Se uno di loro avesse perso un qualunque-cosa di fronte alla sua soglia ci avrebbe pensato ben più di due volte prima di passare a riprendersela, ed era anche fuori questione bussare alle loro porte e chiedere, avrebbero tutti negato, troppo spaventati alla sua vista e forse delle conseguenze che avrebbe potuto comportare dire la verità.
Era però inutile preoccuparsi tanto di quelle pecorelle tremanti dei suoi vicini, ben impresso con un pennarello rosa fosforescente sulla carta del pacchetto era scritto il suo nome:“Shizu-chan..eh?
Un moto di stizza gli attraversò ogni singolo muscolo del corpo nel leggere, e poco mancò che non scagliasse il povero contenitore contro la parete.
Quella pulce mi sta di nuovo preparando qualche altro brutto tiro”,pensò già furioso.“E adesso viene pure a molestarmi a casa?..” Se le cose fossero continuate lo avrebbe denunciato per stalking! Si ripromise.
Chissà perché non aveva gettato via il pacco in quel momento?Chissà.
Forse perché in realtà qualcosa in lui, nel più profondo del suo animo, in quel punto oscuro di esso celato alla ragione, già sapeva che non era possibile.
Qualcosa non quadrava, lì intorno c’era puzza di bruciato.
Sbuffando frustrato l’Heiwajima cercò le chiavi di casa, infilate da qualche parte tra la tasca del gilet e quella dei pantaloni, avrebbe risolto il problema del pacchetto un'altra volta, ora voleva solo entrare in casa e andare a dormire. La curiosità della bestia che sopiva in lui era però già stata stuzzicata, e nulla adesso l’avrebbe più fatta tacere.
L’istinto animale cominciò a pizzicargli dietro la nuca, causandogli forti dolori (che al momento diede colpa alla leggera sbornia), e lo sguardo distrattamente cadde più volte sulla scritta in rosa, quasi accecante nonostante la penombra del pianerottolo. Aveva la sensazione di star perdendo qualcosa per strada, quasi si fosse fatto scappare qualcosa di estremamente evidente,come quando si ha una parola sulla punta della lingua, ma ci sfugge ogni volta che proviamo ad acciuffarla. Come Izaya, insomma.
Ed ecco un ricordo, un piccolo frammento d’immagine risalito dai recessi polverosi della sua memoria, i tempi della scuola, le superiori, un quaderno dalla copertina nera. Orihara l’aveva perso durante una delle sue tante fughe, lui aveva finito con il raccoglierlo senza mai restituirglielo, un comportamento certo infantile che a quella pulce non importò più di tanto. Non l’aveva mai confessato a nessuno, ma grazie a quegli appunti per quell’anno evitò un insufficienza in letteratura antica.
Per lui era quindi diventato normale riconoscere la scrittura della pulce:
sottile, agitata, incontrollata (instabile)….
E le parole che aveva lì di fronte non gli corrispondevano affatto. Il solo fatto che il pacchetto gli fosse stato recapitato proprio di fronte casa avrebbe dovuto farglielo capire, Izaya per quanto molesto non era il tipo da infrangeva le regole di un gioco che lui stesso aveva inventato, persino il suo lavoro di informatore si basava su questo.
Fu proprio pensando a lavoro di quella stramaledetto scarafaggio che Shizuo entrò in casa, accese la luce e appoggiò il pacchetto sul ripiano del tavolo in cucina, subito di fianco alla porta d’ingresso. Era esausto, per lui era stata una giornata pesante alla “riscossione debiti”, otto delle dodici persone a cui aveva fatto visita avevano tentato di scappare, altre tre invece si erano barricate in casa e l’ultima aveva minacciato di suicidarsi di fronte a lui e a Tom-san. Insomma, una delle tante giornate da dimenticare. “Almeno Izaya mi ha lasciato in pace…” riscontrò l’unico lato positivo di quel nefasto 2 Dicembre, o almeno aveva potuto pensarla cosi fino al ritrovamento di quel misterioso “pacchetto”.

Era ormai mezzanotte passata, quasi le tre del mattino a dir la verità, ed essendo in un giorno lavorativo, l’unico pensiero di Shizuo, dopo una bella doccia, era quello di andarsene a letto a riposare per le successive cinque ore, ma la sola presenza di quel pacco in casa propria gli impediva di fare tutto ciò.
Quella subdola presenza gli rodeva dentro, occupandone all’istante tutti i pensieri, come un tarlo che avesse preso posto nelle pareti del suo cervello, che silente si insinua sempre più in profondità nel suo essere, impedendogli di far procedere il resto della nottata come normalmente sarebbe andata.
Infondo di che si stupiva? Era sempre stato cosi con Izaya, quando c’era lui di mezzo non riusciva né a ragionare, né a controllarsi, e difatti si tramutava subito in quel mostro che tutti conoscevano, nel solo sentirne l’odore.
Se poi non era stato lui a consegnarglielo (dopo un bel getto d’acqua gelata era riuscito a smaltire un po’ la sbornia e cominciava ad avvertire quella nota stonata che avrebbe compreso un simile gesto), doveva comunque centrarci qualcosa!
E Shizuo non poteva neppure immaginare quanto.
Vinto dalla volontà della bestia e da quel senso di oppressione che la vista di quel pacchetto gli incuteva, il biondo Heiwajima afferrò stretto il misterioso contenitore, afferrando un paio di forbici che teneva nella credenza (si, teneva un paio di forbici nella credenza!), per tagliarne la carta che lo ricopriva. Non si stupì di trovare un piccola scatola di cartone, di quelle che di solito contenevano piccole bigiotterie (collane, orecchini, braccialetti, ecc…) da quattro soldi. Nel guardarla sul momento gli venne il dubbio che al suo interno potesse nascondersi una piccola bomba, ma intanto, si disse, poteva benissimo sopravvivere anche a quella.
Lentamente ne sollevò il coperchio, quasi temendo che quel “qualunque-cosa” contesse potesse rompersi (o espoledere), al minimo contatto con l’aria.
...
La gola gli si seccò di colpo, priva di parole, e per un momento persino il cuore mancò un battito.
Il respiro cesso e le mani tremarono.
La repulsione lo fece arretrare, quasi ne fosse spaventato.
L’orrore fu come una secchiata di stiletti di ghiaccio in pieno viso, che gli scosse il corpo in violenti spasmi.
E la consapevolezza, subito dopo, nell’essersi reso conto di ciò che teneva tra le mani, gli causò dei conati di vomito che buttarono a terra l’uomo più forte di Ikebukuro, a carponi sul pavimento della cucina, a rimettere tutto ciò che conteneva il suo stomaco.
Sul tavolo rimase solo la scatola aperta, il coperchio caduto a terra in quegli istanti di puro terrore.
Era rivestita interamente di cotone e al suo interno faceva bella vista, quasi fosse stato in realtà un pacchetto regalo, in un colore pallido, accentuato dal rosso cremisi di cui si era colorato il batuffolo bianco, le dolci e morbide linee del padiglione auricolare destro di qualcuno.
Ehi-ehi..! Shizu-chan mi stai ascoltando?
L’accompagnava un biglietto, sempre scritto in rosa, finito anch’esso sul pavimento insieme all’Heiwajima, il quale si ripulì malamente la bocca con la manica della camicia, il volto improvvisamente pallido, la fronte sudata. Era assurdo dirlo, ma quell’orecchio destro gli era terribilmente familiare. L’aveva morso una cosi infinità di volte in quei loro amplessi nei vicoli bui o nei primi edifici abbandonati per strada, che i segni dei suoi denti erano ancora impressi nella sua delicata cartilagine. Piccole cicatrici,  lì, vicino a dove stava una volta l’attaccatura e poi, più giù, sul lobo.
Ed era qui che stava l’orrore.
Avvertendo le gambe pesare come macigni, l’equilibrio venir meno, si tirò su a fatica, afferrandosi al ripiano del tavolo per non cadere nuovamente a terra. Nella mano sinistra, tremante, stretta a pugno, teneva quello stupido biglietto.
Ehi-ehi..! Shizu-chan, mi stai ascoltando?
Ma cosa cazzo stava a significare!!? Urlò dalla rabbia, sbattendo forte il pugno in un moto di frustrazione, creando delle sottili e lunghe crepe su tutto il mobile.
Non era semplicemente arrabbiato, era furibondo.
Qualcuno aveva tagliato l’orecchio a quella sua tanto odiata/amata pulce, e aveva voluto farglielo sapere. E per questo avrebbe sterminato chiunque fosse stato implicato in quella faccenda o fosse tanto stupido da provare a fermarlo.
La furia era l’unica cosa rimastagli per non cadere in pezzi, troppe incertezze e paure gli occupavano la mentre, e di certo non poteva lasciarsi sopraffare. Doveva reagire subito, fare qualcosa, prima che…
“Ma Izaya-kun era ancora vivo quando gli hanno tagliato l’orecchio?” era la domanda che più di tutte lo faceva tremare, lui. L’uomo più forte di Ikebukuro, il mostro, la bestia, ora tremava per una semplice insicurezza.
Il problema principale era però un altro, e di questo Shizuo, al momento scioccato, ancora non si rendeva conto: qualcuno aveva catturato il più importante, nonché pericoloso, informatore di Ikebukuro (e forse di tutta Tokyo)!
Non ci sarebbe voluto molto perché la notizia trapelasse, e allora l’intera malavita della città sarebbe piombata nel caos più completo. I clan rivali si sarebbero distrutti a vicenda temendo che il nemico avesse ricevuto informazioni di vitale importanza sul proprio conto. Gli yakuza e gli stessi boss si sarebbero sentiti sotto tiro, presi di mira da nemici invisibili che ne avevano scoperto tutti i difetti e ogni loro punto debole.
Il fragile equilibrio di Ikebokuro, creato proprio da Izaya, si sarebbe infranto.

È sempre un problema quando viene sequestrato un informatore.
Sanno troppe cose importanti e persino quando crepano c’è il rischio che qualcosa, dai loro documenti o simili, trapeli.
Più un informatore è bravo, più probabilmente attirerà l’attenzione.
E avvolte capita vi sia “qualcuno”, esterno dai suoi giri (dei suoi contatti e dei suoi “protettori”), che cominci a provare interesse per lui e per i segreti che detiene.

Che Izaya Orihara fosse un pericolo per la società era ormai un dato di fatto, ma che ad essere in pericolo fosse lui… Per quanto ora, nel pensarci, apparisse come una cosa ovvia, a Shizuo prima non era mai venuto in mente.
Quella sottospecie di normalità a cui si era tanto abituato gli aveva fatto scordare in quale genere di mondo vivesse la pulce.



---
Se siete arrivati fino a questo punto: complimenti! Avete appena finito il prologo!
Vi ringrazio per aver letto questo primo capitolo e, se questa storia venisse aprezzata(commentata) positivamente anche da una sola persona, prometto di portare avanti questo progetto....
Ultimamente ho rilatto il manga Waltz, quindi forse per questo mi sono fatta un simile vaneggio mentale xD xD
Spero che mi seguirete,
alla prossima ;-)))
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Durarara!! / Vai alla pagina dell'autore: Yumeji