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Autore: Eliessa    08/06/2013    0 recensioni
Marco e Alice.
Due persone, due vite totalmente diverse.
Il criminale e la vittima. Il forte e il debole. Il lupo e l'agnello.
Chi sono loro? Cos'è che li allontana? Cos'è che li unisce?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Addio Sicilia. Benvenuta Buenos Aires.
-Parte prima-

 
Marco, Pieruigi e Lallo uscirono dalla villa situata nella città di Palermo per dirigersi in uno dei campi di proprietà della famiglia Saluri dove ad attenderli c’era un elicottero.
Un elicottero per volare fino in Argentina, dall’altra parte del mondo.
Pierluigi aveva preso una scelta drastica per amor del figlio, pensava lui. Forse fargli cambiare aria era la soluzione giusta per fargli capire chi era veramente e quali fossero le regole da seguire ed anche se ci sarebbe voluto un po’ di tempo, era convinto che prima o poi avrebbe accettato la vita che gli era capitata.
In Argentina Pierluigi aveva qualche amico su cui poter contare, anche se non ci avrebbe messo molto a diventare il nuovo capo; sapeva come farsi rispettare e sapeva anche come farsi temere dagli altri.
Qualsiasi cosa voleva riusciva ad ottenerla.
-Sei uno stronzo, papà!-esclamò Marco.
-Ehi, porta rispetto. Ricordati che il colpo è in canna e posso spararti quando ne ho voglia, come ora ad esempio.-rispose Franchino.
-Beh, allora che aspetti? Se spari ci evitiamo questo viaggetto fino in sud America.-
-Smettetela!-esclamò Pierluigi. –Ormai ho deciso. Andremo in Argentina e rimarremo lì tutto il tempo necessario.-
-Che tradotto in numero di mesi, a quanto corrisponde?-
-E chi ha parlato di mesi?-rispose il padre con una domanda. –Potrebbero anche volerci anni e ricorda che se siamo in volo la colpa è tua.-
-Si, si, certo. Sai, non so se provare pena, disprezzo o odio.-
-Fai tu, per me è indifferente.-rispose il padre continuando a guardare la il mondo dall’altro.
Passarono molte ore e Marco finì per addormentarsi sentendo il padre e Franchino parlare.
-Allora siamo d’accordo?-chiese Pierluigi.
-Certo. Sarò la sua ombra. Lo seguirò ovunque e se sbaglierà non esiterò ad ucciderlo.-
-L’importante è che non passi dalla parte opposta. Dobbiamo tenerlo stretto a noi.-
-Vedrai che con il tempo si farà delle nuove amicizie e dimenticherà questo suo momento di sbandamento.-
-Speriamo.-
-Comunque dobbiamo atterrare qui.-
-Marco.-lo chiamò il padre. –Siamo arrivati.- Il ragazzo senza rivolgergli la parola scese dal’elicottero e poi si limitò a seguirlo. Quando arrivarono in un hotel a 5 stelle chiese di poter alloggiare da solo e almeno questo gli fu acconsentito.
Una volta rimasto da solo nella sua suite, tanto elegante e lussuosa, ma allo stesso tempo vuota e triste senza la compagnia di quelle due persone che aveva conosciuto solo qualche ora prima, prese il telefono e compose il numero di Federico.
-Fede, sono io. Sentimi bene, sono in Argentina. Magari quando ho più tempo ti spiego tutto. Ma ora devi farmi un favore, devi andare dalla madre di Alice e devi farti dare il suo numero che poi tu, ovviamente, mi darai. No,non fare domande. Ah, segnati questo numero, è quello della mia suite. Ok, aspetto notizie. Ciao.-
Una volta riposto il telefono, Marco si buttò a peso morto sul letto. Aveva la mente piena di pensieri, provava odio per il padre, voleva continuare a stare con quella bambina che in un qualche modo era riuscito a stregarlo ed aveva anche paura che le parole di Federico fossero vere, aveva paura che avrebbe rifatto il rito con quella bambina.
Marco  non sapeva che fare, in questi casi, se fosse ancora a Palermo avrebbe chiamato Giulia, una sua amica, anzi la sua puttanella, disposta a qualche ora di sesso con lui pur sapendo che non sarebbe mai stato suo.
Quello per Marco, era l’unico modo che conosceva per tenere occupata la mente per qualche ora, per quel poco che bastava per rimettersi in sesto.
Ma ora Giulia non c’era. Lei era a Palermo e lui a Buenos Aires.
Ora la sua vita era cambiata e doveva imparare di nuovo a vivere.
-Marco, io sto uscendo, vuoi venire?-chiese il padre dopo aver bussato alla sua porta.
-Per te non esisto.-rispose lui senza alzarsi da letto. E così, mentre il padre andò a trovare un amico di vecchia data il killer rimase a piantonarlo come fosse un carcerato.
Ed effettivamente si sentiva così, rinchiuso in una gabbia d’oro, ma sempre rinchiuso.
 
Una settimana dopo.
 
Marco decise di mettere piede fuori.
Vagò per le vie di quella città senza una meta precisa fino a quando non si scontrò con una ragazza accanto ad un cancello di un abitazione. O meglio di una mini villa.
Marco dapprima non ci fece caso, ma quando guardò con più attenzione la ragazza vide che era alta, magra, bionda, occhi azzurri. La classica bella ragazza.
-Ehi, potresti fare attenzione. Questa maglia l’hanno fatta venire a posta per me da Milano.-Anche la ragazza guardò meglio l’uomo, e subito cambiò il suo atteggiamento da smorfiosetta a ragazza dolce, anche troppo. -Però se sali a casa mia a prendere un drink con me posso anche far finta di niente.- Marco, un po’ per impulso, un po’ per voglia baciò la ragazza con tutta la forza che aveva dentro di sé. Dopo essersi staccato dal bacio, si presentò.
-Comunque piacere, io sono Marco.-
-Ed io Safia.- continuò la ragazza. Marco riprese a baciare la ragazza ed entrarono dalla porta principale, lasciata aperta dalla ragazza che era uscita solo per prendere la posta. Continuò a baciarla, a stringerla a sé ed infine la scaraventò sul divano. Fecero sesso, e questo era solo quello che voleva Marco. Voleva mettere qualcosa tra la disperazione ed i suoi pensieri e quel qualcosa è stata Sofia.
Una volta capito l’errore, Marco si rivestì e scappò come un ladro da quella casa, lasciando Safia ancora nuda sul divano e incredula per quando accaduto.
   
 
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