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Autore: Kingdommarco    08/06/2013    0 recensioni
Tuffiamoci nella psiche di due ragazzi, Roxas e Xion, privi di cuore ma con un cervello che di cuori ne vale dieci, nella loro avventura spinta da un ideale da raggiungere: scoprire chi erano nella loro vita precedente, prima di diventare dei Nessuno; capire chi erano le persone che ricordavano e scoprire chi era Sora, la persona della quale spesso avevano sentito il nome nei loro "frammenti" di memoria.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Organizzazione XIII, Roxas, Xion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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Erano passati due giorni dall’attacco di quegli “esseri” e Roxas non ne aveva fatto parola con nessuno, proprio come gli aveva ordinato Riku.
Il ragazzo si sentiva strano. Era steso sul suo letto, stralunato, nella sua mente vorticavano ricordi confusionari, molti dei quali non riconosceva. Gli tornarono alla mente uomini con lunghi cappotti neri, un ragazzo castano coi calzoni rossi, un papero e un cane antropomorfi…

Il più delle volte giungeva alla conclusione che “saranno stati i peperoni di ieri sera a farmi sognare certe cose e mettermele in testa”, ma sapeva benissimo che era improbabile. Quei ricordi erano collegati all’attacco degli esseri, cosa che lui cercava di dimenticare, e alla ragazza bionda, vestita di bianco.
Si alzò dal letto e si avvicinò allo specchio. Sentì dei rumori in strada, e si sporse dalla finestra per controllare cosa stesse accadendo. C’era il ragazzo con la tunica nera e i capelli rossi, che passeggiava guardandosi intorno.

“Axel!” Gli venne da urlare, e lui alzò lo sguardo, notandolo immediatamente. In una frazione si secondo svanì, e se lo ritrovò alle spalle.
“Dimmi che è vero, tu ti ricordi di me?” Chiese il rosso, speranzoso.
“Ehm… no.” Rispose Roxas, visibilmente imbarazzato e molto turbato.
“Cavolo, come pensavo. Alla villa, ora, è tutto pronto.”
Una nube nera, alta come il ragazzo, comparve al centro della stanza, e lui vi scomparve dentro, lasciando di nuovo Roxas da solo.
Aveva paura, ma qualcosa gli diceva di potersi fidare di quel tipo: lui doveva andare alla villa.

Si preparò e uscì di casa, a passo svelto. Vide i suoi amici, e qualcosa lo spinse a fermarsi da loro.
“Ragazzi!” Urlò, ma non ricevette risposta. “Amici, come state?”
Il gruppo rimase impassibile, seduto sul muretto, a mangiare ghiaccioli al sale marino.
“Che succede? Ho fatto qualcosa?” Domandò, afflitto, ma nessuno lo degnò di uno sguardo. Improvvisamente notò, sporgente dalla tasca di Hayner, una foto, quella che si erano fatti la settimana prima al mare. La afferrò e le lacrime presero a sgorgare a fiotti dalle sue tristi orbite: nella foto, il suo spazio era vuoto.
Stava accadendo qualcosa, era evidente, e la risposta era alla villa. Non esitò a dirigersi lì, e trovò stranamente il cancello aperto. Era il segno evidente che qualcuno lo voleva dentro, e lui fu felice di accontentarlo.

La sala principale, parecchio malridotta, era enorme. Al centro c’era una grossa scalinata: Roxas sentì che doveva recarsi di sopra, e così salì le scale e si infilò nella prima porta.
Ciò che vide lo fece rabbrividire. Una camera interamente bianca, con tanto di tavolo e sedie bianche, senza neppure una macchia di colore. Appesi al muro, disegni: ce n’erano almeno mille, e lo ritraevano tutti. C’era lui con i suoi amici che mangiava il gelato, lui in camera sua, lui con il tipo dai capelli rossi e lui con indosso la tunica nera. Era agghiacciante.
“Ciao.” La voce improvvisa gli fece salire il cuore in gola; si voltò, e vide la ragazza in bianco, con un blocco da disegno in mano.
“Roxas, tu stai per andartene, per sempre. E io non posso lasciare che accada, io voglio fermarli.”

Il ragazzo non capiva, allora lei spiegò.
“Roxas, io sono Naminè, e sono una strega. Da quando entrasti nell’Organizzazione, i tuoi ricordi sono in mio possesso. Tu prima eri Sora, un eroe della Keyblade, e stai per tornare ad esserlo. Roxas, come lo conosco, morirà, e io non voglio che accada.”
“Naminè!” Alle spalle della strega comparve il ragazzo con i capelli rossi, che la afferrò e la scagliò sul pavimento. “Non glielo dovevi dire!”
“Ma io… io già lo sapevo.” Si intromise Roxas. “Io so già tutto… Axel.”
Al ragazzo con i capelli rossi scese una lacrima, mentre i suoi occhi erano fissi sul giovane. Con una pedata al centro del petto di Naminè le fece emettere un urlo acuto, dopodiché tornò a lui.

“Non mi interessa. Seguimi, è troppo tardi.”


-Angolo dell'Autore-

Innanzitutto, chiedo umilmente, infinitamente scusa ai miei lettori per la mia lunga assenza... non pubblico da mesi, e anche se ho spesso pensato di farlo, non ho potuto far nulla per vari motivi. Innanzitutto, questo è il penultimo capitolo: la prossima volta uscirà il finale, e poi, con l'avvento dell'estate, conto di iniziare una nuova serie, avendo più tempo a disposizione per scrivere.
Roxas ha ricordato ciò che doveva tenere a mente troppo tardi e questo potrebbe costagli caro... ma la prosisma volta scoprirete tutto, per ora vi lascio!
Alla prossima! (spero tra meno di sei mesi LOL)

King-San
   
 
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