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Autore: Shin83    09/06/2013    2 recensioni
Raccolta di shottine AU per la terza Seblaine Week secondo i seguenti prompt:
1. College
2. Tv Show
3. Living Together
4. Free Day
5. McKinley
6. Being Famous
7. Dalton
Enjoy!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dove c’è Dalton, c’è casa.
 

 

“Guarda come ti sta bene questa giacca!” esclamò tutto contento Blaine, facendo indossare parte della sua vecchia divisa della Dalton al figlio e guardando fiero il suo riflesso nello specchio dentro l’armadio.
“Sì, peccato che mi stia un po’ corta,” ridacchiò il ragazzo alzando un braccio verso l’alto e facendo vedere a Blaine che il bordo della manica gli arrivava quasi al gomito. Robert non aveva ancora compiuto quattordici anni, ma era già abbondantemente più alto di Blaine, anzi, continuando a crescere a quel ritmo, sarebbe diventato perfino più alto di Sebastian, suo padre biologico. Inoltre, anche grazie al suo ciuffo biondo e i magnetici occhi verdi, anche quelli eredità paterna, si stava trasformando da dolcissimo e pestifero bambino in un bellissimo, ma comunque pestifero, adolescente. Blaine era certo che avrebbero dovuto sicuramente tenere a bada uno stuolo di fanciulle da lì a qualche mese.
Sebastian, che era spaparanzato sul suo letto a gustarsi la scena, ridacchiò a quell’affermazione.
“Sì, ok, era giusto per farti vedere come staresti bene in divisa.” Si affrettò a giustificarsi Blaine.
Blaine e Sebastian morivano dalla voglia di iscrivere il figlio alla loro vecchia scuola superiore, l’Accademia Dalton, il posto dove avevano studiato, si erano conosciuti e si erano innamorati; “la scena del crimine” era solito chiamarla Sebastian. Il ragazzino, però non era molto convinto di quella decisione, avrebbe preferito frequentare una scuola mista.
“Ma devo proprio andarci a questa Dalton?” chiese un po’ sconsolato il giovane.
“E’ una tradizione di famiglia, Robbie, io e tuo padre ci siamo andati, anzi se non fosse per quella scuola, non ci saresti neanche!” disse tutto entusiasta Blaine, girandosi verso il marito in cerca di sostegno.
Robbie si guardò entrambi i genitori alzando un sopracciglio. “Ma dev’essere una noia…”
“No che non lo è! Ci sono un sacco di cose da fare: il club di teatro, gli sport, tuo padre faceva lacrosse, per esempio, e non dimentichiamoci dei Warblers, il nostro magnifico Glee Club!” Continuò Blaine sempre con un grande entusiasmo e gesticolando per enfatizzare il suo discorso.
“Si può giocare a calcio?” chiese con autentica curiosità Robbie, che più che al football e al baseball era interessato a quello sport, al quale era anche discretamente bravo.
“Certo che si può!” confermò Blaine.
“Non so, non mi convince.” Robbie sospirò,  guardando il suo riflesso nello specchio e mordicchiandosi il labbro, afferrando dal pouff lì di fianco la cravatta a righe blu e rossa per accostarla alla giacca.
“Perché non vuoi, Robbie?” domandò Blaine, che stava per mettere il broncio.
Il ragazzo sbuffò, come se la risposta fosse ovvia. “Le ragazze! Come faccio con le ragazze?!”
“Ma non è mica un’accademia militare o un convento la Dalton! Finisci le lezioni, studi e poi puoi uscire e conoscerle, che problema c’è?” Blaine rispose con un sorriso, cercando lo sguardo di Sebastian per ottenere il suo aiuto.
“Non sottovalutare il fascino della divisa! Guarda che le ragazze muoiono dietro al capello ingellato e la giacca e cravatta, prova a chiederlo a tuo padre!” Aggiunse Sebastian dal letto, tirando un piccolo cuscino a Blaine. “Io facevo strage di cuori anche senza divisa, quindi non faccio troppo testo.”
“Ha ragione tuo padre, per quanto riguarda la parte del fascino della divisa, per il resto, non starlo a sentire, è sempre il solito cretino.” Rise Blaine tirandogli indietro il cuscino, facendogli una smorfia.
“Potrei anche provare, ma se non mi piace mi farete andare in una scuola mista?” supplicò Robbie.
“Ma certo.” Lo tranquillizzò Blaine.
Il ragazzo sorrise, per poi far roteare gli occhi. “L’importante è che non mi mandiate in quella di Violet…”
“Oh, guarda! Alla Newton non ti ci fanno neanche avvicinare, testone!” esordì una voce femminile che fece ridacchiare Sebastian. Robbie si voltò verso la porta, dove individuò la sorella che appoggiata allo stipite e mezza nascosta dal comò aveva assistito a tutta la scena con una tazza di the bollente tra le mani. Lei lo guardò divertita, per poi avvicinarsi al lettone e accoccolarsi tra le braccia di Sebastian, che cominciò ad accarezzarle i capelli mentre lei sorseggiava dalla sua tazza.
“Per quanto me ne possa fregare,” Rispose burbero Robbie facendole una linguaccia e tornando a guardarsi allo specchio.
Violet frequentava una scuola per ragazzi particolarmente dotati, era un vero e proprio piccolo genio e il suo sogno era quello di diventare una ricercatrice biomedica. Robbie invece, viveva per lo sport e sognava di diventare un giornalista del settore.
Piccoli, ma con le idee chiare, i pupilli di casa Anderson Smythe.
“Ah! E non dimentichiamo che c’è un ottimo giornalino scolastico alla Dalton. Alcuni dei nostri ex compagni di scuola sono riusciti ad entrare a Yale, grazie all’esperienza fatta anche in redazione. Vero Sebastian?”
“Sì, B. Mi sbaglio o stai parlando di Nick?” rispose Sebastian grattandosi la testa e rubando un sorso di the alla figlia.
“Sì, proprio lui. Cantava anche con noi Warblers!”
“Fico!” esclamò Robbie, visibilmente più convinto. “E dite che mi faranno entrare nella redazione sportiva?”
“Credo proprio di sì, Rob. Noi siamo rimasti molto legati alla scuola, lo sai che ci invitano ogni anno per l’incontro  degli ex alunni. Possiamo mettere una buona parola,” Disse Sebastian facendogli l’occhiolino.
“Sebastian! Non mettere strane idee a tuo figlio, è giusto che faccia la gavetta al pari dei suoi compagni,” subito arrivò il rimprovero di Blaine.
“B! E rilassati! Meno male che vuoi invogliare tuo figlio ad iscriversi alla Dalton!”
“Senti, ma… Ti ho parlato dei Warblers?” Blaine cercò di ignorare il marito, portando le mani sulle spalle di Robbie.
“Sì, li hai già nominati almeno venti volte!” ridacchiò Sebastian sempre sdraiato sul letto e con Violet accoccolata contro il suo petto.
“Zitto tu!” gli lanciò un’occhiataccia Blaine. “Sai, io e tuo padre ci litigavamo sempre gli assoli, ah, che bei momenti! Abbiamo vinto anche qualche gara, anche se non siamo mai riusciti ad arrivare alle nazionali,” disse con forte delusione.
Robbie corrugò le sopracciglia e si voltò verso il padre. “Senti papà, va bene la divisa, va bene una scuola tutta maschile, ma il Glee Club no… Non-“ Robbie non riuscì neanche a finire la frase che Violet lo interruppe sghignazzando.
“Per carità, abbiate buon cuore per le orecchie di quei poveri ragazzi! Ma lo avete mai sentito cantare sotto la doccia? Da brividi! Non lo vorrebbero neanche a cantare in playback in un gruppo punk!”
“Stronza!” la apostrofò il fratello, togliendosi la giacca e lasciandola a Blaine per poi lanciarsi a fare il solletico alla sorella.
Per fortuna Sebastian riuscì a sfilare la tazza di the dalle mani della ragazza un attimo prima che Robbie si avventasse sopra di lei riuscendo ad evitare un danno per cui Blaine avrebbe potuto massacrarli.
Una volta riposta la giacca nell’armadio e che i due ragazzi si calmarono, anche Blaine si unì al gruppo sul lettone, sedendosi ad un lato e costringendo i figli a stare tra lui ed il marito.
“La vuoi una vera motivazione per cui devi andare alla Dalton, Robbuz?” chiese Sebastian.
“Sentiamo.”
“Perché è stato il posto delle prime volte di tuo padre e il sottoscritto. Il primo bacio, il primo litigio, il primo duetto, il primo pomp-“
Un coro di “Papà!” e “Sebastian!” lo costrinse a interrompersi e a scoppiare a ridere.
“Ti prego papà, ora semmai non voglio proprio più andarci!” rise Robbie.
“Ragazzi, non credete che vostro padre debba essere punito con un po’ di solletico?” domandò Blaine guardando complice i figli. I ragazzi si scambiarono uno sguardo veloce prima di avventarsi su Sebastian per fargli il solletico.  


 


Ebbene sì, siamo giunte al termine di questa fantastica Seblaine Week, sigh sob.

Mi sono divertita un sacco a scrivere per questi due babbioni, a parte uno o due prompt più ostici degli altri, magari superato questo muro proverò a scriverci ancora senza dover aspettare altre settimane/giorni dedicati.

Che cosa saggiungere? Solo grazie a tutte quante hanno avuto il coraggio di leggere tutte e sette le One Shot, e grazie anche a chi mi ha lasciato un segno del proprio passaggio.
Grazie alla mia preziosissima beta IrishMarti, che mi ha sopportato con i miei pasticci e le mie fisime, e che mi dà sempre preziosi consigli per combinare qualcosa di leggibile, un grazie in particolare per questa shot perché, come per il prompt McKinley, mi ha imbeccato lei l'idea di partenza (ovvero far andare il pupo Anderson Smythe anche lui alla Dalton).

Ora toccherà tornare sugli altri miei bimbi (Stony) perché li ho proprio trascurati.

Alla prossima Seblaine!

*Sparge baci, ciambelle e cuoricini*
  
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