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Autore: Hayley Black    09/06/2013    0 recensioni
L’unico suono era quello del mare, una lenta melodia altalenante che sembrava entrarti sotto la pelle. “Sei strana.”
Celeste si fermò, forse una conchiglia le scivolò dalle dita e cadde sulla sabbia. Il mare la inghiottì. “No. Sono Celeste.”

A Camilla♥.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Il mare d'inverno


A Camilla, perchè come al solito non ho fatto in tempo a darle il mio regalo di compleanno.
Ancora auguri, honey!
Nel bel mezzo dell'inverno, ho infine imparato che in me albergava un'invincibile estate.

 
Celeste amava il rumore del mare in inverno.
Amava restare ore e ore ad osservare le onde che accarezzavano la spiaggia e portavano con se ciottoli e conchiglie, lasciando solamente un’impronta scura che subito si asciugava al sole freddo di dicembre.
Non c’era mai nessuno con lei: Celeste era sempre sola. Non c’era mai nessuno a scostarle i capelli dalla fronte quando il vento glieli scompigliava e glieli faceva vorticare davanti agli occhi in disegni scomposti, non c’era mai nessuno a chiederle se faceva troppo freddo per il suo corpo minuto che di fronte alla maestosità dell’oceano non era altro che un inutile e minuscolo puntino. Un segno fatto distrattamente a matita in un momento di noia.
Celeste era un segno fatto a matita. Si cancellava facilmente. Ma forse era meglio così.

Solo Celeste.

“Non ti sei mai chiesta perché l’oceano è così vasto e noi siamo così piccoli?”
Celeste raccoglieva conchiglie sulla spiaggia e di tanto in tanto si fermava a verificare che le impronte lasciate dietro di se sulla sabbia fossero cancellate dalle onde. Guardò l’altra ragazza, seduta su uno scoglio poco distante da lei, che si stringeva in una giacca a vento per proteggersi dal freddo; lei indossava solo una t-shirt e un paio di pantaloni sbiaditi. Non l’aveva mai vista lì, non sapeva chi fosse.
Scrollò le spalle, continuando la sua ricerca.
“Neanche io,” aggiunse l’altra, gli occhi ridotti a due fessure per il vento che soffiava forte. L’unico suono era quello del mare, una lenta melodia altalenante che sembrava entrarti sotto la pelle. “Sei strana.”
Celeste si fermò, forse una conchiglia le scivolò dalle dita e cadde sulla sabbia. Il mare la inghiottì. “No. Sono Celeste.”

Come un segno a matita.

Celeste non piangeva mai. Non le piaceva piangere: le lacrime avevano un cattivo sapore.
Ma quando vide le sue conchiglie infrante sul pavimento come tanti cocci pronti da spazzare via, da dimenticare, da cancellare, non riuscì a ricacciarle indietro. Erano fredde, le sue lacrime, come il mare d’inverno che tanto amava contemplare in riva a una spiaggia.
Avrebbe voluto essere come il mare. Immensa, indistruttibile, inarrestabile.
Il ragazzo davanti a lei continuò a disintegrare le conchiglie che aveva raccolto con tanta devozione mentre il vento le feriva la pelle lattiginosa delle braccia; stava dicendo qualcosa, ma Celeste non capiva.
Voleva essere indelebile, come i segni lasciati dalle onde sulle rocce. Ma era un segno a matita.
E forse era meglio così.
 

A Celeste piaceva raccogliere conchiglie.

“A volte penso che l’inverno non finisca mai.”
Era di nuovo lei: la ragazza con la giacca a vento che seduta su una roccia la guardava raccogliere conchiglie. Restava immobile, non faceva altro che rivolgerle domande alle quali non sapeva rispondere. A Celeste piaceva l’inverno, non voleva che finisse. Le piacevano il freddo, la neve, la pioggia, il rumore del mare in tempesta. Una ciocca di capelli le cadde davanti agli occhi mentre si voltava a guardare la ragazza con la giacca a vento.
“A me piace l’inverno,” disse.
“Gli assomigli,” mormorò la ragazza con la giacca a vento. “All’inverno, intendo,” sorrise; sembrava un sorriso amichevole. Quindi si alzò dalla sua roccia e si avvicinò a Celeste, stringendo qualcosa nella mano destra. Gliela porse: c’erano delle conchiglie, le più belle che avesse mai visto.
“Non ti sei mai chiesta perché l’oceano è così vasto e noi siamo così piccoli?” le chiese di nuovo. Celeste prese le conchiglie che la ragazza con la giacca a vento teneva nel palmo della mano, per paura che il vento le portasse via. Annuì.
“L’inverno non finirà mai, perché è indelebile,” disse. Le piaceva davvero tanto l’inverno. E il mare. E il rumore del mare d’inverno.
E le piaceva raccogliere conchiglie, forse per farne delle collane, le piaceva camminare sulla spiaggia anche se la pioggia bagnava i vestiti e i capelli, le piaceva guardare le impronte cancellate dalle onde sulla spiaggia. Si cancellavano facilmente. Come lei.
Sei strana.
No, sono Celeste
.
Sorrise.
Forse era meglio così.

NDA
Risparmierò la canzoncina tanti-auguri-a-te solo perchè te la canterò stasera, sks. Quindi, tanti auguri a Camilla! In realtà il suo compleanno era ieri ma non fa niente, conta il pensiero, dopotutto. no
Mi piace un sacco la scrittura barrata. Ora che è SUMMER posso fangirlare come una demente all day long, perchè sì e perchè ho un sacchissimo di serie tv arretrate (forse è il momento di mettersi a guardare Game of Thrones... forse.)
BTW, scritta con tanto amore per quella baka di Camilla, che ieri era il suo 309209 compleanno, e quindi tanti auguri. Ti ho rubato Celeste, è vero, ma non sapevo che nome dare alla stramba di turno che mi è uscita dal cervello (giuro che non è colpa mia, nascono di loro spontanea volontà, un giorno si impossesseranno di me e ho paur-)
BEH, stavolta ti è toccata la nonsense-introspettiva-nonsense-NONSENSE NONSENSE NONSENSE-malinconica (?). Volevo scriverti una femslash, e un po' di femslash c'è, dai, non sono carine Celeste e la tipa con la giacca a vento? L'amore proprio.  Il nonsense è ovunque, come sempre, purtroppo non riesco più a scrivere qualcosa che non sia nonsense, penso sia colpa del caldo. O del fatto che IO sono un nonsense vivente. Stavolta mi scoccio pure di cercare un significato nascosto dietro sta roba. C'è il femslash, c'è il mare, ci sono le conchiglie, la pioggia, c'è l'ammmmmore, c'è l'angst, non si può desiderare altro, sks. E ovviamente ci sono io. MUA.
Vabbè, penso sia meglio ritirarsi. Sta tornando l'era delle note più lunghe delle storie. 
Ancora tanti auguri (ma che cazzo te li faccio a fare ancora? Era ieri il tuo compleanno) a Camilla, spero che ti sia piaciuta perchè l'ho scritta con tanto amore <3 e anche se non ti è piaciuta, di' di si. Così sarò felice. 
Alla prosssssssssima!
Hayley
   
 
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