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Autore: Soqquadro04    09/06/2013    5 recensioni
Delena. Tanto.
«Shh... torna a dormire. Sto bene. Va tutto bene.» cerca di depistarlo, sperando che non le guardi bene il viso, che non distingua le tracce argentate delle lacrime. Speranza vana.
«Non è vero. Hai pianto.» lei sbuffa, un po' contrariata da quella discussione che non è in grado di sostenere alle tre di notte, un po' contenta che lui abbia compreso quell'insensata sensazione d'angoscia.

Incubi in una sera qualsiasi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di Delena e Fluff dilagante'
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Dormi
Sorprendimi...
e con carezze proibite, dolcissime... amami”

Stadio, “Sorprendimi”

 

Elena apre di scatto gli occhi, il respiro affannato.

La camera è buia e gli oggetti sembrano estranei e minacciosi. Le coperte le pesano addosso, schiacciandole lo sterno.
Inspira scompostamente, mettendosi seduta e scalciando le lenzuola fino a scoprire del tutto anche le gambe.

Un incubo. Non lo rammenta, ma una sensazione straziante di solitudine le spezza il fiato. Un singhiozzo terrorizzato le scuote le spalle.

Si porta una mano al volto, sfiorandosi le guance con le dita.
Sono bagnate di lacrime, che ancora scivolano lente sulla pelle accaldata.

Agitata, volta la testa verso il lato sinistro del letto, cercando lui con gli occhi e con le mani. Per un attimo non riesce a metterlo a fuoco, scambiando la sua figura addormentata per uno strano gioco di ombre.

La paura le attanaglia lo stomaco, stringendole il cuore in una tagliola di ferro.

Non c'è. Non c'è mai stato. E lei è sola, inevitabilmente.

Poi il momento passa, e i polpastrelli umidi sfiorano, distratti, una ciocca di capelli. Morbidi, lunghi, nerissimi.

Un sospiro rotto da un singulto, altre lacrime -stavolta più leggere, traboccanti sollievo- e le molle che cigolano impercettibilmente quando si sdraia di nuovo, allungandosi per afferrare il bordo del piumone. Lo tira su, coprendo entrambi, improvvisamente spaventata dalle tenebre solo vagamente illuminate dalla luce argentata e troppo debole di una magnifica luna piena.

Ed è stupido pensare che uno strato di stoffa possa proteggerli da quel mostro immaginario appostato negli angoli della stanza, ma Elena è così confusa e ancora inquieta dopo quell'incubo che non ricorda -è quasi certa che c'entri qualcosa anche lui, perché solo Damon riesce a distruggere le sue difese anche in sogno, in modo così subitaneo- che solo una volta stretta nell'abbraccio confortante della trapunta riesce a ritrovare una parvenza di normalità. Strofina il volto contro il cuscino, frenando i suoi gemiti sommessi. La sensazione di secchezza che spesso segue il pianto la sveglia del tutto, senza comunque donarle una lucidità sufficiente a scacciare completamente la minacciosa presenza dell'incubo.

Si sente un po' bambina, Elena, mentre si accoccola contro la schiena flessuosa di lui, premendo le labbra contro la sua spalla muscolosa.
Comincia a carezzargli il braccio, attenta a non disturbarlo.

Lui è tranquillo e completamente all'oscuro della sua irrazionale tempesta interiore. Non ha intenzione di rovinare il suo riposo pacifico con le sue irrazionali preoccupazioni da ragazzina.

Le dita sono lievi e lei si muove il meno possibile, limitando le complicate manovre per cercare una posizione a semplici spostamenti del bacino.
Nonostante questo, però, lui la sente. Si gira verso di lei, sospirando, le iridi arrossate e la bocca socchiusa. Non solleva neanche il capo, limitandosi a chiamarla, confuso.

«Elena?» la sua voce impastata le solletica l'udito. Risponde, piano, cercando di non turbare ulteriormente il silenzio della camera. Lo calma, perché nel tono ha avvertito quel filo d'ansia che caratterizza i suoi momenti da martire, quando è pronto a prendersi la colpa di qualsiasi cosa.

«Shh... torna a dormire. Sto bene. Va tutto bene.» cerca di depistarlo, sperando che non le guardi bene il viso, che non distingua le tracce argentate delle lacrime nel buio fitto. Speranza vana.

«Non è vero. Hai pianto.» lei sbuffa, un po' contrariata da quella discussione che non è in grado di sostenere alle tre di notte, un po' contenta che lui abbia compreso quell'insensata sensazione d'angoscia.

«Non è niente, Damon. Solo un incubo. Dormi.» minimizza, ignorando l'occhiata dubbiosa che riesce a lanciarle anche in quelle condizioni, mezzo rintronato.

Incredibilmente, la ascolta. Le si avvicina, lasciandole un bacio sulle labbra, già dormiente.
Ricade sul cuscino, i capelli scompigliati sulla fronte.

Anche lei è stanca, ma il sonno non sembra intenzionato ad arrivare.

Si rassegna a studiare il suo volto, un sorriso malinconico a incurvarle la bocca.
La tenerezza le prende prepotentemente la gola, ritagliandosi un angolo considerevole nel suo cuore. Quasi non le dispiace cedere a una notte insonne, passata a vagare come un fantasma irrequieto fra il suo angolo di letto e il bagno, se ciò significa avere a portata di sguardo i suoi tratti.

E' bello. Non che sia una novità.
Ogni volta che ritrova i suoi lineamenti, non può fare a meno di ripercorrerli ancora e ancora, come a controllare che nulla sia cambiato. Come per assicurarsi che sia veramente davanti a lei.

Sposta le dita sulla sua guancia, delicata, disegnando piccoli cerchi con il pollice.

Lui sospira, allungando un braccio e avvicinandola al suo fianco. Elena gli stringe la vita, incastrando la testa nell'incavo del suo collo, strofinando il naso sulla clavicola pronunciata.

Lo sfinimento, all'improvviso, sembra troppo pesante da sopportare.
I sensi si intorpidiscono, sente le palpebre farsi pesanti e Morfeo -o meglio, Damon- la stringe a sé. Non capisce se lui si sia svegliato o no, anche se mentre si addormenta, lentamente, le pare di sentirlo sistemarsi contro la spalliera, mormorando qualcosa.

Aguzza l'udito, cercando di capire se sia solo una specie di allucinazione.
Ma lui lo sussurra di nuovo, come per essere certo che lei abbia sentito.

«Ora dormi. Sono qui.» e Elena non può far altro che sorridere, intenerita, e scivolare nell'oblio, sapendo che il mattino dopo lui avrà due occhiaie pesanti attorno agli occhi e lei non se ne ricorderà il motivo.

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Note dell'Autrice
Buonsalve, lettori ^^
Sono tornata con un'altra Fluff... credo che quest'estate sfornerò momenti zuccherosi a ripetizione, ma diciamo che va bene così, eh? <3
Credo che la storia possa essere intesa come una Missing Moments post 4x23... non so esattamente quando, ma va bè.
Direi che ho finito *-*
Spero che vi sia piaciuta e, se è così, che magari passerete a leggere qualcos'altro di mio ^^
A presto e, soprattutto, R&R.
Soqquadro

 

   
 
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