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Autore: Il giardino dei misteri    09/06/2013    1 recensioni
Sheila è una ragazza di venti anni, con la passione per il ballo e il sogno di poter diventare una grande ballerina. L’ultimo anno e mezzo le pesava come un macigno: non solo la madre era morta e il padre era diventato alcolizzato, ma lei, da sola a vent’anni, aveva dovuto rimboccarsi le maniche e portare avanti la famiglia, nonostante il dolore.
Cosa succederà? Sheila riuscirà a realizzare il suo sogno? Si riappacificherà con il padre? Troverà l'amore?
Spero che vi piaccia ^.^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La sera del saggio, arrivò puntuale. Sheila era nervosissima. Aveva provato e riprovato le coreografie con Angelo duemila volte e le pareva di impazzire, non si ricordava niente e si sentiva profondamente in ansia. Si presentò alla scuola di danza alle tre del pomeriggio per essere certa che tutto fosse apposto per le sette, l’ora in cui si andava in scena. Ripassò le coreografie, sistemò il vestito, le scarpe, si fece truccare e preparare accuratamente. Insomma, fece tutte quelle cose che le donne sono solite fare prima di un grande evento. Angelo arrivò verso le sei del pomeriggio, in tutta calma e tranquillità.

<< Ehi, piccola, sei pronta?>> le disse col sorriso sulle labbra.

<< No, accidenti. No. Manca un’ora.>>

<< Stai tranquilla, andrà tutto bene.>>

<< Perché tu non sei preoccupato?>>

<< No, perché dovrei? Al massimo mi fischieranno>> disse lui ridacchiando.

<< Ti invidio. Io non riesco ad essere così tranquilla. >>

<< Sei in buone mani>> disse strizzandole l’occhio. << A proposito tuo padre, viene?>>

<< E’ quello che spero>> disse Sheila sorridendo.

Poi, Angelo si allontanò, lasciandole tutto il tempo per prepararsi. In tutti i sensi.

Alle sei e trenta, Sheila era pronta. E l’ auditorio iniziava ad affollasi di gente. Le persone iniziavano a prendere posto, per evitare di dover rimanere tre ore in piedi. La sala si affollava e si sentiva un mormorio fitto e intenso, mentre dietro le quinte, nei camerini si sentiva confusione. Alcuni provavano per l’ennesima volta la propria coreografia, altri si vestivano, altri ancora avevano problemi con costumi, altri con le scarpe. Era un viavai continuo. Chi correva a destra e chi correva a manca. Qualcuna faceva i capricci per i vestiti, qualche altra invece era tesa. Sheila, invece, era seduta su uno sgabello e si rosicchiava le unghie, per il nervosismo.

Poco dopo, vide sua zia.

<< E tu che ci fai qui?>>

<< Sono pronta>> disse lei.

<< Di già? Ci credo, sei qui dalle tre!>>

<< Inizio ad avere mal di pancia!>> disse Sheila preoccupata.

<< Oh, Sheila, vedrai che andrà tutto bene. Non farti venire i tuoi soliti mal di pancia!>>

<< E’ la preoccupazione!>>

<< Lo so,  lo so. Anche a tua madre venivano. Anche lei prima di uno spettacolo aveva sempre mal di pancia. Ma, poi tutto le passava. Anzi, ti voglio dare una cosa …>>

<< Cosa?>>

Sua zia estrasse dalla borsa  un piccolo ciondolo a forma di cuore.

<< Questo era il portafortuna di tua madre.>>

<< Il ciondolo a forma di cuore?>>

<< Si, glielo aveva regalato tuo padre. Ora, è tuo>> disse sorridendole.

<< Grazie, zia.>>

<< Vedrai, andrà tutto bene.>> << A proposito tuo padre verrà?>>

<< E’ quello che spero, ma ancora non si vede nessuno.>>

<< Va beh, io vado a sistemare i miei ragazzi>> le disse.

<< A dopo>> rispose Sheila.

Sheila continuò a stare dietro le tende rosse del palcoscenico nella speranza che suo padre venisse, ma non si vedeva nessuno all’orizzonte. C’erano molte persone, questo è vero, ma se lui fosse venuto, lo avrebbe notato di certo. Invece non c’era e Sheila iniziò a preoccuparsi. Cercò di essere paziente e aspettare, ma in situazioni come quella, la pazienza proprio non riusciva a trovarla. Erano le sette e di suo padre neanche l’ombra. L’auditorio intanto si era  riempito ancora di più e Sheila iniziò a sudare e ad innervosirsi. Tutta quella gente le metteva ancora più panico. Non riusciva a mantenersi calma e iniziò a tremare e sentire i battiti del cuore sempre più forti. Per allentare la tensione fece di tutto. Camminò avanti ed indietro per il palcoscenico, pensò a qualcosa che la facesse stare bene, pensò a sua madre, pregò, ma nulla le servì, la tensione rimase alta, comunque. Finché non arrivò Angelo, vestito con un completo tutto nero.

<< Wow! Ma sei uno schianto!>>  disse Sheila appena lo vide.

<< Anche tu, sei bellissima.>> << Sei pronta?>>

<< No, ho paura, Angelo. Ho troppa paura. E poi, non vedo arrivare mio padre, inizio a preoccuparmi.>>

<< Ascoltami bene, piccola. Devi stare calma, perché se ti fai prendere dalla paura sbaglierai tutto. Ci sono qui io con te, non dovrai ballare da sola. Se sbaglieremo, lo faremo insieme. >>

<< E se io ti faccio sbagliare?>>

<< Non ti preoccupare per me, io me la cavo sempre!>> le disse strizzandole l’occhio.

<< Scusami, sono paranoica.>>

<< E’ normale essere nervosi! Ma, non devi preoccuparti perché non dovrai ballare da sola!>>

<< Ma, sono ugualmente preoccupata per mio padre. E se gli fosse successo qualcosa, perché non viene?>>

<< Secondo te, vuole mancare al saggio di sua figlia? Sta’ tranquilla, a momenti arriverà. Fidati e mantieni la calma.>>

Sheila lo abbracciò.

<< Grazie, Angelo. >>

<< E di cosa, piccola?>>

<< Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Grazie. Mi hai fatto ritornare a vivere. >>

<< Semmai sono io che devo ringraziarti. Grazie alla tua sbadataggine ci siamo scontrati due volte. Altrimenti …>>

<< … ora non saremmo qui insieme.>>

<< Già>> disse lui.

Gli occhi verdi di Angelo fissarono quelli castani di Sheila. I due si guardarono negli occhi intensamente. Esitarono un po’, come se non fossero sicuri di quello che stavano per fare. Angelo prese la faccia di Sheila tra le mani, lei sbatté forte le ciglia, poi chiuse gli occhi e si lasciò trasportare, riponendo tutta la sua fiducia in lui. E si baciarono. Si baciarono con foga come se si erano persi e adesso si erano ritrovati, come se non si vedevano da tanto tempo, come se si erano cercati, rincorsi e aspettati. Come due innamorati. Fu un bacio lungo, senza respiro. Erano così presi che non riuscivano più a fermarsi, a scuotersi, neanche alla voce della zia Luisa.

 << Ragazzi, ragazzi …>> << Non c’è tempo per le smancerie adesso. Si va in scena! Ci penserete dopo.>>

 I due sorrisero. Si diedero un bacio fugace, stavolta, e si spostarono da dietro le quinte, mentre le tende rosse si discostarono lentamente.

Era il momento di andare in scena!

 

Prima toccò ai ragazzi più piccoli salire sul palco. La serata era suddivisa in vari momenti: ad un balletto di ogni categoria , si alternava la presentazione di qualche lavoro manuale realizzato da altre persone. Infatti, la serata risultò piuttosto lunga.

Sheila era ancora nervosa, ma un po’ meno, adesso. Sia perché sapeva che lei sarebbe stata l’ultima, e questo le dava il tempo per rilassarsi e riposarsi, sia perché sapeva che Angelo era con lei. Teneva stretto fra le mani il ciondolo che sua zia le aveva dato e decise di indossarlo prima di andare in scena. Seguì con molto entusiasmo e partecipazione la performance dei suoi colleghi e non mancò di dare consigli ai più piccoli o qualche dritta, ma anche tanti complimenti. Il fatto di seguire il lavoro degli altri la fece distrarre un po’ e si sentì più rilassata. Ma, non del tutto perché suo padre non era ancora arrivato. L’ansia iniziava a crescere.  Pensò che magari sarebbe arrivato a breve o che forse se ne era dimenticato. Del resto, lui non aveva mai avuto buona memoria. E non era mai stato abbastanza presente nella vita della figlia. Per Sheila questo non era il primo saggio. Quando era piccola e c’era ancora sua madre, aveva sempre partecipato ai saggi o alle serate di intrattenimento che si organizzavano alla scuola di danza. Ma, suo padre non era mai venuto a vederla. Mai. Certo, a quei tempi aveva ancora un lavoro e trovava sempre questa scusa da dare alla figlia. A Sheila, dispiaceva, certo, ma poi, iniziò ad abituarsi e le bastava vedere in prima fila sua madre. Non desiderava nient’altro. Sua madre che la guardava e annuiva con  la testa. Sua madre che si commuoveva. Sua madre che alla fine delle sue esecuzioni, le batteva sempre le mani. Sua madre che scattava fotografie, per immortalare per sempre quei bellissimi momenti.

Stavolta, invece, sua madre non ci sarebbe stata. Ma, Sheila sapeva che lei la stava già guardando. Magari, l’avrebbe guardata dall’alto e da un posizione più comoda, ma l’avrebbe certamente guardata. Non si sarebbe persa il ritorno sulle scene di sua figlia. E Sheila la sentiva più vicina che mai.

 

La serata, iniziò ad entrare nel vivo ed il pubblico sembrò divertirsi parecchio. Insomma, non  fu una di quelle sere noiose, in cui tutti sbadigliavano ed erano proprio annoiati, ma tutti si divertivano, battevano le mani e seguivano con grande interesse. Nella scaletta c’erano dieci balletti. L’ultimo doveva essere eseguito da Sheila ed Angelo. Quando anche il penultimo fu eseguito, Sheila stava quasi per andare in scena.

<< Non ce la faccio>> disse ad Angelo.

<< Stai calma, piccola. Stai calma>> disse dandole un bacio sulla fronte.

<< Ho paura>> disse, mentre sentiva il cuore agitarsi.

Angelo la prese per la mano e cercò di calmarla. Poi, furono chiamati, salirono sul palco e si posizionarono al centro. Mentre Sheila, sentiva gli occhi di tutti puntati su di lei.

<< Mi padre non c’è>> sussurrò Sheila all’orecchio di Angelo.

<< Sta’ calma>> le sussurrò lui a sua volta.

<< Non ce la faccio.>>

<< Stai calma, Sheila, stai calma.>>

Sheila guardava nervosamente la platea. Si sentiva confusa, smarrita, non sapeva cosa doveva fare, si sentiva sola. Voleva scappare via e piangere. Era troppo tesa. Troppo nervosa. Non era più disposta a ballare. Fece un cenno di no e si voltò verso sua zia, che la stava guardando incredula. Non voleva più ballare. Dopo tutti i sacrifici, le rinunce, i sogni, l’impegno. Non se la sentiva più. Questo accadde sotto gli occhi increduli di tutti. Sheila voleva mollare. Tutti si chiesero perché. Sheila voleva scappare via. Lo stava facendo. Stava per lasciare il palco. Ma, senti un rumore alle sue spalle. La porta dell’auditorio si spalancò. Lei si girò. Fu un attimo. Vide suo padre, che cerava un posto tra la folla. Le venne un tuffo al cuore. Finalmente. Finalmente era arrivato! Non ci sperava più ormai! Ed era così felice. Angelo vide la felicità nei suoi occhi. Sheila si avvicinò a  lui e disse:

<< E’ tutto a posto. Possiamo iniziare, ora.>>

Lui le sorrise. E la musica partì. Sheila si dimenticò di ogni cosa. Si dimenticò di essere di fronte a una platea enorme, che tra di essa c’era anche suo padre, che gli occhi di tutti  erano puntati su di lei, che tutti attendevano il suo grande ritorno. L’unica cosa che pensò era Angelo. Ripose la sua fiducia in lui e si lasciò condurre. I passi le venivano naturali. Aveva temuto di non ricordarseli o di sbagliare o di fare una brutta figura, ma adesso tutto era naturale. I passi venivano uno dietro l’altro automaticamente. Sheila chiuse gli occhi e si lasciava trasportare dalla musica, dalla armonia, dai passi e da Angelo. Era con lui e questo le bastava. Si sentiva la donna più felice di questa terra. Finalmente aveva realizzato il suo sogno. Il sogno della sua vita e aveva trovato l’amore. Cos’altro poteva desiderare?

Quando la musica finì e l’esecuzione del loro ballo, pure, Sheila aprì gli occhi. Non le parve vero. Tutti, nessuno escluso, si erano alzati in piedi per applaudirla. Gli applausi andarono avanti per ben cinque minuti! E Sheila fu commossa. Strinse forte la mano ad Angelo e gli sorrise. Era tutto merito suo!

Quando la serata si concluse, Sheila fu raggiunta da suo padre, abbastanza commosso.

<< Sheila, figlia mia …>>

<< Papà, temevo che non venissi …>>

<< Ho esitato a lungo, ma poi ho deciso di venire. Non volevo mancare per il tuo grande ritorno. Tua madre sarebbe stata fiera di te e se fosse ancora viva sarebbe stata in prima fila ad applaudirti.>>

<< Lo so. >> disse Sheila tra le lacrime. << Ma, lei era con me e mi ha aiutato a non avere paura. >>

I due si abbracciarono come forse mai avevano fatto nella loro vita.

<< Mi dispiace, io non sono stato un buon padre per te, io …>>

Sheila lo zittì.

<< Non importa, non importa>> disse ancora singhiozzando. << L’importante è che ora sei qui. Non voglio più lasciarti papà, mai , mai più.>>

<< E io, non voglio che tu vada più a lavorare. Ho deciso di cercarmi un lavoro. Ho lasciato che per troppo tempo ti occupassi della casa. Mi dispiace.>>

<< Non potevi rendermi più felice, papà. >>

<< Il tuo unico scopo sarà realizzare il tuo sogno. E sarai una ballerina, come tua madre.>>

<< Oh, papà>> disse Sheila abbracciandolo.

 

I due si abbracciarono tanto e stettero tutta la serata insieme come se avessero perso tanto tempo e dovessero recuperarlo. Seguirono festeggiamenti, risate, musiche, balli. Da quella sera, molte cose cambiarono per Sheila. Lei continuò a lavorare, anche se molto meno rispetto a prima, e soprattutto continuò a danzare e a frequentare la scuola di danza insieme ad Angelo. Ormai facevano coppia fissa sia nel lavoro, sia nel privato. Mentre il padre di Sheila, adesso, si era trovato un lavoro e non trascorreva più le sue giornate sul divano. Sheila aveva finalmente realizzato il suo sogno ed era ritornata ad essere la ragazza felice di un tempo.

 

 

***

The end

  
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