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Autore: Bliss360    10/06/2013    2 recensioni
A volte le parlava mente dormiva, chiedendosi se anche un’ombra della sua voce potesse attraversare le barriere del sogno per avvicinarsi a lei. Le raccontava tutto quello che avrebbe voluto dire, se solo avesse avuto qualcuno che lo ascoltasse.
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Simon Bellamy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ghost.

 

   La prima volta la vide indossava un vestitino bianco. Faceva freddo e lei si sfregava con energia le braccia nude mentre passeggiava tra gli scaffali. Lui voleva darle la sua giacca, ma non trovò il coraggio. Dopo pochi minuti la ragazza uscì dal negozio senza aver comprato nulla.
   La seconda volta che la incontrò, lui non era più lo stesso. C’era del sangue sulla sua coscienza e la consapevolezza di essere diverso. Tuttavia, non nel modo in cui aveva sempre creduto. Questa volta lei indossava un vestitino rosso e un cerchietto a ornarle i capelli scuri. Quando uscì dal negozio, lui la seguì. Camminava con le spalle rigide, come se ci fosse molto vento. Gli fece venir voglia di abbracciarla. La seguì fin dentro casa sua e violò l’intimità del suo bagno. Arrossì di biasimo quando lei iniziò a spogliarsi prima di entrare nella vasca, ma non se ne andò. Rimase ipnotizzato dai capezzoli scuri e dalla peluria della sua intimità. Avrebbe richiamato quell’immagine più e più volte nelle notti insonni a venire. Quando lei andò a dormire, lui rimase ai piedi del suo letto ad osservarla. Alla luce della luna la sua pelle risultava ancora più pallida. Abbracciava il cuscino mentre dormiva, e lui si domandò se avesse bisogno anche lei di una persona da stringere. Voleva addormentarsi lì, accanto a lei, ma la paura di ritornare visibile ed essere scoperto lo fece allontanare a malincuore.
   Ormai andava a trovarla tutti i giorni, dopo aver finito il turno al servizio civile. A volte le parlava mente dormiva, chiedendosi se anche un’ombra della sua voce potesse attraversare le barriere del sogno per avvicinarsi a lei. Le raccontava tutto quello che avrebbe voluto dire, se solo avesse avuto qualcuno che lo ascoltasse.
   Quando la incontrava al negozio, si aspettava sempre che lei lo salutasse. Subito dopo si dava dello stupido. Ogni volta si riprometteva di parlarle.

   Ben presto smise di cercare di avvicinarla. Era tutto così perfetto che non ne sentiva il bisogno. Lui credeva di conoscerla meglio di chiunque altro. Sapeva quando era triste, arrabbiata o felice. Sapeva quando mentiva ad altri o a se stessa. E, anche se lei non lo sapeva, lui la consolava e la consigliava, convinto che quelle parole sussurrate nel cuore della notte, si imprimessero nella sua mente.
   L’ultima volta che la vide aveva quel vestitino bianco. La giornata era calda, e lei aveva legato i capelli in una coda alta. Lui venne a dirle addio. Le lasciò dei girasoli gialli sulla porta di casa. Lei fu felice e confusa quando li trovò. Lui sapeva che erano i suoi fiori preferiti. Lei li appoggiò sul cruscotto, prima di partire con l’auto ingombra di valige.

 
 
 

Sì. Mi rendo conto che questo breve racconto è alquanto inquietante. D'altronde è così che ho sempre immaginato Simon nella prima stagione. Fatemi sapere come vi è sembrata!
Se volete, potete aggiungermi qui: https://www.facebook.com/bliss.efp.1

   
 
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