Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: LivingLikeARebel    10/06/2013    2 recensioni
"Lei è Samantha, nata il 26 dicembre del 1990 nel milwaukee, come il suo idolo. La madre l'ha cresciuta in solitudine senza mai parlare del padre. Aveva due amici che condividevano la sua immensa passione per la musica e le band, specialmente una, iBlack veil Brides, ma continuava a domandarsi perchè la madre nonostante l'avesse sempre appoggiata le vietava di partecipare ai concerti dei suoi idoli"
Cosa accade quando il suo sogno diventa realtà? Perchè la madre agisce così?
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Lei è Samantha, nata il 26 dicembre del 1990, nel Milwaukee e successivamente trasferitasi a San Diego, California. Aveva dei perfetti capelli neri che non teneva quasi mai legati, un fisico di cui non poteva affatto lamentarsi, e due splendidi occhi color del mare, o del cielo, o di un azzurro pastello, dipendeva dalla luce che li faceva splendere.

Le sue passioni sono tante, forse troppe, leggere, passeggiare, specialmente in riva al mare vicino alla sua villetta, viaggiare, la natura, la cosa che però più la appassiona è la musica, ormai di strumenti ne suona 5, pianoforte, chitarra, violino, basso e batteria, era intenzionata anche a imparare a suonare l'arpa, ma dato che sapeva tanti strumenti e non era sicura della sua voce, benché fosse brava a cantare, voleva la certezza di poter sfruttare anche le sue doti canore al meglio accompagnandosi con uno dei numerosi strumenti, quindi attualmente sono 10 anni che lei fa canto, e ogni tanto si esibisce nel pub del paese, con il suo genere preferito, il rock. Sua madre, Amy, la appoggia in quello che fa, non le interessa come si veste, ma che abbia dei valori, le permetteva anche di avere delle insufficienze (che poi doveva recuperare ovviamente) se le interessava maggiormente studiare per lo strumento o per le lezioni di canto. L'ha cresciuta da sola, e al padre non ha mai accennato, non che Samantha le abbia mai chiesto nulla, la madre non parlava e lei per rispetto non domandava, se non fosse stata una motivazione dolorosa gliene avrebbe senza dubbio parlato.

I suoi unici due amici erano due ragazzi d'oro, la capivano sempre, e come la madre cercavano di appoggiarla in quello in cui lei credeva, Matt e Simon, hanno 23 e 25 anni rispettivamente, ma nessuno dei due fa pesare a lei di essere la più piccola, a differenza di quelli che frequentava prima che la trattavano come la bambina del gruppo, si conoscevano da 4 anni e qualche mese, fu amore a prima vista, i due uscirono dal pub in cui lei suonava insieme a lei, le aprirono la porta, poi notarono l'aria spaventata della ragazza che aveva notato i soliti tipi che la tormentavano, le chiesero se si sentiva bene e lei rispose con un si poco convincente guardando quei tipi. Intuirono e fecero in modo che non le si avvicinassero, per ringraziarli offrì da bere ai due e scambiarono quattro chiacchiere. Amore a prima vista.

 

 

Nella sua vita fuori aveva quei due ragazzi e dentro la sua amata musica e i libri.

'Dai libri si impara nuovi modelli di vita, io imparo come reagire a quegli stronzi e a distrarmi da tutto questo.'

Questo era quello che ripeteva sui libri, mentre sulla musica non sapeva esprimersi, tutto quello che vagava nella sua mente pensando alla musica era un logaritmo indecifrabile persino da lei, sapeva quanto fosse importante ma non sapeva come spiegarlo, quelle note le avevano sempre dato una speranza, gli scream che ormai aveva anche imparato a fare le davano energia e una band, una in particolare, i Black Veil Brides le avevano fatto smettere di tagliarsi. Ormai erano parte di lei, e anche se si trovavano spesso distanti poteva sentire le braccia di tutti e 5 i componenti della band stringersi attorno al suo corpo ancora pieno di cicatrici ed era una sensazione sensazionale.

 

Questa sua passione rappresentava anche il suo più grande interrogativo, non capiva perchè la madre che l'aveva sempre appoggiata non condivideva la sua passione per questa band, che poi, discorsi a parte, era la più leggere nel genere scream o metal che era solita ascoltare. Non aveva senso, e ormai si chiedeva milioni di volte la motivazione del suo comportamento, ma non aveva mai ricevuto risposta.

 

Adesso ha 22 anni, e se c'è una cosa in cui da maggiorenne nessuno la fermerà è proprio vedere i propri idoli.

Questo sarebbe stato il suo anno, non un solo concerto ma ben 3

-Sacramento CA 3/06

-San Francisco CA 3/09

-Los Angeles Ca 3/09

Il 'The Church Of The Wild Ones Tour' l'aspettava!

Matt e Simon sarebbero ovviamente andati con lei, avrebbero comprato prima i biglietti e poi chiesto alla signora Amy.

Flash Back

Matt la chiamò -Sammi, tesoro mio dolce!-

-Che vuoi puzzola?!-

-Bhe, veramente che vuoi tu! Ma la risposta già la so, incontrare i tuoi idoli!- le rispose con un tono altezzoso e convinto di se.

-Bhe, hai ragione, ma sappiamo come è fatta mia mamma, ma voi potete andare!-

Già, loro potevano andare, ma non volevano senza di lei, era troppo doloroso per lei.

-Non senza di te, ecco perchè abbiamo dei biglietti, e uno è anche per te, sei maggiorenne diamine, che vorresti fare rimanertene a casa quando i tuoi idoli vengono vicino a noi?!-

-Ma..- Non poté finire il discorso che Matt la interruppe.

-Nessun ma Sammi, 3 concerti, nemmeno uno, valgono per tutti quelli che hai perso!-

Matt riattaccò.

 

 

 

Adesso Sammi è su un letto in attesa dei suoi due amici, il giorno prima le avevano annunciato che l'avrebbero aiutata a convincere la madre durante una delle solite cene che facevano di venerdì sera, in quella casa funzionava così, e gli amici erano una vera parte della famiglia, il fratello e il padre che a lei mancavano.

Si alzò dal letto sbuffando, si guardò allo specchio, aveva lo zigomo destro un po' segnato dalle ennesime botte che aveva ricevuto tornandosene a casa, nulla che però con un po di correttore non potesse nascondere, infatti voleva farsi una doccia e poi far scomparire quell'orrendo segno dal suo viso. Proprio quando si fu completamente spogliata i due amici le suonarono alla porta, decise di scendere con l'asciugamano dimenticandosi del suo livido.

-Ciao ragazzi, sedetevi, io mi faccio un secondo la doccia se non vi scoccia!-

Sim, guardò Matt poi disse -vai pure, possiamo attendere.- quando la ragazza si fu dileguata nel bagno i due si guardarono chiedendosi se fosse risuccesso, e se la risposta era si, allora la domanda era “perchè non ce ne ha parlato?!”

La doccia non fu troppo lunga, 10, o 15 minuti massimo, poi scese vestita, shorts in jeans e una canotta bianca. Aveva cancellato quel segno dal suo viso e quelli sul corpo erano coperti dalla canotta.

-Che facciamo da adesso fino all'ora di cena?-

La risposta non tardò ad arrivare, il telefono di Matt squillò.

-Pronto mamma?- -Si, ok- -Vabbe, ma quando tornate?- -Ok, allora arrivo!-

-Ragazzi, devo scappare, i miei devono uscire e Julia non vuole rimanere sola in casa, arrivo verso le 18, divertitevi belli!- Sim e Sammi, poi il ragazzo dai capelli scuri si sedette sul divano e urlo il nome di Samantha ben 3 volte, la stessa cosa fece lei con il suo nome aggiungendo poi un “che vuoi?!”

-Senti, io ti propongo un patto.. Sai quanto odio andare alle mostre, specialmente quelle su Dalì, ma se tu mi dici una cosa ti accompagno a quella che hanno allestito l'altro ieri fuori città-

Sammi si alzò felice dal divano -Ti dirò tutto!-

-E' risucesso vero?!- arrivò subito al dunque, lei abbassò per un attimo lo sguardo decidendo se dirgli o no la verità

-Cosa?- chiese poi per perdere tempo

-Ti hanno picchiata ancora vero?!- perse ancora troppo tempo e anche se la sua risposta fu negativa lui non le credette, e gli provò che stava mentendo sfiorandole appena la guancia.

-Ho sempre ragione- disse cercando di sdrammatizzare. Lei abbassò lo sguardo.

-Lo sai che non sopporti il dolore, almeno non questo tipo di dolore, fra 5 minuti inizierai ad avere dolori tali da farti svenire e tu vuoi nasconderlo? Perchè non provi a prenderti cura di te stessa! Andiamo, vieni!- La prese di peso e poi la portò in camera sua dove la stese sul letto e si raccomandò con lei che non si muovesse, lui sarebbe andato a prendere un antidolorifico e sarebbe tornato.

Aveva ragione, lei era fatta così, quando la picchiavano lo facevano così violentemente che lei inizialmente non sentiva altro che le forze abbandonarla, quando poi piano piano le recuperava, il dolore si quintuplicava fino a farle perdere i sensi come nella maggior parte dei casi. Simon tornò con l'antidolorifico. -Potevi dircelo.. Anzi, dovevi..- lei prese il bicchiere in mano e dopo aver bevuto gli rispose

-Mi sembrava irrilevante, avevo resistito al dolore e in più conoscevo come avreste reagito.-

Fra i due calò il silenzio, che Simon interruppe mettendo un po' di musica, Abigail dei Motionless in White. I due ascoltarono la canzone divertiti, poi la musica cambiò, gli tornò in mente che avrebbe assisitito al concerto dei suoi idoli, pensò ad Ashley di cui aveva un mega poster appeso alla porta, quel ragazzo era, senza nessuna spiegazione, il ragazzo che voleva per se. Cantando e parlando di come avrebbero immaginato i concerti il pomeriggio passò e per non far sapere anche a Matt del disguido successo alla ragazza dai capelli neri recuperate le forze e sicura di non provare più quel dolore assurdo si alzò dal letto e scese giù con Sim in cucina a preparare la tavola, la mamma e Matt sarebbero arrivati da li a poco e la prima avrebbe avuto anche la pizza.

Come immaginavano infatti il campanello squillò dopo circa un quarto d'ora che loro erano scesi in cucina, era Matt che salutò la ragazza con un bacio sulla guancia e l'amico con una pacca sulla spalla, si chiese se non fosse arrivato troppo tardi ma dato che mentre lo chiedeva la madre suonò il campanello la risposta era un evidente no.

Si sedettero tutti a mangiare e parlando del più e del meno Sim iniziò il discorso per convincere la signora Amy

-Sa signora Amy, è tanto tempo che noi e sua figlia seguiamo i Black Veil Brides e quest'anno affronteranno 3 serate o concerti in zona, nel nostro stato insomma, in California.- prima di proseguire fece una pausa di silenzio per fissare bene in testa il discorso che avrebbe dovuto intraprendere, poi ripartì. -Ecco, noi ci chiedevamo se, dato che comunque sua figlia è maggiorenne e quindi in grado di scegliere e capire quale sia la strada giusta, poteva venire con noi, se è un problema per la macchina la accompagniamo noi.. Insomma, sua figlia ormai dovrebbe saperlo per noi non è affatto un peso, solo perchè è di 2 anni più piccola di noi non ci tocca come fatto.-

Sammi guardò Sim soddisfatta e felice, magari era riuscito a convincerla..

-Sim, sei molto gentile- interruppe il silenzio Amy – Ma è una questione complicata, non è facile come sembra, fidatevi di me.-

-Ma, mamma è un concerto come tanti, solo che questi sono i miei idoli..-

-Ho detto di no, se siete venuti per questo scusate la cattiveria ma potete riandarvene- Sammi guardò sua madre stupefatta, non l'aveva mai sentita parlare così, sopratutto ai suoi più cari amici! I due ragazzi erano altrettanto sorpresi, e decisero di ammutolirsi e riprovarci successivamente.

Quella sera i 3 ragazzi uscirono, bevvero qualche birra come loro solito e non parlarono dell'accaduto in tavola, anche se tutti si chiedevano come mai non fosse semplice come sembrava, e cosa ci fosse di tanto complicato o impossibile, Sammi aveva detto bene, l'unica differenza dagli altri concerti era che quelli erano i suoi idoli. Riportarono Sammi a casa verso le 23,30 e poi si diressero anche loro ognuno verso la propria casa ancora con i volti notevolmente sconvolti da quella risposta pacata e arrabbiata allo stesso tempo che aveva lasciato dubbi a tutti. 

  
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