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Autore: Marco1989    10/06/2013    1 recensioni
[Alien]
"Credevano che fosse tutto finito. Credevano di essere al sicuro. Si sbagliavano."
Fanfiction sulla saga di Alien, seguito alternativo di Alien 3.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE: HUMAN MADNESS

Il tenente Adams impiegò circa venti minuti per scrivere il rapporto: inserì tutto quello che avevano visto, le supposizioni degli scienziati, le sue personali considerazioni. Alla fine, venne tutto registrato in una radio-sonda. Le radio-sonde erano state inventate circa un secolo prima, ed erano state la risposta al problema delle comunicazioni radio nello spazio aperto. Poiché, nello spazio, le onde radio si propagano alla velocità della luce, le comunicazioni tra una nave dotata di motori iperluce situata nello spazio profondo e la Terra sarebbero state praticamente impossibili: paradossalmente, la nave avrebbe impiegato molto meno tempo a portare il proprio messaggio da sola piuttosto che inviando un messaggio radio.

Le radio sonde, pur essendo grandi come un grosso cestino delle immondizie, erano dotate di motori FTL potentissimi, ben superiori a quelli delle astronavi; le loro ridotte dimensioni e la mancanza di equipaggio permettevano loro di viaggiare a velocità che sarebbero state insostenibili per un organismo umano, anche in ipersonno. Le più moderne arrivavano a una velocità di quasi 30 anni luce per giorno terrestre. Erano dotate di un computer, sul quale venivano registrati la rotta e il messaggio, e di un apparato di comunicazione, che, una volta a destinazione, lo ritrasmetteva.

Per l’equipaggio della “Stonewall”, questo voleva dire che la radio-sonda sarebbe giunta ai limiti dell’atmosfera terrestre in poco più di un giorno, e che entro una sessantina di ore potevano aspettarsi di avere la risposta. Il comandante Freeman e il suo vice Gearing assistettero di persona al lancio.

- Dopodomani dovremmo ricevere la risposta- disse l’ufficiale di grado più basso.

- Sulla Terra si scatenerà un grosso vespaio quando sapranno cosa abbiamo scoperto.- borbottò l’altro.

Gearing si voltò verso il suo comandante:- Tu come ti comporteresti?

Freeman lo fissò con sguardo cupo:- Se dipendesse da me?

- Sì.

Il capitano rimase per qualche secondo in silenzio, poi sentenziò:- Se fosse per me, io mi allontanerei di qualche migliaio di chilometri da quel relitto; poi attiverei i sistemi di armamento, e gli sparerei contro una intera salva di missili “Long Lance”, così da essere sicuro che di quei maledetti esseri non rimanesse nemmeno il ricordo!

Gearing non rispose: era della stessa opinione del suo comandante, ma sentiva che le cose non sarebbero state così semplici. Trovando quella nave, loro avevano scoperchiato una sorta di vaso di Pandora, e richiuderlo non sarebbe stato facile.



In effetti, l’arrivo sulla Terra delle notizie trasmesse dalla radio-sonda ebbe l’effetto di un tornado, che però scoppiò con un certo ritardo. Inizialmente, al Nuovo Pentagono la notizia che era stata ritrovata una nave aliena fu giudicata molto più importante del fatto che a bordo fossero presenti le uova di una specie chiamata “Linguafoeda Acheronsis”. Già alcuni uomini della sezione “Ricerca e Sviluppo” stavano parlando di una spedizione per studiare il relitto, quando una ricerca nelle banche dati della Difesa rivelò ciò che in realtà rappresentavano le creature presenti sulla nave. A quel punto, i toni della discussione cambiarono molto.

Inizialmente i capi di stato maggiore furono concordi sull’idea che quegli esseri fossero un pericolo eccessivo perché si potesse fare altro che distruggerli; concordando senza saperlo con il comandante Freeman, erano intenzionati a mandare alla “Stonewall” l’ordine di far saltare in aria il relitto. A quel punto, però, insorsero i capi della sezione scientifica: per loro eliminare quelle creature sarebbe stato un vero e proprio delitto. Dai dati sequestrati alla compagnia Weyland/Yutani, si evincevano le caratteristiche uniche di quella specie, e si potevano intuire le molte, incredibili scoperte che un loro studio poteva portare, non solo nella ricerca sugli armamenti, ma anche per la biologia, la chimica e perfino per l’ingegneria. La loro idea era, quindi, quella di salvare il relitto e studiare le creature, naturalmente in un ambiente sicuro. Perfino gli scienziati, infatti, concordavano sul fatto che gli alieni dovessero essere trattati come qualcosa di estremamente pericoloso, e chiedevano che le ricerche venissero condotte in un laboratorio dotato di sistemi di sicurezza di livello “Biohazard 4”. Perciò chiedevano che la “Stonewall” rimorchiasse il relitto fino a Elysian, dove era presente un laboratorio biochimico con le necessarie caratteristiche di sicurezza. I militari disapprovarono, e la discussione raggiunse toni molto accesi.

Venne convocato un tavolo di discussione, al quale parteciparono rappresentanti del governo, i capi delle forze armate e dei dipartimenti militari di ricerca scientifica. Venne chiamato a farne parte perfino il Presidente.

Gli scienziati giocarono bene le loro carte, facendo intendere al Presidente e ai politici le immense potenzialità di progresso che lo studio di quella specie poteva rappresentare. Descrissero le probabili scoperte in termini così entusiastici, da far scattare qualcosa nella mente di molti dei presenti: alcuni erano colpiti dalle possibilità di sviluppo del genere umano, altri stimolati dal progresso che si presentava davanti agli Stati Uniti, altri ancora semplicemente avevano avuto stimolata la loro avidità, e pensavano al potenziale economico rappresentato da quella specie. Persino il presidente sembrava colpito. I militari, che inizialmente avevano cercato di ignorare le possibilità di impiego di quella specie in campo militare, iniziarono a vacillare, e molti si convinsero a salvare il relitto.

Tra gli scienziati, la sola voce fuori dal coro fu quella del professor Redder: invitato quale solo, vero esperto di quelle creature, era terrorizzato all’idea che esistessero ancora. Sapeva abbastanza dei “Linguafoeda Acheronsis” da sapere che, qualsiasi fossero le scoperte a cui potevano portare, il pericolo da loro rappresentato era troppo alto. Cercò disperatamente di convincere gli altri presenti, e lo fece con la massima eloquenza possibile, o meglio, con la più assoluta disperazione:- Temo che voi non vi rendiate conto di ciò con cui avete a che fare. Si tratta della specie più letale che sia mai stata scoperta in tutto l’universo: non soltanto questi esseri sono più feroci di qualsiasi altra creatura esistente, ma sono anche capaci di riprodursi come un virus. Perché in realtà di questo si tratta: queste cose, questi… xenomorfi, non sono semplici animali: sono una epidemia, un morbo, una pestilenza! Se dovessero liberarsi su un mondo abitato come Elysian, sarebbe una catastrofe: sarebbero in grado di annientare qualsiasi presenza umana sul pianeta. Ve la sentite di mettere a rischio le vite di centinaia di migliaia di persone innocenti? La vostra coscienza potrà veramente convivere con l’idea di poter causare una simile tragedia?

Per qualche secondo, il silenzio che seguì alle sue parole fece pensare allo scienziato di averli convinti. Poi però alcuni dei presenti cercarono semplicemente di rassicurarlo, mentre gli altri ripresero a discutere le modalità dell’operazione; perfino il presidente sembrava ormai convinto. Sconfitto, Redder abbassò lo sguardo e mormorò:- Dio, perdonali, perché non sanno quello che fanno! E se puoi, abbi pietà di noi, che stiamo portando la morte alla nostra gente con il sorriso sulle labbra!



Dopo cinque giorni passati a giocare a carte e aspettare, gli uomini a bordo della “Stonewall” erano sull’orlo di una crisi nervosa: la nave, mantenuta in posizione dai soli razzi direzionali, incrociava a breve distanza dal relitto.Freeman aveva un pessimo presentimento: una simile attesa, per lui, non significava niente di buono. Era perciò teso come una corda di violino.

Quando finalmente il radar segnalò l’arrivo di un’altra radio-sonda e il sistema di comunicazione della nave iniziò a ricevere una trasmissione, il comandante chiamò immediatamente il tenente Adams e Gearing nella cabina di pilotaggio. I due lo trovarono in preda ad una crisi di rabbia:- Pazzi! Idioti senza cervello!

- Che diavolo è successo?- chiese Gearing.

- Ci ordinano di prendere a rimorchio la nave aliena e di portarla fino nell’orbita di Elysian, dove un reparto scientifico specializzato la prenderà in consegna.

Gearing impiegò solo pochi secondi per capire:- Vogliono quelle creature! Non si rendono conto di quanto siano pericolose?
- Se anche se ne rendono conto, se ne fregano! Maledetto branco di folli! No, non possiamo fare una cosa simile!
- E cosa vorresti fare? Abbiamo ricevuto degli ordini!

- Non me ne importa un accidente! Io dico di tornare su quel maledetto relitto, piazzarci delle cariche e farlo saltare, per poi riprendere il viaggio e raccontare, all’arrivo, che abbiamo perduto la nave durante il rimorchio, e non sappiamo dove sia finita!
Gearing scosse la testa:- Sei impazzito? Rischieremmo di finire davanti alla corte marziale! C’è la pena di morte per chi disobbedisce ad un ordine diretto!

- Credi che portare quei mostri su un pianeta abitato da centinaia di migliaia di civili innocenti sia meglio? No, non possiamo farlo! Non dobbiamo farlo!

- BASTA!- urlò il tenente Adams.

Il silenzio calò nella cabina. L’ufficiale dei marines sembrava furioso:- Non voglio più sentire sciocchezze di questo genere! Noi siamo soldati, cercate di ricordarvelo! Noi non discutiamo gli ordini, obbediamo! Se ci ordinano di saltare, noi chiediamo quanto in alto! E se ci ordinano di portare un relitto fino a Elysian, noi lo prendiamo a rimorchio e ce lo portiamo, senza discussioni! Quindi ora voi e i vostri uomini comincerete a studiare il modo di portare quella nave a destinazione, e io cercherò di dimenticare quello che è stato detto oggi su questa nave!- e si voltò, uscendo dalla cabina.

Freeman sembrava sul punto di esplodere:- Stupido ottuso!- e tirò un pugno sulla consolle.

Gearing non aveva idea di cosa fare, combattuto tra il giuramento prestato e la sua coscienza:- E adesso cosa facciamo?

La voce di Freeman fu molto simile ad un ringhio, ma in essa si sentiva la delusione:- Non abbiamo scelta. Chiama i ragazzi, dobbiamo studiare il modo di prendere a rimorchio quel relitto.

- Tutto qui? Non c’è altro che possiamo fare?

La voce del comandante sembrò uscire da una tomba:- Sì, una cosa puoi farla. Prega che tutto vada bene, perché altrimenti noi avremo sulla coscienza un vero e proprio genocidio.
  
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