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Autore: dadless    10/06/2013    6 recensioni
Ecco il continuo di "Kiss me underneath the mistletoe".
Dalla storia:
La guardo negli occhi -Li odio, Emma. Li odio profondamente, perché non ci permettono di amarci- dico accarezzando la sua guancia.
Lei scuote la testa, ridendo amaramente.
-Che succede?- chiedo confuso.
Fissa i suoi occhi nei miei -Sai, è già orribile che qualcuno possa odiare dei bambini indifesi, ma è ancora peggio che un padre odi i propri figli- conclude.
Sgrano gli occhi, incredulo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Does "Forever" exist? Yes.'
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Avevo finito il turno al bar in tempo per andare a prendere Emma a scuola.

Volevo farle una sorpresa.

Uscii dal centro commerciale e mi precipitai verso la sua scuola.

Ancora l'esterno dell'edificio era completamente vuoto.

Guardai di sfuggita l'orario sul mio Iphone. Sarebbe uscita nel giro di pochi minuti.

Iniziai a fischiettare per passare il tempo.

Non vedevo l'ora di baciare le sue labbra morbide e dolci, di perdermi nei suoi occhi verdi.

L'amavo profondamente, sin da quel pomeriggio al centro commerciale.

Dal bar avevo sentito una melodia natalizia e mi ero incuriosito subito per la tristezza con cui le note risuonavano nell'aria. Sembrava quasi che celassero un segreto, un ricordo. Poi avevo visto lei, una ragazza appoggiata alla parete, con la testa rivolta alle corde della sua chitarra beige.

Emma.

Quel pomeriggio era stata abbastanza acida con me, ma mi piaceva. Mi faceva sorridere senza che ne capissi il motivo. Poi nel giro di qualche giorno mi aveva rivelato tutto il suo dolore, i suoi ricordi. E la tristezza della melodia aveva acquistato un senso.

L'amavo già, ma volevo che fosse felice. L'avevo aiutata a cercare James, in tutti i modi possibili. Ero andato anche fino a Miami pur di vederla sorridere.

Ancora adesso non me ne pento.

Dopo alcuni minuti iniziarono a uscire alcuni studenti, scuotendomi dai miei pensieri.

Cercai con lo sguardo la mia adorata castana.

Era splendida.

Sorrise quando mi vide.

Ancora non potevo credere che lei mi amasse.

-Ciao, piccola mia- dissi dolcemente quando si fu avvicinata.

Afferrò il labbro inferiore con i denti, facendomi provare un sacco di emozioni.

Volevo assolutamente baciarla.

-Ciao, Justin- rispose baciandomi la guancia.

Ma io appoggiai le mani sul suo viso freddo e catturai le sue labbra con le mie.

La sentii sorridere durante il bacio.

-Non avevi il turno al bar?- chiese prendendo fiato.

Sentii alcuni sussurri. Lei ridacchiò.

La guardai confuso -No, oggi avevo il turno di mattina... Ma perché ridi?- chiesi.

Si avvicinò al mio orecchio -Perché tutte le ragazze di questa scuola si staranno chiedendo come tu possa stare con me e sinceramente me lo domando anche io- spiegò sfiorando con le labbra la mia pelle.

Arrossii. Insomma, non era assolutamente possibile. Poi ero io a chiedermi come lei potesse amarmi.

Lei era perfetta.

-Perché ti amo- dissi e lei sorrise. Poi mi guardai intorno. Una buona parte degli studenti maschi ci stava osservando -Posso assicurarti che i ragazzi stiano pensando la stessa cosa, ovviamente per te- dissi convinto.

Scosse la testa -Non credo- concluse afferrando la mia mano e iniziando a camminare.

 

Arrivammo davanti a casa sua in pochi minuti.

Durante il tragitto avevo avvertito il suo nervosismo.

-Cos'hai?- le chiesi preoccupato.

Scosse la testa -No, niente. È solo che ho come il presentimento che oggi debba succedere qualcosa di brutto- disse rivelando il suo tormento.

Non volevo che lei provasse quei sentimenti.

Il mio desiderio era che lei fosse tranquilla, ad ogni costo.

-Non pensarci, vedrai che questa giornata passerà in fretta, portandosi dietro tutte queste paure- cercai di consolarla accarezzando il suo viso bianco e gelido.

Annuì -Grazie, Justin. Non so cosa farei senza di te- sorrise guardandomi negli occhi.

-Di niente, piccola mia- sfiorai le sue labbra con le mie. Poi la abbracciai, stringendola con tutto il mio amore nei suoi confronti. Appoggiò la testa sulla mia spalla ed io sorrisi.

L'avrei amata per sempre.

Sciolsi dolcemente l'abbraccio, pronto a baciarla un'altra volta.

Ma qualcosa nel suo sguardo mi bloccò.

-Che succede, Emma?- chiesi seriamente preoccupato.

La sua bocca era spalancata e i suoi occhi sgranati. Era troppo scioccata.

-James- sussurrò.

No. Non poteva essere vero. Mi girai confuso, cercando di seguire la traiettoria del suo sguardo. Rimasi scioccato pure io.

Capelli scuri e occhi azzurri.

-È lui, Emma? È lui James?- chiesi girandomi nuovamente verso di lei.

Annuì -Non lasciarmi, Justin- disse singhiozzando.

Afferrò la mia mano e la strinse forte. Ricambiai la stretta.

-Emma, amore mio- esclamò James.

Come si permetteva? Emma era mia. Lo sarebbe stata per sempre. Perché era venuto a cercarla? Proprio quando Emma ed io eravamo riusciti a dichiarare il nostro amore, lui arrivava a rovinare tutto.

Perché sapevo che sarebbe stato così.

Lei probabilmente sarebbe corsa tra le sue braccia e forse sarebbe stato anche giusto. Lui era più maturo e ricco di me.

Io ero solo un barista diciottenne e innamorato.

Era solo a un metro da noi.

-Emma... Non mi dici niente? Non ci vediamo da più di un anno- disse riservando un'occhiataccia alle nostre mani intrecciate.

Lei aprì la bocca, ma non emise alcun suono.

Accarezzai il dorso della sua mano con molta dolcezza.

-Tu cosa ci fai ancora qui, ragazzino? Lasciaci da soli- esclamò crudelmente James.

Questo era il ragazzo dolce di cui Emma era stata innamorata?

Wow.

Lei cercò un contatto visivo con i miei occhi, ma io guardai James.

Ero completamente furioso.

Come avrei potuto lasciare la ragazza che amavo nelle mani di quello stronzo? Strinse la mia mano, ma io sciolsi delicatamente la presa.

James sorrise soddisfatto.

Le sorrisi debolmente, per poi iniziare a camminare verso la strada che ci avrebbe allontanati.

-No, Justin, non andartene! Io ti amo- gridò sincera, facendomi sobbalzare.

Mi voltai verso di lei per pochi istanti.

-Ti amo- dissi dolcemente, per poi voltarmi nuovamente, come se fosse stato un addio.

Una lacrima rigò il mio viso.

Sotto le righe del nostro amore qualcuno stava scrivendo la parola "fine". Stava macchiando in questo modo le pagine del nostro "Per sempre".

Iniziai a correre verso casa.

Volevo dimenticare tutto.

Come avrei fatto senza la mia piccola Emma?

Lei sarebbe tornata fra le braccia di James.

E io? Io cosa avrei fatto?

Calpestai la strada ghiacciata con rabbia.

Avrei dovuto accettarlo. Per lei sarebbe stato meglio. Lei voleva un futuro con un marito accanto e dei figli da crescere.

Come avrei potuto io far sì che il suo sogno si realizzasse?

Io volevo un futuro come cantante, ma al tempo stesso farle realizzare il suo sogno.

Non c'era molto che potessi fare.

L'avrei lasciata con James, avrei fatto in modo che si dimenticasse di me.

Ma io l'avrei mai dimenticata? No.

Presi le chiavi dalla tasca dei jeans e aprii il portone.

Entrai in casa e mi sedetti sul divano bianco.

Mi coprii il volto con le mani.

Come avrei potuto dimenticare Emma? Io l'amavo con tutto il mio cuore, come mai avevo amato prima.

Io avrei continuato ad amarla e lei si sarebbe costruita una famiglia con quello stronzo.

No. Dovevo assolutamente dimenticarla, nonostante fosse una cosa impossibile.

Ma come?

Serrai la mascella. Affondai le dita fra i miei capelli biondi.

-Ti amo, Emma- sussurrai frustrato.

Inumidii le mie labbra per poi dirigermi in cucina.

Camminai lentamente, perso tra i miei pensieri.

Alla fine il brutto presentimento di Emma non era risultato immotivato, o almeno per me.

Stavo perdendo la ragazza più dolce che avessi mai conosciuto.

Non avrei più sentito la sua melodiosa voce.

Non avrei più avuto la possibilità di perdermi nei suoi occhi verdi.

Ma forse sarebbe stata la cosa giusta, avrei dovuto farmi coraggio e permettere che ciò avvenisse.

Entrai in cucina e aprii il frigorifero. Tirai fuori una mela rossa e, dopo averla lavata, iniziai a mangiarla.

Mi sedetti e diedi un altro morso.

Mi ricordai di quando avevamo mangiato la pizza preparata da lei, di quando avevamo fatto la colazione insieme dopo esserci svegliati sullo stesso letto, dopo aver fatto l'amore.

Sorrisi lievemente.

Non capivo nemmeno io perché mi fossi arreso così facilmente. Forse non era ancora arrivato il tempo di combattere.

Buttai il torsolo nel cestino e ritornai a sedermi sul divano.

Solo in quel momento mi accorsi della giacca che stavo ancora indossando.

Sospirai e tirai fuori il mio Iphone dalla tasca, deciso ad appendere poi il giubbotto all'ingresso.

Ma la mia mano sfiorò qualcos'altro, oltre al cellulare.

Aggrottai la fronte e svuotai la tasca.

Un biglietto bianco riempito di parole nere.

Sgranai gli occhi. Era forse un segno?

Il mio sguardo finì sul bracciale che mi aveva regalato la mia dolce Emma.

-Believe- sussurrai. Avrei dovuto crederci? Forse quella sarebbe stata la scelta migliore. Emma mi avrebbe dimenticato ed io avrei dimenticato lei.

Tutto per colpa di uno stronzo che io stesso avevo cercato su tutti i social network e in tutta Miami.

Strinsi la mano in un pugno. Respirai profondamente nel tentativo di calmarmi.

-Believe- ripetei afferrando il mio cellulare.

Composi un numero a me sconosciuto e attesi.

-Believe- mormorai ad occhi chiusi.

-Pronto?- chiese la voce di un uomo.

Sperai vivamente di non aver sbagliato numero.

Non sarei riuscito a prendere quella decisione un'altra volta, nonostante fosse l'unica soluzione.

Cercai di sembrare sicuro di me.

-Parlo con Scooter Braun?- chiesi torturando il mio labbro inferiore con i denti.

-Sì, sono io- sospirai sollevato -Chi è?- chiese lui.

Feci un piccolo sorriso.

-Sono Justin Bieber. La futura stella del pop- mi presentai.

 

 

 

 

Eccomi ancora qui!

Questo è il continuo di “Kiss me underneath the mistletoe” i personaggi sono gli stessi, ma questa storia sarà completamente dal punto di vista di Justin.

Spero vi piaccia!

Un abbraccio coccoloso,

Morena

  
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