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Autore: ChiaraLilianWinter    11/06/2013    2 recensioni
Dal settimo capitolo: "Continua a guardare il cielo, Oz. - Perchè? - Se guardi in su le lacrime non possono cadere, no?"
Una raccolta di brevi storie che si intrecciano l'un l'altra, con poesia e delicatezza, che raccontano di amore e tristezza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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La pioggia cadeva pigramente, quel pomeriggio, scivolando tra le fronde degli alberi e schiantandosi quasi con delicatezza contro Il terreno. Lacie stava davanti ad un piccolo laghetto, in un posto che si trovava da qualche parte nei possedimenti della famiglia Baskerville. Osservava le goccie chiare infrangersi nell'acqua, disturbando per meno di un attimo l'immobilità dello specchio, per poi sparire, fondersi in quel triste grigiore. Pensava, Lacie, a come sarebbe stata la sua morte. Cioè, lei sapeva come sarebbe stata: si sarebbe presentata davanti a suo fratello, lui non avrebbe pianto, lui era così forte; poi Oswald, no, Glen la avrebbe condannata, l'avrebbe uccisa, segregandola all'oscurità dell'Abisso. E tutto si sarebbe spento. No, non pensava a questo. Pensava a quello che sarebbe successo dopo. Oswald sarebbe stato triste? Sì,forse. Ma per quanto? Una settimana, due? Poi avrebbe iniziato a dimenticarla, lei e la sua sciagura. Lo stesso sarebbe stato per Glen, per tutti. Sarebbe scomparsa, esattamente come quella goccia d'acqua, inghiottita da altra tristezza, da altra morte, tutta così folle ed inutile. Eppure, dentro di sè sentiva qualcos'altro. Sapeva che qualcuno non l'avrebbe dimenticata, ed era questo che la teneva ancora ancorata al mondo, che non la faceva impazzire: sapeva che per Jack non sarebbe finito tutto così, perchè lei era speciale per Jack, e lui era speciale per lei. Questa sicurezza era qualcosa di così bello e doloroso che Lacie non voleva altro che affondare in essa, l'illusione di essere amata. Ah, che dolce agonia! << Lacie! Ti ho trovata! >> Non l'aveva sentito arrivare, e adesso la sua voce chiara la aveva quasi spaventata. Si girò, e se lo trovò davanti, lui, con occhi smeraldo e capelli d'oro. Ah, se solo avesse saputo...! << Jack. Sono felice di vederti. >> Lui sorrise, e le si avvicinò, spostando lo sguardo da lei al laghetto al cielo, e poi di nuovo su di lei. << Non ti stai congelando? Forse è meglio rientrare... >> E si girò, già si stava incamminando quando Lacie lo fermò, afferrandolo per la mano. << Lacie...? >> << Aspetta. >> Jack la guardò, curioso e stupito, in attesa. Lei fece un passo indietro,poi due, sempre tenendo ben stretta la sua mano, fino a che entrambi non si ritrovarono sulla sponda dello specchio d'acqua. Lacie non lasciò la sua mano, con quella libera gli prese l'altra e la strinse forte, fissando lo sguardo in quegli occhi vuoti e inquietanti, quegli occhi così belli. Si vedeva che Jack non sapeva che fare, vagava confuso dentro quel rosso, e dondolava leggermente. << Jack. >> << Sì? >> La risposta fu così immediata che Lacie non potè fare a meno di scoppiare a ridere, per poi ritornare subito seria. Jack stava aspettando, lei lo sapeva, ma era così insicura. Poi, si sentì un richiamo da lontano. Era Oswald, li stava cercando. Doveva allontanarsi da Jack, doveva farlo subito... Ma, per una volta, non seguì la ragione. Si alzò sulle punte dei piedi e, solo per un istante, lo stesso istante in cui quelle goccie di pioggia si infrangevano e svanivano, le loro labbra si toccarono. Solo un attimo, ma capace di cambiare tutto... Se solo lei avesse avuto più tempo. Si allontanò da Jack, veloce, proprio un attimo prima che Oswald sbucasse in mezzo a tutto quel verde e li notasse. << Eccovi! >> << Ciao, fratellino. >> Pregò con tutta sè stessa che Jack non restasse lì, immobile, non facesse notare a Oswald che c'era qualcosa di strano. Ti prego ti prego ti prego. << Ciao, Oswald! Scusa per averti lasciato indietro, prima... >> Eccolo, era di nuovo lui, così stranamente fastidioso e loquace, così Jack. Lacie non si lasciò sfuggire nemmeno un sospiro di sollievo, si limitò ad annuire e a raggiungere, accanto al ragazzo, suo fratello. Rimase indietro, mentre Jack e Oswald parlavano, per rivolgere un ultimo sguardo al laghetto. Aveva smesso di piovere ora, e la superficie era perfettamente piatta. Come prima della pioggia, come prima di tutto. Come se davvero nulla, assolutamente nulla, in quell'istante, fosse successo. E, forse, era davvero così per il mondo. Ma ne era sicura, per lei, per Jack, qualcosa era accaduto. Era stato solo un attimo, ma bastava, doveva bastare. Non dimenticarmi, Jack.
  
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