Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: melory_    11/06/2013    3 recensioni
Prefazione:
E se per caso i personaggi di Alice in Wonderland venissero follemente trasportati nelle storie più conosciute?
Allora. Mescoliamo il futuro con il presente e il passato.
Non cominciamo con: c’era una volta e nemmeno con: Un tempo.
Iniziamo semplicemente dal principio.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Gatto del Cheshire, Regina di Cuori
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione:

E se per caso i personaggi di Alice in Wonderland venissero follemente trasportati nelle storie più conosciute?
Allora. Mescoliamo il futuro con il presente e il passato.
Non cominciamo con: c’era una volta e nemmeno con: Un tempo.

Iniziamo semplicemente dal principio.

* * * *

 

HANSEL E GRETEL

Che freddo.

Fu forse la prima cosa che Alice sentì.
Si strofinò le mani sulle braccia per riscaldarsi.
Si alzò da terra e si strofinò gli occhi facendo un po’ sbavare la matita che aveva messo sotto gli occhi.

Dov’è il cappellaio?  Mi aveva detto che mi avrebbe aspettata al mio risveglio. Io non lo vedo.

Evidentemente Alice era ancora un po’ frastornata dalla caduta che aveva attutito.

Un buco. Un coniglio bianco con il panciotto, mi diceva che era tardi. Tardi. Ma tardi per che cosa?

-Alice.- Sentì una voce provenire da dietro un albero.
Si. Proprio un albero. Uno molto grande in confronto a tutti gli altri che si trovavano nella foresta. Era forse un larice. Ma lei non era mai stata
un’ esperta su questo argomento.

Si alzò in piedi e fece molta fatica. Barcollò un po’ prima trovare nuovamente il suo baricentro. Si spolverò il suo vestito celeste e fece un profondo sospiro.

-Cappellaio sei tu, forse?- chiese con un po’ di insicurezza.

Una figura scura uscì da dietro l’albero.

Indossava un lungo cappotto marrone con i merletti ai bordi. Un paio di pantaloni grigi alla “pescatora” con le strisce. Due calzini di colore diverso, uno arancione e l’altro blu. Un enorme fiocco al collo, ma soprattutto portatore di un cilindro nero con delle spille da cucito inserite in una striscia di stoffa color salmone.

Si avvicinava ad Alice.

-Non essere timorosa, io mantengo sempre le mie promesse. Certo che potevo essere solo io.- rispose sistemandosi con la mano tremante il cappello.

 

-La ragazza dai capelli d’oro.- disse una voce soffocata e molto lontana.

-Mi chiamo Alice e tu chi sei?-

-Non ti ricordi di me?- continuò la voce mentre tossiva.

-Se ti posso vedere, magari mi ricordo. Non credi?- chiese lei con la sua solita voce da altezzosa.

Il cappellaio sbuffò. Quanto odiava quell’ essere. Quel schifosissimo lombrico. Gli piaceva definirlo in questo modo.

-Sono il brucaliffo, sciocchina.- disse l’essere mentre si avvicinava.

-Ah. Ma non chiamarmi più sciocchina. Sono diventata grande ormai. Se non ti sei accorto ho ben diciassette anni. E tu, invece sei il solito noiosissimo lombrico rompiscatole.- disse facendo tre schiocchi delle dita.

A quelle parole il cappellaio rise.

-Aha. Alice, sei fantastica.-

Il brucaliffo, offeso:
-Ah, Alice, Alice. Mi dispiace che tu abbia dimenticato tutto quello che hai fatto a Wonderland. Eri solo un’ inutile ed immatura bambina, allora.-

Il cappellaio si mise una mano sulla fronte e si sedette a terra per vedere il piccolo animaletto.
Sarà stato alto più o meno un centimetro e lungo come un indice.
-Inutile? Io ti ho salvato il culetto che non hai, bello. Combattendo contro quella Regina del cavolo.-

Il cappellaio sbuffò per l’ennesima volta e guardò i viso di Alice nell’attesa che lei capisse cosa dire.

-Senti Brucaliffo, noi dobbiamo incamminarci per una meta che tu non conosci e non ti vogliamo nemmeno dire. Ciao.-

Il Brucaliffo, rimasto offeso, girò i tacchi e se andò senza nemmeno salutare.

-Che bella faccia tosta che ha, vero Cappellaio?-

Lui si alzò, si guardò a destra e a sinistra per controllare che il lombrico se ne fosse andato:

-Certo. Una faccia tosta come un tostapane.-

 

* * * *

Il cappellaio fissava Alice. Era cambiata.
Era molto più magra e più alta, ma tutto sommato, era felice di rivederla.
Le erano cresciuti i capelli e si erano un po’ schiariti. Mentre gli occhi erano rimasti celesti. Quel celeste che non dimentichi mai. Quello brillante come una giornata d’estate.
Il vestito che portava da sempre le stava più corto e le arrivava sopra alle ginocchia e le maniche ai gomiti.

-Ti vedo veramente tanto cambiata, Alice.-

-Ho passato un terribile periodo. Proprio bruttissimo. Ci sto quasi uscendo. Si chiama adolescenza.-

-Aha. Mi continuerai a far ridere sempre. Anche se non sei più la ragazza che eri prima. Prima eri molto più...moltosa. Hai perso la tua moltezza…-

Continuavano a camminare. I fiori erano tutti alti massimo dieci centimetri. Non come in Wonderland che superavano anche i due metri. Erano sempre gli stessi: Margheritine, qualche rosa bianca qua e là…

Ad un certo punto Alice si fermò.

-Scusa, ma dove stiamo andando?-

-Non lo so. I matti camminano senza una meta. Per il momento a me basta stare con te, perché la mia meta sei tu. E sei abbastanza pazza per i miei gusti. Quindi mi diverti.-

-Pazienza. Cammineremo un po’ nel bosco. Ma se perdiamo la via?-

-Non ti preoccupare, dovrei avere del pane nella mia sacca.-
Il cappellaio prese un pezzo di pane e iniziò a fare delle briciole con la mano.

-Fermo!- urlò la ragazza aprendo tu la sua mano e tendendo il braccio.

-Perché?-

-Se dovessimo rimanere senza cibo?-

-Non ti preoccupare. Facciamo solo una passeggiata. Dopo torni a casa.-

Detto questo il cappellaio iniziò a buttare per terra delle briciole di pane.

* * * *

-Fame.- Una voce.

-Tanta fame.-

Un passo dopo l’altro. Abbassò il capo e annusò per terra.

-Questo sembra cibo.
Cibo? Cibo!-

Tirò fuori la sua lingua viola ed iniziò a leccare le briciole per terra.

-Meglio che niente. Aspetta. Se io esisto, vuol dire solo una cosa. Alice!-

Lo Stregatto iniziò a correre. Sempre a quattro zampe.

Era diventato vecchio. Non aveva più quel suo colore viola e blu scuro, ma oramai erano tendenti al bianco.

Era anche ingrassato. E molto. Sembrava un comune gatto se non fosse che poteva sparire nel nulla da un momento all’altro.

Mentre correva teneva la lingua fuori dalla bocca in modo da leccare tutte le briciole per terra. E ogni tanto ci inciampava sopra.
Proprio imbranato.

Devo trovare Alice. Devo. Almeno per salutarla, altrimenti si sveglia e finisce tutto.

* * * *

I due continuavano a camminare e il cielo si faceva scuro. Molto scuro.

-Inizierà a piovere. Molto presto, anche.- affermò Alice.

-E’ il tuo sogno. Puoi anche far smettere. Puoi anche far nevicare in agosto.-

Il cappellaio avanzò la mano verso quella di Alice e afferrarla. Divenne leggermente rosso sotto gli occhi.

Mentre a lei non importava molto. Lo credeva un amico. Un vero amico.

Crick Crock

Alice sentiva dei bastoncini spezzarsi alle sue spalle.
Aveva paura. Paura che poteva essere qualche guardia della Regina Rossa.

Ma non appena girò lievemente la testa… lo vide.
Lo stregatto.
Un po’ brutto. Grosso. Un fotocopia mal venuta di un bassotto, con l’inchiostro finito.

Il cappellaio non si era accorto che Alice si era girata, disse:

-Non è possibile.-

-Solo se pensi che lo sia.- Rispose il cappellaio.

-No, no. Seriamente. Girati.-

I due si fermarono.

E videro una Pantegana.

-Ehilà! Stregatto!- salutò Alice muovendo la mano che aveva mollato dal cappellaio.

-Ciao Alice! Di nuovo in mezzo hai matti stai?- disse sogghignando.

-Simpatico, lui.- continuò il Cappellaio.

-Ah, Stregatto. Non ti vedo molto in forma.-

L’ animale si vide la grassa coda che trascinava con sé:

-Alice, questo è il tuo sogno. Sei tu che hai deciso di farmi diventare in questo modo!- Urlò sparando uno dei suoi sorrisi che arrivano sino alle orecchie.

-Perdonami. Ma dovevo. Dovevo vederti conciato in questo modo.- Rispose a sua discolpa.

Lo stregatto incominciò a sparire.

-Ci vediamo Alice. Divertitevi.-

I due risposero abbozzando un sorrisetto.

* * * *

Cominciò a piovere. Non molto forte. Solo qualche gocciolina.
Il cappellaio offrì il suo cappotto ad Alice.
Le stava un po’ grande, ma era comodo. Eccome se era comodo.

-Guarda, là in fondo c’è una casetta. Andiamo a ripararci.- Le disse mentre teneva una mano sulla sua spalla e indicava una casetta tutta colorata.

Corsero fino alla porta e bussarono. Bussarono molto forte e solo dopo un po’ arrivò una donna.

Brutta. La pelle bianchissima. Vestita di rosso. Grossa e molto, molto vecchia.

-Oh, poveri ragazzini, entrate, entrate.- disse mentre accomodava i due all’interno della dimora.

Il cappellaio mentre toglieva il cappotto ad Alice le sussurrò:

-E’ la Regina Rossa. Non ti ha riconosciuta. Perché sei diventata grande. Menti.-

-Come vi chiamate?- chiese la Regina mentre si sistemava i capelli. Quei folti capelli rossi come il fuoco.

-Io Gretel e lui è mio fratello Hansel.- Mentì Alice.

-Avete delle facce famigliari. Ma sapete, io adesso, soffro di amnesia e non ricordo più nulla di quello che è successo. Perdonatemi. Ma ora devo uscire un momento. Tornerò dopo.-

Detto questo la Regina sbatté la porta alle sue spalle.

-Mente. Alice. La Regina mente. Si è accorta che sei tu. Ci ucciderà.-

-Merda. Merda. Merda.-Disse Alice chiudendo gli occhi.

* * * *

-Mento io e mente lei. Furba Alice. Intanto io vi ucciderò. A te e a quel stupido di cappellaio.-

* * * *

-Eccovi. Dove vi avevo lasciato- disse la Regina– perdonate la mia assenza, ma vi ho comprato del cibo.- E mostrò delle pesche e del pane.

-Hansel, potresti aiutarmi a sbucciare le pesche, per cortesia?- Il cappellaio si avvicinò.

La Regina, in men che non si dica, prese il coltello, gli fece un taglio sul palmo della mano destra e leccò il suo rosso sangue.

-Delizioso.- disse mentre si leccava il labbro superiore.

Alice si alzò dalla sedia e accorse l’amico. Si mise davanti a lui:

-Prova a toccarlo di nuovo e ti uccido. Intanto decido io la storia.-

-Ah. Fallita Alice. I cattivi vincono sempre. Intanto ora non siamo nel Paese delle Meraviglie. E il futuro non lo decide nessuno.- continuò mentre girava il coltello tenendolo sulla punta.

I due corsero fuori. Pronti a riprendere la strada.

-Dove cazzo sono le briciole?- Disse ansimando il cappellaio.

-Merda. Lo stregatto! Anche lui però.-

Alice lo prese per mano, (quella dove non era graffiato, ovviamente).
E iniziarono a correre, cercando di ripercorrere la strada fatta precedentemente.

Pioveva ancora. E la Regina continuava a rincorrerli con il coltello in mano.

-Vi ucciderò, stronzetti!-

A quel punto Alice cadde, trasportando su di lei anche il cappellaio.
Era sporca di fango ovunque. E gliene era andato un po’ anche negli occhi.

-Non vedo! Non vedo!-

Al cappellaio continuava a sanguinare pesantemente la ferita.

E la Regina avanzava ridendo. Rideva come i matti.

Ad un certo punto arrivò davanti ai due ragazzi che cercavano di rimettersi in piedi.

Inclinò leggermente la testa a destra, spalancò gli occhi neri e alzò il coltello.

Usò una voce talmente tanto tranquilla che dava fastidio:
-Game over. Mai mentire alla Regina.-

Detto questo prese il coltello e lo ficcò nelle gole dei ragazzi: prima in quello di Alice e poi in quello del Cappellaio.

 

Dicevano che i matti sono i migliori.
Ma Alice e il Cappellaio hanno trovato qualcuno più matto di loro e hanno deviato la via della loro follia.

Ingenui.

 

Spazio autore:

Bene, bene. Ciao a tutti! Ed eccomi alla conclusione di questa mia FF. Spero vi piaccia, perché a dire la verità l’ho scritta solo nelle ultime ore.
Penso di farne altre due. Sempre con i personaggi di Alice in Wonderland (Cappuccetto Rosso e Biancaneve) Ma non ne sono molto sicura.
So che la storia purtroppo non è originale e qualche frase l’ho copiata dal film.
Ma… che dire? Aspetto commenti vostri.

*fa ciao con la manina*
Ciau ciau a tutti :33


 

  
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