[ episodio due, parte c ]
Se potessi morire.
Ci pensi spesso, mentre la tua coda si attorciglia al tuo polso, nell’avvinghiarsi continuo come un serpente.
Ti uccideresti?
Forse.
Forse no.
Oppure sopportare ancora a lungo sarebbe qualcosa di così devastante da distruggere ogni contatto col mondo?
Ne avresti il coraggio?
Lo diresti con sicurezza: sì. Ce l’avresti. Non sarebbe un problema, affondare una lama nella carne fino a sentire la punta lambire il cuore. Il tuo cuore nero.
Cosa ti tratterrebbe?
Forse, tua madre. Tua madre che soffre ogni giorno le pene d’inferno per scontare un unico errore che le ha ritorto contro la vita trasformandola in una gabbia. Forse non avresti il coraggio di andartene per sempre e lasciarla sola.
Ma cosa è più forte?
Il tuo desiderio di Libertà? La voglia di lottare? L’indipendenza? Ciò che restare ti sta sottraendo? Lui col suo male che distrugge dentro di te ogni speranza di sbocciare.
Oppure l’amore?
L’amore familiare? Quell’unico laccio che collega la tua spezzata esistenza? Se l’avessi davvero mai conosciuto, l’amore, forse l’idea di morire non ti sembrerebbe così serena, anche se contorta.
L’amore...
Ma chi mai potrebbe amare una creatura come te? E chi potresti amare tu, da tal creatura quale sei? La tua stessa esistenza sembra escluderti dal piacere di immaginare. È qualcosa di troppo estraneo e lontano. Hesperidis non è neanche avvicinabile a ciò che si idealizza dell’amore. A due anime dannate che si reincontrano all’inferno per stringersi, anche a costo di bruciare.
Ma l’inferno...
In fondo, lo stai già vivendo adesso, per di più in solitudine. E l’unico esempio di amore che è nato sotto ai tuoi occhi, sta portando i risultati che ti trovano con tagli sui polsi e vomito ogni settimana.
Se potessi morire.
Già, se tu potessi morire. Sì, forse esiteresti giusto il minimo per renderti conto del valore della vita, che mai potrai apprezzare nel suo insieme per tutti questi ostacoli che te lo hanno impedito. La vita non ti è mai sembrata così vicina, e al tempo stesso è la meta più lontana alla quale tu possa anelare, sospirando come fa un innamorato al pensiero della sua amata. Ma parlare per ossimori, come al solito, conduce ad un’impasse involuta. Perché alla fine c’è un’unica e sola certezza in questo. E sai che cosa?
Che tanto tu non puoi morire.
(continua)
Angolino della Skizzata:
Strano, mmh? Due aggiornamenti di PDI consecutivi, al posto che i soliti alternati. Comunque, vorrei sapere: il capitolo scorso non è piaciuto? Perchè ero indecisa se inserirlo, sì, e non aver avuto riscontri mi ha fatto un po’ temere. Il personaggio di Hesperidis è forse sgradito? Qualcuno ha pareri da esprimere?
Grazie a Naitmers, che tra poco diventerà una scrittrice a tutti gli effetti, e a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite, ma anche semplicemente per chi legge.