Io ed il mio ventilatore eravamo grandi amici, si trattava di un rapporto indissolubile, grazie al rispetto reciproco andavamo d'amore e d'accordo, niente sembrava poterlo intaccare. Ma un fatidico giorno una delle sue pale si ruppe e assieme ad essa anche il filo che ci univa, diede subito la colpa a me, mi accusò di averlo eccessivamente consumato e che, per questo motivo, si era quindi rotto; inoltre, affermava che durante la giornata precedente l'avevo colpito violentemente e ripetutamente con il mio martello, ma non aveva del tutto ragione, si era sbagliato riguardo un particolare: quello che avevo usato non era stato un martello, bensì un piccone.

Non volle ascoltarmi quando gli spiegai che l'avevo fatto soltanto per il suo bene, volevo farlo sentire realizzato, volevo fargli coronare il suo sogno; quand'era piccolo, il mio ventilatore, aveva l'ambizione di diventare un minatore e dato che nelle ultime settimane m'era sembrato molto abbattuto dal fatto che non v'era riuscito, l'ho voluto colpire con un piccone, credendo questo lo rendesse felice, invece no, a quanto pare mi sbagliavo. Poi dalla rabbia... mi ha mangiato.