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Autore: Nihal 98    12/06/2013    2 recensioni
Un Mondo Fantastico, minacciato da una terribile arma.
Uno scolare geniale, Mello, entra a far parte di questa realtà "capovolta", dove incontra tanti strani personaggi: un Coniglio parlante, un Cappellaio matto, un gatto saggio e una terribile Regina.
Dal primo capitolo:
"Mello stava per decidere di ascoltare la lezione, quando la sua attenzione fu catturata da un coniglietto bianco, vestito di una semplice camicia dello stesso colore del pelo, con un orologio a forma di puzzle tra le mani."
Dal secondo capitolo:
"Un quaderno omicida? Poteva esistere simile arma?
In quel mondo aveva udito un Coniglio parlare, visto alberi giganti e Stregami, credere ad un quaderno della morte non era poi tanto assurdo."
Ispirato al capolavoro di Lewis Carroll, ho adattato l'Universo di Death Note a questa magnifica opera. Vi auguro buona lettura (e fortuna!)!
Benvenuti nel Paese delle Meraviglie.
Dedicato alla mia Alice-Mello.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello, Near, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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 2. Strani incontri.

Camminò e camminò, per un tempo che gli parve infinito, eppure il paesaggio restò immutabile e, più di una volta, Mello, ebbe la sensazione di passare sempre per lo stesso punto.
I piedi gli dolevano, aveva sete, fame e cominciava a sentire la mancanza di casa, di Matt e del cioccolato. Inoltre essere così piccolo, cominciava ad infastidirlo.
-Oh! Non riesco proprio a trovare il Coniglio. Forse dovrei riposarmi e cercarlo più tardi. Prima, però, devo trovare una sorgente che mi disseti- disse il ragazzo alla sua ombra, l’unica compagna di viaggio che aveva.
Cambiò rotta e si diresse verso il suono dell’acqua, che già sentiva da un bel po’.
Trovare l’acqua, tuttavia, sembrava difficile come trovare il Coniglio; nonostante ne sentisse il rumore, non riusciva a scorgerla da nessuna parte.
Dopo aver girato per circa mezz’ora, Mello, ormai esausto, si fermò, rosso per la rabbia, sotto un grosso albero.
-Questo posto è proprio pazzo! Non riesco mai a trovare ciò che mi serve! Non il Coniglio e non l’acqua! Quando mi servirà tornare a casa, non troverò nemmeno la strada!- si lamentò il giovane, ormai in crisi d’astinenza di cioccolato.
-Il Paese senza Mete. Il Paese dei Pazzi. Il Paese dei senza Casa. Oh, oh! Certo che sei divertente, ragazzino!
-Chi sei? Dove sei?- domandò agitato Mello.
-Sono qua su, ragazzino- rispose la misteriosa voce.
Il biondo alzò lo sguardo e vide, proprio sopra il ramo dell’albero, uno strano essere: era alto, magro, con due grandi ali nere e gli occhi sporgenti. Tra le grandi mani teneva una mela che mangiava con voracità, per poi strapparne un’altra dall’albero e ripetere sempre la stessa scena.
-Chi sei?- chiese Mihael, diffidente, ma per niente spaventato.
-Io sono lo Stregami- rispose l’Essere.
Stregami? Mi sta prendendo in giro?
-Sono uno Stregato Shinigami, o se preferisci puoi chiamarmi Shigami, al contrario- spiegò lo Stregami, mordendo la terza mela.
-Stregami? Shigami? Non hai un nome più semplice?-
-Certo che sei proprio impertinente, ragazzino. E pensare che io ti potevo aiutare a trovare il Coniglio…- disse con finta indifferenza lo Shigami.
Mello sbarrò gli occhi: il Coniglio? Ora si che quel coso cominciava a stargli simpatico!
-Dove posso trovarlo? Tu sai perché dice quelle frasi misteriose?-
-Questo devi chiederlo al Cappellaio, ragazzino! Lui ti dirà tutto! Segui le frecce, ti porteranno da lui!- rispose lo Stregato Shinigami, prima di scomparire, a pezzi a pezzi, nel buio del bosco.
Mello stava per ribattere che non c’era nessuna indicazione, ma ecco che cominciarono a spuntare delle frecce, una dopo l’altra.
Questo posto continua a stupirmi: è meraviglioso.
 
Questa volta raggiungere la meta non fu difficile. Le frecce gli indicavano la via e, la sensazione di passare sempre per lo stesso punto, svanì in fretta.
Dopo qualche minuto di marcia veloce, Mello giunse finalmente dal Cappellaio, che abitava in una strana villa che sembrava abbandonata da tempo.
-Permesso? Posso entrare?- chiese il biondo, spingendo il cancello.
Non ricevette nessuna risposta, tuttavia decise di entrare lo stesso.
Una volta dentro la villa, il paesaggio intorno a lui cambiò: quella che prima era una villa abbandonata, silenziosa, immersa nel verde, divenne una villa festosa, con fiori e musica, che proveniva da un vecchio giradischi.
Forse c’è una festa.
Mello s’inoltrò sempre di più nella villa, cercando di captare qualche presenza umana e, finalmente, vide il Cappellaio.
Era seduto a capo tavola, in una grande poltrona, con le gambe contro il petto. Lo riconobbe per il grosso cilindro che portava in testa: lungo e colorato con stoffe di tutti i colori. Era un tipo strano, con una zazzera nera, tutta scombinata, il volto pallido e scarno. Le labbra erano due linee rosate, le dita lunghe e affusolate.
-Benvenuta! Benvenuta! Accomodati, cara!- un vecchio, con le orecchie di un leprotto, gli si avvicinò e lo portò al tavolo, facendolo accomodare accanto al Cappellaio.
-Finalmente sei venuta, Alice!- lo salutò il Cappellaio, con voce assorta, masticando un dolce.
-Alice?- chiese Mello stupito –Io non sono Alice, io sono un ragazzo. Mi chiamo Mello- si presentò, cercando di nascondere il proprio imbarazzo per essere stato scambiato per una donna.
-Come non sei Alice?- chiese il vecchio dalle orecchie di leprotto.
-Non sono Alice, tutto qui. Io sono Mello e sono venuto per chiedervi del Coniglio…- non finì la frase, poiché il Cappellaio lo interruppe.
-Nate. Il Coniglio si chiama così, Mello- spiegò.
-Ah, ok. Sono venuto per chiedervi di Nate- riprese il ragazzo, scoraggiato dallo sguardo assente dei due ascoltatori.
-Ah, Nate. Sarà il prossimo, dopo di me. Quella donna è veramente cattiva. Ucciderà anche lui, una volta scoperto il suo nome- sospirò il Cappellaio.
-Non capisco. Spiegati meglio, magari posso aiutarvi- insistette Mello, sinceramente interessato alla vicenda.
-La nostra Regina, Mello. La nostra Regina ci sta uccidendo tutti, lentamente. Le basta sapere il nostro nome, scriverlo su un quaderno per ucciderci- spiegò il Cappellaio.
Un quaderno omicida? Poteva esistere simile arma?
In quel mondo aveva udito un Coniglio parlare, visto alberi giganti e Stregami, credere ad un quaderno della morte non era poi tanto assurdo.
-Vedi io sono già morto. Il mio nome è stato scoperto, la Regina sa come mi chiamo- continuò il Cappellaio, con voce triste.
-Come? Io ti parlo e ti sento, non puoi essere morto!- protestò Mello.
Il Cappellaio sorrise amaramente e sembrò quasi che stesse per piangere, ma, al contrario, cominciò a ridere.
-Non ti preoccupare, Alice o Mello, tutto si sistemerà! Il Male perde sempre!- esultò felice il Cappellaio, togliendosi il cilindro e posandolo sul capo di Mello.
Fu allora che Mello si accorse di essere ritornato alla statura normale e d’avere indosso solo un piccolo panno, che non copriva nulla.
Avvampò dalla vergogna.
-Leprotto Watari, copri questo giovane e offrigli da mangiare. Affronterà una dura lotta, con Nate- esordì il Cappellaio.
Il Leprotto Watari scomparì dietro una pianta e ne uscì fuori con un bellissimo vestito in sete nera.
Mihael non protestò, vedendo l’abito da donna: era felice di avere qualcosa da mettersi e non voleva fare storie inutili.  
I due comari gli offrirono da mangiare una quantità spropositata di dolci, che il ragazzo accettò volentieri. Tutto aveva un sapore buonissimo e Mello si stupì nel costatare che alcuni cibi avevano una sapore diverso, rispetto a quello che lui conosceva. La torta che sembrava al limone, adorava di fragole e aveva sapore di cioccolato, la cioccolata calda che gli avevano offerto, aveva sapore di limonata.
Tutto, in quel mondo, era al contrario.
Bevve e mangiò a sufficienza, scambiando qualche parola con il Cappellaio.
Terminato il pranzo o la cena (già da un pezzo Mihael aveva perso la cognizione del tempo), il Leprotto Watari si congedò, scomparendo in una nube rossa.
-Il nostro tempo è finito, Alice o Mello. Ora dobbiamo andare. Confido in te e Nate: ci salverete- lo salutò il Cappellaio, prima di sparire, anche lui, in una nube rossa.
Mello, ritrovatosi nuovamente solo in quella sconfinata villa, decise di riprendere la ricerca del Coniglio Nate e di trovare la Regina assassina di cui aveva parlato il Cappellaio.
Così, vestito con un lungo abito nero e con il cilindro di quel Cappellaio un po’ matto, si rimise in marcia.  
 

  
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