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Autore: RevolutionVoltage    12/06/2013    2 recensioni
Dalla storia: Ero seduta accanto a Cory, coi capelli sciolti, sul sedile anteriore del suo pickup.
Afferrai una penna e un fazzoletto di carta e scrissi la nostra canzone.
Di: Starlight.
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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our song






Hi Internet!
It's Starlight here, ecco la mia terza ( di già? :') ) storiella Taylorcentric.
Dedicata, come vedete dal titolo, a Our Song.
Spero vi piaccia e, se potete, commentate perchè se no ci sentiamo abbastanza ignorate :/
Check it out :D









Ero all'entrata della scuola quando Hilary, una delle mie amiche, scoppiò in lacrime.
Io e Violet ci guardammo negli occhi: non capivamo il motivo della sua improvvisa tristezza.
Hilary si asciugò una lacrima che le aveva rigato una guancia e, scuotendo la testa come per scacciare via qualche brutto pensiero, ci spiegò -E' 'I don't wanna miss a thing' degli Aerosmith-, e così dicendo alzò l'indice della mano verso l'alto per invitarci a tendere l'orecchio alla musica che proveniva dalla palestra della scuola; dove il team organizzativo era alle prese con la scelta delle canzoni per il ballo di fine anno che si sarebbe tenuto la settimana dopo.
Violet la conosceva bene e dopo neanche un secondo annuì -Sìsì, è vero!-
-Hil, qual è il problema?-, chiesi io dopo aver riconosciuto la canzone.
-Era la canzone mia e di Mark..prima che ci lasciassimo..me l'aveva dedicata al mio scorso compleanno-, spiegò Hilary.
Violet le passò un braccio intorno alle spalle affettuosamente mentre io mi scusai -Non lo sapevo..-, ma poi aggiunsi -Io e Cory non abbiamo una canzone!-
-Tay, ma come! Siete insieme da quasi due anni!-, esclamò Violet accigliata.
-Lo so, ma..bè, forse è una cosa troppo sdolcinata per lui..non ne abbiamo mai parlato, o comunque non saprei..-, cercai di spiegare. Ed era la verità, dopo quasi due anni di fidanzamento insieme a Cory non riusciva a venirmi in mente una canzone che ci teneva legati insieme o che avesse un qualche significato particolare per noi due.
-Magari avete gusti musicali diversi..- , suggerì Hilary che ora era più serena.
-Non vuol dire niente-, intervenne Violet, -anche io e Georgia abbiamo forse solo un band preferita in comune, ma, anche se a lei non piacciono molto i My Chemical Romance, Summertime è la nostra canzone-
-Perchè proprio quella?-, chiesi io incuriosita, -perchè la prima strofa la descrive benissimo e..non mi ricordo molto bene..credo di avergliela scritta una volta perchè mi ricordava lei e da lì la storia del 'you can run away with me' 'anytime you want' è diventata nostra.-
Rimasi in silenzio pensierosa. Anche io volevo avere una canzone solo per noi.


Quel pomeriggio, ero seduta accanto a Cory, coi capelli sciolti, sul sedile anteriore del suo pickup.
Cory guidava sparato e spensierato: aveva i capelli mori e corti con un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi azzurri, il suo sguardo dolce era fisso sulla strada e, ogni tanto, si girava a guardarmi con quel sorriso che adoravo sigillare con un bacio.
Teneva una mano sul volante e l'altra intrecciata alla mia sul ginocchio scoperto dal vestitino azzurro che indossavo: amavo stare con lui quasi quanto detestavo non riuscire a trovare una canzone che ci rappresentasse.
Diedi un'occhiata fuori dal finestrino mentre uscivamo dalla città di Nashville che finiva dietro di noi e, annoiata, spensi in modo secco la radio, smorzando la canzone che stava per iniziare.
Cory guardò la radio e poi me con un sopracciglio alzato, -Piccola, che succede?-
Io gli risposi -Niente, stavo solo pensando...come mai non abbiamo una canzone?-
Lui rise -La nostra canzone...-, iniziò tamburellando l'indice e il medio sulla parte alta del voltante -..è la portafinestra che sbatte quando sgattaiolo fuori di casa e picchietto sulla tua finestra...o quando siamo al telefono la notte e parliamo a bassissima voce perchè è tardi e tua mamma non lo sa- detto questo scoppiai a ridere. Giusto la sera prima ero sotto alle lenzuola con il telefono all'orecchio mentre parlavo quasi bisbigliando con Cory come ogni sera, e mia mamma, dalla camera a letto, mi sgridò con un -Taylor, metti giù quel telefono! Cory lo vedi domani a scuola!-. Mentre ripensavo a quella scena, vidi che il mio ragazzo mi stava guardando teneramente mentre concludeva -La nostra canzone è il modo in cui ridi- e poi si sporse per darmi un bacio sulla guancia.

Il giorno dopo era stata semplicemente terribile: tra interrogazioni finali e incontri con delle ragazze che avrei voluto con tutto il cuore evitare, corsi letteralmente a casa per dimenticare tutto. Avrei voluto fare di tutto per poter liberarmi di quel giorno e non vedevo l'ora che finisse presto.
Salite le scale dell'entrata, corsi in camera mia dove avrei trascorso tutto il pomeriggio a dormire indisturbata nel mio adorato letto senza pensare a quelle ragazze cretine. Ero così frustrata che quasi non notai tutte le rose rosse che giacevano tranquillamente sul mio letto e sul cuscino un biglietto su cui era stato scritto:

Our song is the slamming screen door,
sneakin' out late, tapping on your window
when we're on the phone and you talk real slow
cause it's late and your mama don't know
our song is the way you laugh


Sorrisi, a quanto mi aveva detto ieri aveva aggiunto:

The first date “man, I didn't kiss her and I should have”
and when I got home ...before I said amen
asking God if he could play it again


Il nostro primo appuntamento.
Cory mi aveva confessato, dopo che ci eravamo messi insieme, che mi avrebbe baciato già quel giorno e si sentiva uno stupido per non averlo fatto. Non sapeva che avevo detto la stessa identica cose alla mie amiche “Ragazze, non l'ho baciato, ma avrei dovuto”.
Sorrisi e mi ricordai quando qualche anno prima avevo scritto una canzone per lui, quando ancora non lo conoscevo bene, e quando, pensavo, non mi calcolasse minimamente.
Ma non avevo mai trovato il coraggio per suonargliela.
Ripensando alle miei amiche andai allo scaffale dove tenevo i cd e per tutto il pomeriggio non feci altro che ascoltare ogni singolo album che avevamo in casa, nonché lasciai in sottofondo la radio nel caso ci fosse qualche nuova canzone che facesse al caso nostro e che andasse bene come nostra canzone.
Ma quella sera, dopo aver bisbigliato con Cory al telefono, mi accorsi che in effetti la nostra canzone era la portafinestra che sbatte quando sgattaiolo fuori di casa per andarlo a trovare e picchietto alla sua finestra, quando siamo al telefono e anche lui parla piano perchè è tardi e sua mamma non lo sa, la nostra canzone è il modo in cui ride, e il nostro primo appuntamento “Ragazze, non l'ho baciato e avrei dovuto” e, una volta arrivata a casa, dopo essere uscita con lui, quando chiedo a Dio se può suonarla ancora.
E ancora e ancora e ancora.

Ero seduta accanto a Cory, coi capelli sciolti, sul sedile anteriore del suo pickup.
Afferrai una penna e un fazzoletto di carta e scrissi la nostra canzone.

  
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