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Autore: sopra_al_rumore    13/06/2013    2 recensioni
"Descriviti in 10 righe".
Bella traccia di merda, pensai.
"Useless", può bastare?
"Come puoi reputare inutile questo esercizio? Spremi le meningi e metti su qualcosa di concreto Lara!"
Cara professoressa,
non è il suo esercizio che reputo "inutile",
grazie per non averlo capito.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Descriviti in 10 righe".
Bella traccia di merda, pensai.
"Useless", può bastare?
"Come puoi reputare inutile questo esercizio? Spremi le meningi e metti su qualcosa di concreto Lara!"
Cara professoressa, 
non è il suo esercizio che reputo "inutile",
grazie per non averlo capito. 
 
L'inglese mi piaceva, era un delle poche materie in cui andavo bene senza sforzarmi.
La mia professoressa nutriva una grande stima per me,
fino a che un bel giorno non decisi di scrivere "useless" sotto la traccia del suo compito.
,a chi poteva spiegarle, in modo delicato, che quell'inutile era ciò che io intendevo per "descriviti in 10 righe"?
Chi poteva dirgli che quella parola la reputavo il mio secondo nome? Il mio marchio? La mia carta d'identità?
Inutile dire che rifeci il compito, mi presi un bell'8, al solito,
ma persi l'appoggio della mia professoressa che credeva avessi reputato inutile un suo comando.

«Lara!»
Oh no, Styles... ci mancava solo lui per concludere al meglio la giornata!
«Cosa vuoi Harry?»
«Non capisco perché ti ostini a trattarmi male...»
«Senti, non è il momento!»
«Dai Lara, fermati un attimo, parla un po' con me...»
Mi fermai letteralmente, mi voltai per guardare il suo volto e notai l'espressione sorpresa che giaceva su di esso.
«Che hai ora?» chiesi pensando a quanto strano fosse quel ragazzo.
«Ti sei fermata...» disse ancora con espressione stupida e la voce rauca di chi ha perso le parole.
«Visto? Non ti odio poi così tanto!» dissi sinceramente divertita.
«Oh, ma io lo so perfettamente che non mi odi, è solo che a volte non mi sopporti e di faccio saltare i nervi, ma del resto mi ami...»
«Si Harry, si... ma parole furono più vere!» dissi ridendo prendendomi gioco della sua precedente affermazione.
«Allora... ti va di parlare?»
«Hai per caso qualcosa da raccontarmi? Cos'è tutta questa voglia improvvisa di sostenere un discorso sensato con me?» chiesi basita quanto allarmata.
Si dice che quando il Diavolo accarezza, l'anima vuole.
Caro Harry Styles, 
puoi anche tenerti la mia anima, ormai è dannata per l'eternità.

Pensai il tutto a velocità lampo con la paura che Harry potesse leggermi nella mente.

«Io non ho molto da dire... tu invece? Ti vedo strana...»
Pensai per qualche secondo a quello da dire, poi finalmente aprii bocca:
«Ammesso e non concesso che io abbia dei problemi, non sei certo la persona a cui andrei a raccontare tutto...» dissi con una freddezza così naturale che per poco non sembrai acida.

«Allora qualsiasi cosa ti mandi in bestia il cervello, risolvila perché si inizia a notare il fatto che tu non stia bene!» disse allontandosi di qualche passo pronto ad andar via.
«Non è vero!» quasi lo urlai sorprendendomi al tempo stesso della mia reazione «Non è vero...» dissi nuovamente a voce bassa,
quasi impercettibile guardando il pavimento che ad un tratto era diventato più interessante delle mie espressioni che tormentavano il volto di Harry.

«Perché ti ostini a negare qualcosa di evidente...?»
«Perché nessuno avrà mai una cura per me!» sputai via quelle parole, quasi fossero veleno pronto ad uccidermi, poi mi voltai e mi incamminai verso la mia direzione.
Credevo che per oggi le soprese fossero finite, credevo di essermi lasciata Harry alle spalle,
credevo davvero che dopo quella mia reazione, il ricciolino tutto pepe non mi avrebbe più chiesto nulla.
Invece mi sbagliavo, Dio quanto mi sbagliavo.

«Sei malata?» il tono di voce di Harry rimbombò nella mia testa come l'eco di una semplice voce in una casa abbandonata da anni.
"Sei malata?", oh, io non so esattamente cosa sono ma ho la consapevolezza di esser fuori dal normale ormai...
«Lascia stare, ok?»
«Qual è il problema? Dannazione Lara, rispondimi!»
«Il problema sono io! E tu non puoi farci niente! Perché ti ostini ancora a parlarmi?»
«Perché ti voglio bene e gli amici non si abbandonano nel momento del bisogno!» disse tutto d'un fiato lasciandomi senza parole.
«Da quando io e te... siamo amici, Harry?»
«Va bene, forse ho esagerato. Abbiamo un rapporto complicato ma ciò non toglie che io possa volerti bene anche se delle volte vorrei staccarti la testa per quanto sei acida.»
Risi. «Sinceramente Harry, vai via...» risposi meno dura del solito, con la speranza che mi ascoltasse.
«Prima mi hai risposto che non è vero che si inizia a notare che tu non stai bene e che nessuno può aiutarti a guarire...» sospirò su quell'ultima parola, poi, per mia tortura, risprese «...ma come può qualcuno aiutarti se non ti lasci aiutare?»
Sgranai gli occhi a quell'affermazione, poi sospirai: 
«Ti prego, va via...»
«Quando me ne sarò andato ti mancherò...»
«Non ha importanza.» e con quella risposta gli avevo dato la certezza del suo pensiero.
Mi abbracciò senza che io potessi far nulla per impedirlo.
Oh Harry,
mi dispiace trattarti così,
mi dispiace non poterti parlare,
mi dispiace non poterti essere d'aiuto e farti perdere solo tempo,
mi dispiace essere quel che sono ma nessuno può aiutarmi.
Non mi lascio aiutare perché non voglio che nessuno si lasci influenzare da me e inizi a soffrire come sto soffrendo io.
«Grazie...» sussurrai, quasi con le lacrime agli occhi.

«Non ha senso.»
«Cosa?» domandai perplessa dal suo sbalzo d'umore improvviso.
«Tutto questo...» rispose, ed io sciolsi quell'abbraccio.
«Non porti enigmi ai quali nessuno conosce risposta.»
«La risposta esiste, è nella tua mente Lara...»
Mi sfiorò la mano e a quel contatto rabbrividii, mi spostai di qualche centimetro indietro e probabilmente,
per paura che io scappassi via, mi trattenne per un polso.
«Lo sai che odio chi mi tocca le braccia! Lasciami.»
«Se ti lascio tu scappi. Tenerti stretta lì dove senti dolore è l'unico modo per trattenerti.»
«Cosa?» il mio cuore iniziò a battere in modo esagerato, la paura e le bugie fanno questo effetto.
«Shhh...» con la mano libera tentò di alzarmi la manica della felpa, lo guardai terrorizzata e come per riflesso posai il braccio libero sulla sua mano.
«Non farlo, per favore...»
«Potrei dirti lo stesso.» alluse ad altro, al motivo della mia agitazione ed usò le mie parole contro di me.
Mi indebolii a tal punto da perdere la forza con cui tenevo stretta la sua mano libera per impedirgli di alzarmi la felpa.
Quando ebbe completato il gesto a cui pensava chissà da quanto tempo, mi guardò incredulo.
Sentivo il freddo nelle ossa.
Era inverno e nelle mie ferite scoperte entrava il gelo che la bassa temperatura atmosferica portava.
Ma c'era qualcosa di più disarmante del momento stesso o del gelo, gli occhi di Harry Styles.
«Io ti avevo detto di non farlo...» risposi cercando di giustificarmi e di avere come sempre la risposta pronta.

Mi prese la mano, voltò il mio braccio e restò fermo, osservando la mia mano.
Le nocche erano spaccate, ma non dal freddo.
«Non è stato il freddo, vero?» chiese come se mi avesse letto nel pensiero.

«Avrebbe senso dirti un'altra bugia?»
«Non molto...» ammise con un filo di voce.
«Come è potuto succedere tutto questo?»
«Non lo so, ho una mente pericolosa...»
«...quella è la mente di chi ha amato troppo gli altri e odiato fino allo svenimento se stessa.» 
Restammo in silenzio dopo quella sua affermazione, ancora mano nella mano.
Dopo poco mi guardò ma spaventata com'ero non lo lasciai parlare:
«Rimarrà un segreto... vero Harry? Vero?» domandai allarmata.
«Come può essere un segreto qualcosa che è inciso sul tuo corpo?»
«Oh tranquillo, lo è stato per così tanto tempo. Non preoccuparti, davvero...»
«Non preoccuparmi? Ma scherzi? Una delle persone più importanti della mia vita si taglia i polsi e ha le nocche rotte a furia di... di...» rimase perplesso, non sapeva a cosa attiribuire le nocche rotte.
«...a furia di vomitare...» ammisi debolmente chiarendogli ogni dubbio.
«Com'è potuto succedere tutto questo Lara? Come?»
«Mi sento inutile Harry... tanto inutile...» e in quel momento la mia voce si ruppe e una lacrima si fece spazio sul mio volto.
«Non lo sei. Ti rendi conto che sei stata una delle migliori persone che ho conosciuto? Ti rendi conto che c'è gente che pagherebbe per essere te?
Gente che ti invidia così tanto perché quando apri bocca togli ogni dubbio e apri nuovi orizzonti a chiunque ti circondi... insomma, non puoi davvero sentirti inutile...»

«Nessuno mi ha mai dimostrato il contrario, anzi...»
«No, qui ti sbagli! Sai quanta gente te lo dimostra? ... Sei solo troppo impegnata a guardare quelli a cui davvero non importa di te...»
Restai senza parole... così Harry si avvicinò e mi abbracciò ancora.
«Come hai fatto a capire tutto?» gli chiesi mentre sentivo il suo cuore accelerare sotto il mio orecchio.
«Basta osservarti solo per un po'... il modo in cui ti muovi quando c'è gente attorno a te e quando non c'è,
i modi in cui ti imponi, le parole che eviti e che ti infastidiscono se qualcuno osa dirle...»
«E tu... da quanto tempo mi osservi?»
«Da quando hai iniziato a non parlare più e ad osservare con occhi d'ammirazione chiunque ti fosse accanto... come se la vera opera d'arte fossero loro e non tu...»
«Perché è così...»
«Lascia che io ti aiuti Lara, lascia che io ti stia accanto...»
«Non sei spaventato?»
«No, sono spaventato da cosa potrebbe succedere se io non ti aiutassi...»
«Non basterà qualche giorno...»
«...non basteranno i tagli e la bulimia, se non la finisci andrà sempre peggio...»
«E' una dipendenza...» dissi allontanando la testa dal suo petto.
«No, è un ossessione... non ti fermerai fino a quando non avrai toccato il fondo e delle volte il fondo non ha scampo, ti trascina giù con sé...»
«Chi sei tu e cosa ne hai fatto dell'Harry Styles che conoscevo io?»
«Tu conosci solo ciò che io voglio farti conoscere...» disse sorridendomi.
«No, io so che c'è una parte di te che muore ogni notte perché la tua vita non ti soddisfa: alcool, sesso, divertimento tutte le sere... non è ciò che sei...»
«E' il mio mondo...»
«No, è il mondo che gli altri hanno costruito per te...»
«La cartina geografica che ti sei disegnata sul corpo racconta la stessa storia...»
Abbassai lo sguardo, d'un tratto il pavimento era diventato più interessa di qualsiasi altra cosa,
ed il silenzio dei muri era un calmante a questa conversazione che pian piano toccava il lastrico.
«Siamo bloccati in una vita che non è ciò che vogliamo, ma va bene finché troviamo qualcosa che ci distragga...»
Abbassai la manica della mia felpa, pronta per tornare a casa, finalmente.
«Le distrazioni ci uccideranno...»
«Ci hanno già ucciso nel momento in cui abbiamo reagito come loro volevano, non seguendo la ragione...»
«Stiamo dilagando.»
«E' il nostro modo di essere, siamo persi in un gioco che non si fermerà fino a quando il nostro cuore non smetterà di battere.»
«Lo vedi che non sei inutile?» Rise ed io mi voltai, finalmente andai via per la mia strada senza interruzioni.

Quella notte Harry andò al solito club,
prese le sue cose che ormai giacevano lì come fosse la sua seconda stanza e tornò a casa.
Quella stessa notte Lara dopo il digiuno che affettuava da diversi giorni svenne, mentre impugnava una lama pronta per incidersi nuovamente.

Cosa accadde dopo? 
Harry fu salvo,
Lara continuò la sua routine casa - clinica.

Spesso, le persone che tendono a tirar su di morale gli altri e a farli ragionare,
sono le stesse che combattono contro se stesse per portare via il dolore e le ossessioni che li tormentano.

Un mese dopo...

«Sei tornato a scuola...»
«...dopo quel pomeriggio mi sono preso un momento di pausa, avevo bisogno di chiarire delle cose»
«Sei fuori dal tuo mondo, ora?»
«Quello non era il mio mondo... l'ho capito tardi...»
«Meglio tardi che mai...»
«E tu?»
«Sto bene.»
«Non è vero...»
«Devo andare Harry... mi dispiace...»
«No, dobbiamo andare...»
«Cosa?»
«Non ti lascio finché non guarisci...»
«Allora mettiti comodo...»
«... lo sarò senz'altro, è da tutta la vita che aspetto questo momento.»

Questa è la storia di due ragazzi che si salvarono la vita a vicenda.
Lui troppo preso dalla vita mondana,
lei troppo presa da se stessa tanto da considerarsi un errore.
Lui vittima della sua irresponsabilità,
lei troppo responsabile per ammettere di stare male.
Lui troppo esperto,
lei troppo libera.

Si trovarono "appunto perché da dove non si dimora, non vi si è mai mandati via..."

                                                                                                                                          Lao-Tzu



 
  
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