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Autore: Aki_anyway    13/06/2013    3 recensioni
Non riusciva a capire che cosa avesse Louis in quell’ultimo periodo. Era sempre assente, la testa tra la nuvole, era distratto mentre faceva qualsiasi cosa, mentre parlava con chiunque. Non si era mai comportato così.
#LarryStylinson
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Andiamo LouLou?”
“Eh?” Louis si risvegliò dai suoi pensieri e si voltò verso il riccio.
“Tutto a posto?” chiese Harry corrugando la fronte e osservando lo sguardo vacuo del suo ragazzo.
 Non riusciva a capire che cosa avesse Louis in quell’ultimo periodo, era sempre assente, la testa tra la nuvole, era distratto mentre faceva qualsiasi cosa, mentre parlava con chiunque. Non si era mai comportato così.
Quel che è peggio è che aveva iniziato a ignorarlo. Nelle ultime settimane stava sempre fuori casa, a volte non ci dormiva neppure e quando erano coi ragazzi lo trovava spesso a confabulare con Zayn e Liam di chissà cosa e Harry non veniva mai coinvolto. Si sentiva escluso e faceva terribilmente male.

Dopo il brutto periodo di depressione che Louis aveva avuto attorno maggio questi sembrava essersi ripreso, o almeno così pensava il riccio. Il tenere nascosta la loro relazione al mondo quando avrebbero voluto gridarla a tutti li stava lentamente corrodendo, piano piano, come potrebbe fare un cancro maligno. Soprattutto Louis ne usciva molto provato e il tutto, aggiunto allo stress provocato dal tour, lo aveva gettato in uno stato di preoccupante isolamento dal mondo. Harry gli aveva parlato ed era riuscito a capire che Louis non sapeva più veramente che cosa volesse dalla sua vita, dal suo futuro. Se non poteva stare con la persona che amava, che senso aveva tutto?

Però tutto questo era passato, era ormai lontano, Louis era finalmente tornato a sorridere ed era riuscito a  ritrovare l’entusiasmo nel suo lavoro che aveva all’inizio e Harry ne era immensamente felice. Era riuscito a  essere forte per entrambi perché sapeva che Louis era molto più fragile di quel che trasparisse all’esterno. Si nascondeva dietro quella nuova aurea da ‘bad boy’ con lo skateboard e tutti quei tatuaggi e dietro quell’aria da buffone che fa ridere tutti, ma Harry sapeva che le risate che suscitava servivano al maggiore per riempire quel vuoto di dubbi e incertezze che si portava nel cuore.

Per questo Harry non capiva che cosa fosse capitato di nuovo, cosa poteva essere cambiato da poche settimane prima, quando ancora sorrideva spensierato e in modo genuino.
“Si certo, sono quasi pronto” la voce di Louis gli giunse debole interrompendo i suoi pensieri.
“Louis cos’hai oggi? Sei pallido, hai la febbre per caso?”
“Che?” Louis si voltò di scatto e velocemente si affrettò a dire: “No no, ma figurati! E se anche fosse, oggi è l’ultima data del Tour, non potrei di certo mancarla!” Fece un sorriso che di più finti Harry non ne aveva mai visti.
“C’è qualcosa di cui mi devi parlare?” Harry provò a chiedere con la voce tremante al suo compagno per l’ennesima volta. Di solito aveva sempre ricevuto risposte vaghe o negative come: “E’ tutto  a posto” o “Non preoccuparti” oppure “E’ solo un po’ di stress”.
Stavolta però andò diversamente.
“Ne parliamo dopo il concerto, ok?” rispose Louis incredibilmente serio. A Harry sembrò per un attimo vedere le mani del maggiore tremare, ma poi questi si ricompose e si avviò verso la camera da letto.

Il riccio rimase pietrificato. Il suo cuore aveva smesso probabilmente di battere dato che ora sentiva una fitta lancinante al petto che lo trafiggeva da parte a parte. Non poteva credere che stesse succedendo davvero. Louis lo stava forse per mollare? Si era stancato di lui, della sua goffaggine, delle sue battute imbarazzanti, dell’aurea forse troppo infantile che lo avvolgeva? Che cosa non andava nel loro rapporto? Si era forse stancato definitivamente di mentire al mondo?
Sentì una lacrima rigargli lentamente il viso. L’asciugò rapido per non mostrarsi debole. Se era quello che Lou voleva avrebbe dovuto accettarlo, probabilmente era la scelta migliore per entrambi, e forse per il gruppo. Louis rifletteva sempre molto sulle decisioni importanti, era fatto così e probabilmente era questo il pensiero che lo affliggeva nell’ultimo periodo.
Harry si sentì mancare la terra sotto i piedi e cominciò a sudare freddo. Che avrebbe fatto senza Louis? Senza il suo sorriso, i suoi occhi di ghiaccio, le suo movenze a volte troppo femminili, senza le sue crisi isteriche e le sue scenate di gelosia? Il maggiore lo faceva sentire importante, unico, più di tutte le fan del mondo, più dei giornali che richiedevano le sue interviste, più di tutta la fama di quegli ultimi e velocissimi anni, l’unico che contava per Harry era Louis. E ora, non sa bene per quale motivo, lo stava perdendo.
Louis uscì quasi di corsa dalla camera.
“Andiamo, sono già giù che ci aspettano sul bus” disse svelto sventolandomi il cellulare davanti alla faccia per farmi capire che lo avevano contattato.

Il viaggio sul bus fu tanto breve quanto strano. C’era una calma innaturale nell’abitacolo che lasciava trasparire una tensione palpabile. Anche Niall che di solito parla di continuo era stranamente calmo. Louis si mangiucchiava insistentemente le unghie come non faceva da tempo, era evidentemente teso. Harry si sentì morire dentro pian piano.
Così sapevano tutti tranne lui. Da quanto tempo? Da quanto tempo parlavano tra loro su come dargli al meglio la notizia? Evidentemente aspettavano la fine del tour per non avere problemi ai concerti e nei live. Harry si sentì tradito dagli altri tre che avevano evidentemente preso le parti di Louis, anche se il riccio non capiva che cosa poteva aver combinato di tanto grave per aver portato a tutto questo.
Si alzò di scatto e si diresse al piano di sotto del bus a due piani e si buttò letteralmente su una poltroncina vuota non lontano da dove era seduta Lou.
“Tutto a posto?” chiese lei voltandosi di scatto e facendo ondeggiare i capelli bianchi tinti.
Harry rispose con una specie di grugnito.
“Ehi Hazza, che hai? Non sei mai così agitato prima dei live…” constatò lei con aria preoccupata.
“In questo periodo sono tutti strani, oggi più del solito, ho un brutto presentimento” sbuffò.
Al contrario di quello che Harry si aspettasse, Lou si aprì in un grosso sorriso: “Tranquillo Harry vedrai che passerà”.
Harry la guardò storto, forse allora lei non sapeva di quello che stavano confabulando gli altri quattro. “Come fai a dirlo?” chiese sperando di ottenere un po’ di conforto. “Non riesco proprio a capire cosa possano avere” terminò.
“Non so, intuito femminile” e si voltò come nulla fosse dall’altra parte.
Ok, anche Lou era strana, non interrompeva mai discorsi a metà così e si solito faceva qualche battuta sui continui problemi inutili che si faceva Harry. Ma che diavolo prendeva a tutti??

Per fortuna arrivarono all’arena. Scesero in fretta dal bus salutando con la mano alcune fan che si intravedevano aldilà delle recinzioni, fingendo qualche sorriso.
Harry sapeva saprebbe stata una lunga serata.
Si cambiarono, si fecero truccare in fretta e in poco tempo furono su quel palco, come centinaia di altre volte con migliaia di fan urlanti davanti a loro.

Alla fine arrivarono alle ultime canzoni in scaletta, stava per finire anche l’ultima data del loro Tour Mondiale, era stata un’esperienza fantastica e tutti e cinque i ragazzi erano elettrizzati per questo e forse anche un po’ dispiaciuti di dover aspettare tanto alla successiva esibizione live.
Scesero dal palco per una brave pausa prima delle canzoni  finali, chiaramente si sentivano le voci delle ragazze che li acclamavano perché tornassero fuori.

Louis era in un angolo in ombra dietro le quinte, stava iniziando a tremare. L’ansia iniziava a salire più forte di prima. Era giunta l’ora, non sapeva che ne sarebbe stato di loro dopo quella serata, dopo quel momento. Sarebbero stati ancora una band? Le mani gli sudavano terribilmente.
Liam li si avvicinò e lo abbracciò forte. “Andrà tutto bene” gli sussurrò all’orecchio. Louis ricambiò l’abbraccio grato aggrappandosi a lui come fosse l’unica cosa che potesse dargli forza in quel momento. Sollevò lo sguardo e in lontananza scorse lo sguardo ferito di Harry che lo inchiodava con quegli occhi smeraldo. Gli dispiaceva di averlo fatto soffrire, gli dispiaceva così tanto. Distolse lo sguardo con fare colpevole.
“E’ ora” Zayn gli diede una pacca sulla spalla per fargli forza.
“Dai ragazzi, sul palco!” giunse loro la voce dei manager.
Harry aveva assistito indispettito e forse un po’ deluso al romantico quadretto di Liam che sosteneva il suo amicone Louis. Tutto come se il riccio non esistesse, come se non facesse parte della band come Louis. Ferito e a testa bassa si avviò sul palco seguito dagli altri.
O almeno era quello che credeva.

Il palco era ancora buio e le ragazze non avevano notato che Harry fosse già lì. Poi un faro si accese e lo illuminò con forza, scatenando le grida isteriche delle fan. Harry si guardò attorno confuso. Dove erano gli altri ragazzi? Era solo su quel palco.
Un momento di panico lo assalì. Aveva sbagliato ingresso? Si era dimenticato qualcosa di importante facendo una delle sue solite figuracce? No, era strano perché altrimenti il faro non lo avrebbe illuminato.
Le note di un pianoforte risuonarono nell’arena.
Harry riconobbe quasi subito la canzone. Era ‘A thousand years’ di Christina Perri.
Che si era perso? Perché non sapeva che ci fosse questa cover in scaletta? Ora che doveva fare? Cantare forse? Gli pareva di essere in brutto incubo. Se ne stava lì, impalato su quel palco.
Poi una voce ruppe i suoi pensieri.

Heart beats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid

Niall uscì da dietro le quinte con la chitarra acustica in braccio accompagnando il piano. Il biondo non lo calcolò e cantò come se lui non esistesse.

To fall
But watching you stand alone
All of my doubt
Suddenly goes away somehow
 
Liam uscì per secondo e continuò da dove l’irlandese si era interrotto, anche lui ignorandolo totalmente. Harry era stordito.
 
One step cloooooser

Zayn si unì al coro degli altri due nel breve ritornello. Le fan stavano letteralmente impazzendo.
 
I have died everyday
waiting for you
Darlin' don't be afraid
I have loved you for aThousand years
I'll love you for aThousand more

Il breve intermezzo al piano iniziò e si illuminò un ultimo faro sul palco. Quando lo vide il cuore di Harry perse un battito e gli sembrò che il tempo si fosse fermato per un attimo.

Al pianoforte non c’era nientemeno che Louis che suonava concentrato. Indossava una camicia aderente con motivo a arabeschi chiusa fino all’ultimo bottone, i capelli gli cadevano leggermente sulla fonte corrugata mentre fissava i tasti del pianoforte.
Un attimo dopo alzò lo sguardo cristallino e lo puntò diritto negli occhi di Harry. Questi giurò di non aver mai visto niente di più bello in tutta la sua vita.
Poi cantò.

Time stands still
beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything
Take away
What's standing in front of me
Every breath,
Every hour has come to this

Calcò maggiormente le ultime due frasi continuando a inchiodare Harry con lo sguardo. Questi ormai aveva iniziato a capire, il suo cervello stava lentamente collegando i fatti di quelle ultime settimane e tutto sembrava avere senso, di nuovo.
Le gambe cominciarono a tremargli e la gola divenne improvvisamente secca.

One step cloooooooooseer

I tre ragazzi cantarono in coro mentre il faro puntato su Louis si spegneva all’improvviso.
Harry lo cercò con gli occhi, sapeva che sarebbe tornato, sarebbe stato lì solo per lui. Intanto la sua voce cristallina si udiva amalgamarsi perfettamente con quella degli altri ragaazzi.

I have died everyday
waiting for you
Darlin' don't be afraid
I have loved you for aThousand years
I'll love you for aThousand more
 

Un faro si riaccese più in basso mostrando Louis che cantava il ritornello assieme agli altri, proprio a poca distanza da lui. Delle grida confuse arrivavano alle orecchie di Harry, ma lui non le sentiva, per lui tutto aveva smesso di esistere, tranne la visione angelica che si trovava davanti. Tra le altre sentiva solo la sua voce, vedeva solo il blu dei suoi occhi catturare il verde dei propri. Dei brividi cominciarono a percorrergli la schiena.
Poi accadde.

Durante l’intermezzo musicale Louis si avvicinò piano e titubante, continuando a fissare Harry negli occhi ormai lucidi per l’emozione.
Gli si fermò davanti e alzò leggermente gli angoli della bocca, visibilmente nervoso.
“Ci siamo” sussurrò perché solo il piccolo potesse sentirlo e questi sentì il cuore che gli stava per esplodere nella cassa toracica tanto batteva forte. Poi Louis si lasciò andare in ginocchio, continuando a tenere gli occhi puntati in quelli di Harry.
“Merda” sfuggì a Harry un’imprecazione.
Louis sorrise, forse un po’ divertito per essere riuscito a sorprendere il piccolo in questo modo.
Si infilò svelto la mano in tasca e ne tirò fuori una piccola scatoletta di velluto blu.
Harry si sentì quasi mancare.
“Cazzo, cazzo, cazzo” cominciò a bisbigliare agitato. Stava davvero succedendo. Louis stava davvero… Improvvisamente si sentì incredibilmente stupido, incredibilmente in colpa per aver dubitato di lui anche per un solo istante, per aver pensato che tra loro stesse tutto per finire, quando in realtà stava solo per cominciare.
“Harry” esordì Louis al microfono con voce tremante mentre apriva la scatoletta. “Mi vuoi sposare?”
Harry avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre, che tutto rimanesse congelato, che il suo cuore continuasse a provare la gioia immensa che stava provando in quel momento. Sentì le lacrime rigargli il viso e si sorprese a sorridere imbambolato. Uno dei sorrisi più belli che Louis avesse mai visto.
Il riccio non ci pensò due volte e si fiondò tra le braccia del castano e gli baciò le labbra con passione, come se non ci fosse domani, come se temesse che fosse un sogno e che Louis potesse sparire da un momento all’altro.
“Certo che lo voglio, non ho mai desiderato altro.”
Disse tra i singhiozzi di felicità una volta staccatosi. Con sua sorpresa anche Louis stava piangendo e ridendo assieme, come se non si aspettasse questa risposta, come se temesse che Harry potesse rifiutarlo.
Ma come avrebbe mai potuto? Come avrebbe potuto rifiutare un ragazzo che sembrava essere stato creato apposta per lui, così diverso eppure così simile. Il destino li aveva fatti incontrare e li aveva uniti, li aveva fatto soffrire e aveva regalato loro gioie.
Ora non avrebbero più dovuto scappare e nascondersi, avrebbero potuto gridare il loro amore al mondo, avrebbero potuto essere l’esempio di milioni di ragazzi che come loro erano stati costretti a fingere. Era l’inizio di una nuova avventura, e stavolta sarebbero stati assieme, uniti contro il mondo.

‘Larry Stylinson è reale’.Lesse un cartello in mezzo alla folla e sorrise.
“Hai ragione ragazza!” disse Louis al microfono in un impeto di gioia puntando il dito al cartello.
I due ragazzi si presero per mano e si voltarono verso il pubblico. Alcuni se n’erano andati, altri erano visibilmente sotto shock, ma la maggior parte gridava entusiasta. Dietro di loro gli altri tre corsero a abbracciare la coppia con forza.
Harry potè notare la faccia basita e scioccata dei manager li vicino. Questo gli fece intendere che Louis era riuscito a tenerli all’oscuro di tutto, non si sa bene come, e questo lo face ridere di gioia, come non faceva da tempo ormai. Diede un bacio a fior di labbra al suo futuro marito e con gli altri salutò il pubblico dell’ultimo concerto del Take Me Home Tour. Harry sapeva che quello sarebbe stato solo l’inizio di una nuova era dei One Direction.


 
  
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