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Autore: _ayachan_    29/12/2007    10 recensioni
Piccola NaruSasu dedicata a Kairi84
Naruto ha riportato Sasuke a Konoha, ma le cose non sono andate come tutti si aspettavano...
E ora?
«Ora... è il tuo turno»
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Overcome

Premessa

Io e le one-shot non andiamo molto d'accordo. Essendo logorroica e tendenzialmente amante dell'intrigo a lunga scadenza, mi trovo sempre un po' in crisi a fare cose brevi e incisive... comunque, mi hanno chiesto questa per un compleanno, e io ho eseguito.
In realtà sarebbe una sorta di spin-off impossibile della mia fanfic "Sinners" (impossibile non per i pensieri di Naruto, ma per le scene finali), però è leggibile anche senza conoscere la trama della storia.
Se riuscite, leggetela con "Overcome" dei Within Temptation, grazie.












Overcome
(Superare)










Silenzio.

C’è sempre silenzio su questo piano dell’ospedale, quello riservato agli eroi.
Non mi piace il silenzio.
Mi rimbomba in testa, rimbalza da un orecchio all’altro e mi stordisce, senza via di fuga.
Vorrei sentire la tua voce, Sasuke.
Vorrei che aprissi la bocca e parlassi, anche solo per mandarmi al diavolo.

E invece te ne stai lì, sotto il lenzuolo bianco e freddo, le palpebre abbassate sugli occhi e le braccia inerti.
Respiri piano, quasi per forza, senza averne voglia. Tubicini trasparenti partono dai macchinari che ti circondano e scompaiono sotto le coperte.
Ti guardo, appoggiato al muro, e stringo le braccia al petto per impedirmi di scuoterti a forza dal tuo torpore.
Non ti fa bene dormire così tanto, lo sappiamo tutti e due.
Eppure è l’unica cosa che riesci a fare, da quando Itachi è morto.
L’unica che non ti faccia arrabbiare, che non scateni la tua insofferenza.

A ripensarci ora, forse non avrei voluto che andasse così.
Non avrei voluto usare il Rasenshuriken contro di lui, non avrei voluto distruggere l’unica ragione che ti spingeva ad andare avanti... non avrei voluto essere l’ultima cosa che Itachi ha visto, prima di chiudere gli occhi per sempre.
Ma è andata così, e non si può cancellare.

No, in realtà non me ne pento.
Volevo salvarti Sasuke, e il motivo è più importante del risultato.

Fa caldo a Konoha, il sole svetta alto nel cielo. Eppure tu sei pallido e magro, malato. Non mangi, non parli, non vivi. Hai deciso che vuoi lasciar perdere tutto, che nulla è più degno della tua attenzione...
Che idiota che sei, Sasuke.

Io sono qui, te ne sei accorto?
Ci sono sempre stato.


Anche quando tu ci hai traditi, anche quando hai seguito Orochimaru, anche quando l’unico pensiero nella tua testa era Itachi, io non ho smesso per un solo istante di correrti dietro.
Mi sono dannato l’anima, ho sfibrato il mio corpo, ansimato, sofferto, versato lacrime, sudore e sangue... ho fatto tutto ciò che era in mio potere e anche di più, pur di raggiungerti.
E tu lo sai.

Lo sai, perché anche se te ne sei andato non puoi cancellare i ricordi.
Non puoi cancellare gli anni in cui eravamo bambini, e ci odiavamo da lontano perché avevamo capito di essere uguali.
Non puoi cancellare tutto il tempo che ci accomuna, perché fa parte di noi.

Agli occhi di un estraneo eravamo completamente diversi: tu, bello e maledetto, eri il genio, il prodigio sfortunato che avrebbe fatto grandi cose; io ero solo il ragazzino irritante che non avrebbe combinato nulla nella vita.

Ma noi lo sapevamo che eravamo uguali.
Anche se gli altri ci guardavano diversamente, anche se a te riservavano la compassione e a me il disprezzo, noi lo sapevamo.
Perché loro si limitavano a giudicare.
Nessuno si avvicinava a noi, si avvicinava sinceramente intendo, per conoscerci, per capire chi eravamo...
Nessuno.

Finché non ci siamo toccati.
Finché non siamo finiti nello stesso gruppo, e all’improvviso è stato tutto chiaro.

Il nostro Legame.

Me lo avevi detto, Sasuke.
Quel legame lo troncherò io.
E ci hai provato, anche...

Ma non ci sei riuscito.
Non è una cosa che puoi ottenere, non questa volta... perché io non te lo permetto.
E’ la cosa più importante che ho.

Ti ho rincorso troppo a lungo per lasciar perdere adesso.
Ho sofferto troppo per cedere ora, ora che... ci sono quasi.

Stacco la schiena dalla parete, e il bip-bip del tuo cuore risuona nel silenzio, riempiendo tutti gli angoli della mia testa.
Mi avvicino al tuo letto, abbasso gli occhi sul tuo collo.
Il sigillo di Orochimaru è lì, netto e definito, a ricordarmi che il problema non sono solo io, non è solo Itachi.
Ci sono tante cose che ti impediscono di svegliarti, Sasuke, e di alzarti.
Ti illudi che siano troppe, ma non è vero.
Ancora una volta, devo essere io ad aprirti gli occhi.

Tendo una mano, tiepida, e sfioro il gelido marchio nero che ti corrode dall’interno.
Lo copro.
Fingo che non ci sia più, che se ne sia andato per sempre...
...fingo che ti abbia lasciato libero.
Fingo che il pensiero di Itachi ti abbia abbandonato.
Che tutto ciò che ti incatena a questo letto sia svanito, evaporato come neve al sole.

Ed ecco che tu... apri gli occhi.

Il tuo sguardo è cambiato tanti anni fa, Sasuke. E’ diventato lontano, freddo... ma adesso, è ancora diverso.
Spento.
Morto.

«Che stai facendo...?» mi chiedi, con un filo di voce roca, e vorresti essere sprezzante, ma non ci riesci.
«...Mi illudo» mormoro, allontanando le dita dalla tua pelle.
«...Stupido» sussurri, distogliendo gli occhi. «Non si può tornare indietro»

Il tuo tono è amaro, rassegnato.
Eppure...
...Sei triste, Sasuke?
Dopotutto, ti dispiace che le cose siano andate a finire in questo modo?


«E’ vero» ammetto, senza allontanarmi. «Non possiamo cancellare il passato»
Sorrido, anche se tu non puoi vedermi.
«Ti ho rincorso per tanto tempo, Sasuke. Ho sempre visto davanti a me la tua schiena, il tuo talento, la tua superiorità... non cancellerò gli sforzi che ho fatto per arrivare fin qui»
I tuoi occhi si muovono impercettibilmente, cercano i miei ma non vogliono trovarli.
Fin qui dove?, vorresti chiedermi, ma la curiosità non è abbastanza forte, soffocata dall’apatia.

E allora mi avvicino io, per non darti l’occasione di ignorarmi.
Mi chino sul letto, fino a incontrare il tuo sguardo, a pochi centimetri dal tuo viso.
Sorrido, di fronte alla tua espressione inquieta.
«Ho corso a lungo...» sussurro, e la mia voce è abbastanza alta da raggiungerti, ma non tanto da disperdersi.
E’ tutta tua, fino all’ultima nota, solo e soltanto per te.

«...Ora è il tuo turno, Sas’ke»











18/12/2007
Buon compleanno, Kairi!

Aya




  
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