Shadows
Parte Seconda
[As reason
clouds my eyes, with splendor fading
Illusions of the
sunlight]
«Avanti Sakura-chan, puoi accelerare? Stiamo
andando lenti come delle lumache!».
«Cazzo,
dobe, vuoi startene zitto un secondo?».
Sospirai
di sollievo nel momento in cui finalmente sentii calare il
silenzio nell’abitacolo. Già era frustrante stare seduto
dalla parte del passeggero,
in un auto rosa, se si aggiungevano anche le lamentele e capricci di un
certo
biondo testa quadra, le cose non miglioravano di certo. Lanciai
un’occhiata
allo specchietto e sorrisi compiaciuto nel vedere il ghigno capriccioso
e
contrariato sul viso di Naruto.
«Stupido
teme, come posso starmene zitto quando sono così felice?»
sbottò
dopo pochi secondi, ponendo fine al brevissimo periodo di silenzio.
“Addio,
pace, è stato un piacere incontrarti”.
«E
per cosa dovresti essere così contento?».
Mi
voltai nel sentire quella voce cristallina, che proveniva dal posto
accanto al mio. Osservai Sakura, i suoi capelli rosa e il sorriso sulle
sue
labbra, allegro e spontaneo. Qualcosa, nel modo in cui aggrottò
le
sopracciglia, mi insospettì e mi fece intuire il suo nervosismo
mal celato. Conoscevo
la sua irascibilità e sospettavo stesse frenando la voglia di
tirare un pugno
al nostro migliore amico, per il modo insistente con cui da circa
mezz’ora
aveva continuato a criticare la sua guida. Posai una mano sulla sua,
intenta a
cambiare la marcia, e lei sussultò al mio tocco. Mi
guardò con la coda degli
occhi e mi sorrise, forse per tranquillizzarmi. Il momento venne
interrotto
dalla voce del dobe, all’improvviso vicinissima al mio orecchio.
«B-bhe,
ecco, io… Hodecisodifareilgrandepasso» disse con un tono
improvvisamente acuto e in modo talmente veloce che né io,
né tantomeno Sakura,
riuscimmo a capire qualcosa.
«Cosa?»
chiedemmo contemporaneamente, allibiti.
Naruto
si sporse dal sedile posteriore, mostrando un sorriso insicuro e
arrossendo fino alla punta delle orecchie. «Ho detto che…
Voglio chiedere a
Hinata di sposarmi, stasera».
Sbarrai
gli occhi dalla sorpresa e sentii la mia bocca aprirsi in una
“o”,
mentre Sakura sterzò con il volante e quasi finimmo
nell’altra carreggiata. Trattenni
il respiro e sentii il cuore salirmi in gola, mentre Naruto lanciava un
piccolo
urlo e gridava «Ma sei pazza?».
Sakura
riacquistò il controllo dell’auto e, bianca come un
lenzuolo,
esclamò «Scusate, ragazzi, ma… Accidenti».
Con mano tremante allacciai la
cintura, tanto per essere previdente, e mi voltai di nuovo verso il
biondo alle
nostre spalle.
«Naruto!
Hinata sarà così felice! Io sono così
felice… Spero mi
farete fare da damigella!» esclamò all’improvviso
Sakura con aria sognante,
quasi avesse riacquistato l’uso della voce tutto ad un tratto.
«Sì,
complimenti Naruto» dissi solamente, neutro. In realtà ero
felice
per il mio migliore amico. Lo conoscevo da quand’eravamo appena
dei bambini,
senza genitori e nessuno al mondo. Ero contento che lui avesse
finalmente
trovato qualcuno con cui trascorrere la sua vita e creare la famiglia
che a lui
era stata tolta, specialmente se quel qualcuno era Hinata Hyuga. Amava
alla
follia Naruto ed era una ragazza che aveva tutto il mio rispetto, oltre
che la
mia amicizia.
Naruto
mostrò un sorriso pieno di vita mentre diceva un semplice
«Grazie,
ragazzi» e non potei che sorridere di rimando.
«Sasuke,
e tu? Quando intendi farmi la proposta?» disse improvvisamente
Sakura,
mostrandomi un sorriso malizioso. Guardai la mia ragazza con imbarazzo
e
percepii le mie guance diventare improvvisamente calde, quasi fossi
stato
scottato. Incrociai le braccia al petto e cercai di esibire lo sguardo
indifferente che mi usciva meglio, anche se a giudicare dalle risate di
Sakura
e Naruto intuii che avevano notato il mio stato d’animo.
«T-tu
pensa a guidare. Sono già le nove e avremmo dovuto essere a casa
di
Neji ancora mezz’ora fa».
«Esatto!
Sakura-chan, guidi davvero troppo lentamente!».
«Stupido
idiota, la prossima volta ti lascio a piedi se non la smetti di
lamentarti!».
Mi
sfuggì un sorriso. In tutti quegli anni non era cambiato
assolutamente
nulla, fra noi tre.
Se
avessi saputo ciò che sarebbe accaduto pochi istanti dopo, avrei
detto
ciò che stavo pensando. Avrei detto a Naruto che gli volevo bene
quanto se ne
vuole a un fratello e che avrei voluto essere il suo testimone di
nozze, oltre
che il padrino dei suoi figli. Avrei detto a Sakura che l’amavo
con tutto il
cuore e che avevo comprato l’anello di fidanzamento da mesi, ma
che non avevo
mai avuto il coraggio di farle quella stupida domanda. Li avrei
ringraziati per
essermi stati accanto, per non avermi lasciato mai solo e per avermi
salvato
tante volte.
Ma
nessuno avrebbe potuto prevedere che un tir sarebbe uscito fuori
strada, colpendo la fiancata dell’auto. Nessuno avrebbe potuto
immaginare che
Naruto sarebbe balzato oltre i sedili, contro il vetro del parabrezza e
che
Sakura sarebbe stata colpita, che sarebbe stata schiacciata dalle
lamiere
accartocciate della portiera. Se solo avessi saputo che mi sarei
salvato a
causa di quella cintura di sicurezza allacciata per caso, probabilmente
non
l’avrei mai agganciata.
Ricordo
solo l’odore forte del sangue che mi fece riprendere subito dallo
shock, gli occhi appannati ed un forte dolore alla testa. Ricordo di
aver visto
il corpo di Naruto, per primo, disteso accanto a me e completamente
imbrattato
di sangue. Ricordo di aver sollevato lo sguardo e di aver incontrato
gli occhi
verdi di Sakura, spalancati e che stavano diventando sempre più
vacui. «S-sasuk-».
Scelse di dire il mio nome e di mostrarmi il suo ultimo sorriso prima
di
spirare. Prima di lasciarmi, solo, in quell’abitacolo, senza
fiato e con il
volto bagnato dalle improvvise lacrime. Ancora desidero, a volte, di
essere
morto insieme a loro quella sera di Maggio.
«Domani
sera ci sarà la festa per la
laurea di Kiba. Ci sarai, vero?».
«Sì».
Un sorriso.
«Allora
ci vediamo a casa mia, alle
sei?».
«Cercherò
di vestirmi elegante».
«Oh,
non serve. Probabilmente Kiba avrà
preparato una sorta di festino da liceali, conoscendolo».
«Mi
vestirò elegante comunque».
«Allora
lo farò anch’io».
«Hinata?».
«Sì?».
«Domani
sera… Ti dovrò parlare di una
cosa importante».
«Ok».
Controllavo
l’orologio ormai da lunghi minuti. Naruto e gli altri
sarebbero dovuti essere lì già da un’ora, possibile
che fossero talmente in
ritardo? Avevo provato a chiamarli dieci volte, senza mai ottenere
risposta. Ogni
volta il cellulare risultava come occupato. Cominciavo a provare un
gran
terrore, angosciata da un orribile presentimento.
«Hinata,
non preoccuparti. Vedrai che saranno qui a momenti, sono dei
ritardatari cronici». Osservai il sorriso di mio cugino, ma non
riuscii a
trovare pace in esso. Nei suoi occhi leggevo la mia stessa
preoccupazione. Sorrisi,
cercando di tranquillizzarmi. Subito dopo arrivò Kiba, il mio
migliore amico, e
mi porse un bicchiere pieno di un qualche liquido alcolico. Lo buttai
giù tutto
d’un colpo, sotto lo sguardo allibito dei due, cercando di
annegare in questo
modo l’angoscia che mi opprimeva e stringeva le viscere.
Ad
un tratto, Ino entrò nella stanza. All’inizio non la
riconobbi, con i
capelli biondi sciolti e spettinati, ma non appena parlò
riconobbi subito la
sua voce. «Dobbiamo andare in ospedale, ora!»
urlò, a nessuno in
particolare.
Neji
fu il primo a parlare, sconvolto quanto il resto degli invitati.
«In
ospedale?».
«C’è
stato un incidente! Sakura-».
No.
Stanza
45.
Corsi
a perdifiato lungo il corridoio dalle pareti bianche. In
quell’ospedale ogni stanza, ogni vicolo, si somigliava, eppure
sapevo
perfettamente dove andare. Era come se qualcuno mi chiamasse, urlando.
Come se
fosse un filo legato al mio stesso cuore, a trascinarmi.
Stanza
45.
Mi
bloccai non appena vidi, in lontananza, la madre e il padre di Sakura.
Si sentivano indistintamente le grida della donna; mi tormentavano
l’animo, mi
stringevano il cuore. Resistetti all’improvviso senso di nausea
che mi investì,
insieme al terrore.
Stanza
45.
Ricominciai
a correre e raggiunsi la coppia, senza fermarmi un attimo mi
avvicinai al vetro della stanza 45, che mi era stata indicata
dall’infermiera
all’entrata. Trattenni il respiro nel momento in cui vidi Sasuke,
seduto sul
letto bianco al centro della stanza. Di Naruto e Sakura nemmeno
l’ombra. I suoi
occhi neri incontrarono i miei, che si riempirono di lacrime. Riconobbi
subito,
nel suo sguardo vuoto e vitreo, privo di vita, la verità.
Stanza
45.
Prima
che potessi accorgermene, mi sentii cadere a terra, senza forze.
Quasi fossi stata colpita da un proiettile dritto al cuore. Persi
coscienza,
vagai nel nero, nel vuoto. Quando mi ripresi, mi sembrò di
essere morta insieme
a loro. Naruto era morto. Sakura era morta. Ero rimasta sola. Non avrei
più rivisto
il loro sorriso, non avrei più riso insieme a loro. Non avrei
più sentito il
sapore delle labbra di Naruto sulle mie, o il calore delle sue mani.
Una parte
di me morì davvero quel giorno. Spezzata, insieme a quella
promessa. «Non ti
lascerò mai, Hinata. È una promessa». Bugiardo. Era
stato un bugiardo. Eppure
quel giorno promisi a me stessa che io avrei mantenuto il giuramento
fatto quel
giorno, a qualunque costo. Io non avrei più amato nessuno. Mai
più.
Stanza
45.
[And
the
reflection of a lie will keep me
waiting. Love gone for so long]
Sono
esattamente le sei quando il
campanello suona, espandendo il suo trillo per tutto la piccola
abitazione.
Apro con velocità e sorrido nell’incontrare gli occhi neri
di Sasuke, al di là
della soglia. Solo ora mi rendo conto quanto mi sia mancato in tutte
queste
ore. Non ci vediamo da ieri, quando ci siamo scambiati
quell’appuntamento in un
cimitero, di fronte alle tombe dei nostri amori passati.
«Puntuale come sempre»
dico, facendomi da parte per farlo passare.
«La
puntualità è una virtù» sottolinea
lui, passandomi davanti per andare in salotto, con aria sicura. Infondo
è stato
in questa casa talmente tante volte che, ormai, è anche un
po’ sua. Lo osservo
da lontano, dopo aver chiuso la porta. Come promesso, si è
vestito elegante. Stento
a riconoscerlo con quei pantaloni neri, accompagnati da una giacca
dello stesso
colore e una camicia bianca. Devo dire che sta bene, vestito
così. Mi sento a
disagio, nel momento in cui ricordo di indossare un vestito lilla,
leggero ed
elegante. Sicuramente sfigurerò,
accanto
a lui. Inoltre tutte le ragazze si gireranno nel vederlo arrivare e
così
attirerò l’attenzione dell’intera sala. Mi mordo il
labbro nel sentire un
improvviso fiotto di gelosia bruciarmi lo stomaco.
«Che
ci fai lì impalata?» chiede
all’improvviso Sasuke, riportandomi bruscamente alla
realtà. Scuoto alla testa
e poi mi avvicino a lui, che ora sta in piedi al centro della stanza,
con le
sopracciglia aggrottate.
«Scusami,
stavo solo pensando a…
Niente».
All’improvviso
sollevo lo sguardo su di
lui e mi accorgo del modo strano in cui mi guarda. Gli occhi sono
improvvisamente lucidi, tristi e… strani.
«Sei
bellissima, Hinata» mi dice, prima
di prendere la mia mano fra le sue e appoggiarla alle labbra,
baciandola. Sento
dei brividi correre sulla mia pelle, mentre sento le guance arrossire
terribilmente. Quando lascia la mia mano, la nascondo subito dietro
alla
schiena, quasi fossi una bambina che vuole nascondere qualcosa agli
occhi dei
genitori.
«A-anche
tu stai benissimo» sussurro,
senza il coraggio di guardarlo negli occhi.
«Io
mi sento terribilmente stupido,
invece».
Il
suo sbuffo mi fa sorridere, ma poi
sento di nuovo quella sensazione allo stomaco, che mi fa tornare seria
all’istante.
«Sicuramente
tutte le ragazze alla festa
ti mangeranno con gli occhi».
Sento
il suo sguardo su di me, nel
momento in cui dico queste parole, con una voce triste e tagliente, che
non mi
appartiene.
«Magari
incontrerai una ragazza ancora
più bella di Sakura, di me, che ti
farà innamorare all’istante». Mi pento subito di
ciò che ho detto, sentendomi
stupida e patetica. Perché dovrei essere gelosa di lui?
Perché all’improvviso
sento il bisogno di abbracciarlo e stringerlo a me, per sentire che
davvero è e
sarà sempre soltanto mio? Mi sento così impotente davanti
a lui, in questo
momento.
«Non
potrei mai innamorarmi di
qualcun’altra che non sia tu». Sollevo lo sguardo e
incontro i suoi occhi,
talmente seri e penetranti da lasciarmi senza fiato, insieme alle sue
parole.
Non sta scherzando, lo leggo nel suo viso. Ma allo stesso tempo non
posso
credere a quello che ha detto. Non voglio
crederci.
Si
passa una mano fra i capelli,
improvvisamente insicuro come non l’avevo mai visto.
«Siediti,
Hinata… Ti devo parlare» dice,
indicandomi il divano. Quasi fosse lui il padrone di casa, ed io
l’ospite. Eppure
obbedisco senza fiatare e, nel momento in cui il mio corpo combacia con
i
cuscini del divano, desidero sprofondare in essi e sparire. Ovviamente
ciò non
accade e presto Sasuke prende posto accanto a me, prendendo la mia mano
fra le
sue. La stessa che pochi secondi fa ha baciato, dandomi quei brividi
sulla
pelle. Sento i miei occhi riempirsi di lacrime, per l’improvvisa
paura che mi
coglie. Ti prego, Sasuke, non dirmi ciò
che penso.
«Ho
amato Sakura con tutto il mio cuore.
Lei era… Tutto ciò di cui avevo bisogno. Era bella,
intelligente, spiritosa ed
estroversa, oltre che determinata. Nel momento in cui è morta ho
pensato che
non avrei mai più potuto provare le stesse cose».
Chiudo
gli occhi, per non incontrare i
suoi. Lo sento sospirare.
«Io
ti amo, e so che anche tu mi ami. Ti
prego, Hinata, dimmi che mi ami».
Sì.
«No».
La prima lacrima scende lungo la
mia guancia. «Non ti amo». Sasuke.
«Guardami
negli occhi». Li stringo
ancora di più, se possibile. Sasuke, ti
prego.
«Cazzo,
abbi almeno il coraggio di
guardarmi». La sua voce, improvvisamente alta e furente, mi fa
sobbalzare.
Spalanco gli occhi e sento il respiro mancarmi, nel momento in cui vedo
le
lacrime che gli stanno bagnando le guance. «Abbi il coraggio di
guardarmi negli
occhi mentre mi dici che ami ancora lui».
«No,
Sasuke… Cerca di capire, io non
posso amarti. Ho promesso». Sento la voce mancarmi, la gola
improvvisamente
secca. -Hinata, prometti che non amerai
mai nessun’altro. Prometti che mi amerai per sempre-. «Gliel’ho
promesso,
Sasuke. Ho promesso che non avrei mai amato nessun’altro».
«Sei
proprio una stupida». Il suo
sguardo, la sua voce, mi trafiggono il cuore come un pugnale. Lo vedo
alzarsi e
fissarmi dall’alto, i suoi occhi talmente vitrei da spaventarmi.
«Dimentica ciò
che ti ho detto. Anzi, dimenticati di me.
Da ora in poi non mi vedrai più, così non sarai
più obbligata a sopportare la
mia presenza». Il vero significato di quelle parole non arriva
subito alla mia
mente. Passano alcuni secondi, prima che tutto ciò mi colpisca
come un pugno
allo stomaco. È dolore fisico, oltre che mentale, quello che
provo, quello che
mi attanaglia le viscere, mi fa mancare il fiato. È il dolore
che mi spinge a
seguirlo, ad afferrarlo per la manica della giacca, a gridargli di
fermarsi. È
Sasuke quello che ignora i miei tentativi, che procede verso la porta
nonostante gli implori di non farlo. È Sasuke che mi lascia
cadere a terra,
apre la porta e la sbatte dietro di sé. Sasuke.
[And I’ve lost
who I am and I can't understand
Why my heart is
so broken rejecting your love]
Dicono
che si comprenda davvero ciò che
si ha, solo nel momento in cui lo si perde.
Mai
ci furono parole più vere. Me ne
rendo conto anche io, raggomitolata sopra il tappeto della stanza
d’ingresso,
gli occhi ormai privi di lacrime. Fisso il muro bianco davanti a me con
scarso
interesse, senza vederlo davvero. Sto ancora cercando di realizzare
ciò che è
accaduto, ciò che invece sarebbe dovuto
accadere. Ha ragione, sono davvero una stupida. Ma come può
essere facile
accantonare il passato, dei sentimenti che si sono provati per tanti
anni. Dove
si può trovare il coraggio di ricominciare, di voltare pagina e
vivere di
nuovo. Perché, nonostante tutto, non riesco ancora a dimenticare
quegli occhi
celesti e il suono di quella voce? Perché, nonostante tutto, non
riesco a fare
a meno di… amare Sasuke? Non posso
non amare quel freddo ragazzo dagli occhi neri e la pelle nivea,
così simile a
me, così diverso. Perché non riesco a frenare il
desiderio di averlo sempre
accanto, di sentire il suo profumo di menta e cercare in tutti i modi
di
strappargli il più piccolo sorriso? Ma ora lui se ne è
andato, e questa volta
non tornerà a bussare alla mia porta, bagnato dalla pioggia
primaverile. Non tornerà più
da me.
[All this time
spent in vain, wasted years, wasted gain
All is lost, hope
remains and this war's not over]
Non
so quanto tempo sia passato, quando
il mio cellulare comincia a squillare. All’inizio lo sento come
un suono
lontano, ovattato, quasi fosse solo un vecchio ricordo. Poi,
all’improvviso, si
fa più forte, più vicino, più insistente. Qualcosa
mi spinge ad alzarmi di
scatto, ad ignorare la protesta dei muscoli intorpiditi e correre verso
la
fonte di quel suono. Non perdo tempo a leggere sul display da chi
provenga la
chiamata.
«Pronto,
Sasu-»
«Hinata, grazie al cielo!
Temevo non
avresti risposto… È successo un casino»
«Ino?
Cos’è successo?»
«Sasuke
è
arrivato alla festa, sembrava fuori di sè. Si è ubriacato
e poi, quando Kiba
ha
cercato di
palargli, gli ha tirato un pugno in faccia, i-»
«Dov’è
ora?»
«Non
ne ho
idea! Se n’è andato ormai venti minuti fa… Abbiamo
provato a chiamarlo,
ma
il suo
numero risulta inesistente. Hinata, devi cerc-. Hinata? Hinata,
pronto…!»
[Who I am from
the start, take me home to my heart
Let me go and I
will run, I will not be silenced]
Corro.
Corro e basta, ignorando il
respiro affaticato, il dolore alla milza e ai piedi, ancora infilati in
un paio
di scarpe col tacco. Mi fermo solo per sfilarle e poi ricominciare a
correre a
piedi nudi sull’asfalto. So dove troverò Sasuke e so cosa
ha intenzione di
fare. Per questo corro e urlo alla notte, sperando che qualcuno mi
senta, che lui mi senta. Non sono mai stata
particolarmente credente, ritenendo che la vita sia troppo breve per
essere
vissuta pregando una qualche entità superiore, ma in questo
momento non posso
fare altro che pregare i Kami. Prego che lo fermino, che gli facciano
cambiare
idea, o che semplicemente mi permettano di raggiungerlo prima che sia
troppo
tardi. Sento aumentare la velocità della mia corsa nel momento
in cui scorgo il
grattacielo da lontano, perché non voglio perdere anche lui. Non
permetterò che
lui mi lasci per sempre, al costo di raggiungerlo ovunque egli sia. Aspettami, Sasuke. Aspettami, ti prego.
Entro
nella hall dell’albergo senza
nemmeno badare alla reception, o alla sicurezza. Semplicemente corro
verso gli
ascensori ed entro nel primo che trovo, fortunatamente libero. Subito
premo il
pulsante che porta all’ultimo piano. I secondi passano
inesorabili e ad ogni
piano che raggiungo, mi sento sempre più vicina a lui. Congiungo
le mani e
continuo a pregare in silenzio, l’adrenalina che non mi permette
di stare ferma
e calma come vorrei. È con una velocità che non mi
appartiene che, non appena
le porte del diciottesimo piano si aprono, mi getto all’esterno
dell’ascensore,
corro lungo il corridoio di moquette e raggiungo le scale che
rappresentano
l’uscita di sicurezza. Il nostro primo
incontro. I ricordi scorrono davanti ai miei occhi mentre salgo gli
ultimi
scalini, che mi portano inesorabilmente sul tetto dell’edificio.
«Hinata,
lui è Sasuke, il mio migliore amico».
Un
paio di occhi neri incontrano quelli chiari di
lei.
«Piacere,
Sasuke».
Una
stretta di mano e un sorriso incerto.
«Ah,
vado a cercare Sakura, voi non preoccupatevi,
torno subito».
Naruto
schiocca un bacio sulla guancia della sua
fidanzata, prima di dare loro
le
spalle. Sasuke e Hinata rimangono soli, e in
imbarazzo. Forse l’atmosfera
sarebbe
meno pesante, se non fossero entrambi così
introversi. Hinata si avvicina alla
balaustra,
seguita dal moro. Entrambi osservano per
alcuni attimi il panorama
che
si apre sotto i loro occhi. Le luci della città
sembrano quasi delle lucciole,
da
quel punto. «È bellissimo» sussurra Hinata, ad un
tratto, rompendo il silenzio.
«Già».
Hinata sorride a Sasuke, prima di stringersi
nella giacca di Naruto, che
le
copre le spalle riparandola dal freddo. «Ho
sempre desiderato volare» dice ad
un
tratto Sasuke, stupendo Hinata. La ragazza lo guarda
per alcuni istanti, prima
di
tornare ad osservare il panorama sotto di loro.
«Chissà cosa si prova, nel sentire
l’aria
sotto di sé e sfidare la gravità» dice ancora
il ragazzo, lo sguardo serio.
Hinata
sorride, prima di dire «Preferisco non
saperlo». I due si guardano negli occhi
per
alcuni attimi, complici. Sicuramente andranno
d’accordo.
«Eccomi,
scusate ragazzi!».
I
due si voltano per osservare Naruto arrivare,
seguito da Sakura.
«Sakura
si era persa nella corsa, ci ho messo minuti
per- Ahia!»
«Allora,
di cosa avete parlato?» chiede loro una
Sakura sorridente.
«Del
panorama» risponde Hinata.
«E
del volo» aggiunge Sasuke.
Si
concedono un ultimo sguardo, prima che la loro
attenzione venga catturata di
nuovo
dai loro esuberanti fidanzati. Forse, se si
fossero incontrati in un’altra vita
quello
sguardo sarebbe bastato per farli innamorare.
«S-Sasuke!».
Lo
vedo girarsi lentamente nel momento
in cui sente la mia voce chiamarlo. Mi lascio sfuggire un singolo
sospiro di
sollievo, subito cancellato nel momento in cui osservo il suo volto.
Sasuke non
sembra più il ragazzo che poche ore fa è entrato in casa
mia per dichiararmi i
suoi sentimenti. La sua espressione è disperata, abbattuta e spaventosa, quasi qualcuno avesse preso
le sue sembianze. «Che ci fai tu qui?». La sua voce
è fredda, il tono
tagliente. «Se sei venuta qui per fermarmi, sappi che non ho
bisogno della tua
pietà. Ho preso la mia decisione».
È
terribilmente vicino alla balaustra,
tanto che gli basterebbe scavalcarla per cadere nel vuoto. Ho
sempre desiderato volare. Sento il cuore impazzire, nel momento
in cui lo vedo voltarsi a guardare le luci della città, sotto di
noi. Ma ora
non posso più permettermi di scappare, di provare paura o
rimorso.
«Sono
qui per fare quello che avrei
dovuto nel momento in cui mi hai chiesto cosa provassi per te».
I
suoi occhi si spalancano per la
sorpresa, ma rimangono offuscati, come coperti da un velo.
«Io
ti amo, Sasuke. E proprio perché ti
amo, non ti lascerò andare via». La mia voce non trema
mentre dico la verità,
nel momento in cui per la prima volta trovo il coraggio di esprimere i
miei
sentimenti. E non avrei mai creduto che sarei stata così felice
nel farlo. È
come se mi fossi liberata di un peso, di un fardello che portavo da
troppo
tempo con me. Ma è la risata di Sasuke, improvvisa, a
immobilizzarmi.
«Bugiarda.
Nessuno mi ama, la verità è
che sono solo». Sasuke.
«Prima
i miei genitori, poi Naruto,
Sakura e infine anche tu. Tutti sembrano volermi abbandonare, in un
modo o
nell’altro» la sua voce si incrina, mentre pronuncia queste
ultime parole.
Possibile che non mi sia mai accorta della ferita nel cuore di Sasuke?
Possibile che non mi sia mai accorta di quanto stesse soffrendo, in
realtà, e
quanto si sentisse solo? Caccio le lacrime indietro, trattenendole.
Questa
volta sarò forte per entrambi. Questa volta diventerò io
il sole pronto a
scaldarlo e a proteggerlo. Questa volta non scapperò più.
«Tu
hai me, Sasuke. Io non ti lascerò mai
solo». Mi avvicino a lui,
lentamente, con la paura che possa compiere qualche passo azzardato.
Invece
rimane perfettamente immobile, a guardarmi.
«Ma
tu amerai sempre Naruto, più di
quanto tu possa amare me».
«Io
ho amato Naruto, ma ora è… morto».
Questa è la prima volta che lo
dico ad alta voce. Non ne avevo mai avuto davvero il coraggio, prima
d’ora. Accade
qualcosa, dentro di me. È come se le catene che mi hanno tenuta
legata al
passato per tutti questi anni si fossero spezzate definitivamente,
lasciandomi
libera di andare avanti. Non
dimenticherò mai quel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi
celesti, ma
davvero lui avrebbe voluto che mi riducessi così? No, lui non
avrebbe voluto.
E, finalmente, comprendo.
«Dobbiamo
smetterla di vivere nel passato.
Loro avrebbero voluto che fossimo felici e sinceri, sempre,
con noi stessi. Io ho amato Naruto, ma ora amo te e devi
credermi».
Ora
gli sono vicina, tanto vicina da
poterlo guardare negli occhi. Nero contro grigio. Così simili,
così diversi.
«Io ti amo» lo dico di nuovo, guardandolo dritto negli
occhi.
È
un attimo, quello in cui sento le sue braccia avvolgermi. Mi lascio
cullare da lei e appoggio il viso fra i suoi lunghi capelli neri. Sento
il
cuore battere più forte nel mio petto, nel sentire di nuovo quel
profumo, quel
calore familiare. «Ti amo» la sento sussurrare di nuovo,
vicino al mio
orecchio. Vorrei dire qualcosa, ma rimango in silenzio. Le mie braccia
avvolgono la sua vita e la stringo più forte a me, quasi volessi
comunicarle
attraverso quel gesto tutta la mia gratitudine. Lei mi ha salvato, di
nuovo. E
so che sta dicendo la verità, che davvero mi ama, nel momento in
cui mi bacia.
Quasi fosse l’ultima cosa che farà, o come se il mondo
stesse scoppiando
attorno a noi. «Sasuke, non permetterò che tu vada via
senza di me» dice dopo
alcuni istanti, staccandosi da me per prendermi per mano. Guardo un
ultima
volta il vuoto al di là della balaustra, prima di voltarmi verso
di lei e
seguirla, permettendole di trascinarmi via.
Forse
ora riusciremo davvero a
ricominciare io e te. Raccoglieremo i pezzi delle nostre vite e del
nostro
cuore e insieme sarà più facile riunirli. E poi, forse,
un giorno ci
sveglieremo e capiremo che saremo guariti del tutto. Allora, e solo
allora,
saremo liberi di amarci come avremmo dovuto fare dal primo istante in
cui ci
osservammo attraverso il vetro di quella stanza d’ospedale. Come
avremmo fatto
se, in un’altra vita, ci fossimo incontrati per caso sul tetto di
un albergo e
insieme avessimo sognato di volare sopra l’intera città.
Io
e te non saremo più ombre, perché ora
abbiamo trovato il nostro sole.
Le
sento ancora le note di quella
canzone. Tu le senti, Sasuke?
«There’s
a light, there’s the sun taking all the shattered ones
To the place we belong and his love will conquer
all»
Spazio
soleggiato dell'autrice:
Ed ecco la seconda e ultima parte di Shadows. Ci tenevo a ringraziare
tutti
coloro che hanno inserito questa storia fra preferite/seguite/ricordate
e che
hanno recensito lo scorso capitolo! Sono contenta che questa storia
abbia
catturato la vostra attenzione e spero di non aver deluso nessuno
con
questo finale >.>
Volevo ringraziare anche FuyuShounen, che sta pubblicando questo
capitolo dal
suo computer dal momento che il mio è deceduto (;_;). Grazie,
Fuyu!
Spero vorrete farmi sapere che ne pensate di questo finale e che vi sia
piaciuto almeno un po' >.<
Baci e grazie ancora a tutti :D