Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: mangakagirl    14/06/2013    10 recensioni
Quando si decise a chiudere gli occhi e a mettersi su un lato, il campanello di Villa Kudo suonò rompendo il silenzio come avrebbe fatto una palla da baseball lanciata contro un vetro, facendolo sobbalzare e scattare sul letto a sedere.
Chi diavolo era alle 4 del mattino?!
Scese dal letto dopo aver acceso l’abat-jour e poggiò i piedi nudi sul pavimento freddo, poi si avviò in fretta e furia di sotto, scendendo le scale in legno a due a due e provocando un rumore sordo tutt’attorno. [...]
-Ran!- esclamò mentre la ragazza davanti a lui piangeva scossa dai singhiozzi.
Indossava un pigiama a manica corta e pantalone lungo di cotone azzurro con delle nuvole stampate sopra, sotto, senza calzini, portava le Converse quasi slacciate; i capelli le cadevano sciolti e in disordine sulle spalle mentre gli occhi erano cerchiati di occhiaie violacee.
-S-Shinichi- singhiozzò gettandogli le braccia al collo e stringendosi forte a lui, tremando da capo a piedi e lasciandolo per qualche secondo senza parole.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eri Kisaki, Kogoro Mori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io ci sono, Ran


-… and that’s all for today, guys!- disse la prof. Iena di inglese prendendo in mano un paio di schede e battendole sulla cattedra per allinearle e riporle nella sua cartella verde marcio assolutamente inguardabile -Dato che è un periodo stressante per tutti a causa degli imminenti esami prima dell’estate non vi lascerò compiti… La cosa vale ovviamente tranne per chi oggi ha dormito tutta la mia ora… MOURI!-
Shinichi sbarrò gli occhi voltandosi e mordendosi un labbro mentre vedeva l’amica sobbalzare sul banco e aprire gli occhi cerchiati di profonde occhiaie violacee.
-Ran- le sussurrò insistente mentre la prof si avvicinava a passo spedito verso il suo banco con aria truce e stizzita, sotto lo sguardo di tutti i compagni di classe.
-Mouri, trovi le mie lezioni così noiose da addormentarti dopo appena 5 minuti?- le domandò severa battendo le mani sul suo banco -Sono giorni che non presti attenzione alle lezioni e ti presenti con quelle occhiaie tremende! Fai le notti piccole? Passi le serate a bighellonare il giro?-
-Professoressa…- tentò di difenderla Shinichi, che pur non sapendo il motivo per cui l’amica era in quello stato, era sicuro che la causa non fosse nulla di ciò che aveva appena detto, ma fu zittito da un suo gesto repentino e deciso.
-Ancora uno sgarro Mouri e chiamerò i tuoi genitori in presidenza, sono stata chiara?-
-Mi scusi, professoressa…- Ran abbassò la testa mentre i compagni si guardavano attorno sconvolti: Ran era studentessa precisa ed educata, che non arrivava quasi mai in ritardo e che faceva sempre i compiti… Vederla così sembrava davvero impossibile.
-Le scuse non ti serviranno a scrivere il resoconto della lezione di oggi, che voglio vedere sulla mia scrivania la prima ora di lunedì mattina- disse sprezzante la Iena mentre girava i tacchi e tornava alla cattedra -Dovranno esserci tutti i dettagli sulla lezione e gli esempi che ho fornito alla classe o ti beccherai uno 0, Mouri-
Ran strinse le labbra per trattenersi dal piangere e abbassò il capo verso il banco, fissandolo mentre tutta la classe usciva fuori per l’intervallo, mormorando su di lei.
Sonoko passò accanto al suo banco mortificata, ma quando Shinichi le sussurrò che ci avrebbe pensato lui, annuì e si limitò a stringerle una mano su una spalla e ad andarsene.
Il ragazzo aspettò che la classe fosse completamente vuota, poi le prese un braccio delicatamente e la fece alzare, guidandola fuori dall’aula fino alla terrazza della scuola.
Ran si lasciò trascinare a testa bassa, completamente dipendente da lui, trattenendo stento tratteneva le lacrime che premevano per uscire.
Una volta usciti fuori, Shinichi chiuse la porta della terrazza, fortunatamente libera, e la trascinò fino ad un angolo vuoto e nascosto in modo che se qualcuno fosse arrivato non li avrebbe visti e non sarebbero partite domande inopportune.
La fissò preoccupato qualche secondo mentre lei si sedeva a terra rannicchiandosi su se stessa, poi le si mise accanto passandole una braccio attorno alle spalle.
Era insolito da parte sua, ma se Shinichi non avesse avuto la certezza che quello di Ran fosse un problema serio, probabilmente non si sarebbe comportato in quel modo.
-Hey, hey- le sussurrò pacato mentre lei cominciava a singhiozzare -Dai, non fare così…- dopo qualche secondo aggiunse -So che non è per il compito di punizione che piangi. Che succede, Ran? Sono giorni che sei in questo stato…-
-I-i miei…- mormorò stringendosi ancora più su se stessa -V-vogliono… V-vogliono divorziare legalmente…-
Il ragazzo sentì una morsa al cuore fissandola intenerito e sospirò chiudendo gli occhi e alzando il viso verso il cielo.
Sapeva benissimo che, nonostante Eri e Kogoro vivessero separati, per Ran il divorzio era la fine dell’ultima speranza di rivederli tornare insieme un giorno.
-Shhh- la consolò posandole una mano sulla testa -Dai, vedrai che cambieranno idea…-
-N-non stavolta! Sono d-davvero decisi…-
Dannazione, ma come potevano quei due essere così egoisti da non pensare a quello che provava la loro Ran?
Il ragazzo strinse forte le labbra per non imprecare ad alta voce e si autoimpose controllo: non poteva sbottare davanti a lei in quello stato.
-Vieni a casa mia pomeriggio: ti aiuto col compito di punizione- tentò di aiutarla rivolgendole poi un sorriso incoraggiante mentre quella alzava il viso dalle ginocchia e si asciugava le lacrime con le maniche della divisa.
-Grazie-
-Dai, un pomeriggio solo io e te! Dopo che finiamo il compito ci mettiamo un bel film giallo che ti piace tanto e…-
Ran ridacchiò facendolo sentire fiero di sé: era riuscito a farla ridere.
-Lo sai che non amo i gialli e li guardo solo per te!- disse storcendo il naso mentre il detective chiudeva gli occhi con aria carismatica.
-Macchè… So per certo che sotto sotto i miei film ti piacciono! Ammettilo-
-Se lo dici tu- rispose lei ridendo ancora e fissandolo grata negli occhi.
Non riusciva a pensare a come avrebbe fatto senza di lui.

***

-E poi la Iena ha terminato con “Non vi do compiti perché gli esami sono imminenti”- Shinichi scimmiottò il tono della prof, atteggiandosi come lei mentre Ran scriveva tutto sul foglio protocollo che le avrebbe consegnato il lunedì: fortuna che era solo venerdì!
-Aahah- ridacchiò mentre il ragazzo tornava a sedersi e osservava al contrario il risultato di quello che aveva appena recitato trascritto su carta.
-Oltre ad essere un detective eccezionale, sono anche un grande attore!- si vantò facendosi aria con un ventaglio invisibile per farla ridere mentre lei alzava gli occhi al cielo.
-Tua madre è solo una delle attrici più grandi del Giappone e non… E comunque non te la tirare troppo, Mr So-fare-tutto!-
-Gelosa, Miss Sonnecchio-sul-banco?- la stuzzicò lui assottigliando gli occhi e sorridendole furbetto.
-Io? Neanche un po’- rispose lei fingendosi annoiata, chiudendo il foglio e infilandolo in cartella -Finito, meno male!-
Si fiondò sul divano e si sdraiò appoggiando i piedi su di esso e flettendo le gambe, chiuse gli occhi e portò una mano sulla fronte: era esausta.
-Che film giallo guardiamo?- domandò mentre Shinichi la fissava da lontano, pensieroso e dispiaciuto che quella brutta situazione toccasse proprio a lei, che era da sempre molto sensibile a quelle cose.
-Scherzavo a scuola- rispose serio -Non siamo obbligati a guardare per forza un giallo se non vuoi…-
-Davvero?- Ran lo guardò sorpresa -Davvero rinunci a guardare un giallo per me?
Shinichi arrossì e si andò a sedere alla fine del divano, accanto ai suoi piedi, facendo attenzione a non guardarle le gambe onde evitare di intravedere le sue mutande e farla infuriare come sempre. La ragazza subito si mise a sedere per bene, poggiando i piedi a terra per evitare spiacevoli situazioni di imbarazzo, e tornò a fissarlo incerta e sorpresa.
-Dai… Mi credi così egoista?- domandò lui storcendo il naso e tornando a guardarla, trovandosela a pochi centimetri di distanza e diventando fucsia. Sobbalzò e si distanziò ancora un po’, trovandosi però incastrato tra lei e il bracciolo del divano.
-No… Non è questo- Ran fissò davanti a sé pensierosa -Solo… Solo credevo che non avresti mai rinunciato a ciò che ami davvero…-
-Ran, non sono i gialli che amo davvero- esclamò fissandola un po’ sdegnato, mordendosi la lingua subito dopo e diventando viola dall’imbarazzo.
Ma che mi salta in mente, dannazione?!
-C-cosa?- domandò Ran arrossendo a sua volta e fissandolo sconvolta, mentre lui si alzava e si avvicinava al mobile dove teneva tutti i DVD.
-Intendevo… Io non amo i film gialli, ma i casi veri! Ecco- cercò di rimediare mentre con la coda dell’occhio la vide sospirare e fissare lo sguardo a terra.
-Certo- mormorò lei annuendo un po’ delusa.
Delusa?!
Oddio, e adesso perché lo era?
Voleva davvero sentirsi dire che era Lei la cosa che lui più amava al mondo?
Non posso farlo, non posso!
Shinichi arrossì ancor di più, poi si impose autocontrollo e la chiamò al suo fianco per scegliere il film da vedere.
Dopo averlo messo, tornarono sul divano e cominciarono a mangiare pop corn e bere thè alla pesca, anche se nessuno dei due era davvero interessato a quello stupido ed elementare caso di omicidio…
-Cavolo, è tardissimo- mormorò Ran qualche minuto prima che il film finisse dando un’occhiata all’ora e alzandosi dal divano -Sono già le 18.00… Papà mi segrega in casa se non torno entro 10 minuti-
-Ti accompagno- Shinichi si alzò dal divano stoppando il DVD con il telecomando, ma la ragazza scosse il capo prendendo in mano la cartella e avviandosi all’entrata.
-Tranquillo, ci metto poco ad arrivare e poi siamo in estate: c’è un sacco di luce-
-Ma dai, vengo volentieri-
-Sul serio, Shin. Grazie comunque-
-Ok- il ragazzo sospirò accompagnandola alla porta e osservandola mentre si legava le Converse azzurro cielo con gesti frettolosi. Non appena si alzò e fece per uscire dalla porta, la fermò afferrandola per un polso e la costrinse a voltarsi, fissandola serio negli occhi.
-Ran, per qualsiasi cosa,qualsiasi, io ci sono. Ok?-
La ragazza batté gli occhi qualche secondo, ascoltando solo i loro respiri rimbombare attorno come se si trattasse di tamburi, poi annuì e fece un piccolo sorriso sottraendosi alla presa con dolcezza.
-Ok, grazie-

***

Shinichi si voltò per l’ennesima volta nel letto mentre una strana sensazione lo tormentava da quasi un’ora, non permettendogli di chiudere occhio. Scostò con forza il lenzuolo dal letto e rimase sdraiato a fissare il soffitto nella semioscurità della notte, mentre il ticchettio dell’orologio antico che suo padre aveva piazzato nel salotto rimbombava nell’intera villa.
Quando si decise a chiudere gli occhi e a mettersi su un lato, il campanello di Villa Kudo suonò rompendo il silenzio come avrebbe fatto una palla da baseball lanciata contro un vetro, facendolo sobbalzare e scattare sul letto a sedere.
Chi diavolo era alle 4 del mattino?!
Scese dal letto dopo aver acceso l’abat-jour e poggiò i piedi nudi sul pavimento freddo, poi si avviò in fretta e furia di sotto, scendendo le scale in legno a due a due e provocando un rumore sordo tutt’attorno.
Raggiunta la porta, spiò dallo spioncino e rimase allibito scoprendo che dall’altra parte c’era la persona che conosceva quasi meglio di se stesso. Aprì e subito fu invaso dal venticello fresco della notte di giugno, che gli spostò i ciuffi della frangia con debole forza.
-Ran!- esclamò mentre la ragazza davanti a lui piangeva scossa dai singhiozzi.
Indossava un pigiama a manica corta e pantalone lungo di cotone azzurro con delle nuvole stampate sopra, sotto, senza calzini, portava le Converse quasi slacciate; i capelli le cadevano sciolti e in disordine sulle spalle mentre gli occhi erano cerchiati di occhiaie violacee.
-S-Shinichi- singhiozzò gettandogli le braccia al collo e stringendosi forte a lui, tremando da capo a piedi e lasciandolo per qualche secondo senza parole. Il ragazzo riprese il controllo di sé, chiuse la porta con una mano poi rispose all’abbraccio con fare sicuro mentre lei gli affondava il viso bagnato di lacrime su una spalla.
Rimasero in quella posizione qualche minuto, finché Shinichi passò le mani sotto le sue cosce, alzandole le gambe da terra e prendendola in braccio come una bambina per portarla in camera sua. Salì le scale piano mentre lei continuava a piangere, poi la adagiò seduta sul letto e lasciò che lo abbracciasse ancora qualche minuto nel frattempo che lui le sfilava le scarpe con delicatezza, facendole cadere sotto il letto.
Si staccò qualche secondo dopo e la osservò ancora tremante e scalza che tentava di fermare le lacrime asciugandosele con il dorso della mano: sembrava davvero una bambina indifesa con quel pigiama celeste.
-Ran, sei matta a venire qui alle 4 di notte da sola?- le domandò con tono preoccupato, mentre lei scuoteva il capo agitata.
-Lo so… S-sono una scema… Mi d-dispiace… Riesco anche a romperti a quest’ora di notte…-
-No no, non hai capito- Shinichi si inginocchiò davanti a lei per guardarla in viso -Hai fatto benissimo a venire qui da me. Te l’avevo detto io che per qualsiasi cosa c’ero! Ma avresti dovuto chiamarmi: ti sarei venuto a prendere. E se incontravi un malintenzionato? E se ti avesse portava in un vicolo buio e ti avesse violentata?- rabbrividì al solo pensiero e strinse forte gli occhi cercando di scacciarlo dalla mente.
-Non c-c’era nessuno p-per strada…-
-Vabbè, non importa… Che è successo?- domandò lui sospirando e sedendosi al suo fianco, porgendole un fazzoletto per asciugare le lacrime che continuavano ad imperlarle le gote.
-Q-quando sono arrivata a casa mamma e papà stavano urlando come matti… Mamma se n’è andata via sbattendo la porta fuori di sé: papà le ha rinfacciato di non essere una buona madre dato che per fare carriera mi ha affidata a lui e se n’è andata… Ma poi papà l’ha richiamata al telefono poco fa e hanno ricominciato ad urlare… Io non ce la faccio più, Shinichi! Anche di notte!-
La ragazza si prese il viso tra le mani e ricominciò a piangere sotto lo sguardo straziato del migliore amico, che qualche secondo dopo la strinse ancora a sé e le accarezzò la testa fissando il muro davanti di fronte al letto.
-Domani mattina si sistemerà tutto, sta’ tranquilla… Parlerò io coi tuoi-
-T-tu?- domandò lei da dietro le dita mentre lui annuiva.
-E tu con me: non possiamo arrenderci senza prima lottare, Ran. Non sei d’accordo?-
Quella annuì sentendosi subito più serena e gli rivolse un debole sorriso pieno di gratitudine, ricevendone un altro in cambio. Shinichi si alzò e fece il giro del letto, andandosi a sdraiare sul bordo sinistro mentre con una mano picchiettava sullo spazio davanti a sé.
-Dai, ora vieni qui e sdraiati: domani penseremo a tutto- disse sorprendendola un po’: Shinichi sapeva essere davvero dolce quando Lei era in difficoltà.
La ragazza esitò solo qualche secondo, poi gli si sdraiò accanto dopo aver spento l’abat-jour e si voltò verso di lui, osservando il profilo del suo corpo illuminato dalla luna.
Non poteva vedere i suoi lineamenti, ma al contrario lui poteva osservare anche ogni suo più piccolo dettaglio: gli occhi ancora arrossati dalle lacrime che avevano finalmente smesso di scendere, le guance umide e rosate, i capelli che cadevano in disordine sul cuscino e la fronte e le labbra rosse e schiuse.
Di tanto in tanto inghiottiva la saliva rumorosamente, facendo sparire il magone in fondo alla gola, che così la lasciava libera di rilassarsi e di abbandonare la tensione, quando ad un certo punto strinse la mano che Shinichi teneva posata aperta sul materasso. Il calore fece sentire meglio entrambi, che si sorrisero nell’oscurità della notte, abbandonandosi poi ad un tranquillo sonno che li avvolse in pochi secondi. 

***

Ran aprì piano gli occhi e quasi si stupì di trovare davanti a sé il migliore amico che dormiva profondamente, con le labbra dischiuse e i ciuffi corvini che cadevano sugli occhi. Fu una visione paradisiaca che la lasciò senza fiato per alcuni secondi mentre si rendeva conto che i loro visi, nonostante il suo letto fosse ad una piazza e mezza e di spazio ce ne fosse, erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Il respiro leggero di Shinichi le suonava melodioso e rassicurante, tanto che chiuse di nuovo le palpebre lasciandosi cullare da esso come se fosse una ninna nanna.
L’aveva accolta in casa sua nel cuore della notte, le aveva permesso di sfogarsi porgendole una spalla su cui piangere, le aveva assicurato che avrebbero risolto la cosa insieme e aveva diviso il letto con lei, senza approfittarne nemmeno per un secondo.
Shinichi era davvero unico e perfetto da ogni angolo lo si guardasse e lei non poteva desiderare altro.
Muovendo le dita della mano si accorse che stava ancora stringendo quella di lui e si stupì del fatto che, nonostante il ragazzo avesse l’abitudine di rivoltarsi cento volte nel letto durante il sonno, quella notte era rimasto sempre sullo stesso lato per non lasciarla andare.
Osservò le loro dita intrecciate e arrossì leggermente sulle gote, aprendo e chiudendo le labbra incerta mentre il cuore accelerava impetuoso nel petto.
Possibile che le facesse anche quell’effetto?
Lanciò una rapida occhiata all’orologio sulla parete constatando che erano le 9 passate di sabato mattina e trasalì rendendosi conto che aveva lasciato il cellulare nella sua stanza e che suo padre non trovandola a letto doveva essere disperato.
Mosse piano le dita e svegliò delicatamente Shinichi, che aprì gli occhi e la fissò un po’ incredulo, impiegando un paio di secondi a ricollegare l’accaduto della notte e la sua presenza nel proprio letto.
-Buongiorno- mormorò sciogliendo l’intreccio delle loro mani e stiracchiando le braccia verso l’altro mentre chiudeva gli occhi, si metteva supino e fletteva le gambe sotto il lenzuolo.
-Buongiorno- rispose Ran mettendosi a sedere e dando un’occhiata alla finestra, dove il sole splendeva alto all’orizzonte. Shinichi scese dal letto e le sorrise, facendo il giro e andando a scompigliarle i capelli, già ridotti a disastro, con una mano.
-Scendiamo a fare colazione?- le propose sereno, ottenendo un cenno di capo come risposta. Ran mise i piedi nudi a terra e rabbrividì appena, seguendo poi l’amico giù per le scale ed entrando in cucina con lui.
Se c’era una cosa che Shinichi non si faceva mai mancare in casa erano il latte e i cereali o il riso e le verdure in salamoia per la colazione alla giapponese. Il liceale tirò fuori dal frigo il latte e lo versò freddo in due tazze con del caffè, poi poggiò i cereali e i biscotti sul tavolo e si sedette sbadigliando vistosamente.
-Dormito bene?- domandò versando praticamente mezza confezione di cereali nella tazza, tanto che buona parte strabordò fuori.
-Sì, grazie…  E tu?- rispose lei pucciando un biscotto nel latte e portandolo alla bocca.
-Mica tanto… Russavi talmente forte che…-
-COSA?!- Ran cominciò a tossire rossa come un pomodoro con il biscotto che le era andato di traverso e lo sguardò nel panico più totale battendosi una mano sul petto per non morire. Shinichi la fissò incredulo qualche secondo, per poi scoppiare a ridere e lasciarla di stucco.
-Stavo scherzando, Baro!-
-BARO! Ma che ti salta in mente di dire?! Mi hai fatto prendere un coccolone!-
-Come siamo timidi- ridacchiò lui tornando ai suoi cereali -Non hai russato nemmeno per un secondo, tranquilla!-
-Uff… Mannaggia a te, Shin!- si lamentò la ragazza con uno sbuffo addentando un altro biscotto sotto il suo sguardo divertito.
Poco dopo, quando ebbe finito il latte, Ran osservò in tralice l’amico, che invece era ancora alle prese con la sua montagna di fiocchi d’avena, e sospirò socchiudendo gli occhi.
-Shin-
-Mmm?- mormorò quello masticando mentre leggeva le informazioni nutrizionale dietro la scatola dei cereali.
-Volevo dirti grazie-
Il silenzio si aprì tra di loro mentre Shinichi posava la scatola, ingoiava e la fissava serio, posando il cucchiaio nella tazza.
-Ran, non mi devi ringraziare…-
-Invece sì. Pochi altri avrebbero fatto quello che hai fatto tu!-
-I veri amici servono a questo, no?-
Ran lo guardò sorpresa, rimanendo senza parole mentre lui le sorrideva sincero.
-Sei la mia migliore amica e una delle persone a cui tengo di più: non avrei mai potuto non aiutarti-
No. La persona a cui tengo di più.
Shinichi si maledì per non averlo detto ad alta voce e allo stesso tempo per aver anche solo pensato di dirlo: era leggermente in lotta con se stesso quando si trattava di Ran.
-Grazie- ripeté lei commossa, sorridendogli intenerita mentre lui tornava un po’ imbarazzato ai suoi cereali.
Poco dopo sparecchiarono la tavola e il liceale indossò degli abiti per uscire, proponendo a Ran di mettere qualcosa della madre dato che l’unico indumento che indossava era il suo pigiama azzurro cielo.
Dopo aver seguito il consiglio dell’amico, i due si avviarono all’Agenzia e parlarono di cosa dire ai Mouri quando li avrebbero visti tornare insieme a casa.
Arrivati alla porta dell’appartamento, però, tutti i loro piani sfumarono al vento.
-SEI IL SOLITO IRRESPOSABILE! L’HAI LASCIATA SCAPPARE!-
-Fino a ieri sera era nel letto! È scappata stanotte!-
-Dobbiamo chiamare la polizia, razza di padre degenere! Se le è successo qualcosa Kogoro giuro che hai finito di vivere!-
-HEY, NON è COLPA MIA SE HA PRESO LA TUA TESTARDAGGINE E IL TUO POCO BUONSENSO!-
-COSA?! SAREI IO QUELLA CON POCO BUONSENSO?! CHI DOVEVA ASSICURARSI CHE NON SCAPPASSE STANOTTE, EH?!-
-ERI, PIANTALA ADES…!-
-BASTA!- Ran irruppe nella stanza con le lacrime agli occhi e Shinichi al seguito, che fulminò i Mouri con aria severa e molto più adulta del solito.
-RAN! Grazie al Cielo! Dove sei stata?!-
-Hai idea di quello che abbiamo passato!?-
Ran rimase in silenzio, fissandoli senza sapere bene cosa dire, quando il migliore amico intervenne per lei.
-E voi avete idea di quello cha sta passando lei a causa vostra?!- li interruppe Shinichi lasciando tutti interdetti e attirando l’attenzione su di sé. Kogoro batté le palpebre sorpreso, rendendosi conto solo in quel momento della sua presenza e chiedendosi cosa diavolo ci facesse lì quel moccioso.
-Che ci fai tu qui?-
-Stanotte Ran si è fiondata a casa mia in preda ad una crisi di pianto, l’ennesima di questi giorni, a causa vostra e della vostra poca maturità nell’affrontare i problemi! Non sapete fare altro che urlarvi addosso e insultarvi, scaricare le colpe sull’uno e sull’altra e far passare le pene dell’Inferno a Ran. Ma non vi mettete mai nei suoi panni? Possibile che non capiate come si senta? È vostra figlia, dannazione! Se non la conoscete voi, chi altro deve farlo?!-
Ran guardò l’amico con aria grata e sentì gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime mentre i genitori si guardavano sconvolti tra di loro.
-Ran, noi…?- disse Eri fissando la figlia con aria affranta mentre quella scuoteva il capo.
-Non divorziate!- li pregò lei guardandoli triste -So che non andate d’accordo… Ma voi siete solo separati perché non vivete più nella stessa casa… Per la legge siete ancora marito e moglie… Non divorziate legalmente!-
-Ma, Ran…-
-Forse è solo una mia speranza, una mia convinzione, ma sapendovi solo separati ho ancora la possibilità di sperare di rivedervi tornare insieme un giorno, ma… Ma se divorziate legalmente anche quel sogno andrà in frantumi! Per cui… per cui…-  abbassò il capo sopraffatta dai singhiozzi, quando un paio di braccia la strinsero forte stupendola.
-Mi dispiace tanto, Amore! Ha ragione Shinichi… eravamo così presi dallo sputarci veleno addosso l’un l’altro che non abbiamo pensato a come ti dovevi sentire tu- mormorò Eri mentre anche Kogoro si aggiungeva al quadretto e la karateka sorrideva felice, lasciandosi cullare dalle loro braccia sicure -Non divorzieremo legalmente-
Shinichi sorrise soddisfatto e felice per l’amica, osservando in silenzio la scena e avviandosi qualche secondo dopo alla porta per lasciarli soli a godersi quel momento, quando Ran, sciolto l’abbraccio, si voltò felice verso di lui rimanendo delusa mentre lo vedeva scendere il primo gradino della scale che portavano alla strada.
-Shinichi!- lo chiamò raggiungendolo mentre Eri e Kogoro si sorridevano l’un l’altro un po’ colpevoli.
Il liceale si voltò e sbarrò gli occhi quando si ritrovò le sue braccia al collo.
-Grazie, grazie di cuore- mormorò al suo orecchio mentre lui rispondeva all’abbraccio un po’ imbarazzato.
-Per così poc…- ma si interruppe quando lei gli scoccò un bacio sulla guancia e lo lasciò andare abbassando lo sguardo a terra, rossa come una mela. Si sfiorò il punto in cui le labbra avevano fatto contatto diventando viola e poi balbettò in fretta un -D-devo andare adesso! Ciao Ran!- cominciando a scendere le scale a due a due per arrivare più in fretta sulla strada e poi correre a casa nel più totale imbarazzo.
-C-ciao- salutò lei senza guardarlo negli occhi, per poi rientrare in casa dandosi della stupida per quello che aveva fatto.
Così penserà che mi piace e… e… e…
Il cervello le andò così tanto in tilt che quasi iniziò a fumare mentre scuoteva la testa con foga per scacciare indietro quel pensiero.
Ma perché, in fondo non era vero lo amava da impazzire?
-Sei andata a dormire a casa di quel moccioso?!- domandò poi il padre, collegando l’accaduto a quello che aveva detto Shinichi poco prima. La ragazza arrossì rendendosi conto di quello che poteva sembrare detto in quel modo e tentò di spiegarsi.
-Sì, ma papà non è successo assolutamente niente di niente…!-
-Ci mancherebbe! Eri, hai sentito?!-
-Kogoro, non fare il vecchio: hanno solo dormito insieme- rispose la moglie mentre andava a sedersi al tavolo della cucina.
-E se quel delinquente allungava le mani?! E se…-
-Via via! Parliamo del figlio di Yukiko…- insistette svogliata la donna pulendosi gli occhiali sulla maglia.
-Potrebbe essere anche il figlio dell’Imperatore del Giappone…!-
-Uff… quanto la fai lunga!-
-Lunga?! Io?!-
Ran assottigliò gli occhi facendo un mezzo sorrisino scocciato mentre i due cominciavano l’ennesimo battibecco: era inutile, i suoi non sarebbero mai cambiati.
Eppure quei piccoli bisticci quotidiani la rassicuravano e le ricordavano che era davvero bello quando entrambi i genitori erano a casa.





Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!!!!!!!!!
:DDDDD
Sembra un sogno essere tornata *^*
Sìììì sono tornata su EFP !!! >w<
Salve popolo, come va?
Iniziate le vacanze?
Un in bocca al lupo a tutti coloro che hanno gli esami: Gambattene! ;)
Allora allora...
Non volevo pubblicare come prima storia questa, ma siccome l'ho scritta ed era bella che finita e stava lì,
buona buona,
ho deciso di cominciare con lei :)
Che ve ne pare?
Spero di non aver sfondato l'OOC ^^"
Abbiamo ovviamente sempre la nostra coppietta preferita alle prese con la vita di tutti i giorni,
con scene di imbarazzo e scene tenerelle...
Il tutto ambientato prima che un certo APTX rovinasse le loro vite -.-"
Quindi siamo in prima liceo ^^
Spero di cuore vi sia piaciuta :D
Fatemi sapere gente!!! >w<
A presto con nuove fict Minna :DDDD
Mangakagirl!!!!!!!! 





  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: mangakagirl