Fanfic su artisti musicali > Lady Gaga
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Autore: famehookertime    14/06/2013    0 recensioni
ma perchè sei tornato?
"la vite est un sale pute mais cette pute a un corps de rêve"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un movimento. Un movimento frenetico che sembrava non smettere mai. Dune che si spostano sotto la forza dei venti della sera. Onde agitate dalla tempesta. Tessuto di seta viola che ondula in una danza infinita, accompagnato e modellato da ciascuno dei loro gesti. Una scena d’amore immersa nell’oscurità totale per meglio apprezzare il corpo dell’altro, al tocco. La mano di Taylor percorreva dolcemente e pienamente le curve del corpo di Gaga. Un Taylor senza fiato e paralizzato dall’orgasmo tanto atteso di quella notte. Poi un lungo gemito riempì la stanza. Ne seguì un altro, più rauco, da parte di Taylor. Gaga gemette di nuovo, ma non era per esclamare il suo piacere, ma piuttosto un dolore tenuto nascosto per troppo tempo. Un cuore ferito da una sofferenza troppo densa, animale, selvaggia. Un cuore che ci aveva messo troppo tempo a guarire appieno e che aveva riaperto brutalmente le cicatrici, da cui il sangue colava copiosamente. Quel gemito: la richiesta d’aiuto di un cuore in frantumi.
 
Lei era là, sotto il peso del corpo di Taylor che era dentro di lei, e lei non poteva pensare ad altro che agli avvenimenti della notte precedente. Completamente assente, tornò brutalmente alla realtà quando Taylor finì, si alzò cercando di non sporcare le lenzuola con lo sperma che le colava lungo le gambe, e andò in bagno. Tornò a letto; Taylor stava fumando una sigaretta, con aria cupa. La strinse tra le braccia e si addormentò prima di aver spento la sigaretta. Ma Gaga non riusciva a dormire. Non pensava ad altro che a Luc. Il suo viso pieno di sangue le tornava in mente ogni volta che chiudeva gli occhi. Poi, verso le 4 del mattino, tra le lacrime e quei pensieri orribili, si addormentò profondamente.
 
Alle 10 del mattino, aprì con difficoltà gli occhi rossi e gonfi. Taylor era già uscito. Trovò una rosa bianca accanto a sé, e un foglio. C’era scritto: “Non mi aspettare, passa una buona giornata, ti amo”. Gaga si strofinò gli occhi, si stiracchiò e si alzò, infilò le pantofole e andò a cercare del caffè. Lesse il giornale del mattino fumando una sigaretta. Una Marlboro rossa. Continuava a rigirarla tra le dita. Pensò a Luc che le scriveva dei messaggi sulle sigarette di quella marca, scriveva cose che facevano ridere entrambi, come “Taylor Swift…” o “X-Tina, shut up!” e lei scoppiava ridere ogni volta che ne fumava una. Gaga rise a quel ricordo lontano. Prese il telefono e cercò tra i contatti. Asshole. Era il suo numero. Selezionò “messaggi”. Iniziò a scrivergli un messaggio. “dove ti posso trovare?” aspettò un attimo. Chiuse gli occhi, poi inviò il messaggio. Provò immediatamente a dimenticare quello che aveva fatto, e lanciò il telefono il più lontano possibile da lei. Ma due minuti più tardi lo sentì vibrare. Era lui. “vieni a casa mia, va meglio da ieri”. Allora Gaga, senza esitare, infilò un paio di stivali presi dalla borsa e corse in strada urlando “TAXI!”. Salì sul primo che si fermò. Urlò l’indirizzo all’austista, che mise in moto.
 
 Scese dal taxi e fece un respiro profondo prima di entrare nell’appartamento. Una strana eccitazione s’impossessò di lei mentre saliva le scale quattro a quattro. Si trovò davanti a quella porta nera, quella di Luc. Una porta che aveva aperto in mille modi diversi. Furiosa, con lui, senza di lui, baciandolo, avendo paura di trovarlo nella stanza con un’altra, sbronza, drogata e l’aveva anche chiusa, sbattuta. Con la mano tremante, Gaga bussò tre volte. Chiuse forte gli occhi sperando che nessuno aprisse la porta. Quando si aprì piano, lo vide là, a venti centimetri dal suo viso, pieno di lividi e ferite in via di guarigione. Lo guardò negli occhi, poi aprì la bocca per dire qualcosa. “ciao” disse, con la voce timida e acuta. Lui le sorrise, e lei sapeva che gli faceva male sorridere a causa delle ferite. “entra, non stare lì!” le fece un cenno con la testa, lei entrò e chiuse la porta dietro di sé. Entrò e vide il divano in mezzo alla stanza, e pensò a quante volte avevano fatto l’amore là sopra, per notti intere, senza fermarsi mai. “vuoi qualcosa?” domandò Luc. Lei si girò e disse “caffè, se possibile?”. “arrivo subito” disse Luc, lasciandola sola nella sala. Si sedette sul divano. La televisione era accesa. Una serie di dvd sparsi davanti, in disordine, la maggior parte film porno, due o tre video giochi che conosceva. Ancora una cosa che aveva dovuto sopportare durante la loro vita di coppia. Quando Luc ritornò, si sedette affianco a lei. “come stai?” gli chiese. “potrebbe andare meglio” disse lui. Come amava il suo odo di prendere le cose alla leggera, il suo cinismo. Alzò la mano per toccare il suo viso, vicinissimo al suo. Lo sfiorò. Lui la lasciò fare, non si lamentò. Continuò ad accarezzargli il viso e poi disse, con le lacrime agli occhi “era vero, no? Noi due, quello che abbiamo passato”. Luc sorrise e annuì. “certo, cara”. Gaga distolse lo sguardo e cambiò discorso. “come va il bar?” ma Luc le prese la mano. Lei posò di nuovo lo sguardo su di lui, nei suoi occhi. Lui la tirò verso di sì, le mise una mano sui fianchi. Gaga guardò le labbra di Luc, le aveva desiderate per troppo tempo. Non pensava a niente, a nessuna conseguenza, a Taylor, niente, la sua testa era focalizzata sul suo desiderio per Luc.
Chiuse gli occhi e un attimo dopo le labbra di Luc furono sulle sue, le baciò, un bacio ardente, pericoloso. Ne voleva ancora, gli afferrò i capelli, affondò la piccola mano nella zazzera nera di Luc. I loro corpi si toccarono, Luc le mise la mano sulla schiena, le slacciò il vestito e il reggiseno. Passò violentemente un ginocchio sopra i fianchi di Luc, era sopra di lui. Senza staccare le labbra un secondo. Gaga aveva l’impressione di essere nata per farlo, gli tolse la camicia e Luc le passò lentamente una mano su un seno. Luc si alzò di colpo, Gaga chiuse le gambe attorno ai suoi fianchi. Lui camminò malamente verso in muro contro il quale Gaga si ritrovò incollana, i piedi nel vuoto. Tra le cosce sentì l’erezione di Luc che si alzava nei suoi jeans. Luc la afferrò per il collo, serrò la mascella tra le dita e incominciò a baciarla sul collo. Gaga sospirò di piacere. Lui passò una mano sotto il vestito e le afferrò le natiche. Gaga infilò le dita nei pantaloni di Luc e poi ci mise la mano intera. Era caldo e duro. Prese il suo pene in mano, Luc gemette. La portò in camera. La gettò sul letto. Al posto di rimbalzare debolmente, Gaga si raddrizzò e si gettò sul suo membro. Gli baciò i pantaloni e senza esitare un secondo prese il suo cazzo tra i denti. Luc le disse di non smettere e le carezzò i capelli.
 
Si alzò dopo aver sonnecchiato un po’. Luc era sdraiato vicino a lei e rollò una sigaretta. Lo guardò per attimo. “ma cosa stai facendo della tua vita, Gaga?!” pensò al dolore che avrebbe causato a Taylor, se lo fosse venuto a sapere. Si morse un labbro. Andare a letto con il suo ex fidanzato, quando amava Taylor con tutto il cuore, c’era qualcosa che non andava. Carezzò il braccio di Luc. La sua pelle abbronzata nei toni del bruno e dorato. Il muscolo sotto la pelle. “vuoi fumare?” interruppe i suoi pensieri. Vedendo gli occhi rossi e vitrei di Luc, capì che aveva già fumato una canna mentre lei aveva dormito. Tese la mano e prese la sigaretta che era in realtà una canna. La fumò per metà, si sentiva bene, rilassata. Sentì l’odore di Luc sdraiato accanto a lei. Non era come Taylor, sempre profumato di Versace o Prada, un odore piacevole. Lui aveva invece un odore più aggressivo, di sudore, di fumi dell’alcol. Senza pensare, si diresse verso la cucina e trovò del pane al latte, e lo mangiò. Sentì Luc entrare. Aveva coperto il corpo solo fino al petto; Luc la spogliò, toccò le sue curve. Lei tornò a sorridere. Concentrò lo sguardo sul pane e poi su Luc. La vista si fece offuscata. “come ai bei vecchi tempi” sogghignò.
 
 
  
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