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Autore: I Fiori del Male    14/06/2013    5 recensioni
Marie Grandier e il generale Jarjayes sono rimasti soli nel palazzo, soli col triste ricordo dei due giovani che lì avevano vissuto la loro breve vita. Poi un giorno Marie trova il coraggio, per la prima volta dalla morte di André, di entrare nella sua stanza, e così ....
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIE DI ANDRE GRANDIER
Capitolo I - prima lettura


Era già l’alba. Marie sospirò, constatando che aveva passato un’altra notte insonne. Era inutile chiedersi perché. Da quando André ed Oscar non c’erano più, per lei non aveva più senso nemmeno dormire. Si alzò faticosamente dal letto, reggendosi un fianco mentre i dolori dell’età la assalivano da tutte le parti, e si diresse in punta di piedi verso la camera di André. Non le fu facile attraversare la soglia di quella stanza, le diede l’impressione di disturbare il sonno di suo nipote, come se niente fosse accaduto e sia lui che Oscar si trovassero ancora li. L’unica cosa che la teneva ancorata al mondo della ragione era la vista del letto vuoto e privo di pieghe e della polvere che aveva ormai cominciato a ricoprire ciò che André in vita aveva posseduto e che, andandosene, aveva lasciato in quella stanza. Da un lato c’era un tavolo di legno, usato da André a mo’ di scrivania, anch’esso ingrigito dalla polvere, e su di esso era rimasta poggiata una pila di fogli, con accanto una piuma e una boccetta d’inchiostro. Accanto ai fogli una goccia d’inchiostro  era caduta dalla piuma e riluceva ancora un po’ nell’alba, dove non si era del tutto asciugata.  Era l’unica cosa viva nella stanza.

Come spesso accade quando qualcuno se ne va, Marie cominciò a farsi delle domande e si rese conto che per quanto fosse la sua unica parente rimasta c’erano cose che proprio non sapeva di suo nipote, segreti che crescendo si era tenuto dentro. Per esempio cosa mai aveva da scrivere tanto André, e dove aveva trovato il tempo, quando la sua intera vita era stata in compagnia di Oscar? Tese una mano verso i fogli, titubante mentre cominciava a pensare che non fosse giusto violare i segreti di André. E se poi avesse scoperto qualcosa che non voleva sapere e che gli avrebbe rovinato il ricordo che aveva del suo caro nipote? Faceva già abbastanza fatica a dormire ...

Li leggo o non li leggo?

Suo nipote tuttavia era un bravo ragazzo. Aveva dimostrato il suo valore in più di un’occasione, non aveva mai tradito i suoi amici e la sua famiglia e anche in battaglia, come le avevano detto poi, si era comportato con onore. Alla fine la curiosità prese il sopravvento e lei afferrò in fretta i fogli crepitanti per poi tornarsene nella sua stanza, sempre in punta di piedi.

Il sole era sorto nel frattempo, così dal suo letto Marie aveva la luce necessaria per leggere le parole di suo nipote. Le tremarono violentemente le mani mentre separava il primo foglio dagli altri, al pensiero che quando avrebbe letto le ultime pagine, avrebbe conosciuto quelle che per lei potevano essere le sole, ultime parole di André.

La prima pagina, Marie se ne rese conto subito, era scritta con una calligrafia meno matura, come se fosse risalisse a molto tempo prima, ed in effetti era così.

“Oscar oggi non ha voluto fare il bagno con me, non so perché. Mi ha detto che non voleva e si è chiusa in camera sua. È la prima volta che succede e così ho chiesto alla nonna. Lei mi ha detto che siamo troppo grandi per fare il bagno insieme, che da oggi ognuno avrà la sua stanza e mi è vietato entrare in quella di Oscar senza permesso. Ha detto anche che devo smettere di chiamarla solo Oscar perché io e lei non siamo uguali, quindi devo chiamarla madamigella Oscar. Solo che è strano ....”

Marie si ricordava bene di quel giorno. Oscar e André avevano all’incirca dodici anni. Fino ad allora avevano sempre fatto il bagno insieme nel lago, e questo perché non avevano la malizia necessaria per pensare che fosse sbagliato, ma la piccola Oscar cominciava a mostrarsi per quel che era veramente, a dispetto di ciò che suo padre voleva far credere: una ragazza, una bella ragazza che sarebbe senza dubbio diventata una splendida donna. In più era nobile, mentre André altri non era che il nipote della governante di palazzo Jarjayes. Anche il divieto di entrare in camera sua senza permesso rappresentava una delle prime barriere che era necessario lui imparasse a porre tra se e Oscar. Ricordava bene come entrambi avessero il vizio di fare incursione l’uno nella camera dell’altro quando si sentivano soli, di come non fosse possibile dar loro una pulita in santa pace perché se uno si stava lavando l’altro arrivava subito a distrarlo dal suo compito ... in quella casa, finché erano stati piccoli, erano regnate le risate e l’allegria.

“ la nonna mi ha detto anche un’altra cosa, e anche se è un po’ rompiscatole questa volta voglio farla contenta. Mi ha detto che da oggi in poi tutto quello che devo fare io è proteggere Oscar. Io voglio bene a Oscar, quindi devo obbedire se voglio continuare a giocare con lei, quindi da oggi proteggerò Oscar.”

Nel leggere quelle parole risolute a Marie venne da piangere. André era cresciuto con Oscar, erano stati sempre insieme, e quando quel giorno lei gli aveva detto che il suo compito era impedire che le fosse fatto del male, sapeva che molto probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di fargli capire la necessità di quell’ordine, perché André, che sua nonna glielo dicesse o meno, aveva sempre fatto di tutto per rendere felice la sua amica e per proteggerla. A farla piangere era l’idea che André potesse essere morto proprio per svolgere quel compito, ed in effetti così era stato. La potenza delle parole, la loro capacità di influire sul destino erano impressionanti.

“ Oggi il papà di Oscar mi ha sgridato perché ho portato Oscar in giro quando avrebbe dovuto allenarsi alla spada con lui. Mi ha detto di stare al mio posto da oggi in poi. Che significa, al mio posto? Devo chiederlo alla nonna. Ha detto anche che devo imparare anche io a usare la spada e la pistola. Sono contento! Lo volevo da tanto tempo e poi mi servirà, se voglio proteggere Oscar dai cattivi. Quando l’ho detto a Oscar lei si è messa a ridere e mi ha detto che nessuno deve proteggerla perché lei non è una femminuccia. Ma non è vero, lei è una femmina. Forse non ancora lo sa, ma io si.”

Marie non ricordava che il generale Jarjayes avesse mai rivolto parole tanto aspre ad André quando lui era bambino. E nemmeno ricordava che suo nipote le avesse chiesto di quello “stare al suo posto”. Era una domanda importante che avrebbe dovuto ricordare, quindi probabilmente non era mai stata fatta. Perché? Forse che André alla fine, in qualche modo, avesse capito da solo?

“oggi, dopo quello che mi ha detto il papà di Oscar, sono andato in biblioteca a leggere per non disturbare Oscar che si stava allenando,  e ho capito. C’era un libro che parlava di Versailles, la reggia della famiglia reale di Francia. Diceva che a palazzo vivono i nobili, quelle famiglie che hanno tanti soldi, e ci sono i servitori, che fanno tutto quello che dicono i nobili e che devono stare al loro posto, non possono fare quello che vogliono loro,  proprio come me. Quindi io sono un servitore, e Oscar e il suo papà sono nobili, perché hanno tanti soldi e vivono in una bella casa, giusto? Perché io non ho tanti soldi come loro?”
 
Ecco perché non aveva mai fatto quella domanda. Aveva scoperto, in un modo freddo e brutale, di essere diverso da Oscar, di avere delle regole da rispettare, insomma, di dover stare al suo posto. Quanto le dispiaceva, di non avergli potuto dire subito, anche al costo di illuderlo, che avendo solo dodici anni poteva ancora permettersi di sgarrare ogni tanto, di continuare ad essere un po’ bambino,  di vivere sereno, perché solo verso i quindici o sedici anni avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi... e forse sarebbe cresciuto meno in fretta, ma lei aveva presto imparato che crescere presto era il destino di chi restava a casa Jarjayes. Lo aveva visto in Oscar che, alla stessa età di André, era più uomo e più capace di lui e aveva già imparato tante lezioni di vita dal padre, sempre molto severo con lei.

Un’altra pagina, qualche anno dopo.

“ Oscar è entrata a far parte delle guardie reali. Sono preoccupato per lei, sta prendendo troppo sul serio il suo compito e poi a che diavolo pensa il generale Jarjayes? Oscar è una ragazza, a quell’età non dovrebbe far altro che girare per le case di nobili e frequentare i balli organizzati dalle famiglie più in vista, indossando magnifici vestiti e gioielli meravigliosi ... e invece stamattina scende dalle scale e me la ritrovo davanti in divisa! Che assurdità. Dovrei andare io al suo posto ... ah, già, non sono altro che il suo attendente adesso. In più cosa la aspetta, proprio oggi? Dovrà scortare la principessa Maria Antonietta d’Austria, futura regina di Francia, a Versailles. Potrebbero cercare di attaccarla e chissà come se la caverà! Non voglio pensarci ....”

Ah, il suo amato nipote, sempre preoccupato per Oscar, mai per se stesso.

 
“ alla fine è tornata a casa sana e salva. Non so che mi stia succedendo. Quando l’ho vista tornare a cavallo era diversa da quando era uscita stamattina .... non so. Negli occhi ha una forza nuova, e non ricordo che i suoi capelli abbiano mai brillato tanto alla luce del sole. Ci ho pensato, ho pensato molto a quello che ho visto, e ne ho tratto una conclusione che mi spaventa: credo di essermi innamorato di lei.”
 
                                                                                                                                                                * * * * * * * * *
 
Marie non sapeva per quanto sarebbe riuscita ad andare avanti a leggere, dopo quell’ultima frase. Come aveva potuto non capire nulla e comprendere solo all’ultimo,  come aveva potuto essere così cieca? Forse perché André, passati i quindici anni, era diventato più riservato, come sempre accade ai ragazzi. Non le rivelava più molto di se.

Sussultò quando udì i passi del generale in corridoio, si era completamente dimenticata di lui quella mattina e a quell’ora se ne stava ancora in camicia da notte sul letto, senza nemmeno avergli preparato la colazione! Lasciò i fogli sul letto sfatto e si vestì in fretta, per poi raggiungere il generale nel salone.

“cosa vuole per colazione questa mattina, generale?”

“oh, Marie ... non ti avevo sentita arrivare ... ti ringrazio ma non mi occorre nulla. Anzi, se vuoi per oggi puoi proprio riposare. Io me ne starò qui.” Le rispose, la voce quasi meccanica, svuotata di ogni emozione ormai da diversi giorni. Non si era nemmeno voltato a guardarla, se ne stava seduto al posto che un tempo Oscar usava occupare tutte le mattine, come se replicando quel gesto potesse farla rivivere, ma ovviamente si trattava solo di una suggestione che lo aiutava ad andare avanti. Mentre se ne tornava verso la sua stanza, lo udì parlare da solo, anche se in realtà era con sua figlia, che parlava.

“sai, Oscar, forse potresti sposare André, alla fine ... è un bravo ragazzo, non mi interessa più se non è nobile. Mi interessa solo che tu sia felice. Sposalo, davvero, ma rimanete qui con me, per favore. La casa è grande e io sto invecchiando, Oscar, non voglio restare solo... che ne dici?”

Marie si bloccò lì in mezzo al corridoio, mentre la voce del generale si faceva sempre più lamentosa man mano che egli cedeva alle lacrime. Anche lei piangeva adesso.

“sono felice, Oscar. Adesso chiamami André, ovviamente devo parlare con lui ... mentre vai di a Marie di portare una bottiglia di vino e due calici, d’accordo?”

Il generale stava vivendo ciò che credeva più giusto, ciò che non aveva concesso a sua figlia di vivere. Si sentiva in colpa perché sapeva che non concedendole di sposare André li aveva lui stesso gettati entrambi su quelle strade dove poi erano morti, perché se Oscar si fosse sposata, di certo avrebbe interrotto il servizio militare. Marie, per quanto fosse una donna di buona fede, proprio non riusciva a pensarla diversamente. Per lei il generale non aveva fatto altro che compiere un errore dopo l’altro, nella vita di sua figlia, e ne era ancor più convinta adesso che aveva cominciato a leggere le memorie del suo nipote innamorato. Decise di tornare nella sua stanza e continuare a leggere. Era l’unica cosa che poteva fare per rimarcare il fatto che quei due bellissimi giovani erano esistiti nella loro casa e in quella vita. Non era giusto che la loro storia finisse nel dimenticatoio. Era giunto il momento di esplorare quel capitolo della vita di André che per lei era sempre stato un buco nero, e lo avrebbe fatto in suo nome, utilizzando i mezzi che lui stesso le aveva lasciato. 


*spazio autore* Ciao! Questa è la mia prima Long fic su Lady Oscar, spero di essere riuscita a rendere bene, in questo primo capitolo, tutti i sentimenti che accompagnano la vita di Marie Grandier e del generale Jarjayes dopo la morte di Oscar e André. ... c'è solo un modo per farmi sapere la vostra opinione perciò ... recensitee ;) sarò contenta di ricevere i vostri consigli :)

Un bacio

Taiga chan <3 
   
 
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