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Autore: giusy8690    14/06/2013    5 recensioni
è passato un anno dal loro primo natale passato insieme...tutto è cambiato e continuerà a cambiare...ma in meglio o in peggio? Questa è la mia prima fanfic su rossana spero che vi piaccia! Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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10 SCAPPATOIE

Eccoci davanti l’ospedale. Sana mi è vicina ma ho la sensazione di sentirla molto lontana. È appoggiata allo schienale della macchina con la testa rivolta all’uscita dell’ospedale. Io ho parcheggiato l’auto ma ho paura di scendere e oltrepassare la soglia dell’edificio. Kurata non spiccica parola e io faccio lo stesso, ma per me è un bene perché non saprei cosa dirle. Forse non è stata una buona idea farla venire, sicuramente avrà il cervello in fiamme per i troppi pensieri, proprio com’è il mio di cervello. Ad un certo punto vedo sbucare la testa scura di Luz da un angolo della strada.
Luz è una donna molto carina e attraente, ma mai come la mia Sana. Ha un caschetto di capelli neri che le cadono sul collo, occhi verdi e pelle leggermente abbronzata. Indossa un jeans blu chiaro e una camicetta gialla. Tempo fa mi attirò proprio perché non somigliava a Sana e per me andava benissimo. Quando la lasciai lei sapeva bene che sarebbe stata solo un’avventura con me, ma non avrei mai pensato che dopo tutti questi anni si sarebbe ripresentata in casa mia con un bambino che potrebbe essere mio figlio.
“Dai scendiamo è arrivata.” Mi dice Sana molto distaccata. Apre la portiera e scende dall’auto. Io la seguo e aspetto che faccia il giro intorno la macchina per poter proseguire dentro l’ospedale insieme. Salutiamo Luz con un semplice ciao e andiamo su in reparto.
Mi siedo per aspettare il mio turno e cerco di tranquillizzare la mia ragazza.
“Kurata smettila di torturarti il cervello!”  Le ordino prendendola per mano. Cerca di ribattere ma non lo fa perché sa che ho ragione. Dopo un paio di minuti arriva il mio turno.
 

Finito l’esame mi accomodo di nuovo in sala d’attesa per aspettare l’esito. Luz sembra troppo tranquilla, è convinta che quel bambino sia anche mio figlio. Ricordo a malapena quella notte ma sono sicuro al 100% di aver usato tutti i contraccettivi possibili. Non ho mai avuto rapporti con altre donne senza di quelle cose, tranne da quando sto con la mia Sana. Con lei è diverso, è la donna della mia vita e se un giorno dovesse venirmi a dire che fosse incinta forse, e ribadisco il forse, non mi dispiacerebbe creare una famiglia con lei.
Vedendo tutta quella sicurezza in quella donna inizio a innervosirmi.
“Io vado a prendere qualcosa al bar. Torno subito.” Dice Sana alzandosi.
“Ok.” Riesco a pronunciare solo due parole ma lei non è riuscita nemmeno a sentirle perché già si era allontanata.
Rimaniamo solo io e Luz. Lei mi guarda e inizia a dialogare. “Senti Akito mi dispiace di aver rovinato il vostro rapporto ma io dovevo dirtelo che avevi un figlio. Thomas voleva conoscere suo padre e io l’ho accontentato.”
“Dovevi pensarci prima, ma ora è troppo tardi.” Rispondo in maniera da far trasparire la mia sicurezza, ma con risultati molto scarsi. Spero solo che questa storia finisca subito non ne posso più.
Dopo tanti tentativi di farmi parlare, Luz capisce che è inutile e si arrende. Io mi godo quel poco silenzio che resta. Sana ancora non arriva e so che si sta prendendo del tempo.

Dopo un paio d’ore finalmente esce l’infermiera con i risultati. Il cuore inizia a battermi, Sana è rimasta giù al bar e Luz ha gli occhi che le brillano per la felicità. Se non fosse una donna le avrei tirato un pugno in faccia, non la sopporto più.
Prendo la busta e la apro. Inizio a leggere e mi blocco all’improvviso. In quel momento arriva anche Sana con gli occhi lucidi, sicuramente deve aver pianto. Rileggo di nuovo l’ultima frase e non riesco a credere che il test sia uscito positivo. Quel bambino è mio figlio e io sono padre. Com’è possibile? Sento il cuore fermarsi e il respiro si fa più affannoso. Mi sento soffocare.
 

Pov Sana

Dopo una testa di pianti decido di tornare da Akito, non vorrei che sospettasse che questa storia proprio non mi va giù.
Salgo e trovo Akito intendo a leggere qualcosa. Saranno i risultati. Mi guarda per un attimo e poi ritorna sul foglio.
Dallo sguardo che ha capisco che non va tutto bene. Mi avvicino a lui e aspetto che mi dica che il test sia uscito negativo, ma non lo fa.
Richiude la busta e la mette in tasca. “Poi ci sentiamo, ho bisogno di tempo.” Dice riferendosi a Luz.
Poi mi guarda e mi prende per mano. “Andiamo.”
Io lo seguo e attendo che lui mi parli di quello che ha letto, ma non lo fa. Stringe lo sterzo della macchina fino a farsi vedere le nocche. Faccio un grande respiro e cerco di trovare il coraggio di chiedere.
“Allora, cosa è uscito?” Chiedo il più tranquilla possibile.
Lui non risponde, sembra che non mi senta. Io cerco di insistere ma nessuna risposta. Lo prendo per il viso e lo costringo a guardarmi. I suoi occhi ambrati mi fanno capire tutto, il test è positivo e non ha il coraggio di dirmelo, ma i suoi occhi parlano da soli. Ora ha un figlio con un'altra che non sono io. Il mio peggior incubo si sta avverando.
Sento il cuore farsi in mille pezzi e credo che non reggerò per molto ancora. Cerco di trattenere le lacrime ma sono troppo debole per avere questo tipo di forza, infatti mi cadono dagli occhi veloci come cascate. Non riesco ad accettare questa situazione, credevo di essere più forte ma non lo sono. Sto troppo male anche solo guardarlo.
Lascio il suo viso e lo abbraccio per l’ultima volta. Akito perdonami ma non posso farcela… sarei falsa a starti vicino e ho bisogno del tempo.
Lui mi stringe forte a se ma io mi allontano da lui. “Scusami Akito ma non posso più reggere. Addio. Non cercarmi.” Dico singhiozzando e scendendo dall’auto. Inizio a correre il più veloce possibile e lontano da quel luogo. So bene che se lui mi dicesse di non lasciarlo lì da solo io tornerei indietro per abbracciarlo. Ho infranto la promessa…

Luz hai vinto tu, è tutto tuo. Io mi faccio da parte.

Senza rendermi conto arrivo al nostro gazebo. Questo posto è pieno di ricordi. Ricordo la prima volta che venni in questo posto e lui era qui con me e io gli feci da mamma. A pensarci mi viene da sorridere, è passato cosi tanto tempo da quel giorno. Abbiamo fatto molti progressi d’allora. Ma oggi si è rovinato tutto, grazie a quella donna. Perché proprio ora che io e il mio Akito stavamo passando il periodo più bello della nostra vita? Non è più il mio Akito, devo farmi una ragione.

Dopo essermi sfogata decido di tornare a casa dalla mia mamma. Arrivata a casa mia madre mi accoglie subito dentro. Le spiego la situazione e anche lei è convinta che se uscissi da questa città per un po’ mi farebbe bene. Ordino alla sig. Shimura di andare a casa nostra a prendere le mie cose, io non ce la farei a tornare in quella casa.
Cerco il numero di Fuka e la chiamo. “Pronto?”
“Fuka, ciao sono Sana. Come stai?”
“Oh amica mia! Bene bene e tu? È da tanto che non ci sentiamo, è successo qualcosa?”
La mia amica mi conosce troppo bene, meglio dire il motivo di questa chiamata. “Si hai ragione. Ascolta vorrei venire da te per un po’ che ne dici?”
“Certo casa mia è sempre aperta per voi due.”
“No Fuka verrò sola, Akito non può venire. Poi ti spiego.”
“Ok ma ora mi sto preoccupando. È successo qualcosa di brutto fra voi due?”
Scoppio in lacrime e vorrei tanto confidarmi con lei ma non è il momento adatto e soprattutto non al telefono.
“Oh Sana raccontami. Perché piangi? Che ti ha fatto?”
“No niente scusami. È una lunga storia e ho bisogno di parlare con un’amica.”
“Certo io ci sono per te. Quando vieni ne parleremo.”
“Si. Senti ma non è che darò fastidio a te e Takashi? Non voglio creare disturbi”
“Ma no che dici! Fai le valige e parti. Noi ti aspettiamo ok?”
“Ok grazie Fuka. Ti voglio bene.” “Anch’io amica!” E chiudiamo la telefonata.
 
Il giorno dopo preparo tutte le mie cose in valigia, chiamo Aya e le racconto la storia. Anche lei mi consiglia di andare un po’ fuori Tokio, basta che faccia ritorno.
 
Arrivata in aeroporto saluto mia madre e la sig. Shimura. In lontananza sento delle voci, sono Aya e Tsu. Corro incontro ai miei amici e inizio a piangere di nuovo come una fontana.
“Ehi Sana non piangere. Vai da Fuka e divertiti. Qui ci penseremo noi.”
“Grazie Tsu. Un’ultima cosa…” Akito non deve sapere che a causa sua sto scappando da Tokio.
“Dimmi Sana.”
“Lui non deve sapere che andrò da Fuka.”
“Si non preoccuparti. Ora vai” Do un ultimo abbraccio al mio amico e vado verso l’aereo.
“Sana salutaci Fuka!” Mi urla Aya dietro.
“Certo. Ciao ragazzi ci sentiamo presto!” Detto questo sparisco tra la folla e mi dirigo verso l’aereo che mi porterà da Fuka.
 

Pov Akito
 
Sono rimasto immobile senza fare e dirle niente. Lei mi ha lasciato e io non ho tentato nemmeno di farla restare con me.
Non potevo dirle niente, io ho sbagliato tempo fa e queste sono le conseguenze che devo sopportare. Forse avrei fatto anch’io la stessa cosa, l’avrei lasciata come una stupida, sola senza pretendere nessuna spiegazione. Non ci sono spiegazioni. Io e Luz abbiamo un figlio e Sana si è solo messa da parte.
Torno a casa e non trovo nessuno. Prendo una nostra fotografia e mi vengono a galla tanti ricordi. Forse una parte di me avrebbe voluto trovarti qui, in casa nostra, a dirmi che saresti stata al mio fianco dopotutto quello che ti sto facendo passare. Vorrei essere cosi egoista da chiederti di non scappare da me e che passeremo anche questo momento. Sembra di vivere in un incubo, nel mio peggior degli incubi. Salgo in camera e mi butto sul letto.
Non voglio piangere, un momento fa l’ho persa e quando chiudo gli occhi, il mio amore è sempre qui. Mi addormento con questa fantasia di avere la mia Sana affianco.

Il giorno dopo vado a farmi una passeggiata per pensare a tutto quello che è successo con Sana e con Luz. Qualsiasi luogo che percorro ha che fare con Sana, a ogni passo ci sono stati testimoni che io e lei condividevamo il nostro amore che ormai è andato. Ricordo quella parola, addio, ho avuto un tuffo al cuore e ho capito che è stata la fine della nostra storia.

Cerco di non pensare a quelle parole e torno a casa con la stessa speranza di ritrovarla. Niente, non c’è traccia di Sana. Noto che mancano le sue cose. Salgo in camera da letto e apro l’armadio. I suoi vestiti non ci sono più, ha portato via tutto. Sul cuscino c’è un biglietto rosa. Lo apro e inizio a leggerlo:
Caro sig. Hayama, la sig.na Sana ha deciso di prendersi una pausa da Lei e da questa città. Non la cerchi, se sarà il destino tornerà da lei. Saluti dalla sig. Shimura.

Mi siedo scioccato da quello che ho appena letto. Sana partirà e non posso fare niente per impedirlo. La sig. Shimura ha ragione, se è destino lei tornerà da me.
Non posso continuare cosi con queste false speranze, so già che non tornerà, è inutile sperare in un suo ritorno, mi dovrò accontentare del suo ricordo.
Ok Akito riprenditi e non guardare indietro. Ora hai un figlio da conoscere e da mantenere.
 
Ciao a tutti, sono ritornata con questo ultimo capitolo di questa storia. Farò un seguito non vi preoccupate! Perdonatemi per tutto questo ritardo e spero che vi piaccia! Un bacio e grazie a tutte! :-*
 
  
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