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Autore: MinorityVicious    14/06/2013    4 recensioni
« Perché continui ad amarmi? Non capisci che per me non c'è più speranza? Perché non mi lasci in pace? »
Un altro sospiro, basso e malinconico.
« Anche se morirai... anche se non potrò più vedere i tuoi occhi, anche se non potrò più baciarti, toccarti, ridere e piangere insieme a te, nulla m'impedirà mai di amarti per l'eternità! »
[MikexBillie]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Campi Di Grano




Il cielo era plumbeo, scuro, prossimo ad un acquazzone.
L’odore della pioggia si sentiva greve nell’aria, che sferzava imperterrita sul viso stanco di Mike.
Non una lacrima scendeva dai suoi occhi, le cui iridi cristalline richiamavano il colore del mare davanti a sé.
Il suo sguardo era perso tra le onde, che portavano con loro l’odore della salsedine.

<< Perché sei così ostinato? >>

La voce di Billie arrivò alle sue orecchie come un sordo lamento, e Mike cercò d’ignorare la domanda dell’amico.
Si inumidì le labbra secche, coperte appena da una sciarpa leggera, lasciandosi andare all’ennesimo sospiro.
Billie restò in attesa, con lo sguardo basso puntato sulle sue Converse nere.
La vita gli aveva tolto tutto.
Il padre, la madre, la moglie, i figli, e adesso gli stava portando via perfino l'esistenza stessa.
Mike fece un sorriso amaro, riflettendo su quanto il destino potesse essere infame e beffardo.
Il famoso leader dei Green Day, il musicista bello e dannato, il desiderio di chiunque, una delle voci più incantevoli che avessero mai toccato un microfono, stava lentamente morendo.
La leucemia gli era stata diagnosticata mesi prima, dopo lunghi giorni di agonia e dolori a cui nessuno era riuscito a trovare una spiegazione. Non subito, almeno.
La notizia aveva colpito Mike come una secchiata d’acqua gelida, e non ricordava neppure cosa fosse avvenuto dopo.
Da quello che gli avevano detto, aveva avuto una crisi ed era stato portato in ospedale.
Mike non ricordava nulla. Semplicemente si era svegliato in un letto bianco e spoglio, circondato solo dalla sua presenza.
Aveva pianto, per ore intere, fino a sentir male agli occhi.
Billie. Il suo adorato Billie.
Non poteva credere a quello che aveva scoperto. Non voleva crederci.
Lui. Il suo amore, la sua luce, il suo tutto. L’uomo che aveva amato per anni senza essere mai corrisposto, con cui aveva condiviso gioie e dolori, stava per spegnersi per sempre.
Una piccola lacrima minacciò di scendere dai suoi occhi chiari, ma si sforzò di ricacciarla indietro.
Strinse le maniglie della carrozzina. Non avrebbe pianto davanti a lui.
Billie si ostinava a tenere lo sguardo basso.
Era irriconoscibile su quella sedia a rotelle, i capelli ridotti quasi a sottili fili scuri e gli occhi vacui.
La scintilla che li aveva sempre distinti, quel barlume di vitalità e lussuria che aveva da sempre incendiato i cuori dei fan, sembrava essere sparita nel nulla.
Restava solo un corpo inerme e minuto, con le ossa spaventosamente visibili sotto la pelle pallida.

<< Perché continui ad amarmi? Non capisci che per me non c'è più speranza? Perché non mi lasci in pace? >>

Ancora un sospiro, basso e malinconico.
Mike non staccò gli occhi dal mare, né rispose subito.
Sentì Billie tremare, ma non di freddo. Provò ad osservarlo, trovandolo con le mani strette a pugno, i denti conficcati quasi a sangue nella carne del labbro inferiore, e gli occhi intrisi di lacrime.
Piangeva in silenzio, quasi volesse impedire ai suoi singhiozzi di spezzare l’incanto di quel momento, del rumore delle onde che sbattevano sugli scogli e del cinguettio degli uccellini che si affrettavano a trovar riparo, a causa della pioggia imminente.
Attendeva una sua risposta, sebbene -forse, chissà- la conoscesse già.
Mike non voleva lasciarsi andare alla disperazione, perché se avesse permesso alle sue emozioni di surclassare il suo autocontrollo, sarebbe stata la fine.

<< Anche se tu morirai... anche se non potrò più rivedere i tuoi occhi, anche se non potrò più ridere e piangere con te, anche se non potrò più toccarti, abbracciarti o baciarti... nulla mi impedirà di amarti per l’eternità. >>

Sussurrò Mike all'orecchio di Billie, prima di fargli girare il viso verso di lui e baciargli le labbra morbide.

* * * *


Mike aveva sempre coltivato un amore spropositato per quei campi di grano, poco distanti da casa sua.
Amava correre e sentire le spighe che sbattevano sulla pelle nuda delle sue braccia, sentire il sole che quasi infuocava i suoi occhi e buttarsi a terra stremato.
Rideva, rideva e rideva.
Amava soprattutto portare Billie con sé, e amava anche sentirlo mentre si lamentava dei suoi strani gusti in fatto di divertimento.
Eppure Billie lo seguiva, e insieme correvano in quei campi dal colore del sole.
E ridevano, ridevano e ridevano.
Fu proprio tra quelle spighe, mentre erano poco più che adolescenti, che Mike gli confessò il suo amore.
Ricordava ancora come i suoi occhi verdi si erano aperti dallo stupore, come una rosa in procinto di sbocciare, e di come le sue gote avevano assunto le sfumature del tramonto.
Non aveva detto niente, non aveva proferito una sola parola.
Aveva solo abbassato lo sguardo imbarazzato, e Mike l’aveva spinto ad alzare gli occhi verso di lui.
L’aveva baciato. Una, due, tre volte.
Avrebbe baciato le labbra di Billie all’infinito, senza stancarsi mai.
Gli avrebbe urlato il suo amore fino alla fine dei suoi giorni, se necessario.
Ma la vita non è una fiaba, e non tutto va per il verso desiderato.
Billie non condivideva il suo amore, ma nulla avrebbe impedito a Mike di continuare a sperare.
Per gli anni successivi, tornarono ancora nei campi di grano, e altrettante volte Mike provò a baciarlo.
Billie era imbarazzato, nuovo a quel genere di cose, ma non sentiva altro se non profondo affetto per il suo amico.
Non voleva neanche illuderlo di un possibile domani diverso, eppure Mike si ostinava a non voler arrendersi.
Ti prometto che prima o poi riuscirò a farti innamorare di me!’ gli aveva detto con un sorriso, in un fresco giorno di Primavera.

Nell'Ottobre del 2004, però, Billie smise improvvisamente di andare a casa di Mike.
Attese il suo arrivo con trepidazione, per giorni interi, ma dell’amico nemmeno l’ombra.
Passarono le settimane, i mesi, finché un giorno Billie bussò alla sua porta.
Mike non gli chiese nulla, semplicemente lo strinse a sé e si mise a ridere, sebbene sentisse le lacrime pungergli gli occhi.
Di nuovo tornarono nei campi di grano, ma Billie non aveva più la stessa agilità di un tempo.
Si sdraiarono entrambi a terra, ma solo lui aveva il fiatone, mentre Mike sprizzava energia.
Billie era inquieto. Il suo stato d’animo era palpabile, e non ci volle molto a capire che qualcosa non andasse.

<< Mike... sto morendo... >>

Aveva detto, con le iridi smeraldo puntate verso il cielo, mentre gli raccontava dei mesi passati in ospedale a fare visite su visite, e del fatto di non avergli detto niente per non allarmarlo.
Mike avrebbe voluto piangere, urlare al cielo la sua disperazione, ma non fece nulla di tutto questo.
Prese la mano di Billie e la strinse forte, tanto che l’amico si ritrovò ad osservare due dolci iridi azzurre che lo guardavano con amore.

<< Qualsiasi cosa succederà, io ti starò sempre vicino. >>


* * * *


Quando si ama davvero qualcuno, ci si fa in quattro pur di vedere la persona in questione felice.
A volte tendiamo a dimenticarci di noi stessi, pretendendo che il nostro amore sia ricambiato da chi, invece, non ci considera altro che amici.
L’essere umano è di natura masochista, e molto, molto egoista.
Il più delle volte mascheriamo queste nostre oscure personalità, prendendo quasi in giro noi stessi.
Ma nel tanto disperato quanto ricercato campo dell’amore, non c’è niente di peggio di un amore non corrisposto.

Mike era perso ancora in quel limbo, e osservava la figura minuta di Billie sdraiata sul letto dell’ospedale.

Come sempre, aveva insistito per accompagnarlo a fare l’ennesima operazione, e aveva sbraitato contro gli infermieri che gli avevano chiesto di lasciare il paziente in camera da solo.
Non l’avrebbe mai abbandonato.
Lo aveva promesso. Gli aveva promesso che gli sarebbe stato sempre vicino.
Billie mosse debolmente una mano, portandola sul viso dell'amico.
Mike la strinse forte, cercando di trattenersi dallo stringere a sé il corpo dell’amato.

<< Mike... >>

La sua voce era un flebile sussurro, i suoi occhi cerchiati da delle occhiaie scure e il viso scavato e pallido.
Per Mike, però, rimaneva sempre il solito Billie, con gli occhioni grandi e pieni di amore, e le guance morbide come quelle di un bambino.
Le labbra di Mike tremavano, così come il corpo era un fremito continuo.

<< Mike... grazie per il tuo amore... >>

Fece lui, prima di chiudere stancamente gli occhi, donandogli un ultimo e dolce sorriso.
Non riuscì più a trattenersi.
Senza che se ne accorgesse, le lacrime cominciarono a solcare il viso di Mike, e andarono ad infrangersi sul pavimento.
Pianse, pianse, pianse per ore, con la mano di Billie stretta sulla guancia umida.
Urlò il suo nome a squarciagola, ignorando l’equipe di medici arrivati in suo soccorso, che cercavano in tutti i modi di allontanarlo da lui.
La gola gli bruciava, come se avesse ingerito una bevanda a base di fuoco, e gli occhi erano ormai rossi e gonfi.
Ignorò tutto questo, continuando ancora a piangere e a piangere, fino a non avere più un filo di voce, fino a non sentire più una goccia d’acqua scendere dai suoi occhi.
Si stese sul pavimento della stanza dove prima c’era Billie, in posizione fetale e con la faccia premuta a terra.
Degli infermieri lo tirarono su a fatica, facendogli le condoglianze e dispiacendosi per quella perdita.
Quanta ipocrisia nei loro sguardi, che vedevano morti praticamente ogni giorno.
Cos’era Billie per loro, se non uno dei tanti?
Allontanò di malo modo i medici che ancora lo tenevano per le braccia, correndo fuori da quell’ospedale diventato ormai opprimente.
Corse, corse, corse lontano, fino a ritrovarsi nei suoi amati campi di grano.
Pioveva a dirotto, come se anche il cielo stesse piangendo la sua morte.
Le spighe gli frustavano la pelle, la faccia, le gambe, ma lui non sentiva dolore.
Si buttò a terra fradicio e stremato, di schiena, con gli occhi azzurri rivolti verso il cielo.
Lo stesso cielo che, fino a poco tempo prima, condivideva con Billie.
Si asciugò le lacrime e cercò di riprendere un respiro regolare.

<< Guarda quel nuvolone, Billie! Sembra quasi una chitarra! >>

Disse con un mezzo sorriso, ricevendo in risposta solo il sibilo del vento.
Si voltò alla sua destra, sperando di incontrare gli occhi di Billie, ma quel che vide furono solo spighe, spighe e ancora spighe.
Un altro sorriso, amaro, e di nuovo tornò con gli occhi verso il cielo.
Per i giorni successivi, Mike ripeté lo stesso rituale.
Delle volte gli sembrò addirittura di vederlo, bello come il sole e con un sorriso radioso, sdraiato accanto a lui a guardare le nuvole e a cercare le forme più assurde, come i bambini.
Nessuno osava dire niente a Mike, né si azzardava a farlo desistere dal continuare a farsi del male in quella maniera.
Lui in quei campi si sentiva bene, perso nei suoi sogni e nelle sue speranze.
E come tanti anni prima, avrebbe continuato a ridere, a piangere e a ridere di nuovo, con l’illusione di avere ancora Billie stretto tra le braccia.



Fine


Fiction nata in un momento di profonda depressione. Diciamo anche che ascoltare Hide and Seek (link) mentre scrivevo, non ha aiutato per niente il mio stato d’animo, già di per sé vacillante! D’:
Anyway, spero comunque che vi sia piaciuta!
Alla prossima!

Rage&Love
   
 
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