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Autore: Hiros    14/06/2013    8 recensioni
{ long-fiction | STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA e in revisione }
Spesso i momenti felici non durano per sempre; spesso, quando meno ce l’aspettiamo, quelli brutti prendono il sopravvento all’improvviso, scombussolando la vita di tutti i giorni, e questo, sia Fine che Rein, amiche d'infanzia separate dal triste giro del destino, lo sanno bene, ma faranno di tutto per riconquistare tutto ciò che avevano perso, anche a costo di dover scoprire verità sconcertanti.
Il solo suono del vento in quel momento, prese il sopravvento e quegli occhi si soffermarono impassibili sull’altalena. Essi rimanevano come attaccati ad osservare l’oggetto, e il cigolio di quest’ultimo, all’inizio semplice e basso, cominciò ad essere più strano e forte. Una musica ipnotizzante si propagò nell’aria e una grande ansia cominciò a diffondersi nella bambina.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Rein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vite finite - Un’aldilà misterioso
Ricordi



 
Gli occhi curiosi di una bambina volteggiarono per quel paesaggio magnifico, alla ricerca forse di qualcosa o qualcuno che non riusciva a vedere.
Un enorme campo verde, illuminato da un semplice tramonto arancione, si estendeva dinanzi a lei e accanto, sulla collina, un’altalena dondolava cigolando.
Il solo suono del vento in quel momento prese il sopravvento e quegli occhi si soffermarono impassibili sull’altalena.
Essi rimasero come attaccati ad osservare l’oggetto, e il cigolio di quest’ultimo, all’inizio semplice e basso, cominciò ad essere più strano e forte.
Una musica ipnotizzante si propagò nell’aria e una grande ansia cominciò a diffondersi nella bambina.
Poi, tutto cessò di colpo e gli occhi della bambina poterono ricominciare a muoversi.
 

«Ieri l’ho rivista» disse una bambina dai capelli e occhi rossi che, seduta a tavola, mangiava di gusto gli spaghetti al pomodoro come solo sua madre sapeva fare.
Davanti a lei, un bambino dai capelli blu come la notte e gli occhi del medesimo colore che assomigliavano all'oceano, poichè di una sfumatura più chiara, sbuffò.
«Interessante! E com’è andata?» le chiese quest’ultimo, accennando un sorriso sarcastico. La bambina gonfiò le guancie irritata, possibile che la dovesse sempre prendere in giro?
«Sei uno stupido, devi sempre prendermi in giro!» rispose arrabbiata, sbattendo le manine sulla tavola. «Perché non mi credi mai?!» chiese alterata e anche un po’ triste. Sempre così, nessuno le credeva, soprattutto lui.
«Perché quello che dici è assurdo, ma sei completamente convinta delle tue parole» disse noncurante il blu, girandosi tra le mani la forchetta e addentando un pezzo di pane.
«Sei. Davvero. Antipatico!» e con queste ultime parole, la rossa si alzò dalla sedia e si avviò verso la sua camera.
Intanto il bambino dagli occhi oceanici, noncurante, continuò a sbuffare e a mangiare; Sempre la solita storia, si ritrovò a pensare.


Qualche anno dopo.

«Non credi sarebbe meglio chiedere aiuto?» una ragazza dai capelli turchesi e occhi del medesimo colore, se ne stava sdraiata su un divano di pelle grigio, intenta a dipingersi le unghie di blu scuro.
Accanto a lei, seduta sul tavolo da pranzo, una ragazza dalla chioma mora e occhi viola simili a uno smeraldo, le rispose «Non saprei. Tu cerca di fare la brava e stare ferma, abbiamo risolto la questione già una volta, ce la rifaremo» sorrise.
La turchese la guardò poco convinta e la mora quindi, le fece l’occhiolino «Dai, non preoccuparti» scese poi dal tavolo e con un ultimo cenno della mano, se ne andò.
«Non ne sono convinta, questa volta sarà diverso» disse tra se e sè la turchese sospirando, guardando fuori dalla finestra il cielo coperto da grossi nuvoloni neri.
 

Una ragazza dai capelli cremisi e occhi del medesimo colore era seduta su un’altalena - la sua preferita - e piano si dondolava.
Quel posto era magico per lei; conteneva tanti ricordi della sua infanzia e il silenzio, accompagnato da quel vento che soffiava delicato, rendeva tutti i momenti in quel luogo molto rilassanti.
L’altalena su cui era seduta era il ricordo che non moriva di una sua cara amica, ma lo era anche dell’ultima volta in cui la aveva vista, lo stesso giorno in cui sparì completamente.
Preferiva sempre non ricordare quel particolare; ogni volta la sua disperata richiesta d’aiuto e il cigolio fastidioso dell’altalena, ipnotizzante e ansioso, si affacciavano sempre alle porte della sua mente. No, preferiva non pensarci.
La rossa saltò giù dall’altalena e dopo aver osservato per qualche secondo il tramonto che andava giù scomparendo sull’orizzonte, si incamminò prendendo il sentiero che portava ai piedi della collina, verso casa.






 
» NOTE AUTRICE :
Sera a tutti, sono la vecchia redmoon_sweetlove, ma ho cambiato nick. Ho cancellato l'altra storia per scrivere questa, che mi piace di più. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate della storia e quali errori ho fatto. Aggiornerò ogni venerdì, a partire dalla prossima settimana. Tanto è estate, viva la libertà!
Con questo vi saluto. Un abbraccio. P
s: il titolo è forse provvisorio.

× Redy
   
 
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