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Autore: Linny    30/12/2007    1 recensioni
Antefatto de "Lo Specchio Dell'Anima"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25

Capitolo più lungo rispetto ai precedenti, per farmi perdonare del lungo ritardo nell'aggiornamento!

Grazie a tutti coloro che hanno commentato Sole e Luna! Un bacione e...

AUGURI DI

BUON ANNO!!!

Capitolo 25

Yumi si svegliò presto quella mattina, e come ogni giorno da quando era tornata appena vedeva attorno a sé la stanza in cui era mancata per tanti anni, non poteva evitare la gioia che le solleticava l’animo. Dio se le era mancata. Era a casa! Mai in tutta la sua vita aveva sentito un posto appartenerle più dei territori di Yoko, più di quella stanza, nonostante quello che lui le aveva fatto.

La volpe balzò giù dal letto ed dopo una rapida doccia afferrò una divisa della milizia del fuoco, era riuscita a convincere il kitsune a lasciargliela indossare, non sapeva nemmeno lei il motivo per cui si era affezionata a quelle vesti, ma forse era fin troppo semplice per essere anche solo preso in considerazione: lì era dove aveva trovato sé stessa. La Yumi che poteva esistere anche se lontana da lui.

Aveva lottato, lo aveva fatto unicamente per trovare la forza per affrontare il mondo, per trovare la forza di tornare da Yoko a testa alta.

Non era più la mocciosa che correva di nascosto sulla tomba del fratello e che si dilaniava per i sensi di colpa. Eppure in fondo all’animo, anche se solo per una piccola parte, lo era. Si. Era ancora la ragazzina che amava quello spettro dall’aspetto fiero, nonostante tutto il dolore che gli provocava solo per divertimento.

Prima di uscire dalla camera sistemò attentamente i pugnali nelle relative guaine, mai sarebbe andata da qualche parte senza, in troppe occasioni le avevano salvato la vita. Un’ombra attraversò il suo viso. Quanto tempo era passato da quando era rimasta sola? Scosse la testa come per scacciare quel pensiero ed aprì di scatto la porta, uscì e la richiuse alle spalle appoggiandocisi con la schiena.

Respirò profondamente, doveva andare alla sala riunioni come ordinato, ci sarebbe stata anche lei? Fece una smorfia, mentre a stento riusciva a trattenere un brivido. Raiha.

Colei che stava sempre assieme a Yoko.

Colei che placava la lussuria di Yoko.

Colei che aveva preso il suo posto, o che comunque il posto che le sarebbe spettato.

La odiava. Non aveva mai provato un sentimento tale per nessuno. Le iridi sabbiose si illuminarono di una luce tetra, mentre la volpe iniziava a percorrere il corridoio. In quel momento però non aveva tempo per la gelosia. C’era una guerra alle porte. Da quello che aveva sentito, Yoko voleva iniziare una guerra per estendere ulteriormente il proprio dominio, verso nord. E ciò voleva dire solo una cosa: ci sarebbe stato un vero spargimento di sangue tra i due schieramenti.

Arricciò il naso al pensiero. Come in tutte le altre fantastiche idee del kitsune, quali erano razzie ai danni di potenti youkai, lei sarebbe stata in prima linea assieme agli altri due soldati che avevano un rango superiore a tutti i demoni che costituivano le milizie di Yoko. Da quando era tornata, l’esercito era stato suddiviso in tre schiere guidate da: lei; Kuronue e Yomi.

Ma quella sarebbe stata la prima volta in cui si sarebbe vista coinvolta in una vera guerra. Era paura quella che le scorreva nelle vene? Forse, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Entrando nella sala delle riunioni, di cui porta era aperta per permettere a tutti coloro che dovevano partecipare al concilio di accomodarsi, Yumi fece viaggiare lo sguardo su tutti i volti presenti in quella grande stanza. Alzò la mano com’era solita salutare Kuronue, e gli si avvicinò sorridendo.

-Yoko non è ancora arrivato?- chiese la volpe quando fu di fronte allo youkai

-Così sembra- rispose vago lui evitando le iridi sabbiose indagatori

La ragazza gli si avvicinò maggiormente serrando i denti ed emettendo un ringhio che fece voltare coloro che erano vicini abbastanza da sentirlo. Con un gesto fulmineo gli afferrò il colletto della tuta da combattimento nera e lo avvicinò maggiormente a sé.

-È con quella?- domandò con rancore stringendo maggiormente la stoffa

-Calmati adesso Yumi- le sussurrò lo youkai –Stai solo facendo il suo gioco. Possibile che tu non te ne renda conto?-

Con gli occhi spalancati lasciò andare la presa, aveva giurato di non farsi prendere dalla gelosia, eppure eccola là a pensare di nuovo a quella dannata gatta.

-Quel bastardo- ringhiò la ragazza dai lunghi capelli –Me la pagherà!-

Fissò con astio Kuronue poi voltandogli le spalle si diresse quasi correndo verso l’uscita della sala.

-Aspetta!- gridò lo spettro inutilmente, ormai si era già allontanata.

Yumi percorreva con passo spedito lo stesso percorso che solo poco tempo prima fatto nel verso contrario. Come osava quel maledetto? Ma soprattutto come osava quella puttana! A stento riusciva a trattenere il proprio youki mentre ormai in preda alla rabbia più profonda si stava dirigendo verso la stanza del kitsune.

Al suo passaggio i demoni che fungevano da servi in quel palazzo da centenni e che non possedevano una grande forza furono spazzati via. Annientati dal solo contatto dell’aura che la volpe dorata emanava. Chi fu più fortunato e veloce si scostò o andò a nascondersi. Quella ragazza faceva paura, forse più di quanto ne avesse mai fatta il padrone di casa.

In breve tempo Yumi si ritrovò davanti ad una porta di legno massiccio pitturata di bianco e decorata in oro con forme arcaiche. Aprì la mano destra concentrando parte di youki fino a renderlo visibile sottoforma di una sfera, mentre con l’altra afferrò il pugnale contenuto nella guaina fissata dietro la schiena. Senza il minimo sforzo la lama dell’arma intuendo lo stato d’animo della sua dominatrice divenne di un blu intenso come mai era successo prima.

La sfera d’energia andò a colpire la serratura, Yoko avrebbe dovuto metterne una nuova appena possibile. Spalancò la porta e rimase pietrificata per una manciata di secondi. Yoko era nudo sopra di lei. E quella sgualdrina ansimava aggrappandosi alle lenzuola senza il minimo ritegno.

Un senso di nausea si impossessò dell’allieva del kitsune mentre con la mano libera afferrò il rimanente pugnale. Lo youkai argentato sorrise notando l’interferenza della ragazza, ed il piccolo ghigno si trasformò in una risata quando rotolando schivò il pugnale che dava l’impressione di reclamare sangue. Yoko si allontanò da Raiha e dopo essersi messo a carponi sul letto si avvicinò alla kitsune dorata.

-Sei venuta per unirti a noi?- domandò sorridendo lui –Se l’avessi saputo prima ci saremmo divertiti tutti insieme- aggiunse allargando il ghigno.

-Dannato figlio di puttana!- ringhiò Yumi tentando di colpirlo di nuovo con entrambi i pugnali

Doveva morire! Doveva soffrire come un cane! Quel bastardo infame, quello stronzo maledetto doveva…improvvisamente la ragazza si bloccò ricordandosi della presenza di un’altra persona in quella stanza. Di un’anima che meritava una morte lenta e dolorosa alla pari, se non peggio, dello spettro argentato.

Tremante ed infastidita per quell’interruzione, Raiha giaceva sulla sponda del letto avvolta dal lenzuolo di seta. Fissava con rancore quella volpe pazza, e nel contempo ne temeva lo youki che ancora aleggiava minaccioso nella stanza. Ma appena notò le iridi ocra fissarsi sulle proprie, la gatta rabbrividì.

Yumi ignorò la provocazione del suo maestro, salì in piedi sul letto per scaraventarsi poi sulla neko che lanciò un grido ed implorò aiuto a Yoko, il quale divertito si adagiò meglio sul letto per gustarsi la scena, ridacchiò pensando che se avesse saputo prima che sarebbe mai potuta accadere una cosa del genere avrebbe benissimo fatto in modo che le due donne si trovassero nella stessa stanza già tempo addietro.

La volpe lasciò cadere i pugnali sul soffice letto per afferrare il collo della gatta dai riccioli rossi tra le mani ed iniziare a stringere con tutta la sua forza, mentre il suo youki le circondava con una potenza tale da rendere l’aria quasi inspirabile. La stava strangolando. Aveva già ucciso in più di un’occasione, ma mai aveva pensato a quanto fosse inebriante sentire sui propri polpastrelli il flusso del sangue che scorreva nelle vene.

-Smettila Yumi- disse la volpe accarezzandole i lunghi capelli dorati

Come risvegliata da un incantesimo, la ragazza lasciò andare lentamente la presa, ma appena sentì Raiha tossire mormorando tra una boccata d’aria e l’altra apprezzamenti poco fini nei suoi confronti, con un mezzo sorriso afferrò il primo pugnale che trovò al suo fianco e lo conficcò nel braccio della gatta, la quale ormai senza energie di qualsiasi tipo svenne dal dolore.

-Te la sei cercata, sgualdrina- sibilò la kitsune fulminandola con gli occhi

Yoko fece scorrere le dita lungo la stoffa che ricopriva la schiena della sua allieva e con forza le afferrò la mano tirandola verso di sé. Con gli occhi spalancati la ragazza sentì le tiepide labbra della volpe appoggiarsi sul suo collo, rabbrividì di piacere.

-Bastardo…- sussurrò con voce roca lei

Doveva odiarlo per quello eppure non poteva. Lo amava troppo.

-Che schifo!- gridò Yumi allontanandosi talmente rapidamente da impedire a Yoko di trattenerla –Ci provi con me dopo essere stato con quella?- domandò con disgusto strofinando le braccia con le mani per togliere la pelle d’oca che le aveva provocato il solo pensiero –Va a farti un bagno prima!-

Yoko sorrise, lei era cambiata. Qualsiasi cosa le fosse successa nelle terre del fuoco l’avevano resa diversa anche se a volte impercettibilmente. E dopo mesi dal ritorno della volpe dorata, lo spettro, si ritrovò a pensare a quanto le fosse mancata. Ridacchiando si stiracchiò e scivolò fuori dal letto anche se con rammarico.

Guardando il suo youkai preferito, nella mente di Yumi balenarono le parole di Kuronue. Stava facendo il suo gioco? Ottimo, se la partita era quella non si sarebbe tirata indietro. Avrebbe giocato fino alla fine.

-Fermati Yoko- sussurrò lei sgattaiolando giù dal letto ed abbracciandolo da dietro

La pelle sudata della volpe emanava calore, constatò la ragazza arrossendo un poco.

-Dobbiamo andare alla riunione. Domani ci sarà una guerra- mormorò con tristezza lei

Yoko si voltò e la baciò, appena percepì che le gambe della ragazza stavano per cedere la prese tra la braccia e la ributtò sul letto. Quella mocciosa piombata nella sua vita senza permesso era ormai una delle più subdole droghe.

-Al diavolo la riunione- rispose lui più a sé stesso che ad altri

-Morirei per te, lo sai?- domandò Yumi fermandogli il viso tra le mani –Giurami che non mi lascerai da sola. Giurami che qualsiasi cosa succederà tu mi seguirai. Giuralo-

-Se è per te lo faccio volentieri- sussurrò tra i denti lo spettro ed afferrando il pugnale rimasto sulle lenzuola passò la lama sul palmo della mano –Lo giuro sul mio sangue-

A quelle parole Yumi lo baciò per poi tirargli una gomitata nello stomaco. Non si era dimenticata della presenza di troppo in quella stanza, o meglio, in quel letto. E non si era di certo scordata della riunione. Quello Yoko doveva darsi una regolata!

-Togliti- ringhiò la ragazza –Dobbiamo andare, mio Signore!- aggiunse sussurrando tra i denti quasi con scherno strisciando nuovamente via dal letto ed aggiustandosi le vesti

-Yumi- mormorò serio il kitsune –Che fine ha fatto Kiemon?- non sapeva perché le aveva fatto quella domanda proprio in quel momento, ma di una cosa era sicuro doveva saperlo

-L’ho ucciso- rispose con noncuranza la ragazza mentre con un ghignò sfilò il pugnale dal braccio di Raiha che giaceva ancora senza sensi

Kurama si rivestì ed uscì dalla propria stanza seguito dalla sua compagna, nessuno dei due fiatò durante il tragitto, eppure c’erano ancora tante domande senza risposta, tante domande rimaste ancora una volta tacite da entrambi i lati.

Improvvisamente i mormorii nella sala cessarono quando dalla porta apparvero le figure di Yoko e Yumi.

-Vedo che ci siamo tutti- si complimentò lo spettro argentato –O quasi-

Ogni sguardo andò a posarsi su quell’unico posto vuoto. Yomi non c’era. Kuronue rabbrividì, ormai non poteva più fare nulla per l’amico. Quella volta niente al mondo lo avrebbe salvato dalla vendetta del gelido kitsune.

La riunione durò relativamente poco, tutto era stato deciso nei dettagli, nulla era stato tralasciato, anche la sezione dell’esercito di Yomi era stata ripartita adeguatamente.

-Potete andare- annunciò Yoko alzandosi –Voi due restate- sussurrò fissando la sua allieva ed il demone che gli era stato al fianco da decenni

Nella sala che fino a qualche minuto prima era stata testimone di una riunione che avrebbe stabilito il futuro di quel regno, ora regnava l’assoluto silenzio. I tre che erano rimasti si fissavano guardinghi o scettici.

-Bene Kuronue, dov’è finito quell’idiota?- domandò con una smorfia Yoko giocherellando con la rosa che teneva nella mano

-A fare un’incursione- sussurrò intimorito il demone –Un grande tesoro sembra essere nascosto in un castello diroccato non molto lontano da qui-

-Capisco- mormorò atono la volpe –Così ha deciso di andare. Bene. Chiama Yujikin, fallo venire da me immediatamente-

-Si- rispose prontamente lo spettro per poi allontanarsi il più velocemente possibile

E così erano rimasti solo loro due. Sul volto del kitsune apparve un nuovo ghigno. Ora che la riunione era finita potevano riprendere da dove erano rimasti!

-Yoko…- sussurrò languida la kitsune intuendo i desideri del suo demone, il quale senza dire nulla riprese a baciarle il collo

-Yoko?- domandò chiudendo gli occhi per far pressione al suo autocontrollo

-Che vuoi?- chiese di rimando scocciato per aver dovuto interrompere quel contatto con la candida pelle anche se solo per un attimo

-Non ti sei ancora fatto un bagno! Ecco cosa c’è!- ringhiò Yumi

   
 
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