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Autore: Hece    15/06/2013    1 recensioni
"Ecco. Lo sapevo, non poteva che accadere a me.
Cosa ho fatto nella mia giovane vita da meritare il più crudele, brutto scherzo del destino?
Chi lo sa.
Non l'ho chiesto mica io di essere come sono.
Dicono che ciò che si semina si raccoglie.
Non credo di aver meritato questa vita. "
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ecco. Lo sapevo, non poteva che accadere a me.
Cosa ho fatto nella mia giovane vita da meritare il più crudele, brutto scherzo del destino?
Chi lo sa. 
Non l'ho chiesto mica io di essere come sono. 
Dicono che ciò che si semina si raccoglie.
Non credo di aver meritato questa vita. 
 
"Mi sento come.. come.. Non lo so come mi sento. So solo che vorrei che tutto ciò che è accaduto fosse un brutto sogno e, sinceramente, vorrei risvegliarmi al più presto."
Pensai. Sapevo bene cosa mi stesse succedendo, ma non volevo proprio ammetterlo. Come potevo diventare qualcosa che tanto odiavo?
Seduto sulla piccola spiaggetta chiusi gli occhi, mentre la luce tenue del crepuscolo stava ormai cedendo il posto alla luce fioca della luna. Restai li fermo assaporando quel che, sapevo, erano le ultime ore della mia vita. Quella umana, perlomeno.
A quel pensiero aprii gli occhi e mi guardai attorno. Ero solo. 
Alle mie spalle insorgeva dalla terra una piccola casa. Non so perché, forse per la grandezza o per l'aspetto, ma mi ricordava una capanna. Li mi ero risvegliato dopo la mia morte. Ebbene si, ero morto. Gli uomini della città mi avevano sparato perché avevo tentato di salvare la vita ad una vampira. La mia vampira: Katherine. 
Io l'amavo e lei amava me, o almeno così affermava che fosse. Sapevo che stava anche con Stefan ma non me ne importava. L'unica cosa che desideravo era di stare con lei per tutta la mia vita. Non avrei mai immaginato che sarei diventato un bevitore di sangue, non dopo la sua morte. Che senso aveva essere un assassino immortale senza lei al mio fianco? Nessun senso. Mi alzai dalla sabbia ormai all'ombra per rientrare. Mi misi a sedere sul letto abbassando lo sguardo malinconico. Tutta la stanza, l'unica stanza, era illuminata da una decina di candele sparse un po' di qua e un po' di la. Mi appoggia con tutto il corpo al letto, facendo aderire ogni parte al materasso. A pancia in su, mi appoggia le mani sullo stomaco e incrociai le gambe. Guardavo il soffitto. Cercai di concentrarmi sulle venature del muro, li dove era rotto. Una lacrima mi rigò il viso. La tristezza, che provavo per aver perso l'amore della mia vita, s'impossessò di me e fece della mia persona un inutile corpo senz'anima. Col cuore in frantumi, e ancora palpitante nonostante tutto, mi addormentai. 
La mia morte era vicina, non avevo intenzione di completare la trasformazione. 
Aprii gli occhi nel lungo in cui mi ero addormentato, sorpreso di essere ancora vivo. Non sapevo che ore fossero e quanto avevo dormito. Al mio fianco, su di una sedia, sedeva mio fratello, Stefan. Il suo viso era diverso, più attento. Mi faceva paura in un certo senso. A quel punto capii: aveva completato la trasformazione.
-Bentornato nel mondo dei vivi, dormiglione!-
Mi disse mio fratello. 
_Stefan, come hai potuto?_
Domandai. Mi alzai di scatto, mettendomi a sedere. Ero confuso e ancora un po' assonnato. Mi sorrise come se fosse fiero di se. Non era più mio fratello. Ma se io ero ancora vivo allora..
_Come mai sono ancora vivo?_
Domandai sospettoso.
-Non lo sarai ancora per molto, se non ti nutri.-
Lo guardai scioccato. 
_Come puoi averlo fatto? Tu non sei più mio fratello, non quello che conoscevo._ 
Gli dissi accusandolo. 
-Oh, andiamo! Non dirai sul serio? Questa è la cosa migliore che mi sia mai accaduta e credo che dovresti provarlo anche tu..-
_Oh, suvvia. Dimmi che scherzi!_
Non ottenni risposta. Dal suo sguardo capivo che non era uno scherzo, altroché! Era.. Felice. Felice di essere diventato un mostro! Il mio fratellino era diventato un succhia-sangue senz'anima e voleva portarmi con lui nel mondo della notte e delle tenebre. No, non era più mio fratello. 
Mi alzai di scatto dal letto e mi diressi verso la porta.
-Dove stai andando, Damon?-
_A farla finita._
Gli risposi secco. Avevo deciso: non volevo trasformarmi. Cosa valeva mezz'ora se la morte era alle porte? 
Arrivai di corsa sulla spiaggia. I miei occhi di ghiaccio erano inondati di lacrime che mi sembrarono roventi, tanto facevano male e bruciavano dentro. Mi guardai attorno, cercando qualcosa. Non sapevo cosa. Poi lo trovai. Un dirupo alto circa dieci metri era proprio sulla mia testa. Lo guardai per qualche secondo, dopo mi mossi. Mi arrampicai fino alla cima e mi misi in equilibrio sulla punta del precipizio. Guardai in basso. Prima che potessi fare un altro passo sentii due mani fredde che mi bloccavano le spalle. Mi voltai di scatto. Stefan era in piedi e mi tratteneva le braccia. Accanto a lui una ragazza alta e mora. Anche se fosse stata carina non l'avrei notata in quel momento. Il mio sguardo era fisso sulla mano che mi porgeva: il palmo era rivolto all'insù e dal polso sgorgava un enorme quantità di sangue. I miei occhi divennero rossi. Le gengive mi fecero sentire le stelle quando spuntarono due enormi canini da esse. Sentivo l'odore del sangue, lo desideravo. Desideravo prosciugare quella ragazza fino all'ultima goccia, ma non potevo. 
_Come puoi farmi questo, Stefan?_ 
-Lo faccio per te, fratello.- 
Guardai prima lui, poi la mia forza di volontà e la mia resistenza cedettero e mi nutrii, diventando così un mostro. Diventando così il mio peggior incubo.
   
 
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