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Autore: ibelieveinbullshits    15/06/2013    2 recensioni
'"Lou" Harry si sedette sul bordo del mio letto. "Ti amo, lo sai questo, vero?" Mi sentii immediatamente in colpa per quello che avevo fatto, per aver rischiato di lasciarlo solo.
"T-ti amo a-anch'io, Ha-Hazz" Mormorai. "T-ti a-amo t-tanto" Ricominciai a piangere. Sentii le forti braccia di Harry stringersi intorno a me, e mi lasciai abbracciare. Lui si stese accanto a me nel piccolo letto, io nascosi il viso nel suo petto e continuai a singhiozzare.
"Shh, shh" Sussurrò Harry, spostandomi i capelli e baciandomi una tempia, mentre disegnava cerchietti sulla mia schiena per calmarmi. "E' tutto okay ora, tutto okay, shh"
Speravo fosse così, speravo fosse tutto okay.
Lo speravo davvero.'
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry camminava avanti e dietro nel corridoio bianco dell'ospedale da ormai quasi un'ora, più o meno da quando erano entrati lì. Non si era calmato un attimo, non aveva ascoltato Zayn o Liam che gli chiedevano di calmarsi, né Niall che gli aveva ripetuto più e più volte che Louis si sarebbe svegliato, che sarebbe finito tutto per il meglio. Lui era rimasto in piedi, a mangiarsi le unghie per l'agitazione, sentendosi schifosamente inutile e terribilmente in colpa per quello che Louis aveva fatto una settimana prima.
                                                                                               
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"Loooooooooooou, sono a casa!" Aveva urlato Harry, gettando le chiavi di casa sul comodino all'ingresso del loro appartamento, schivando Dusty, il loro gatto, e tenendo in alto le pizze che aveva comprato per cena. "Lou, ci sono le pizze, sbrigati, non posso tenerle lontane da Dusty ancora per molto"  Rise, poi.
Aspettò qualche minuto, poi cominciò a preoccuparsi.
"Louis?" Aprì la porta della loro camera: vuota.
"Louis William Tomlinson, esci fuori" Aprì la porta della stanza che usavano come ripostiglio: vuota.
"Louis, ti prego, non è divertente" Aprì la porta del bagno, le ginocchia cominciarono a tremargli violenetmente, e cadde in ginocchio sul pavimento freddo del bagno. Louis era steso a terra, pillole di ogni forma, colore erano sparse intorno a lui, evidentemente cadute dallo scatolo arancione che teneva in mano.
"No, Louis, no, dimmi che è tutto uno scherzo e che queste non sono quelle che credo siano" Pregò Harry, scuotendo il corpo freddo e senza vita del compagno. Afferrò il telefono con le mani tremanti, compose il numero del 911 e aspettò che rispondessero, tenendo una delle mani gelide di Louis stretta tra le sue. Quando una voce finalmente gli rispose, Harry quasi urlò per il sollievo mentre dava all'infermiera il suo indirizzo.
"Vi prego, vi prego, fate in fretta, non so quanto ancora potrà resistere, vi prego" Pianse Harry, ma avevano già attaccato. "Vedrai, arriveranno presto...ti aiuteranno, Lou...perché tu non puoi morire...non puoi..." Mormorò Harry tra le lacrime, mentre si stendeva al finaco di Louis, tenendogli sempre la mano stretta tra le sue, molto più grandi. Chiuse gli occhi, cercando di fermare le lacrime. Un rumore di passi, seguito dallo scatto della maniglia della porta del bagno, lo fecero sussultare.
"Harry, ci è arrivata una chiamata dal pronto soccorso, cos'è- oh mio dio" Liam barcollò, coprendosi la bocca con una mano, mentre Zayn e Niall rimasero bloccati davanti la porta, gli occhi spalancati. Paul li spinse di lato, entrando nel bagno e staccando Louis dalla presa di Harry, e aiutando i medici del pronto soccorso a metterlo su una barella. Harry si alzò di scatto dal pavimento freddo è li seguì correndo, ma Paul lo bloccò quando cercò di entrare nell'ambulanza.
"No, tu vai con Liam, Niall e Zayn" Disse, deciso, nonostante le proteste di Harry, che se avesse avuto la forza, si sarebbe messo perfino a correre sotto la pioggia inseguendo l'ambulanza pur di stare accanto a Louis.
Salì nella macchina di Niall, nel sedile posteriore, rannicchiandosi contro il sedile e cominciando a singhiozzare silenziosamente, evitando gli sguardi degli altri tre.

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Harry ancora stentava a capire perché Louis avesse provato ad uccidersi, proprio ora che erano riusciti a dire al mondo che si amavano, che la loro era più di una semplice amicizia, proprio ora che tutto sembrava andare bene, proprio ora che erano felici. Certo, non era esattamente tutto rose e fiori per loro, ma Harry era sicuro che insieme ce lavrebbero fatta.
E poi tutto era crollato.
Il riccio si avviò per il corridoio, senza sapere esattamente dove si stesse dirigendo, sapeva solo che doveva andarsene. Salì innumerevoli rampe di scale, prima di ritrovarsi sul tetto dell'ospedale. Si accovacciò a terra, i gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani, sospirando e cercando di non piangere. Improvvisamente si alzò, e si diresse verso un muro.
"Perché. A. Louis." Urlò, scandendo ogni parola con un pugno.
Continuò così finché non si sentì più le nocche, che sanguinavano, e finché la mano non prese a fargli un male terribile. Si lasciò cadere a terra, e comicniò a piangere. Faceva solo questo, ormai, da quando aveva trovato Louis nel bagno.
Si sentiva inutile. 
"Non dovrebbe essere qui, signor Styles" Disse una voce femminile, rompendo il silenzio dei suoi singhiozzi. Harry si alzò piano: era un'infermiera, sulla trentina, lunghi capelli neri le incorniciavano il viso sottile, le labbra sottili incurvate in un sorriso timido e grandi occhi azzurri. 
"Mi chiami pure Harry" Mormorò il riccio, con la voce più roca del solito per via del pianto.
"Perché sei qui, Harry?" Chiese la donna. Harry alzò il viso, lentamente, fino a ritrovarsi faccia a faccia con l'infermiera.
"Perché dovevo distrarmi, e lì - indicò le scale che l'avevano portato fino al tetto - ...lì giù sono inutile" La donna fece un piccolo sorriso, scosse il capo, e spostò l'attenzione sulla mano di Harry.
"Posso dare un'occhiata alla tua mano?" Harry annuì piano, e la donna si avvicinò a lui, prendendo la sua mano tra le sue, minuscole. Gli ricordavano tanto quelle di Louis, così piccole in confronto alle sue. "Mi chiamo Sarah" Disse, mentre faceva strada ad Harry per le scale, e portandolo in infermeria. "Siediti pure qui, prendo qualcosa per fasciarla" Harry si sedette sul lettino e aspettò che Sarah tornasse con il kit per le medicazioni.
"D-da quanto lavori qui?" Chiese Harry, timido, tanto per sciogliere quell'atmosfera di silenzio imbarazzante che si era creata.
"Sette anni" Rispose lei sorridendo. 
"Immagino avrai anche figli, no?" Sarah si bloccò, all'improvviso, lasciando la mano di Harry fasciata solo per metà, poi aggrottò le sopracciglia.
"Io avevo...lui...è morto due settimane dopo il parto" Harry avrebbe voluto prendersi a schiaffi in quel preciso istante. "Io e mio marito avevamo scelto il nome appena avevamo saputo che era un maschietto, Jackson, come mio padre. Mi ricordo i suoi occhi, anche se a volte li ricordo grigi, a volte azzuri, credo dipenda da come mi sento in quel momento" Poi riprese a fasciargli la mano. 
"S-sei sposata?" Chiese Harry, sperando di non peggiorare la situazione.
"Da dieci anni" Rispose Sarah, con un grande sorriso. "Credimi Harry, quando ami qualcuno, non c'è modo che quel qualcuno scivoli via da te"
"Louis..." Harry mormorò.

"Louis? Il ragazzo della 109?" Chiese Sarah, ed Harry annuì debolmente. "E' il tuo ragazzo?" Chiese poi, marcando la parola 'tuo'. Harry annuì di nuovo, stavolta con un debole sorriso sul volto. "Promettimi che farai una cosa, Harry. Quando Louis si sveglierà, perché lo farà, vai da lui e fagli capire che lo ami davvero, che non è solo. Ne ha bisogno." Harry le sorrise, il primo sorriso dopo una settimana, e le guance quasi gli facevano male, come se avesse perso l'abitudine. "Bene, Harry, uhm...potrai utilizzare di nuovo la tua mano tra una settimana, più o meno" Harry scese dal lettino, fece per uscire dalla piccola stanza, ma si girò prima verso Sarah:
"Grazie, per tutto"
"Vai da lui, Harry, e figurati" Sorrise lei.

*nella sala d'aspetto*

Niall guardava Zayn dormire sulla sua spalla, giocherellando col suo ciuffo ed aspettando che Liam tornasse con il cibo. Si voltò verso la poltrona dove Harry si era addormentato. O meglio, osservava i ricci di Harry, ovvero l'unica cosa che riusciva a scorgere dallo schienale della poltrona. Sbloccò il cellulare e cominciò a scorrere i Tweet sul suo profilo, poi lo ripose in tasca e chiuse gli occhi, buttando la testa all'indietro.
'Quando diavolo arriva Liam, potrei mangiare Zayn per la fame che ho' Pensò il biondino, girandosi verso Zayn, che aveva nascosto completamente il viso nell'incavo del suo collo e un piccolo sorriso che gli increspava le labbra. La porta della sala d'aspetto si aprì all'improvviso e ne entrò Liam, che reggeva la loro 'cena'. Niall scattò in piedi, facendo sobbalzare Zayn che protestò ad alta voce contro il biondino, che forse si era alzato con non troppa grazia. Proprio mentre Niall stava per tornare a sedersi accanto al moro, un medico entrò in sala, e tutti e tre si bloccarono, lasciando perdere quello che stavano facendo.
"Siete qui per il signor Tomlinson?" Chiese. Tutti trattennero il fiato. "Volevo solo dirvi che è sveglio e sta bene, e che potete fargli visita" Detto questo, si allontanò, scomparendo nel corridoio.
"Svegliate Harry, presto!" Disse Liam a Zayn e Niall, mentre lui si avviava verso la camera di Louis.
"Harry" Mormorò Niall. Niente.
"Harry, sveglia"
"Cinque minuti"
"Harry, Louis è sveglio" Il riccio scattò in piedi, perdendo l'equilibrio e cadendo di nuovo seduto sulla poltrona. "Ehi, ehi, calma" rise Niall, posandogli una mano sulla spalla. "Vieni, è di là" disse poi, facendogli strada nel corridoio.

*Louis POV

La testa mi faceva un male cane, non riuscivo a vedere nulla, a parte qualche figura sfocata.
Sbattei ripetutamente le palpebre, per mettere a fuoco, e provai a muovermi, ma una mano si posò sulla mia spalla e mi spinse di nuovo giù.
"Non si muova"
"D-Dove sono?" Mormorai, cercando di far uscire la mia voce, che sembrava intrappolata da qualche parte in fondo alla mia gola. E mi faceva anche male la faccia.
"In ospedale" Rispose la voce secca di un'infermiera.
Mi voltai, cominciavo a vederci, finalmente. Il rumore che faceva il monitor che controllava il battito del mio cuore non aiutava il mio mal di testa, e non aiutava me, facendomi ricordare che ero ancora lì, che ero ancora vivo, che il mio cuore batteva ancora. Il che era tutto l'opposto di quello che desideravo io. Era tanto difficile da capire che io non volevo essere più lì? Insomma, se avevo fatto quello che avevo fatto doveva esserci un motivo, no? Perché mi ritrovavo lì, vivo?
Qualcuno bussò alla porta e, senza che io dessi il permesso per entrare, la porta si aprì, e Liam, Niall, Zayn ed Harry furono nella mia camera. Harry.
Era in un angolo della stanza, un sorriso forzato e gli occhi lucidi, spenti, quasi. Era spaventato, conoscevo quello sguardo. Spaventato di me? Non potevo biasimarlo, naturalmente, avevo visto il mio riflesso nello specchio del bagno poco prima, e dire che ero spaventoso era poco: profonde occhiaie violacee circondavano i mei occhi, avevo il volto del colore di un cadavere, e le labbra quasi blu. Mi facevo quasi paura da solo, quindi la reazione di Harry era comprensibile. Abbassai lo sguardo sulle mie mani, evitando gli sguardi degli altri.
"Lou" Mormorò Liam, posandomi una mano sulla spalla. "Stai bene, ora?"
Annuii, non riuscendo a trovare la voce.
"Davvero? Perché tu...semplicemente...non sembra che tu stia bene, Louis" Disse Harry, secco.
"Cosa vuoi che ti dica, Harry? Cosa volete che vi dica? Che non voglio più vivere? Che non voglio più provare nulla? Che non voglio più sentire questo - indicai il mio petto, in direzione del mio cuore - battere più dentro di me? E' questo che volete sentirvi dire?" Dissi, scoppiando in lacrime. "U-uscite" Nessuno dei ragazzi si mosse. "P-per favore, u-uscite" Mormorai, chiudendo gli occhi e nascondendo il viso tra le mani. Sentii i loro passi allontanarsi, e poi la porta aprirsi e chiudersi.
"Lou" Harry si sedette sul bordo del mio letto. "Ti amo, lo sai questo, vero?" Mi chiese. Mi sentii improvvisamente in colpa per quello che avevo fatto, per aver rischiato di lasciarlo solo.
"T-ti amo a-anch'io, Ha-Hazz" Mormorai. "T-ti a-amo t-tanto" Ricominciai a piangere, quando sentii le forti braccia di Harry stringersi intorno a me, e mi lasciai andare nel suo abbraccio. Lui si stese accanto a me nel piccolo letto, nascosi il viso nel suo petto, continuando a singhiozzare.
"Shh, shh" Sussurrò Harry, spostandomi i capelli e baciandomi una tempia, mentre disegnava cerchietti con le dita sulla mia schiena. "E' tutto okay ora, tutto okay, shh"
Speravo che fosse così, speravo che fosse tutto okay.
Lo speravo davvero.

  
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