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Autore: emotionaustin    15/06/2013    19 recensioni
Prima stagione. :
28 Maggio 1998.
Nasce alle ore 12:00 la piccola Paris Josephina Mahone.
Eccola lì, quella dannata sorella, quella sorella che non volevo, quella sorella che già odiavo prima che nascesse.
Perchè provavo odio nei suoi confronti? perchè ora che era nata lei tutte le attenzioni, che prima avevano su di me, sarebbero state su di lei.
-Austin, amore di mamma.- la voce dolce di mia madre mi chiamò in quella stanza di ospedale. - Vieni a vedere la sorellina.- continuò lei accennando un sorriso.
Mi avvicinai a mia madre e, appoggiando le manine sul letto, mi alzai in punta di piedi per vedere quel piccolo essere tra le braccia di mia madre, feci una faccia schifata per quanto fosse adorabile, io lo ero di più. - Piccolo, vuoi prendere la sorellina in braccio?- mi richiamò di nuovo quella dolce voce. - No.- indietreggiai - Non voglio.- incrociai le braccia al petto e vidi la mamma sospirare per poi sorridere a quell'essere che aveva tra le braccia.
Avevo solo tre anni e lei qualche ora di vita, ma già la odiavo e so che l'avrei odiata per il resto della vita.
_________________________
"Il passato mi fece diventare un criminale" - seconda stagione.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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28 Maggio 1998

Nasce alle ore 12:00 la piccola Paris Josephina Mahone.

Eccola lì, quella dannata sorella, quella sorella che non volevo, quella sorella chia già odiavo prima che nascesse.
Perchè provavo odio nei suoi confronti? perchè ora che era nata lei tutte le attenzioni, che prima avevano su di me, sarebbero state su di lei.
-Austin, amore di mamma.- la voce dolce di mia madre mi chiamò in quella stanza di ospedale. - Vieni a vedere la sorellina.- continuò lei accennando un sorriso.
Mi avvicinai a mia madre e, appoggiando le manine sul letto, mi alzai in punta di piedi per vedere quel piccolo essere tra le braccia di mia madre, feci una faccia schifata per quanto fosse adorabile, io lo ero di più. - Piccolo, vuoi prendere la sorellina in braccio?- mi richiamò di nuovo quella dolce voce. - No.- indietreggiai - Non voglio.- incrociai le braccia al petto e vidi la mamma sospirare per poi sorridere a quell'essere che aveva tra le braccia.

Avevo solo tre anni e lei qualche ora di vita, ma già la odiavo, la odiavo da morire, e so che l'avrei odiata per il resto della vita.

16 anni dopo


Paris POV

Prima settimana di vacanza estiva, le strade di Los Angeles erano molte affollate di turisti. Per fortunata abitavo in una villetta di un piccolo quartiere fuori città e li regnava la pace. Abitavo con mia madre Michele e Mio fratello Austin.

Mia madre era una donna davvero bella, buona e dolce, era anche sola visto che mio padre morì quando mamma era incinta di me, così mi aveva raccontato lei.
Aveva fatto davvero tanti sacrifici per me e mio fratello, per fortuna avevamo un'agenzia di famiglia che mio padre ci lasciò prima di morire e grazie a quella facevamo un vita più o meno lussuosa confronto ad altra gente. Non eravamo ricchi da far invidia ma nemmeno poveri, eravamo normali.
Io ero una ragazza normale, amavo essere me stessa, non ero popolare ma nemmeno una nerd.
Poi stava mio fratello Austin, con lui i rapporti erano solo 'Buongiorno' e 'Buonappetito'. Era un ragazzo freddo, fatto di ghiaccio, usava sempre la violenza su di me, anche se non facevo nulla lui mi picchiava e non chiedeva nemmeno scusa, anzi, minacciava che se lo avrei detto a mamma non sapeva ciò che mi avrebbe fatto e perciò dovevo stare zitta e subire tutto. Mi ha sempre picchiata, avevo paura di lui e cercavo sempre di evitarlo perchè infondo era meglio così, per me.

Mi trovavo nella mia chamera, ancora in pigiama, quando mia madre mi chiamò chiedendo di scendere un attimo. Scesi e la trovai lì, tutta sorridente, come al solito, mi madre poi aveva uno dei sorrisi più belli al mondo, giuro.
-Mamma, dimmi.- dissi buttandole le braccia al collo e riempendola di baci sulla guancia, amavo troppo quella donna.
-Tesoro, puoi andare con Austin a prendere le pizze?Ho invitato anche Alex e Jazmine.- disse accennando un sorriso, non avevo voglia di stare con..mio fratello.
-Mamma, perchè non può andare solo?- dissi dondolandomi sul piede speranzosa di farle cambiare idea, ma  quando decideva una cosa era quella e basta.
-Paris..- sospirò. -Sai che tuo fratello non è capace di niente senza una 'guida'.- disse ridacchiando.
Sospirai - Solo per te.- accennai un sorriso. - Ora vai a cambiarti, non puoi andare in slip e maniche corte a prendere le pizze.- disse ridendo, per un attimo la guardai confusa, ma solo quando abbassai lo sguardo ricordai di essere ancora in 'pigiama'. - Si vado a cambiarmi.- dissi ridendo. Salii le scale per andare in camera mia e mentre camminavo nel corridoio mi scontrai con qualcosa, anzi, qualcuno. Alzai il viso e trovai davanti un Austin arrabbiato, mi guardò dalla testa ai piedi e fece una faccia schifata notando il mio abbigliamento, facevo davvero così schifo? e mentre ero presa tra i pensieri su di quanto potevo fargli schifo, mi arrivò uno schiaffo in pieno viso e mi strattonò a terra -Sgualdrina- disse a denti stretti per poi scendere al piano di sotto. Rimasi lì, a terra, a fissare il vuoto. Una lacrima silenziosa percorse la mia guancia ma l'asciugai in tempo prima di alzarmi e andare in camera mia a cambiarmi. Ero ormai abituata alle sue violenze, a volte erano peggio di un solo schiaffo e di una spinta. Non ho mai capito perchè mi trattava cpsì, non ho mai capito tutto quell'odio verso di me. Misi un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte, diedi una spazzolata ai capelli per poi scendere giù.

-Bhè ti muovi?.- disse Austin vicino la porta d'ingresso, non lo risposi perchè tanto era inutile con un tipo come lui, presi il telefono e lo sorpassai uscendo fuori in giardino e andando nella sua auto.
Era un Audi nera, l'aveva da più di un anno ma era come nuova. 'tratta meglio le macchine che le persone' pensai tra me e me. Dopo un pò arrivò lui mettendosi al posto di guida. Mi lanciò un'occhiataccia per poi mettere in moto e iniziare a guidare. Nell'auto regnava il silenzio, nemmeno un pò di musica, era davvero così noioso?.
Arrivati scesi io andando a prendere le pizze prenotate, pagai e dopo tornai in auto mettendole nei sedili posteriori. Lui era rimasto li, nella stessa posizione di come lo avevo lasciato, a fissare il vuoto, sembrava come incantato. Appena si accorse che ero in macchina si schiarì la voce e mise in moto tornando a casa. In dieci minuti eravamo già arrivati.
-Mamma sono arrivato.- urlò lui entrando in casa con in mano le pizze. Io stavo dietro di lui ma dire 'siamo arrivati' era un vero sforzo per lui. -Mamma forse ci sarei anche io eh!.- dissi ironica, lui mi guardò male ma feci finta di non averlo visto.- Bene, ora aspettiamo Alex e Jazmine- disse mamma sorridendo, annuii e andai a sedermi al tavolo della cucina prendendo il mio telefono iniziando a messaggiare con il mio ragazzo, Justin.
Justin era il fratello della mia migliore amica, nonchè Jazmine. Stavamo insieme da più di tre mesi, era il capitano della squadra di FootBall, figo no?. Era davvero dolce e simpatico, c'era sempre per me ed è questa una delle cose che più amavo. Era anche uno dei più desiderati della scuola, ma mi fidavo di lui.
Suonarono alla porta, ciò significava che Alex e Jazmine erano arrivati, li salutaii e iniziarono a raccontare del più e del meno, ridendo e scherzando mentre mangiavamo le nostre pizze. L'unico a non 'divertirsi' era Austin, come al solito, stava lì in silenzio a mangiare la sua pizza mentre mi fissava, era dannatamente fastidioso e lui lo sapeva.
Finirono la pizza e tutti andarono in salotto, rimanemmo io e lui in cucina a continuare a mangiare la pizza mentre lui continuava a fissarmi.
-Ma cosa mi fissi?- dissi irritata, lui non rispose, si alzò e andò in salotto insieme agli altri. La serata finì allegramente , e stanca da morire, decisi di andare a dormire.

   
 
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