Sono cinque le piccole cose che hanno fatto innamorare Zayn di Liam.

Uno.

Solo lui conosce la sua canzone preferita: non quella che dice essere la sua preferita, ma quella che ascolta alle due di notte con le cuffie nelle orecchie, gli occhi umidi e lo sguardo fisso su un punto in lontananza, le gambe rannicchiate tra le lenzuola sfatte e la testa appoggiata sulla sua spalla, calore di pelle contro pelle. Quella che Zayn ascolta in segreto quando Liam non c’è, quando vuole sentire per un attimo il suo profumo o ricordare la meraviglia che è il suo sorriso.

Due.

Lo guarda in un modo che sembra distratto, ma in realtà segue con attenzione ogni movimento delle sue mani, ogni particolare, e cerca di imprimerselo nella memoria per non dimenticarlo mai, quando in una domenica mattina qualunque, con la luce arancione del sole che entra dalle persiane spalancate, Liam prepara il caffè. Ed è così normale, così familiare che a Zayn si stringe il cuore, quando lui cammina da una parte all’altra della cucina a piedi nudi e con i capelli scompigliati. Ed è così bello che Zayn vorrebbe morire, quando poi si siede sulla sedia di fronte a lui, e finge di essere interessato alle pagine di cronaca del giornale del giorno prima, quando in realtà Zayn sa benissimo che sta cercando quella dedicata ai fumetti.

Tre.

Lo cerca con lo sguardo, Zayn, quando sul palco canta quel verso di quella canzone, perché sa che a Liam fa male ancora, perché lo vede nei suoi occhi e sente di riflesso lo stomaco che si contrae, il respiro che viene a mancare, le ginocchia che cedono. Glielo canta negli occhi, oh, how I wish that was me, e gli sorride per rassicurarlo, perché c’è stato un tempo in cui Liam non sapeva, e si tortura ancora per questo, per non aver capito subito, per non aver sfruttato da subito tutto il tempo che avrebbero avuto insieme. Non se lo perdonerà mai, forse, ma Zayn lo ama ancora di più per questo.

Quattro.

E poi Zayn ci pensa spesso a quanto sarebbe stato bello conoscere Liam quando era ancora un bambino, anche se quello sguardo sincero e innocente ce l’ha ancora (e, immagina Zayn, ce l’avrà sempre). Avrebbe voluto esserci, quando Liam a sei anni ha fatto un giro completo intorno all’asse di legno su un’altalena, volando a testa in giù e ritornando poi dall’altra parte. Non gli importa se è un bugia, perché ride incontrollabilmente e gli si illuminano gli occhi quando lo racconta. E avrebbe voluto esserci anche quando, a dieci anni, Liam è stato spinto a terra da un suo compagno di classe più grosso di lui ed è stato portato all’ospedale con il naso sanguinante. Non gli piace quando lo racconta, stringe i pugni fino a che non gli si formano piccole mezzelune rosse sui palmi, ma in fondo è infinitamente fiero di lui, di come ha affrontato tutto, di come è diventato. Zayn avrebbe voluto esserci sempre, per proteggerlo, per ridere con lui, per consolarlo, per vederlo crescere e diventare il ragazzo meraviglioso che è oggi, per amarlo.

Cinque.

In un camerino spoglio dalle pareti bianche, Zayn dovrebbe in teoria essere intento a leggere un fumetto; in realtà non riesce a sbirciare Liam con un mezzo sorrisino stampato sul viso. Lui è seduto su un divano ed è assortissimo, impegnato a strimpellare una chitarra che ha “preso in prestito” a Niall, nonostante non ne sia evidentemente capace. Ma Liam è così, ostinato e deciso: quando decide di ottenere qualcosa non si fa fermare da niente, e alla fine si guadagna tutto quello che vuole. Zayn ammira e un po’ invidia il modo in cui Liam fa sembrare tutto semplice, il modo in cui sembra passare attraverso la vita senza soluzione di continuità, mentre per lui è tutto un viaggio in salita.

Sono cinque le cose che hanno fatto innamorare Zayn di Liam, ma sono infinite le piccole cose incantevoli  e spontanee che lui fa che lo fanno innamorare ogni giorno sempre di più, ancora.

Sei.

Zayn era già innamorato di Liam, ma si è perso disperatamente e irrimediabilmente solo quando, alla sua domanda posta distrattamente, come se fosse una cosa da poco, con lo sguardo rivolto da un’altra parte in una calda serata di settembre, seduti per terra a guardare la tv, «A cosa pensi prima di addormentarti, Li?», due occhi nocciola troppo vicini gli hanno risposto «A te».