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Autore: allison742    15/06/2013    5 recensioni
C’è chi la chiama ironia della sorte, chi uno scherzo del fato, o chi semplicemente cerca di prenderla con filosofia.
Kate no. Kate si stava ancora chiedendo perché il destino aveva deciso di distrarsi proprio mentre scriveva la sua vita.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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A reason to smile
 

A volte accadono cose che nessuno riesce a spiegare, che sembrano giocare con la vita delle persone, che stravolgono l’esistenza di altre.
C’è chi la chiama ironia della sorte, chi uno scherzo del fato, o chi semplicemente cerca di prenderla con filosofia.
Kate no. Kate si stava ancora chiedendo perché il destino aveva deciso di distrarsi proprio mentre scriveva la sua vita.
Perché la stava punendo ancora, e ancora? Cosa c’era di così sbagliato in lei da essere costantemente afflitta da sofferenze e delusioni?
Si era sposata, l’assassino di sua madre era dietro le sbarre, aveva una bellissima bambina: Vanessa, ed era riuscita a riottenere il lavoro nell’FBI. Aveva vinto lei.
Ma tutto stava andando terribilmente bene, fin troppo, avrebbe osato dire.
Il 22 aprile Rick era uscito, diretto alla casa editrice. Doveva firmare l’ultimo rinnovo per la saga di Nikki Heat.
Salì in macchina e partì sgommando, per strappare un sorriso a Vanessa. Ci riuscì alla perfezione, come sempre.
Uscì dal vialetto e partì veloce, troppo veloce.
Fu questione di attimi. L’anziana signora sbucò dal nulla, e Rick se la trovò davanti, a pochi metri.
Sterzò all’ultimo momento, andando a sbattere contro un albero.
Quel giorno una sola vita venne salvata: quella della dolce Margaret, che sorretta da una stampella stava attraversando la strada per raggiungere i nipoti.
E io mi sono ritrovata il mondo addosso, pensò Kate, ricordando quei giorni infernali; quei giorni in cui non sapeva come resistere e continuare a vivere, in cui aveva perso improvvisamente la persona più importante.
Ma si era rialzata, aveva lottato con tutte le sue forze. Per Vanessa, per quel “loro” che ormai non c’era più, per se stessa.
- Mamma, ho un problema. – annunciò la piccola, distraendola dai suoi pensieri.
- Dimmi tesoro.
- Sono triste… sono giorni che non riesco a sorridere. Mi manca papà.
Kate la prese in braccio e la strinse a se.
- Anche a me Vanessa, più di quanto pensi.
- Cosa ti manca di più di lui? – chiese.
- I baci, la sua risata, le litigate…
- Le litigate?
- Sì, soprattutto le litigate. – rispose Kate, assorta in immagini anche troppo lontane.
- E perché?
- Perché vedi, quando ti manca una persona, ti mancano i suoi pregi e i suoi difetti. Tuo papà mi manca, nel vero senso della parola. Mancare. Non si poteva utilizzare termine più adatto.
- Mamma spiegati meglio… non riesco a capire.
Kate sorrise, e la guardò negli occhi.
- Hai presente la sensazione che provi quando perdi lo scuolabus? Quando arrivi tardi ad un appuntamento? Quando devi buttare il tuo giocattolo preferito? Quando il vestito bello non ti va più bene? Quando litighi con una persona?
- Sì, credo.
- Ecco, unisci tutti questi sentimenti.
- Tu provi questo? – chiese spalancando gli occhi.
- Ogni giorno.
- E come fai a sopravvivere? Con questo… vuoto, questo vuoto dentro?
- E’ facile, basta pensare che lui sia qui con me.
-In che senso?
- Per esempio, quando la casa è troppo silenziosa, mi immagino la sua risata che risuona nelle stanze. Mi siedo sul divano, osservo la sua poltrona preferita, e cerco di immaginarlo mentre guarda la televisione, o mentre ascoltava la sua canzone preferita. Dovevi vederlo. Appena la sentiva alla radio, si alzava di scatto e si inginocchiava di fronte a me. I suoi occhi brillavano di gioia mentre mi faceva alzare e mi posava le mani sui fianchi. Poi avvicinava delicatamente la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrava “Sei la mia canzone preferita”. Lo amavo, sempre. Anche quando mi faceva piangere. Amavo il suo carattere, i suoi occhi, la sua voce, il suo modo di osservarti mentre dormivi, la sua dolcezza. Non c’è una singola cosa che non mi manchi.
- Anche a me manca molto.
- Fai come faccio io, prova a ricreare la sua presenza.
- Ma non ne sono capace. Ho tanti ricordi di lui, ma non riesco a immaginarmelo se non mi accarezza la guancia o non mi prende in braccio.
Lei annuì, cercando di trattenere le lacrime.
- E’ molto facile tesoro, basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare; chiudi gli occhi.
- Fatto.
- Ora pensa a qualche suo ricordo bello.
- Si…
- Ora apri gli occhi. Lo vedi?
- Lo vedo. – rispose, facendo splendere il suo volto da un meraviglioso sorriso. – ti sta tenendo la mano.
Kate, commossa, lasciò sfuggire quelle poche lacrime rimaste, stringendola di nuovo a sé.
Come Rick faceva con lei, avvicinò la bocca all’orecchio della figlia.
- Vedi che finalmente l’hai trovata?
- Cosa?
- Una ragione per sorridere.





   
 
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