Film > Iron Man
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Autore: Silvia_sic    16/06/2013    5 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 31

 

Alzava e abbassava ritmicamente il petto cercando di ristabilire il respiro, ormai incontrollato per l'improvvisa corsa. Si perse finalmente nei suoi occhi chiari, che da tempo desiderava incontrare. Nei sogni e allucinazioni gli era spesso capitato di vederla o anche solamente immaginato di sentire la sua voce chiamarlo, ora neanche lui stesso riusciva a credere ai suoi occhi. Era ancora più bella di quanto si ricordasse.

 

Si guardarono negli occhi per un tempo che ad entrambi sembrò infinito, fino a quando lui ruppe il silenzio. -Ciao.- Prese un profondo respiro.

 

Pepper lo fissò con le braccia abbandonate lungo i fianchi. L'ansia cominciò ad impossessarsi di lei, ma riuscì a sembrare del tutto calma ed indifferente all'esterno. Quando sentì la sua voce si ricordò automaticamente del bambino; con le dita tremanti afferrò gli estremi della larga felpa aperta sul davanti e si coprì il ventre, stringendosi tra le braccia. -Ciao...- sussurrò lei senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

 

-Ti ho trovata.- Con tutte quelle cose che doveva dirle, le uniche parole che riuscì a pronunciare furono quelle.

 

Lei annuì debolmente mentre i suoi occhi furono attraversati da un lampo di terrore misto felicità che neanche riuscì a spiegarsi. Tra loro tornò il silenzio. Pepper inspirò per poi parlare. -Hai il fiatone.- La sua voce uscì tremolante e insicura.

 

-Ho corso.- spiegò. La guardava non sapendo cosa fare o cosa dire; era solo felice di averla trovata, ma ora arrivava la parte più difficile: farsi ascoltare. Tony fece per avvicinarsi. -Pep, io voglio solo...- Lei subito indietreggiò come una preda che cerca di fuggire dal suo cacciatore, ma pienamente conscia di essere in trappola. -...parlare.- terminò leggermente turbato dalla sua reazione e fermandosi a pochi passi da lei.

 

-Io non ho niente da dirti.- asserì Pepper, stringendo maggiormente la felpa sul davanti.

 

Quelle parole furono peggio di un pugno tirato con tutta forza alla bocca dello stomaco, quasi da fargli perdere il respiro. Non poteva finire così. -È da settimane che ti sto cercando ininterrottamente ventiquattr'ore su ventiquattro e adesso non posso andarmene senza prima averti spiegato. Devi darmi la possibilità di spiegare.- le disse con occhi imploranti, non intenzionato a muovere neanche un passo senza il suo consenso.

 

Lei lo fissò in silenzio, fino a quando una terza persona si aggiunse improvvisamente e fortunatamente alla conversazione. -Oh eccoti, Ginny, ti ho cercato ovunque.- Alle spalle di Tony spuntò la madre della ragazza, che spingeva un carrello davanti a sé. Dapprima la donna non riuscì a spiegarsi l'espressione turbata dipinta sul viso della figlia, poi però subito le preoccupazioni svanirono quando l'uomo, che inizialmente le dava le spalle, si voltò verso di lei.

 

Sorrise la donna dai capelli rossicci. Forse le cose si sarebbero sistemate. -Tu devi essere Tony.- Lui la guardò leggermente smarrito. -È un piacere conoscerti. Io sono Glorya Potts, la madre di Virginia.- si presentò, tendendogli la mano. Tony la strinse leggermente titubante, non capendo perchè quella donna fosse così gentile con lui che aveva spezzato il cuore alla figlia.

 

-Piacere mio.- rispose lui leggermente imbarazzato.

 

-Credo di aver interrotto qualcosa, tolgo sub-

 

-No, non hai interrotto niente.- la fermò subito la figlia. -Possiamo tornare a casa. Adesso.-

 

Tony si girò di scatto verso di lei incontrando i suoi occhi chiari. -Pepper...- Non lo aveva mai sentito pronunciare il suo nome con quel tono così implorante e addolorato. -T-ti prego... Voglio solo parlare.- Lei abbassò lo sguardo, deviandolo dai suoi occhi scuri.

 

Glorya osservò prima la figlia poi l'uomo che la fissava supplichevole. Alzò gli occhi al cielo, esasperata per quella situazione. Sua figlia aveva il primato per la testardaggine, ma sicuramente la donna avrebbe dato il primo posto a Tony se solo avesse avuto l'occasione di conoscerlo meglio. Dopo un paio di secondi di silenzio decise di intervenire lei stessa. -Scusa, figliolo, potresti darci qualche secondo?- gli chiese bonariamente, sorpassandolo con il carrello davanti.

 

Tony sbatté le palpebre perplesso, annuendo solamente. Osservò la donna avvicinarsi alla figlia e, prendendola sotto braccio, allontanarla di qualche metro da lui.

 

-Cosa stai facendo, mamma?!- chiese con voce bassa e al tempo stesso esasperata.

 

-No. Cosa stai facendo, tu?!?- ribatté la donna dai capelli rossi, fermandosi e mettendosi davanti alla figlia che stava di spalle a Tony. -Sei per caso diventata cieca? Io dico: lo hai visto, per dio?! Quell'uomo è innamorato perso di te! E tu cosa fai?!?- esclamò cominciando a gesticolare animatamente.

 

Pepper la afferrò per i polsi, portandole le braccia lungo i fianchi. -Non gesticolare e non alzare la voce, ti prego!-

 

-E allora tu comportati come una persona adulta! Questa storia deve finire una volta per tutte.- affermò guardandola negli occhi con sguardo severo di chi non ammette repliche. Pepper rimase in silenzio sostenendo il suo sguardo, fino a quando la donna non sospirò esasperata. -Virginia... io e tuo padre non possiamo continuare a vederti in questi stati. Ci stiamo davvero preoccupando... e secondo me quel ragazzo- posò gli occhi su Tony che si era chinato a raccogliere la scatolina di tè caduta dalle mani di Pepper. -è l'unica soluzione per farti tornare quella di prima.-

 

Pepper abbassò gli occhi. -Mamma, io non-

 

-Dov'è finita quella donna che non si arrendeva di fronte a niente? Che quando le si presentava un problema faceva di tutto per trovare la soluzione? Ginny, la soluzione ha trovato te questa volta! Non puoi continuare ad evitarla!-

 

-Non posso...- sussurrò affranta.

 

-Hai ragione. Non puoi.- Pepper la guardò sorpresa. -Tu devi. Perchè puoi starne certa, che io non ti riporterò a casa e non me ne andrò fino a quando tu non avrai parlato con lui.-

 

-Ma...-

 

-Niente ma, signorina. È ora di smetterla. Fino ad ora hai fatto ciò che volevi, adesso farai quello che ti dico. Punto e basta!- esclamò risoluta.

 

-Non trattarmi come una bambina!- affermò indispettita e leggermente colpita nell'orgoglio.

 

-Io ti tratto come una bambina se ti comporti da bambina!- la zitti immediatamente. Glorya respirò a fondo per poi tornare a parlare con calma. -Senti, io non so cosa sia successo tra voi. Non hai voluto parlarne e io ho rispettato questa tua scelta, ma ora c'è una cosa che ho capito: lui ama te e tu ami lui, quindi ora vedi di sistemare il problema che impedisce di farvi stare insieme. O almeno dagli la possibilità di parlarti. Ok?-

 

Pepper accennò un sorriso. -Va bene...- Dovette arrendersi, sapendo comunque che era la cosa giusta da fare. La madre le sorrise.

 

-Perfetto! Ora va'.-

 

-Grazie.- le sussurrò voltandosi poi verso Tony, che non appena la vide incamminarsi verso di lui sentì le speranze riaccendersi.

 

-Ciao, Tony! È stato un piacere. La affido nelle tue mani!- esclamò la voce squillante della donna, che per poco non cominciava a ballare dalla contentezza.

 

-Ehm... Arrivederci! Non si preoccupi.- rispose deglutendo a fatica, cercando di contenere la felicità.

 

-Oh certamente! Come potrei?! La lascio nelle mani di Iron Man.- cinguettò tutta contenta, facendo arrossire Pepper dall'imbarazzo. D'un tratto però abbassò la voce, chiamando la figlia. -Ginny,- Pepper si girò nella sua direzione, guardandola negli occhi. -lui deve sapere.- affermò, dando una fugace occhiata al ventre della ragazza, nascosto dalla larga felpa. Non attese nemmeno una risposta e sparì oltre la corsia.

 

Seguì con lo sguardo la madre fino a quando non la vide più per poi girarsi verso Tony. Immobile a pochi metri da lei e la fissava con quello sguardo timoroso, strano da associare al suo volto. -Andiamo a parlare in un luogo un po' più... ehm... consono?- domandò lui dopo qualche secondo, non cogliendo da parte della ragazza nessun segnale che potesse suggerirgli una mossa futura. Pepper annuì, sempre tenendo le braccia avvicinate tra loro davanti alla pancia e maledicendosi per non aver aggiustato la zip della felpa, ma non si mosse.

 

Tony passò alternativamente il peso da una gamba all'altra, spostandosi anche da una mano all'altra la scatolina di tè. Quel silenzio di certo non lo aiutava a restare tranquillo. -Andiamo in un bar o ristorante così possiamo sederci e-

 

-No.- La sua flebile voce, lo interruppe e per un primo momento lo allarmò tanto da pensare che lei avesse cambiato idea. -Preferirei non farci vedere in luoghi pubblici.-

 

-Ehm... ok! C-come preferisci.- Era così agitato che balbettava. -Hai qualche idea su dove andare?-

 

Lei a quella domanda si rese conto che non c'era posto lontano da occhi indiscreti. Scosse il capo lentamente.

 

-Potremmo andare a casa... lì non c'è nessuno se non Jarvis, ma lui non conta.- scherzò, cercando di smorzare la tensione.

 

Pepper accennò un sorriso, accorgendosi di come Tony avesse detto la parola “casa” senza anticiparla da un pronome possessivo e rendendola in parte anche sua. Per lei una volta lo era. Per Tony lo era tutt'ora, Pepper non aveva mai lasciato quella casa. -Va bene...- sussurrò appena e vide un sorriso accendersi sulle labbra dell'uomo.

 

-Perfetto! Allora andiamo!- esclamò entusiasta, spostandosi in parte e invitandola con un gesto ad avvicinarsi. Lei mosse qualche passo e in parte si tranquillizzò, stava andando bene dopotutto. Ciò che la preoccupava maggiormente però era la notizia che doveva dargli, quella novità che cercava di nascondere e temeva di rivelare. -Questo lo prendi?- La voce di Tony la riportò alla realtà, lo guardò negli occhi per un momento smarrita e solo dopo pochi secondi capì a cosa si stesse riferendo. La scatoletta di tè in bustine dai gusti assurdi.

 

-Ah sì... Grazie.- disse, facendo per prendere la scatolina gialla, ma lui la fermò.

 

-Lascia, faccio io.- Le sorrise premuroso. Era strano vederlo così timoroso e in un certo senso timido. Pepper sorrise a sua volta ma non riuscì a mantenere a lungo lo sguardo sui suoi occhi, continuando poi a camminare accanto a lui.

 

Tony socchiuse leggermente gli occhi quando percepì il suo inconfondibile profumo. Non riusciva a descriverlo e non aveva nemmeno qualcosa di particolarmente definito, ma era dolce e a tratti forte; leggero e al contempo deciso. Un'essenza strana, ma che sapeva di lei. Della sua Pepper. E mai avrebbe potuto dimenticarlo o anche non riconoscerlo.

 

Continuarono a camminare affiancati, entrambi non sapevano cosa dire senza neanche il coraggio di guardarsi fugacemente. Arrivarono alla cassa, completamente deserta se non per la stessa commessa che Tony aveva intravisto non appena era entrato.

 

L'uomo poggiò la scatolina di cartone sul rullo, recuperando il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans con un atteggiamento del tutto disinvolto. Diversamente si poteva parlare della cassiera mora, che fissava attonita l'uomo senza muovere un solo muscolo. Tony Stark alias Iron Man si trovava in quel negozietto dimenticato da Dio proprio di fronte a lei, nessuno le avrebbe creduto se solo avesse tentato di raccontarlo. La mora passò poi lo sguardo sulla persona che in teoria accompagnava Stark.

 

Pepper sapeva che quella non era stata una buona idea. Dal momento in cui aveva realizzato di dover camminare affianco Tony anche solo per qualche passo si era pentita della sua scelta, ma in un certo senso era stata obbligata. Sua madre stava dalla parte del “nemico”, se così si poteva definire. In quel preciso istante cercò con tutta se stessa di sembrare disinvolta: cominciò a guardarsi intorno evitando saggiamente gli occhi della donna fissi su di lei, ma irrimediabilmente le sue gote si tinsero di una leggera sfumatura cremisi.

 

-Quant'è?- La voce di Tony richiamò l'attenzione della cassiera, che avvampò dall'imbarazzo per quel sorriso disarmante rivoltale.

 

-Oh... sì... scusi...- biascicò, prendendo la scatolina tra le mani tremanti e cercando il codice a barre da analizzare. Sullo schermino della cassa apparì il prezzo e subito la donna lo ripeté continuando però a balbettare.

 

Tony estrasse dal portafoglio una banconota da 5 dollari e Pepper si stupì di quella nuova abitudine scoperta. Solitamente se ne andava in giro con banconote non inferiori ai 100 dollari! Probabilmente il buonsenso finanziario lo aveva in minima parte, ma proprio minima, colpito.

 

Uscirono dall'edificio e Pepper, voltandosi leggermente indietro, riuscì ad intravedere ancora la ragazza che li fissava con sguardo trasecolato. Rise tra sé, mordendosi il labbro inferiore per non ridere.

 

-Che c'è di divertente?- domandò Tony curioso, notando sia lo sguardo sia il sorriso di Pepper. Lei sobbalzò per quell'improvvisa domanda e si girò verso di lui, che guardava oltre le sue spalle.

 

Non riuscì più a trattenere il sorriso. -Niente di che... Pensavo solo a quella ragazza. Poverina, era sotto shock!-

 

-Sotto shock?- chiese lui innocentemente, non avendo probabilmente colto il palese interesse che aveva suscitato nei confronti di quella ragazza.

 

-Sì, cioè...- tentò di spiegarsi. -Di certo Iron Man non è tipo che va a fare la spesa.-

 

Tony rise, grattandosi la nuca. -Hai ragione, suona davvero ambiguo...- fece una pausa di qualche secondo. -Alla fine ho trovato un nome per “sguardo che incute timore”,- affermò ricordando perfettamente come lei lo avesse definito la prima volta quella sera fantastica a bordo piscina. -anche se non è prettamente corretto, visto che è composto da una lega di oro e titanio, ma i mass-media hanno cominciato a chiamarlo così... sicché mi sono adattato.-

 

-Suona bene.- disse lei sinceramente. Tony si perse ancora nei suoi occhi azzurri, che per lui rappresentavano tutto. Ancora non riusciva a credere di averla trovata. Sembrava quasi un sogno, da cui non avrebbe mai voluto svegliarsi.

 

Pepper distolse gli occhi imbarazzata, incapace anche solo per qualche attimo di più di sostenere quello sguardo a cui nascondeva un fardello pesantissimo. Si guardò in giro verso il parcheggio delle auto, ce n'erano sei e tutte non erano minimamente associabili a Tony. -Ehm... la macchina?- azzardò lei, girandosi verso Tony che si era voltato verso il parcheggio.

 

Tony rimase per un momento con la bocca socchiusa come se dovesse dire qualcosa, poi la chiuse di scatto, passandosi una mano sul pizzetto. -La macchina. Giusto.-

 

Lei lo guardò stranita per quell'ambiguità. -Non sarai venuto da Malibu con l'armatura, vero?-

 

-Ah no no no! Quella è a casa con tutte le altre. Ma vedi... sono partito in auto, poi sono rimasto bloccato nel traffico, allora ho accostato e ho iniziato a correre.- affermò ridendo. Pepper sbatté le palpebre perplessa, domandandosi come Tony avesse avuto la certezza che lei fosse stata lì. Non lo domandò. -Non è molto lontana... se mi aspetti due minuti la recupero.- Lei acconsentì, annuendo solamente. -Bene!- Tony sorrise più felice che mai, ma mosso qualche passo si bloccò, colto da un improvviso terrore. Si girò verso Pepper, guardandola negli occhi prima di parlare. -Mi aspetterai, vero?- lo chiese, facendolo sembrare ad una supplica.

 

Pepper si stupì per quella domanda, ma evidentemente Tony aveva bisogno della certezza che lei non se ne sarebbe andata. -Non mi muoverò. Te lo giuro!- esclamò cercando di sembrare il più tranquilla possibile.

 

-Grazie!- esclamò Tony rassicurato per poi correre in direzione dell'auto.

 

Lei lo fissò per tutto il tempo fino a quando non lo vide scomparire, sospirò, spostandosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. In cuor suo non aveva avuto la benché minima intenzione di scappare in quel frangente di tempo, ma si rese conto che avrebbe potuto farlo. Poteva... ma non doveva. Avrebbe solo portato più sofferenza a Tony che ancora non capiva il motivo della sua fuga iniziale. La scenata del laboratorio era acqua passata: lei aveva scoperto che quelle parole uscite dalle labbra di Tony erano solo in funzione a metterla in salvo; e in parte lui le aveva chiesto scusa. Quel “ti amo” l'aveva inteso così. Gliel'aveva sentito dire da un auricolare in una situazione totalmente estranea alla tranquillità, ma mai avrebbe potuto dimenticarlo. Dopotutto era la prima e unica volta in cui glielo aveva detto a parole.

 

Lasciò la presa dai lembi della felpa e posò i suoi occhi azzurri sul rigonfiamento del ventre. Era appena accennato, ma visto che lei era stata sempre molto magra si capiva perfettamente che non era un semplice aumento di peso e di certo quella canotta bianca aderente, che indossava sotto la felpa, non aiutava a celare la gravidanza.

 

Per la seconda volta imprecò mentalmente per la zip della felpa rotta, doveva stare più attenta del solito con Tony e in cuor suo non sapeva se dirglielo o meno. Era una notizia abbastanza sconvolgente e lei non voleva ritornare insieme a lui. O meglio: lo voleva, ma non la riteneva la scelta giusta da fare. Non ebbe tempo di pensarci che un rombo di motore richiamò la sua attenzione. Si coprì con la felpa e alzò lo sguardo. Sorrise automaticamente alla vista di Tony a bordo dell'auto. Sì, quella era una macchina alla Tony Stark.

 

L'Audi bianca decappottabile frenò davanti a lei e Tony si sporse verso il sedile del passeggero fino ad aprire la portiera dal lato di Pepper, che gli sorrise e con acuta attenzione salì in auto, sedendosi accanto a lui.

 

-Nuovo acquisto?-

 

Tony guardò prima lei, poi il volante che teneva stretto con le mani. -Era nel magazzino delle auto di San Diego; non potevo usarla perchè non era ancora in commercio, solo la scorsa settimana me la sono fatta spedire.-

 

Pepper annuì, alzando poi il capo per guardare il cielo e solo in quel momento si accorse che il sole di poche ore prima si era nascosto dietro nuvoloni scuri provenienti dall'oceano. Senza che gli venisse detto niente, Tony si preoccupò di sistemare il tettuccio dell'auto decapottabile, che automaticamente riparò le loro teste.

 

Partirono verso Malibu. Verso casa. Casa loro.

 

 

Continua...

 

 

 

 

NdA: E via all'ondata di applausi per Glorya! Santa donna che è riuscita a convincere Pepper ad affrontare Tony! Siiiiii ^^ ci avviciniamo sempre più al colloquio e... sempre più vicini alla fine D: oddio non mi sembra vero :'''( e devo ancora finire .-. vabbè, ma manca poco xD

poi non so nemmeno se riuscirò a postare l'ultimo chappy (tra 2 settimane) proprio il giorno giusto xP perchè prima vado in vacanza a valencia una settimana, poi tornata a casa vado con amici al mare per un altra settimana o.O non so proprio come farò u.u cercherò di trovare una soluzione :)

Comunque la prima settimana di vacanza è stata un relax allo stato puro :3 e sapete che ho fatto ieri in un'oretta dove non sapevo cosa fare? ** un beeeel disegno di Robert!!! e stavolta (momento di silenzio vi prego) mi è venuto bene :'D guardate qui → http://silviasic1995.tumblr.com/ (dopo ore per capire come usarlo, sono anche riuscita a fare un blog su tumblr, i miracoli esistono xD)

Bhè... ora ringrazio Fipsi, _BertAdor_, Anne White, mirianval e _M4R3TT4_ per aver recensito lo scorso chappy :)

   
 
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