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Autore: DanzaNelFuoco    16/06/2013    7 recensioni
Questa è una boiata PER SOLE DONNE, gli uomini non possono capire. Esempio di scrittura catartica. In realtà non volevo pubblicarla, ma poi ho pensato che "mal comune, mezzo gaudio", quindi eccomi qui.
28 giorni.
Puntuali come la morte.
Le odio.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al mio Gatto. E al mio ragazzo, che mi sopporta. E a mia madre, che mi finisce tutti gli assorbenti. E anche a mio padre, che non si alzerà mai da quel divano.

 
 1/28
Mi alzo la mattina con una sensazione vischiosa in mezzo alle gambe.
No, no, no,no! Cazzo, è ancora troppo presto! Mi fiondo sul calendario, come se credessi che vedere scritto lì che manca ancora mezza settimana cambiasse qualcosa. Sfoglio la fonte di ogni mia speranza all'indietro. Ecco! Maggio, 19. Il giorno è cerchiato. 19 maggio e oggi è... il 15 giugno. 28 giorni. 
Puntuali come la morte. 
Le odio. 
Odio essere una donna in questi momenti. Stupide mestruazioni.
 
Almeno sono puntuali, non faranno male! Ah!
Illusa. 
Me lo ripeto da almeno un ora. Da quando mi sono decisa a buttare giù la pastiglia gommosa giallo-arancione a base di ibuprofene (tanto per non fare pubblicità). È passata un ' ora. Ma non bastavano venti minuti perché facesse effetto? 
Mi contorco nel letto. 
Passerà.
Tra cinque giorni.
 
2/28
La mattina non mi alzo neppure dal letto. Tanto sono in vacanza. 
Poi le ovaie che nella loro infinita bontà ieri sera avevano smesso di tormentarmi premono improvvisamente sulla mia vescica. 
Maledetta ipofisi, maledetto progesterone, maledetti estrogeni, maledetti LH e FSH, maledetti ormoni uterini, che neanche esistono e che ho sbagliato nel compito di biologia e che mi hanno abbassato la media e che... Prima di cadere nella spirale di depressione da post compito di biologia (a cui avevo anche strappato un sei, quindi non ci sarebbe stato tanto da deprimersi) coadiuvato da un'alta dose di ormoni che si stavano dando alla pazza gioia nel mio sangue, mi accorgo di aver finito il pacco degli assorbenti. Io, in realtà è stata mia madre.
Imprecando contro tutti gli ormoni per cui due donne che vivono a stretto contatto dovrebbero avere il ciclo sincronizzato, vado in garage alla ricerca degli unici assorbenti che io riesca a tollerare e invece della mia bellissima e sgargiante confezione rosa fluo evidenziatore mi crolla tra le mani una confezione lilla. Ah. Vano fu il mio cercare anche solo un'assorbente rosa fuori dalla confezione. Perché mia madre si ostini a comprare quelli lilla per poi fregarmi i miei, questo rimarrà un mistero.  
Sul tavolo della cucina trovo un biglietto di mia madre.
"Ho finito i tuoi ass. gg vado a ricomprarteli."
Neanche io quando scrivo SMS uso questo linguaggio.
Ma il bello viene la sera quando una molto irritabile lei incontra una molto irritabile me. 
"Comprato gli assorbenti?" le chiedo più acida di uno yogurt andato a male tre anni fa.
"Ciao anche a te. No" 
"Vai a comprarli."
"Vacci te!"
Ci guardiamo in cagnesco per qualche istante poi gridiamo in sincrono.
"Roberto!"
"Papà!" 
Mio padre scolla lo sguardo un istante dal televisore, ci guarda dal basso del suo divano (su cui è mollemente svaccato) e dice: "Non ci pensate nemmeno. Quei cosi hanno le ali, che vengano volando." 
 
3/28
La mattina mi sveglio e sento che sarà un buon giorno. Almeno finché non mi accorgo che ho macchiato letto, lenzuola e pigiama usando i fantastici assorbenti lilla di mia madre, che ieri sera mi hanno chiesto con una bella scritta bianca se 'lo sapevi che gli antichi credevano che il ciclo mestruale fosse collegato agli influssi della luna?'. Odio. Profondo. Tanto.
Prima di mettermi a parlare come un cavernicolo con il cervello grande quanto un' amigdala, decido che forse è il caso di mettere tutto a lavare e andare a comprare i MIEI assorbenti. Ho una vaga idea di comprare anche un lucchetto da mettere all'armadietto del bagno. 
E mentre sono al supermercato districandomi tra le varie confezioni di assorbenti della marca lilla i cui pacchetti vanno dal blu-livido al viola-cadavere-in-decomposizione, dal lilla-lavanda-secca al grigio-cielo-di-novembre e mi sto chiedendo 'seriamente, come diamine fa ad assorbire il lattice?' e non riesco a trovare i rosa-fluo-evidenziatore-giornata-di-primavera... squilla il cellulare. 
"Pronto, amore..."
"Amore un corno!"
Sento il mio ragazzo tentennare di là dalla cornetta, chiedendosi cosa mai avrà fatto di male.
"Tutto... Tutto ok?"
"No." gli ringhio.
"C'è qualcosa che non va?"
"Tutto!" gli strillo.
"È successo qualcosa?" mi chiede lui che non capisce. E come potrebbe? È un uomo!
"Qualcosa? Qualcosa?! Hanno finito i miei assorbenti!" gli urlo contro come se fosse colpa sua o lui dovesse saperlo. O beh, suppongo che a questo punto lo sappia anche la cassiera sei corsie più avanti. 
"Ok" dice cauto come se non dovesse far esplodere una bomba "perché non cambi supermercat..."
"Perché non voglio cambiare supermercato! Voglio che questo supermercato abbia i miei assorbenti!"
"Ok, ma se in questo..."
"Se in questo non ce li hanno, vuol dire che sono degli incompetenti" continuo a strillare aggiudicandomi un' occhiataccia a parte di una commessa che sistema un bancale. "E se tu non lo capisci, vuol dire che non mi capisci, e se non mi capisci vuol dire che non mi ami, e se non mi ami perché mi hai chiamato?"
"Ma no, ecco io veramente..."
"Non mi interessa perché mi hai chiamato! Se non mi ami puoi andare a quel paese!" Gli strillo rossa in volto prima di chiudere la comunicazione di botto e spegnere il cellulare. 
Per poi ovviamente andare in un altro supermercato.
 
4/28 
Forse oggi mi alzerò bene, penso ancora nel letto. Poi mi ricordo di aver litigato con il mio unico amore e sprofondo la testa nel cuscino. 
Oggi lo chiamo. Ieri sono stata una pazza mestruata isterica. Mi devo scusare. 
Cerco il cellulare, ma non lo trovo. Provo anche a chiamarmi, poi mi ricordò di averlo lasciato spento nella borsa. Quando lo riaccendo trovo cinque chiamate perse e dieci messaggi. Tutti suoi. 
Lo chiamo, ma non mi risponde. Oddio, forse si è offeso. Forse si è stancato di stare con una pazza isterica e non mi vuole più vedere. Forse...
Forse è meglio che lo chiami di nuovo.
Di nuovo non mi risponde. Sì, è così. Mi vuole lasciare perché non mi sopporta più.
Ed ecco che il telefono squilla. 
Premo "Rispondi" e prima ancora che lui riesca a dire pronto lo sommergo.
"Scusami-scusami-scusami! Non-volevo-trattarti-male. Mi-dispiace-tantissimo. Sono-la-persona-più-insopportabile-della-terra-ma-tu-non-mi-lasciare-ti-prego." Gli dico prendendomi il tempo di respirare solo tra una frase e l'altra.
"Ehi, tesoro calmati. So come sei fatta durante il tuo periodo..."
"Sì, ecco, sono scema! Lo so! Come sono fortunata ad avere te che mi sopporti!" 
Lo sento respirare dall'altro capo del telefono basito, forse cercando di capire quello che ho appena detto. Certo le frasi erano semplici da afferrare, non fosse stato per le lacrime e il tirare su con il naso.
Ebbene sì i miei ormoni hanno fatto il danno e ora sto piangendo come una fontana. 
"Su, su , amore. Io sopporto te e tu sopporti me. Funziona così, no? Ora stai meglio?"
"Sì, grazie. Grazie per sopportarmi."
Ecco, e adesso ho fatto persino la figura della piagnucolosa piagnona. Roba che neanche Mirtilla Malcontenta. 
 
5/28
Mi sveglia uno strano rumore. Che cosa? 
Aspetto nel letto, ma un crampo allo stomaco mi distrae. È solo quando sento di nuovo il rumore che capisco cosa sia. È la mia pancia. E capisco anche che la fitta allo stomaco è fame.
Dopo aver fatto colazione, cioè dopo aver mangiato una decina di biscotti al cioccolato grandi come il mio pugno, tre brioches e una mela e aver bevuto due tazze di te, ho ancora fame. Se aggiungiamo alla fame le fitte lancinanti alle ovaie, sono da buttare. Voglio dire quanto cibo può entrare dentro di me? 
Ingoio un'altra pastiglina gialla-arancione e mi stendo a letto. Benedette vacanze! 
Dolore. Tanto dolore. Mi martella nella pancia. Come se qualcuno da dentro stesse strizzando dei panni bagnati, e quei panni sono le mie ovaie.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Inspiro. Espiro. Non è complicato. Ancora: inspiro. Espiro. Ce la posso fare. Devo solamente respirare per venti minuti poi la medicina farà effetto. Se almeno riuscissi a distrarmi... Ricordati: espira. Inspira. Espira. Mi contorco nel letto alla disperata ricerca di una posizione in cui la mia pancia smetta di essere una lavatrice con la centrifuga in azione e torni ad essere...beh, la mia pancia! 
Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. 
Qualcosa mi lecca la mano. Alzo lo sguardo e vedo una macchia nera. 
"Gatto!" le strillo. Sì, perché alla mia gattA, che si chiama MiciA,  io ho appioppato l'originalissimo soprannome di "GattO". 
Lei mi si avvicina e io me la stringo al petto. Rimaniamo in questa posizione finchè non mi addormento.  
 
6/28
La mattina quando mi alzo e vado in bagno sull'assorbente (finalmente di quelli rosa!) ci sono solo poche macchie di sangue. Oggi sto bene. 
Grazie al cielo.
 
7/28
Ho appena tolto l'ultimo salva-slip. Libera. 
"Grazie, Gatto." la saluto cercando di accarezzarla, ma lei mi miagola contro e tenta di mordermi. 
La mia gatta. L'unico gatto con un complesso da crocerossina e l'odio profondo per le coccole. Strano animale!
 
8/28 - 25/28 
 
26/28
Respira. Inspira. Mancano ancora due giorni. Non sono mai puntuali. Lo sai. 
Solo perché forse si è rotto non vuol dire che... No, no, no! Tranquilla. Arriveranno, non sei incinta. Devi solo ripetertelo e crederci. 
 
27/28 
Ancora qualche giorno. Sì, devi solo ripeterlo e crederci.
 
28/28 
Domani. 
Ripetilo e credici. Domani arriveranno. Domani.
 
29/28
Perché non arrivano? Perché non sono ancora arrivate? 
No. Calma. Stai calma. Inspira. Espira.
Arriveranno. 
 
30/28
No. No. No. Respira. Calma.
Arriveranno. Non sono mai state puntuali. 
Tranne il mese scorso.
Ma il mese scorso era un'eccezione, no?
Basta continuare a crederci.
 
31/28
Bianche. Mutande bianche. 
Neanche una goccia. 
Respira.
 
32/28 
Ancora calma piatta. Respira. Arriveranno.
h 17 e 47---> 1/28
Sì! Sì! Sì! Sì! Sì!
Benedette mestruazioni! 
Io vi amo! 
 
2/28
Espira. Inspira. Espira. 
Presto l'ibuprofene farà effetto. 
Oggi 17 luglio 2013 è un giorno da segnare sul calendario. 
Non sono mai stata tanto contenta di avere le mestruazioni. 
 
N.d.A.
So che a nessuno interessa del mio ciclo. Ci tengo a precisare di non essere una terribile egocentrica. 
Il fatto è che ieri mi stavo allegramente contorcendo sul letto per il dolore e ho pensato: la scrittura è catartica, magari funziona anche per il dolore fisico.
Così eccomi qui, a scrivere questa boiata. Per di più felice di averla scritta. Quasi tutto è una storia vera. Cioè fino ad oggi, io mica leggo il futuro! Comunque sia dopo aver scritto questa cosa il male non è passato, però mi sembra di essere già al quinto giorno. Povera illusa.
Non era nelle mie intenzioni finire la storia così, all'inizio doveva parlare solo dei primi cinque giorni, ma poi ho voluto fare qualcosa di più ciclico(sì lo so che è una battuta orrenda!). Non so esattamente come spiegarlo, ma spero che apprezzerete. Sicuramente non mi aspetto che commentiate una boiata del genere, ma se vi scappa di dirmi che me la potevo risparmiare…
La frase detta da mio padre è presa da "La vita secondo Jim", ma fidatevi sono loro ad aver copiato da mio padre. 
Ciao, DNF.
 
 
  
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