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Autore: Rosmary    16/06/2013    2 recensioni
{GeorgexHermione}
Ambientata nel periodo di dittatura della Umbridge, la storia percorre i piccoli passi che possono portare un ragazzo a guardare con occhi diversi una ragazza tra le tante.
Non esiste inizio e non esiste fine. Né esistono "perché" a cui rispondere necessariamente.
La oneshot è uno spin-off della longfic "La Trappola Babbana", ma la sua comprensione non è legata alla conoscenza della citata storia a più capitoli.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la oneshot è scritta senza alcuno scopo di lucro.
La storia è uno spin-off della longfic "La Trappola Babbana".






A piccoli passi



Agosto 1995
 

Come ogni infatuazione che si rispetti, anche quella di George fu frutto del fato. Accadde tutto un pomeriggio d’agosto, quando alla dimora Black era rimasto senza il gemello, che aveva avuto la fortuna di tenere compagnia a Bill per una commissione. Annoiato e di cattivo umore, George si ritirò nel salotto del tetro ambiente, dove scorse Hermione, che esibiva strambe guance arrossate, intenta a leggere il contenuto di una pergamena.

“Deve essere qualcosa di compromettente per farti arrossire così!”

Lei sobbalzò, nascondendo la lettera dietro la schiena e puntando lo sguardo allucinato sul ragazzo. “Perché sei qui?”

“Beh, temporaneamente, questa è la mia casa!”

“Scusa,” liquidò lei, con l’aria di chi giudica sciocco il proprio comportamento. “Temevo fosse Ron.”

“Ci hai litigato?”

“No, non ancora,” disse nervosa, mostrando a George la pergamena, “è di Viktor,” spiegò, come se il solo fatto che avesse tra le mani una lettera di Krum potesse chiarire all’interlocutore la situazione.

“Quindi? Dov’è il problema?”

“Non c’è, infatti. Semplicemente, Ron si ostina ad arrabbiarsi quando qualcosa coinvolge me e Viktor. È talmente infantile.”

“Forse è solo geloso,” buttò lì George, ma Hermione sbottò in un sorriso sarcastico, che, da solo, manifestava tutta la contrarietà della giovane alla supposizione.

Quella fu la prima volta che portò George a guardare con occhi diversi, con occhi da ragazzo, Hermione. Iniziò a chiedersi, spinto dalla curiosità, cosa potesse celare quella ragazzina tutta regole e libri da attirare l’attenzione di Viktor Krum. Insomma, non si parlava di un ragazzino del primo anno o di Ronnie, ma del più celebre giocatore di Quidditch del momento!

 

Ottobre 1995

 

“Quindi l’idea è stata tua.”

“Ti stupisce così tanto?”

“Se penso a quanto sale hai in zucca, no. Se penso all’intransigente Prefetto, sì.”

“Non esistono solo il bianco e il nero, George.”

“Giusta considerazione, Hermione.”

Si sorrisero e lui interpretò quel sorriso come un intricato percorso che l’avrebbe condotto alla vera Hermione, quella che conoscevano suo fratello e Harry, quella che Krum aveva conosciuto, la stessa che si nascondeva in modo ostinato dietro la facciata da studentessa modello. L’aveva osservata in quel periodo, ogni volta che ne aveva avuto modo, scoprendo sfumature sempre diverse, che, fino ad allora, aveva inconsapevolmente ignorato.

“Ehi, non ti starai mettendo a studiare?”

“Sarebbe bene che lo facessi anche tu,” aveva commentato lei, con quel solito tono saccente, che ormai non ingannava più George.

“Non ci penso proprio! Anzi, perché non mi spieghi cosa intendeva Ron, quando ha parlato di orrende conseguenze per chi tradisce l’ES?”

Lo chiese interessato davvero, curioso, e lei gli rispose, appartandosi con lui, in modo che nessuno potesse ascoltare. Gli rivelò tutto, ad eccezione dell’incantesimo utilizzato, chiedendogli, infine, di tacere quella confidenza a chiunque, fatta eccezione per Fred.

“Non pretendo che non lo dica a Fred,” precisò infatti, “sarebbe come pretendere una bugia.”

Una constatazione in grado di colpire George e d’indurlo a pensare che Hermione avesse impiegato tempo ad osservare lui e il gemello, cercando di comprendere la natura di quell’irripetibile rapporto. Fu un tassello tra i tanti quello, uno di quelli che intensificavano, giorno dopo giorno, l’interesse del diciassettenne per lei.

 

Febbraio 1995

 

“Con chi passi il San Valentino?”

“E tu?”

Ghignò George, divertito da quella risposta evasiva. “Sono un uomo libero io!”

Fu il turno di Hermione di sorridere, mentre consumava la colazione. “Credo di poter dire la stessa cosa!”

“Sul serio? E io che credevo fossi la ragazza di Krum!”

“Credevi male,” rispose a metà tra il divertito e l’imbarazzato.

George, ascoltandola, venne scosso da una stramba adrenalina. “Beh, allora passiamolo insieme, questo San Valentino!”

Ma lei non prese sul serio quella proposta, difatti rise di gusto, complimentandosi con George e le sue doti recitative. Quella fu anche l’occasione che obbligò George a rivelare al gemello la strana infatuazione.

“Lo sapevo già,” aveva commentato spiccio Fred, spalmandosi della marmellata su un biscotto.

“Immaginavo.”

“Ma non ho ancora capito perché la tiri tanto per le lunghe. Provaci e basta!”

 “No,” aveva detto l’altro risoluto, “ne uscirebbe fuori una cosa troppo soffocante, immagina mamma e Ron, no, non ci penso proprio! Ci scambio due chiacchiere, va bene così!”

 

Aprile 1995

 

“Erano fantastici, quei fuochi,” disse ammirata.1

“Grazie,” George sembrava al tempo stesso sorpreso e compiaciuto.1

Gli fu impossibile trattenersi dal darle altri dettagli, fortuna che Fred interruppe quella che sarebbe stata una conversazione senza fine. Fu la prima volta, quella, che George pensò seriamente di spingersi oltre con Hermione, poiché interpretò quel complimento come un segnale o un qualcosa di altrettanto bizzarro. Ma, anche allora, s’impose di indirizzare altrove le proprie attenzioni. Volere lei, si disse, è troppo folle anche per te.

 
 



1 Tratto da “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” di J.K. Rowling.
   
 
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