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Autore: jas_    16/06/2013    27 recensioni
E lei aveva provato ad indossare meno camicie, a truccarsi un po’ di più e a prendersi meno sul serio, a tornare a casa tardi e bere birra al posto dell’acqua ma non era stato sufficiente. Avrebbe dovuto essere un’altra persona, se fosse stata un’altra persona Harry l’avrebbe guardata con occhi diversi, lei si sarebbe sentita più libera e meno imbarazzata sotto il suo sguardo intenso. Però lei era Juliet Hamilton, l’educata e studiosa Juliet Hamilton, lui invece era un ragazzo che illudeva suo padre, che indossava camicie con le maniche strappate e bandane in testa.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 
 
 

Mancavano esattamente settantasette giorni all’inizio degli esami, sessantacinque alla fine delle lezioni.
Juliet si grattò distratta la nuca mentre cercava di stare dietro al professore di diritto internazionale che aveva il vizio di parlare così veloce da rendere impossibile riuscire a stargli dietro con gli appunti.
Aveva la mano che le faceva male, inoltre il dorso esterno di questa era tutto blu a causa dell’inchiostro della sua penna, uno dei tanti svantaggi dell’essere mancini.
Quando la campanella suonò e l’insegnante smise di parlare delle varie organizzazioni internazionali, Juliet chiuse libri e quaderni e corse fuori dall’aula senza dimenticare di prendere la sua tazza di caffè lasciata intatta e ormai fredda.
Doveva andare dal dentista, aveva solo venti minuti per raggiungere lo studio situato dalla parte opposta del quartiere e la bolgia di studenti che occupava i corridoi della Humboldt-Universität le impediva sia di sbrigarsi che di trovare un cestino in cui buttare la sua colazione non consumata.
Cercò di farsi spazio tra la folla che sembrava essersi concentrata all’entrata dell’edificio proprio in quel momento, ignorò i colpi involontari che le arrivavano da chi si stava muovendo nel senso opposto e quando vide accanto al muro un cestino si avvicinò di corsa senza notare una ragazza dai capelli biondi e la testa tra le nuvole che stava andando nella sua stessa direzione. Prima che riuscisse a spostarsi in tempo questa le andò a sbattere contro facendole rovesciare l’intero bicchiere di caffè sulla sua camicia bianca.
La bionda aprì la bocca scioccata prima di lasciarsi andare ad uno strano attacco di ridarella inarrestabile.
L’espressione di Juliet si trasformò da sorpresa ad infuriata mentre sentiva il caffè gocciolarle sulla pancia. Lanciò il bicchiere nel cestino con foga.
«Non c’è niente di divertente» borbottò poi, irritata soprattutto dalla reazione della ragazza che piuttosto che chiederle scusa non la smetteva di ridere.
«Mi dispiace» riuscì a dire questa, dopo aver preso un respiro profondo nel tentativo di calmarsi. «È che un attimo fa la tua camicia era così immacolata, e ora...»
Trattenersi fu inutile, un altro ghigno le scappò, ma sotto lo sguardo di fuoco di Juliet si morse un labbro ed abbassò lo sguardo come i bambini quando si sentono in colpa.
«Scusa» mormorò, dondolandosi da un piede all’altro, e Juliet non seppe se quelle scuse fossero per averle rovesciato addosso il caffè o per l'irritante risata che non riusciva a trattenere.
Si sforzò di mantenere la calma, e solo in quel momento si accorse degli inusuali leggins che  la bionda indossava.
Si perse un attimo ad osservare la fantasia floreale che fasciava le sue gambe magre poi alzò la testa di scatto quando questa le porse un pacchetto di fazzoletti.
«Tieni, così puoi pulirti un po’.»
Juliet ne prese uno soltanto per cortesia in quanto non le sarebbero serviti, ormai era costretta ad andare a casa a cambiarsi.
«Grazie mille» disse soltanto, prima di congedare la ragazza con un sorriso di circostanza e scendere velocemente le scale che portavano nel cortile.
Guardò l’orologio che aveva al polso sinistro, aveva perso inutilmente cinque minuti.
Aumentò notevolmente il passo, attraversò il viale e in un attimo si ritrovò in strada. In meno di un quarto d’ora era impossibile andare a casa e poi dal dentista, sarebbe arrivata sicuramente in ritardo all’appuntamento.
 
 
 
Niall lanciò lontano da sé la sigaretta ormai giunta alla fine e con la mano sinistra prese la bottiglietta di birra appoggiata sul muretto sul quale lui ed Harry erano seduti, intenti ad osservare Zayn all’opera.
Nonostante fosse la fine di marzo, quel giorno i raggi del sole scaldavano più del solito, così tanto che tutti e tre avevano abbandonato le rispettive felpe rimanendo con una maglietta a maniche corte.
Zayn buttò la bomboletta nera per terra e si allontanò lievemente dal muro per osservare meglio il suo disegno.
«Come vi sembra che stia venendo?» domandò poi, grattandosi la nuca e passando la mano sul suo ciuffo, spettinandolo più di quanto non fosse già.
«Fa schifo» commentò Niall, ridendo.
«Ma che cos’è poi?» aggiunse Harry, confuso.
«Un tuo ritratto» ribatté Zayn, prendendo in mano la bomboletta marrone e continuando il suo lavoro.
Il riccio ignorò le parole dell’amico e si strinse nelle spalle, scendendo poi con uno scatto dal muro sul quale era seduto e pulendosi i jeans neri che indossava e nei quali stava letteralmente morendo di caldo.
Prese in mano la sua birra, ancora quasi completamente piena a differenza di quella di Niall, ormai finita, e ne bevve un lungo sorso. Poi osservò di nuovo il disegno di Zayn, che pian piano stava prendendo forma, e si concentrò sulla mano dell’amico che si muoveva abile sul muro, Harry si riteneva fortunato se riusciva a disegnare un omino stilizzato.
«Già che sei in piedi, passami la bomboletta bianca» disse Zayn, interrompendo i suoi pensieri.
Harry annuì, facendo come richiesto, poi guardò di nuovo il disegno.
«Ma stai disegnando... Una scimmia?» chiese confuso, con ancora il braccio teso verso Zayn.
Questo annuì divertito prendendo in mano la bomboletta bianca, «appunto, il tuo ritratto» rise, seguito da Niall che non si era ancora mosso dal muretto.
Harry sospirò trattenendo un sorriso, «ho davvero degli amici simpatici» commentò poi sarcastico, chinandosi a raccogliere la sua felpa buttata sul prato.
«Vai?» chiese Niall, che aveva osservato le mosse dell’amico in silenzio.
Harry annuì, «ho un po’ di cose da fare...» borbottò, mettendosi una sigaretta tra le labbra e cominciando a frugare in tutte le tasche che aveva alla ricerca di un accendino.
«Tipo?»
«Tipo non sono affari tuoi» ribatté, accendendo la sigaretta.
«Non ti sarai offeso per la scimmia, vero?» intervenne Zayn, che in quel momento aveva smesso di spruzzare vernice sul muro.
Harry rise, «no, devo andare a casa e prepararmi, dopo ho un colloquio di lavoro.»
Niall strabuzzò gli occhi, sorpreso dalle parole del riccio, «tu che cerchi lavoro?»
L’amico annuì confuso, «che c’è di strano?»
Zayn sghignazzò, «niente.»
Harry sospirò, indossando la felpa ed estraendo il telefono dalla tasca dei jeans mentre con l’altra mano toglieva la sigaretta dalla bocca.
«Zayn spostati» disse.
L’amico obbedì, ed Harry scattò una foto alla scimmia impressa su quel muro di Mauerpark.
«Stamperò un poster del mio ritratto» disse divertito.
Niall sorrise e finì la sua birra, prese in mano quella che Harry aveva lasciato lì e ne bevve un altro sorso.
Zayn guardò fiero il suo graffito, prese la bomboletta marrone e diede un piccolo ritocco all’orecchio destro della scimmia.
«Ora sei perfetto» disse poi, fiero del suo lavoro e andandosi a sedere accanto a Niall.
Per un attimo i tre osservarono in silenzio il disegno completato, Zayn si accese una sigaretta e al rumore dell’accendino che veniva acceso, Harry sussultò.
«Devo andare» disse frettoloso, «ci vediamo!»
I due lo salutarono, uno con un cenno del capo e l’altro alzando la mano destra, poi Niall rispose al telefono che aveva preso a suonare.
Zayn ascoltò disinteressato la conversazione dell’amico, dondolando i piedi nel vuoto e fumando in silenzio la sua sigaretta.
Quando l’amico riattaccò, si voltò nella sua direzione, «chi era?» chiese.
«Agathe.»
Zayn annuì, «cosa voleva?»
Niall sorrise compiaciuto, «me.»


 

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Eccomi qua con una nuova storia! :D
Ho deciso di postarla nonostante non sia molto avanti nello scriverla perché preferisco aggiornare man mano che completare la fan fiction e poi metterla qua su EFP :)
Come forse saprete, ho gli esami, quindi non so quando aggiornerò la prossima volta ma cercherò di essere il più costante possibile.
Non ho ancora ben chiaro in mente come si svilupperà la storia, ma man mano che scrivo mi verrà qualche idea - come sempre ahahha - e spero che vi piaccia ciò che ho pensato!
Se volete sapere quando aggiorno, seguite la mia pagina di Facebook, se siete interessati ho anche creato un profilo :))
Fatemi sapere che ne pensate di questo Prologo, lo so che è un po' corto ma non sapevo cos'altro scrivere, gli altri capitoli saranno più lunghi, promesso!
Alla prossima!
Jas

 

   
 
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