16/06/2013
2 recensioni'Alice nella stanza chiusa restava
senza sorridere più
le sembrava mancare da sempre qualcosa
per sentirsi speciale'
senza sorridere più
le sembrava mancare da sempre qualcosa
per sentirsi speciale'
La ragazza restava chiusa nella sua stanza del grande quanto solitario appartamento in cui viveva, non sorrideva più da tanto tempo. Un ragazzo l’aveva ferita e da quel momento aveva deciso che non si sarebbe più innamorata. I suoi occhi blu erano fissi nel vuoto, il sorriso bianco come una corolla di margherita non illuminava più il suo viso, in sottofondo c’era solo un suono: il miagolio del gatto che le faceva compagnia, aveva i medesimi occhi blu della sua padrona. Qualcuno un giorno bussò alla sua porta: era un giovane dagli occhi di perla che appena la vide le chiese: “Perché non sorridi più?” lei non rispose ma lui lesse nei suoi occhi tanta tristezza “Ci riuscirò, ti farò sorridere, dimmi cosa posso fare” “Guarda nel blu e arriva lassù e portami un grammo di nuvole” improvvisamente il giovane percorse l’appartamento della ragazza fino davanti alle grandi vetrate della porta-finestra. Il ragazzo le spalancò e fece per buttarsi quando due enormi e candide ali bianche gli spuntarono sulla schiena “Tornerò non quello che vuoi tu”. Il ragazzo dagli occhi di perla si inoltrò nel blu e volò in alto fino a toccare le nuvole; giunto a destinazione tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola scatolina e lentamente prese un po’ di quei soffici batuffoli riponendoli delicatamente nello scrigno. Nel frattempo le luci della città brillavano più vivaci e scintillanti che mai, mentre lei se ne stava immobile e impassibile ad aspettare. Il ragazzo arrivò rallentando la discesa; non appena lo vide la giovane spalancò gli occhi pur mantenendo quell’aria attenta ma imperturbabile. Appena tirò fuori la scatolina e il suo contenuto l’espressione della ragazza mutò, sembrava meno cupa e il giovane giurò di aver visto le labbra incresparsi in un sorriso; quel momento, però, durò ben poco, infatti lo sguardo zaffiro della ragazza si era fatto di nuovo freddo e distante. Lei non era ancora felice, così un giorno il ragazzo le disse: “Cos’altro posso fare per vederti sorridere?” “Guarda più in alto, arriva lassù e portami un pezzo di blu” lui la guardò e le disse “D’accordo, ma stavolta vieni con me!” non la lasciò nemmeno ribattere che la prese per i fianchi lanciandosi nel vuoto; il ragazzo spiegò le ali, la strinse a sé e insieme si librarono nel cielo stellato. Le luci della città si riflessero negli occhi oceano della ragazza che si illuminarono brillando come stelle e riacquistando finalmente la lucentezza che avevano perso; il sorriso tornò a splendere sul suo viso, il ragazzo se ne accorse e le disse: “Come ti senti?” “Felice, finalmente felice. Ti ringrazio tanto, mi hai salvato la vita” “L’ho fatto per te sai, ti osservavo dall’alto praticamente da sempre, giorno dopo giorno ho imparato ad amarti, ripromettendomi che ti avrei aiutata a trovare il sorriso” “E ci sei riuscito!”. Dopo quest’affermazione alla ragazza spuntarono un paio di ali dai riflessi argentati: la maledizione che gravava su di lei scomparve grazie al sentimento appena sbocciato. Questo anatema era il dolore che l’avvolgeva impedendole di vivere la sua vita, quel ragazzo dallo sguardo di perla l’aveva salvata e lei non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza, l’unico modo, forse, sarebbe stato ricambiare l’amore del ragazzo, dato che anche lei si era innamorata di lui. Così i due angeli si presero per mano e volarono sempre più su, diventando parte di quella trapunta d’infinito chiamata cielo.
'Alice sorrise ma solo un minuto
poi tutto tornò come prima
manca sempre un minuto
un sorriso infinito
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