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Autore: silviayuna    01/01/2008    3 recensioni
Umi Ryuzaki è una ragazza ricca e famosa...Ma a lei non piace molto la sua vita. Desidera solo essere una ragazza normale. E forse ci riuscirà, conoscendo un ragazzo speciale. E' la mia prima ff su Rayearth, siate clementi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ascot, Umi Ryuzaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Umi Ryuzaki 17 anni

Studentessa in un liceo prestigioso di Tokyo. Il suo sport preferito è la scherma, che pratica fin da quando era bambina. Vive in una villa ai confini della città e gira per Tokyo in limousine. E’ una bella ragazza, con lunghi capelli blu e occhi dello stesso colore. E’ solare, estroversa e molto altezzosa anche se si preoccupa fin troppo per gli altri. Attualmente è single anche se è la ragazza più richiesta del liceo. E’ sempre circondata da un folto gruppo di ragazze che vogliono essere sue amiche.

Ascot 17 anni

Studente dello stesso liceo, orfano di madre, il padre, uomo misterioso, è un ricco industriale poco presente a casa. Passa le giornate con la sorella Caldina (19 anni), che lo aiuta a studiare e ad apprendere le arti marziali (Caldina è anche un’esperta di ballo). Vive in una casa abbastanza grande fuori dal centro città e ama girare per Tokyo a piedi (anche perchè non ha l’autista). E’ un ragazzo alto, con un bel fisico, gli occhi verdi e i capelli castani con una frangia talmente lunga che gli ricopre gli occhi oscurandoli agli altri. E’ molto timido e per questo ha pochissimi amici, per lo più compagni di scuola.

Ascot, come al solito, era in ritardo. La sorella, non facendo alcun tipo di lavoro, non pensava certo di alzarsi presto per svegliarlo. Così lui si alzava sempre all’ultimo minuto e, facendo di corsa colazione, correva verso la scuola che, per fortuna, non era molto distante da casa sua.

Quel giorno, però, non era l’unico in ritardo. Mentre entrava, trafelato, dal cancello della scuola, una limousine si fermò frenando bruscamente e una portiera sbattè. Una ragazza scese velocemente superando il castano. A metà percorso si fermò e si girò verso di lui.

- Scusa, non è che mi sapresti dire l’ora?- gli chiese.

Lui arrossì violentemente. Non avrebbe mai pensato che una ragazza del genere gli avrebbe mai parlato. Ascot guardò velocemente l’ora e le rispose farfugliando.

- Le 8 e 35-

Lei tirò un sospiro di sollievo.

- Sono ancora in tempo...Grazie mille! Ciao!!- gli disse sorridendo e aumentando il passo.

Il castano si fermò a fissarla: i suoi movimenti fluenti l’avevano incantato. Una volta sparita dalla sua vista, il ragazzo si ricordò che doveva andare in classe.

Come al solito si prese una sgridata dal prof della prima ora che, instancabilmente, gli ripeteva sempre la stessa solfa sul fatto del suo arrivo in ritardo a scuola. Lui, ormai abituato, si sedette al suo posto e, senza quasi ascoltarlo, tirò fuori dallo zaino i libri per la lezione.

Il resto della mattina passò tranquillamente. Quando, finalmente, suonò l’ultima campanella, Ascot salutò i compagni e li lasciò uscire. Quando rimase solo in classe si incamminò verso l’uscita.

E, appena fuori, la rivide. Era lì, i lunghi capelli che le ricadevano ordinati sulle spalle, gli occhi azzurri scintillanti. Era circondata da ragazze di tutte le classi che le chiedevano consigli su stile, sport e scuola. In amore non era molto esperta, o almeno così faceva credere agli altri. Tutto il liceo sapeva che aveva avuto una storia con Clef, un ventenne rampollo dell’alta società e amico di famiglia. Ma non si sapeva molto altro su di loro.

Ascot, anzi, non sapeva nemmeno chi fosse questo Clef e non sapeva nemmeno niente su di lei. Ma, ora, quella ragazza lo incuriosiva.

Passò davanti a lei e la guardò. E, proprio in quel momento, lei aveva gli occhi alzati. Il loro sguardi si incrociarono. Ascot lo distolse, arrossendo, e lo puntò a terra. Poi sentì un mormorio tra la folla che si era creata intorno a lei. Si girò, nuovamente, e vide che la ragazza puntava dritta verso di lui.

Con uno scatto felino lei lo prese sottobraccio.

- Ciao!!- gli disse sorridendo.

- Aiutami...- continuò poi sussurrando a denti stretti.

Ascot annuì e, insieme, uscirono dalla scuola incamminandosi verso il centro città. A dire la verità, il ragazzo non sapeva dove stessero andando. Ma lei lo trascinava lungo la strada principale dirigendosi verso una meta oscura. Ad una certa distanza dalla scuola lei si fermò bruscamente e tolse lentamente il suo braccio.

- Scusami... Sono simpatiche e tutto, però quando iniziano a chiedermi tutti quei consigli non le reggo proprio... Tu sei il ragazzo dell’orologio di stamattina, vero? Come ti chiami?- disse la ragazza tutto di un fiato.

Ascot arrossì. Si era ricordato di lui! Cosa stranissima, visto che nessuno che l’aveva guardato in faccia si ricordava di lui ad un secondo incontro.

- A...Ascot-

Lei allungò una mano.

- Piacere, io sono Umi!-

Lui gliela strinse. Poi lei riprese a parlare.

- Devo andare in centro, il mio autista mi sta aspettando. Tu dove abiti?-

- Non tanto lontano- rispose Ascot.

- Bene, allora vieni con me. Ti accompagno a casa io!-

Il ragazzo non fece in tempo a ribattere che lei si era incamminata. Non gli rimaneva altro che seguirla.

Arrivati in centro, Umi si fermò accanto ad una limousine e bussò sul vetro oscurato del conducente.

- Mokona? Ci fai salire?- disse lei mentre il finestrino si stava abbassando.

Al posto di guida stava una donna grassottella ma dalla faccia simpatica.

- Ciao tesoro! Salite pure, è aperto- rispose Mokona mentre Umi saliva sull’auto, seguita da un Ascot timoroso.

Umi chiese al ragazzo di indicargli la strada e, dopo aver inserito i dati nel navigatore satellitare, la limousine partì.

- Beh, che mi dici? Parlami un po’ di te!- disse la ragazza sedendosi con le gambe incrociate sull’ampio sedile.

Ascot iniziò a raccontare di sua sorella e delle arti marziali. Stava finendo la frase quando Umi lo interruppe.

Gli si avvicinò e, alzandogli la frangia, gli osservò gli occhi.

- Perché tieni questa frangia così lunga? Non riesco a vedere i tuoi occhi-

Ascot arrossì.

- Mi piace così, almeno la gente non mi può giudicare guardandomi negli occhi-

- Sei molto timido, vero? Perché non la tagli un po’? Hai dei bellissimi occhi!- disse lei lasciandogli cadere i capelli e ritornando seduta normalmente.

Ascot si girò a guardare fuori dal finestrino. Non aveva mai ricevuto complimenti, a parte quelli dei suoi famigliari. Per di più da una ragazza.

- Ora tocca a me- disse lei, guardando a sua volta fuori dal finestrino, ma quello opposto. Lui si girò. L’espressione del suo viso era cambiata.

- Vivo in una villa talmente enorme che non mi ricordo quanto stanze ha, ho talmente tante cose che non mi ricordo di possederle, conosco talmente tante persone che nemmeno mi ricordo di averle viste. Cerco di essere una figlia perfetta per i miei genitori, ma tutto quello che riesco ad ottenere è un “Brava” detto con un sorriso tirato. Pratico scherma fin da quando sono piccola, ho vinto tutte le competizioni a cui ho partecipato. Ma a me non piace gareggiare: la scherma mi piace per ciò che rappresenta. L’eleganza prima di tutto. Però i miei non sembrano capirlo. Più coppe conquisto e più riesco a salire nella società. E più salgo, più troverò ragazzi importanti che potranno diventare i miei futuri mariti-

Ascot era rimasto senza parole. Lei, che a malapena lo conosceva, gli aveva appena confessato tutti i problemi che aveva essendo una ragazza ricca e famosa.

- Per questo i miei genitori mi hanno fatta fidanzare con Clef- continuò Umi - Lui è molto importante nella società. Fortunatamente lo vedo una volta alla settimana e rimaniamo insieme per poco tempo, non essendo fidanzati ufficialmente. Ma tra due settimane la cosa sarà ufficiale...Io non so più cosa fare... Tutto ciò che desidero è essere una ragazza normale, con veri amici e un ragazzo che mi piace davvero, facendo scherma come mi pare e piace-

Appena finì si girò verso Ascot. Il ragazzo aveva ascoltato ogni parola ed ora era a bocca aperta. Lei si preoccupò.

- Scusa io... Non volevo annoiarti con i miei problemi... E’ che... Mi sembravi la persona adatta con cui parlare e...- disse Umi tutto di un fiato.

- No no!!- rispose Ascot prendendole con una mano una spalla – Mi fa piacere che tu mi hai considerato una persona del genere. Anche io non ho mai avuto un vero amico, però mi piacerebbe molto-

Umi sorrise. La macchina si fermò improvvisamente.

- Siamo arrivati a destinazione!!- gridò Mokona dall’altro capo dell’auto.

- Devo scendere. Ci vediamo- disse Ascot, aprendo la portiera e iniziando ad uscire. Poi sentì che la ragazza lo stava fermano.

- Aspetta!!- disse lei. Poi, arrossendo, aggiunse: - Grazie... Ci vediamo domani!-

Lo lasciò e lui scese. Chiuse la portiera e cercò di guardare all’interno della limousine. Il vetro opaco non glielo permetteva, ma sapeva che lei lo stava guardando. Così sorrise e, appena l’auto ripartì, entrò in casa, cercando Caldina, alla quale doveva raccontare tutto quanto.

Ciao a tutti!!! Questa è la mia prima ff su Rayearth, anche perché l’ho scoperto da poco... Mi piacciono molto Umi e Ascot, anche come coppia, per questo ho deciso di scrivere su di loro, anche se non è una delle preferite! Spero che vi piaccia in ogni caso!

Bacioni Silvia

  
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