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Autore: Bumptale    17/06/2013    1 recensioni
Non riusciva ad identificare con certezza l'insieme di tutti quei colori e di ombre opache.
I suoni uditi le sembravano così lontani ed incomprensibili.
Poi di colpo un bagliore accecante riempì lentamente il suo campo visivo, lasciandola cadere di nuovo nel sonno.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Mercedes/Sam
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                                                          CH. 1


Non riusciva ad identificare con certezza l'insieme di tutti quei colori e di ombre opache.

I suoni uditi le sembravano così lontani ed incomprensibili. 

Poi di colpo un bagliore accecante riempì lentamente il suo campo visivo, lasciandola cadere di nuovo nel sonno.

 

 

 

 

08.30 AM

 

 

Si svegliò per la seconda volta.

Ora però aprì completamente gli occhi e ciò che la circondava le apparve finalmente nitido.

Era sicura di trovarsi in una stanza d'ospedale. Dal piccolo vetro rettangolare della porta di fronte scorse persino alcuni uomini in camice camminare lungo il corridoio.

La piccola luce che filtrava dalla finestra semiaperta le permetteva di cogliere i particolari.

Si guardò in torno.
La stanza era verniciata di bianco e in alcuni punti di un rosso non eccessivamente acceso, cosa che non era certo comune a camere ospedaliere. L'odore di medicinali e disinfettante che emanava non metteva per nulla in dubbio che lo fosse, però.

Doveva riconoscere che era un dormitorio di gran classe. C'era una scrivania in mogano proprio di fronte ad un'ampia finestra. Alcuni quadri e tre poltrone in tessuto scuro.
Proprio su una di quelle poltrone, notò una figura rannicchiata scomodamente. Per la sua posizione scomposta in un primo momento pensò si trattasse di una giacca o di una coperta. 

Poi riuscì a sentire il respiro irregolare e affannato, a tratti quasi soffocato.

Era una ragazza. Nell'ombra riusciva a scorgere i suoi lunghi capelli disordinati.

Era incerta sul da farsi, inoltre aveva un forte dolore lungo il collo e sulla testa.

Deglutì e si accorse che aveva la gola arsa. Così si guardò intorno per la seconda volta, cercando qualcosa con cui dissetarsi. Vicino al suo letto, su un piccolo comodino, c'era un bicchiere di vetro già riempito da quella che sperava fosse acqua.

Le bastò allungare il braccio per prendere il bicchiere. Nel portarlo indietro, però, fece rumore, probabilmente urtando il comodino con il vetro. 

La persona sulla poltrona percepii la piccola variazione di suono nell'ambiente. Scattò di colpo sul posto e guardò allarmata in direzione della ragazza sul letto. Si alzò barcollando.

La ragazza sdraiata guardava i suoi movimenti, non sapendo se dovesse esserne impaurita o meno.

"Brittany" udì quasi impercettibilmente dalla bocca della ragazza. 

La sua voce era roca, impastata, affannata. Sembrava quasi che nel pronunciare quell'unica parola avesse fatto fatica.

Brittany.

Sapeva il suo nome.

Guardò ancora la ragazza in piedi a pochi passi da lei. 

La scrutava e cercava in qualche modo di far mente locale.

Dove l'aveva già vista?

Purtroppo non la ricordava. Non riusciva nemmeno a scorgere interamente il suo viso.

"Chi è lei?" chiese quindi infine, arrendendosi.

La reazione della ragazza dopo le sue parole fu stanca, confusa, barcollante, quasi come la sua voce.

Prima che potesse dire o fare altro, la porta principale si spalancò, illuminando con una luce fredda la stanza.

"Santana, ti avevamo detto di restare a dormire", a parlare era stato un ragazzo altro e robusto, entrato per primo, seguito da due altri ragazzi e due ragazze.

Si stava rivolgendo alla ragazza seduta precedentemente sulla poltrona.

Santana.

Quel nome a Brittany era confusamente familiare. Non riusciva a ricavarne nessun ricordo, però. Niente di niente. 

"Puck, avanti, portala fuori" aggiunse la stessa persona.

Brittany guardò un giovane più basso, ma altrettanto robusto, afferrare dolcemente per la vita la ragazza. Adesso stava piangendo, forse. Il suo tono di voce era talmente basso. 
Cercò di opporre debolmente resistenza, alla fine cedette, esausta, alla presa del ragazzo che la portava via dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Brittany non sapeva cosa stesse accadendo.

Le persone rimaste nella stanza si avvicinarono al letto cautamente, tutte con sguardo apparentemente stanco. 
Una di loro andò verso la finestra, tirando via la tenda e illuminando totalmente tutto intorno.
Il ragazzo più alto si sedette sul bordo del letto.

"Come ti senti?" chiese flebilmente, accennando un sorriso forzato.

"Bene, credo". Brittany guardò il bicchiere stretto tra le sue mani tremanti e se lo portò alla bocca, deglutendo a fatica l'acqua quasi fresca.

"Tu non ti ricordi di noi, vero? Non sai chi siamo?" chiese questa volta una ragazza con i capelli biondi e corti, non avvicinandosi ulteriormente.

Brittany scosse la testa piano.

Le persone di fronte a lei si guardarono tra loro simultaneamente con aria triste, ma in fondo un po' consapevole. "Io dovrei?" aggiuse dopo essersi dissetata.

Il tipo sul bordo del letto si inumidì le labbra e si mise più comodo. 

"Be', Brittany, tu..." era ovviamente a corto di parole, non riusciva a continuare, teneva lo sguardo fisso per terra e le mani strette l'una a l'altra.

"Hai subito un incidente", completò un ragazzo asiatico poggiato allo stipite della porta.

Cercava di non guardarla negli occhi.

Per Brittany quella non fu certo una novità; seppur non chiaramente, ricordava di aver provato un dolore atroce prima di essersi svegliata in ospedale. Aveva fatto semplicemente due più due.

"Di questo se ne dovrebbero occupare i dottori, ma abbiamo pensato che sarebbe stato un primo passo sapere la notizia dai tuoi", guardò con insistenza le persone che lo circondavano "amici".

Brittany era quasi certa di non aver mai visto quei volti. Dovevano essere impazziti, perché per lei erano dei totali sconosciuti.

"Dopo il violento colpo sulla nuca", a prendere parola questa volta fu una ragazza bassina, dalla pelle olivastra e dai capelli castani.

Quella gente sembrava doversi dare il cambio per parlare con lei. Come se la conversazione fosse un incontro di wrestling e per combattere l'argomento il team in alleanza doveva scambiarsi continuamente il Tag*.

"Hai perso i sensi. Ti abbiamo portata in ospedale il più presto possibile, abbiamo fatto di tutto purché la situazione non degenerasse. Il colpo è stato troppo violento, però".

La bassina diede un buffetto sulla spalla del giovane robusto che era stato il primo a parlare, come per incitarlo ad arrivare al punto.
Lui distolse lo sguardo dal pavimento per sospirare e guardare dritta negli occhi Brittany.

"Amnesia retrograda. Si chiama così lo stato in cui sei adesso, Brittany".


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*Nel wrestling è un gesto che permette, negli scontri a coppia, il ritiro temporaneo dalla sfida e lo scambio di giocatore, tramite un gesto palmo contro palmo, con un wrestler della sua squadra.

 

 

 

 

  
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