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Autore: mizuki95    17/06/2013    2 recensioni
[Munto ]
[IchikoxYumemi]
Ichiko e Yumemi sono amiche da sempre, ma Ichiko si renderà conto dei veri sentimenti che nutre verso l'amica solo quando la vedrà andar via con Munto...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio a tutti! Sono la scrittrice! Per quei pochi che conoscono l'anime "Munto", questa fan fiction sembrerà una cosa anormale, ma ho le mie buone ragioni per averla scritta. Ai miei occhi Ichiko non prova solo un puro sentimento d'amicizia nei confronti di Yumemi, ma un vero e proprio amore ancora immaturo. Nell'anime si mostra estremamente protettiva, affettuosa e solare con Yumemi, e mi è difficile credere che tutto ciò sia dettato solo dall'amicizia. In generale, forse perché è una ragazza con le maracas invece che frignona e ha molto sale in zucca, mi sembra quasi sottinteso che non sia etero, ma forse sono solo miei pregiudizi. Ichiko prova un sentimento molto bello, tenta di comprendere Yumemi, di proteggerla, di sostenerla, più di quanto abbiano mai fatto gli altri personaggi (escluso Munto). Poiché il mio yuri-radar stava impazzendo, ho messo per iscritto quello che, nel mio immaginario, Ichiko prova per l'amica. Ma poiché è tutto nella mia mente, non credo affatto di aver fatto un buon lavoro (ma neanche così pessimo, in caso sareste gentili se me lo faceste notare), per cui ho messo l'avvertenza OOC. Questa fan fiction è una dichiarazione immaginaria di Ichiko (e mia), che si svolge dopo i fatti narrati nel sesto episodio. Non mi pare di avere altro da dire, per cui vi saluto, vi auguro una buona lettura e magari di recensire! Grazie mille a tutti! :D

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Non mi è mai piaciuto il colore rosso. E’ un colore troppo acceso, troppo forte, troppo violento. Mi sembra un colore in grado di dare la vita ma anche di toglierla, e a quest’ultima opzione penso sempre al fuoco. Ma da quel giorno, avrei associato a questo pensiero un’altra cosa: il colore dei capelli di Munto, colui che mi tolse la mia più grande ragione di vita.

Ti conosco sin dalla primissima infanzia, ti conosco talmente bene che non mi sarebbe parso strano se ci fossimo conosciute anche quando ci trovavamo nell’utero delle nostre madri. Abbiamo condiviso tantissime esperienze, ti ho sempre spalleggiata e protetta. Ti trovo pura, in modo diverso da Suzume; ti trovo generosa, di buon cuore, seria, allegra e con la testa sulle spalle.

Sin da piccole mi raccontavi di vedere delle isole che galleggiavano nel cielo, e la cosa mi lasciò prima stupita e incredula ma poi, vedendo quanto fossi seria a proposito, decisi di prenderti sul serio, e il mio stupore diventò curiosità ed in seguito frustrazione. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a vedere quelle isole. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a vedere lo stesso cielo che vedevi tu.

Durante il periodo della scuola media, ti comportavi in modo strano: t’imbambolavi, perdevi spesso il filo del discorso e soprattutto non la smettevi di rivolgere lo sguardo al cielo. Le cose migliorarono per un breve periodo, ovvero quando un giorno improvvisamente le isole che dicevi di vedere finalmente furono visibili a tutti, furono visibili a me, che rimasi meravigliata da quello spettacolo ed estremamente felice di esser riuscita a vedere lo stesso cielo che vedevi tu.

Quell’apparizione fu fugace e senza spiegazioni scientifiche, che si alternarono fino alla conclusione che quell’esperienza fosse stata solo un’allucinazione di gruppo. Ma così come erano migliorate, le cose peggiorarono da quel giorno: diventasti ancora più distratta di prima e con molta più assiduità osservavi il cielo in cui, sicuramente, vedevi ancora quelle isole che per me ormai erano solo un ricordo lontano.

Feci di tutto pur di distrarti, accettando vari inviti in cui ti coinvolgevo insieme a Suzume, escogitando mille espedienti per farti distrarre e divertire. Ma era tutto inutile, e quel giorno le cose cambiarono completamente. E per sempre. Raggi gialli provenienti dal cielo annuvolato colpirono diverse parti della città, seminando distruzione ovunque si appoggiassero. Eri andata a controllare da vicino, e ti andai dietro.

Il cuore mi batteva a mille per l’agitazione, visto che avevi iniziato a farneticare sul dover andare via, di dover proteggere il mondo. Ti ritrovai su un pezzo della distrutta ruota panoramica del Luna Park in cui quel giorno eravamo andate per svagarci, ti ritrovai con lo sguardo finalmente rivolto verso il basso.

Ma non verso di me. Tu guardavi Munto, il ragazzo di cui qualche volta accennavi l’esistenza, il ragazzo che abitava nel cielo e che ti avrebbe portata via con sé, portandoti via da me.

Sentiva gli occhi pizzicare per via delle lacrime, il cuore spezzarsi e un’immensa voglia di gridare. Avrei voluto impedire che ciò avvenisse, ma ti conoscevo troppo bene, e sapevo quanto fossi risoluta quando prendevi una decisione. «Yumemi… perché? Fai sempre così, fissi il cielo e corri… non posso venire lassù con te! Non ti potrò proteggere!» ti gridai supplicandoti di restare, di restare con me.

Ti avevo sempre protetta, ti proteggo e sempre ti avrei protetta. Per me sei un’amica, una sorella, anche qualcosa di più di queste due figure. Siamo sempre state insieme, avevamo affrontato quei tredici anni insieme, perché le cose sarebbero dovute cambiare di punto in bianco?

Non vedevo più niente, avevo gli occhi pieni di lacrime che sgorgavano incessantemente, nonostante Suzume cercasse di consolarmi. Quando rialzai lo sguardo, vidi il fantomatico Munto e te abbracciati, che vi elevavate verso il cielo. Ti ho salutata con la poca forza che mi era rimasta, mentre l’amarezza mi riempiva lentamente il cuore.

Odio il cielo, che con i suoi colori chiari ma accesi e i suoi segreti ha creato una distanza insormontabile tra noi due.

Odio le isole che vi si trovano, perché mi è preclusa la loro visione.

Odio il rosso, lo stesso colore dei capelli di Munto, colui che ti abbraccia in un modo che ho sempre desiderato di fare.

Odio Munto, perché mi ha portato via te, Yumemi: la mia più grande amica, il mio più grande amore.
 
                                                                                                     
                                                                                                    THE END
  
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