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Autore: Sayuri_92    17/06/2013    6 recensioni
Ottava classificata al contest 'A sentence to dream' indetto da Mary DB e Kirame27 |||
" Sono a casa. " urlò il mezzo Saiyan. " Come stanno le mie donne? " proseguì, avviandosi verso la cucina dove era certo si trovasse la Son.
Quando la vide, non poté che aprirsi in un enorme sorriso. Era ai fornelli, intenta a cucinare qualcosa, anche se sapevano entrambi che fosse una frana. Avrebbe sicuramente combinato qualche pasticcio, ma a lui andava bene così.
La ragazza aveva indossato un grazioso grembiulino rosso, che copriva interamente il suo pancione più che evidente.
" Ti stavamo aspettando. " disse la mora, toccandosi con una mano il ventre.
Era al settimo mese di gravidanza. A breve sarebbe nata la loro bellissima bambina.
" Le mie donne stanno provando a cucinare qualcosa? " domandò il Brief, avvicinandosi alla moglie per baciarla. Dopodiché si chinò e schioccò un bacio anche sul suo grembo, lì dove stava crescendo sana e forte sua figlia.
" Ci provano. Purtroppo ho già bruciato l'arrosto. " mormorò Pan, arrossendo lievemente. ||| Trunks X Pan
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goten, Pan, Trunks | Coppie: Pan/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Yume
 
Una giovane ragazza sorrideva felice, continuando a guardarsi allo specchio. Non riusciva a credere ai suoi occhi: lei aveva sempre indossato abiti da maschiaccio, ma in quell'occasione un bel vestito bianco e lungo avvolgeva il suo corpo, abbinato ad un velo che le copriva i capelli corvini. Un leggero trucco era stato applicato sul suo volto, quel tanto che bastava ad enfatizzare i suoi occhioni neri e renderla una vera  principessa. 
Quel giorno era lei la protagonista indiscussa, Pan Son. 
" Sono così felice per te. " 
Al suo fianco si trovava la sua migliore amica da sempre, Bra Brief, una ragazza molto bella, dai capelli turchini e gli occhi azzurri come il mare. Oltretutto era sorella del suo sposo: Trunks, il miglior uomo che si potesse desiderare. 
" Mi sto per sposare, mi sto per sposare. " continuava a ripetere Pan, non riuscendo ancora a realizzare la veridicità di quelle parole. 
" Sei molto bella oggi, figliola. " 
A parlare era stato suo padre, Son Gohan, appena entrato nel camerino dove si stava preparando. 
La ragazza non poté che sorridere, abbracciando di slancio il genitore.
" Sono così felice, papà! " 
Gohan la strinse a sé, sotto lo sguardo commosso di Bra che si trattenne dal piangere solo per non rovinare il trucco. 
Quel giorno non poteva essere più perfetto e nessuno sarebbe riuscito a rovinarlo. 
Tra le braccia del padre, Pan accusò un improvviso malore e la sua vista si appannò. Tutto divenne poco nitido ed in breve il buio si impadronì di lei, facendole perdere conoscenza. 
 
Erano appena le sette di sera quando Trunks rincasò.
Si era trasferito da qualche mese in una nuova abitazione, assieme alla sua bellissima moglie. Aveva comprato una villa che si trovava a metà strada tra i Monti Paoz e la città dell'Ovest, così da far contente entrambe le famiglie. Non aveva badato a spese per far felice Pan. 
Il loro amore era stato molto ostacolato, soprattutto a causa della differenza d'età tra i due, ma alla fine erano riusciti a coronarlo.
 Lui aveva trentatré anni e lei appena ventuno, eppure, nonostante questa consapevolezza, non era riuscito a far battere il suo cuore per qualcun'altra. Lei era l'unica ad averlo conquistato, ad averlo stregato.
" Sono a casa. " urlò il mezzo Saiyan. " Come stanno le mie donne? " proseguì,  avviandosi verso la cucina dove era certo si trovasse la Son. 
Quando la vide, non poté che aprirsi in un enorme sorriso. Era ai fornelli, intenta a cucinare qualcosa, anche se sapevano entrambi che fosse una frana. Avrebbe sicuramente combinato qualche pasticcio, ma a lui andava bene così. 
La ragazza aveva indossato un grazioso grembiulino rosso, che copriva interamente il suo pancione più che evidente.
" Ti stavamo aspettando. " disse la mora, toccandosi con una mano il ventre. 
Era al settimo mese di gravidanza. A breve sarebbe nata la loro bellissima bambina.
" Le mie donne stanno provando a cucinare qualcosa? " domandò il Brief, avvicinandosi alla moglie per baciarla. Dopodiché si chinò e schioccò un bacio anche sul suo grembo, lì dove stava crescendo sana e forte sua figlia.
" Ci provano. Purtroppo ho già bruciato l'arrosto. " mormorò Pan, arrossendo lievemente. Ogni volta che rovinava qualche pietanza, la sua parte Saiyan piangeva. Oltretutto si sentiva in imbarazzo. Non era brava come sua madre, né tanto meno come sua nonna. Nonostante ciò, si era ostinata più e più volte a rifiutare l'offerta del marito di prendere un cuoco. Il suo orgoglio ne avrebbe risentito e si era autoconvinta che prima o poi avrebbe imparato.
" L'arrosto ..." sibilò Trunks, piangendo interiormente per l'ennesimo disastro che aveva combinato la sua bella donna. " Ho capito, fa niente. " continuò, non volendola far sentire in colpa.
" Credo che forse dovremmo ordinare del cibo da asporto, questa sera. " disse la mora, sempre più rossa dall'imbarazzo.
Il Brief annuì e tirò fuori il suo cellulare. In rubrica aveva salvato almeno venti numeri tra ristoranti e pizzerie che consegnavano cibo a domicilio. Non era la prima volta che dovevano ordinare la cena ed, anzi, ormai capitava piuttosto frequentemente.
" Cosa hai voglia di mangiare? " domandò Trunks, sorridendole. 
Pan si illuminò nel notare che non fosse arrabbiato e l'abbracciò di slancio, per quanto il pancione glielo permettesse. 
" Ho voglia di riso al curry ed una montagna di carne alla griglia! " esclamò, schioccandogli un bacio sulla guancia.
Il mezzo Saiyan la fissò con dolcezza ed esaudì il suo desiderio, ordinando una valanga di cibo per entrambi. 
Non appena chiuse la telefonata, Trunks prese in braccio la moglie, trasportandola fino al salotto. L'adagiò sul divano, sedendosi al suo fianco. Dovevano pur ingannare l'attesa.
" Com'è andato oggi il lavoro? Essere presidente della Capsule Corporation deve essere una noia! " esclamò Pan, poggiando la testa sulla sua spalla.
" Effettivamente non è il massimo del divertimento, ma questo lavoro ci permette di soddisfare molti dei nostri capricci. " mormorò, passandole un braccio attorno alle spalle, così da attirarla maggiormente a sé.
Pan sorrise e puntò lo sguardo fuori dalla finestra, lì dove intravide una sagoma oscura.
Il suo volto divenne serio e le venne in mente una questione da esporre al marito.
" C'è un uomo che gira intorno alla nostra casa da qualche giorno, Trunks. " disse la mora, senza preoccupazione nel suo tono. Anche se era incinta, rimaneva in parte una Saiyan e gli umani non la spaventavano.
" Un uomo? E perché non me l'hai detto prima? " chiese il mezzo sangue, accigliandosi. Sapeva che un semplice terrestre non avrebbe mai avuto scampo contro sua moglie, ma se si fosse trattato di qualche nemico alieno e dalla forza sconosciuta? Non poteva permettersi di rischiare, non con lei in quelle condizioni.
" Perché ha un'aura insignificante e, se provasse a fare qualcosa, lo stenderei facilmente. Il problema è che si limita ad aggirarsi vicino al nostro giardino, senza fare nulla. " spiegò la donna, sbuffando. Quella faccenda la seccava terribilmente.
" Vedrò di parlarci appena lo vedrò. Ho sempre il cellulare con me, perciò chiamami nel caso succedesse qualcosa di strano o vedessi ancora quel tizio. " disse Trunks, attirandola contro il proprio corpo, così da poggiare le labbra su quelle di lei.
La Son si lasciò baciare, portando le braccia attorno al suo collo.
" A dir la verità ho appena visto un'ombra fuori dalla finestra e credo sia lui, l'aura è la stessa. " mormorò Pan, staccandosi dal marito.
" Ho capito. Allora vado a controllare. " sibilò il Brief, lievemente seccato da quell'interruzione. Tuttavia, la sicurezza di sua moglie e di sua figlia venivano al primo posto. Si recò all'esterno della villa, alla ricerca dell'individuo misterioso.
Non fu difficile trovarlo, la sua aura, anche se debole, era facilmente percepibile.
" Ehi tu. Che stai facendo? " domandò Trunks, osservando i lineamenti di quell'uomo che si trovava a passeggiare lungo la strada dinnanzi alla sua casa.
Probabilmente aveva circa cinquant'anni. I capelli grigi erano corti e curati e dei baffetti lo facevano apparire come un uomo di tutto rispetto. Indossava una camicia e dei pantaloni neri e fissava il mezzo sangue con aria incuriosita, da dietro i suoi spessi occhiali.
" Sto facendo una passeggiata. " si giustificò l'individuo, non convincendolo minimamente.
" Potresti farmi il favore di passeggiare lontano da casa mia? " chiese Trunks, sforzandosi di rimanere calmo.
" Perché dovrei? " chiese l'uomo, come se non avesse aspettato altro che porgli quella domanda.
" Perché mia moglie vuole stare in tranquillità, senza loschi individui che si aggirino attorno alla nostra casa. " 
La risposta del Brief fece sospirare il cinquantenne, che abbassò lo sguardo. 
" Mi dispiace, cercherò di non recare ulteriore disturbo. " 
Quelle furono le ultime parole dell'uomo, prima di girarsi ed andarsene.
Il mezzo Saiyan sorrise, lieto che fosse bastato così poco a risolvere la situazione.
Tornò dentro casa, con un'aria trionfante dipinta sul volto.
" Allora? " domandò Pan, accennando un sorriso.
" Se n'è andato ed ha detto che proverà a non recarci più nessun disturbo. " disse Trunks, tornando a sedersi accanto alla sua bella mogliettina.
" Spero di non rivederlo più. " 
Il tono della donna era tremolante e sembrava quasi spaventato.
" Ma ... perché ti fa paura? " domandò, scrutandola attentamente. Non comprendeva tutto quel timore, gli sembrava insensato.
" Perché ho la sensazione che lui possa dividerci. Non permetterglielo, ti prego. " 
Le parole della Son risultarono assurde alle orecchie di Trunks. La fissò come se fosse impazzita e poi sorrise.
" Tesoro, non ti preoccupare. Non accadrà mai nulla di simile. " la tranquillizzò, baciandole la fronte. Sicuramente si stava comportando in quel modo strano a causa dello squilibrio ormonale provocato dalla gravidanza. Le donne incinta erano tutte un po' bizzarre. 
 
La giornata successiva fu abbastanza tranquilla, almeno fino a sera, quando Trunks rincasò e trovò sua moglie in lacrime.
" Ehi, Pan ... che succede? " chiese il Brief, preoccupato che ci fosse stato qualche problema con la bambina.
La donna gli si buttò letteralmente tra le braccia, stringendolo forte.
" Oggi ero uscita a fare una passeggiata ed ho sentito delle signore parlare ... parlare di questa casa. Dicevano che prima ci abitava una famiglia. Una donna è stata uccisa assieme al suo bambino di pochi mesi, Trunks. " raccontò la Son, in piena crisi ormonale. Tutte le sue emozioni erano accentuate.
Il mezzo sangue tirò un sospiro di sollievo. Aveva temuto il peggio, ma per fortuna non era accaduto nulla di grave.
" Noi viviamo nella stessa casa dove è stato commesso un omicidio. Io non voglio stare qui, non voglio camminare sullo stesso pavimento dove una madre è morta con suo figlio. " 
Trunks comprese solo dopo qualche istante quanto la moglie fosse seria. Possibile che il suo umore cambiasse a quel modo?
" Ehi, tranquilla. Mi informerò su quanto successo qui, va bene? Vedrai che sono solo stupidi racconti privi di fondamenta. " disse l'uomo, sospirando. Era difficile trovare le parole giuste con una donna incinta, dannatamente difficile.
Pan annuì debolmente e si asciugò le lacrime. Il sorriso le tornò sulle labbra e lo invitò a salire con lei al piano di sopra, lì dove si trovava la camera da letto matrimoniale.
" Dovremmo decidere il nome della bambina. " mormorò il mezzo sangue, cambiando abilmente argomento. Doveva riuscire a farle dimenticare quella brutta storia, o rischiava di ritrovarsela nuovamente a singhiozzare tra le braccia.
" No, è presto. Lo sceglieremo a tempo debito. " 
Trunks ci rimase di stucco. Mancavano meno di due mesi alla nascita e non era certamente 'presto'. Oltretutto lei aveva sempre insistito per scegliere il nome della piccola il prima possibile. Quel cambiamento a cos'era dovuto? Sempre agli sbalzi ormonali?
" Pensavo ti facesse piacere ... " sibilò il Brief, un po' confuso.
" Non fraintendere, è ovvio che mi faccia piacere. Solo che ... potrebbe avvenire qualcosa che ci faccia cambiare idea, perciò è meglio aspettare l'ultimo momento. Non voglio prendere scelte inutili. " disse la Son, enigmatica.
L'uomo non comprese quelle parole. Gli sembravano così strane, assurde. Cosa doveva accadere che gli avrebbe fatto cambiare idea? Nulla.
Tuttavia, quella serata la passarono tranquillamente. Non ci furono altre crisi di pianto da parte di Pan e non uscirono altri discorsi strani. Cenarono a lume di candela, con del cibo ordinato da uno dei tanti ristoranti che faceva consegne a domicilio.
Si misero nel letto verso le undici di sera, l'uno abbracciato all'altra.
" Non potrebbe essere più perfetto. " commentò il Brief, baciando la fronte della moglie. Con la mano destra carezzava il suo ventre, speranzoso di sentire la bambina scalciare. Peccato che quella sera sembrasse essere tranquilla e non si mosse per il dispiacere del suo papà.
" Già ... io, te e la nostra piccolina. " mormorò la mora, poggiando la mano sopra quella del marito. Le loro dita si intrecciarono ed i loro sguardi si incontrarono.
Si amavano e sentivano di non aver mai fatto scelta più giusta. Anche se lei era molto giovane, sposarsi era stata la coronazione di un sogno.
 
Trunks, come ogni mattina, si alzò alle sette e si recò in bagno per farsi una doccia e prepararsi per il lavoro.
Fece solamente in tempo a spogliarsi, poi la moglie urlò.
Con solo l'accappatoio indosso, corse nella loro camera da letto e la scena che gli si presentò davanti lo fece inorridire.
" No! " gridò terrorizzato.
Non riuscì a contenere la rabbia, non riuscì ad analizzare la situazione con la dovuta calma.
Un'aura dorata avvolse il suo corpo, i suoi capelli divennero biondi ed i suoi occhi assunsero una tonalità più tendente al verde. Si trasformò in Super Saiyan, mostrando tutta la sua potenza.
In quella stanza si trovava quell'uomo sconosciuto che si era aggirato per giorni vicino alla sua abitazione, Goten, il suo migliore amico da sempre, nonché lo zio di sua moglie, e Pan, distesa a terra in una pozza di sangue. Lei aveva lo sguardo spento ed il volto pallido. Lo fissava, incapace di muoversi o pronunciare qualsiasi cosa.
" Fermati Trunks! " gridò Goten, trasformandosi anch'egli in quel guerriero tanto potente dalla chioma dorata. Si scagliò contro l'amico, cercando di bloccarlo e frenare la sua furia omicida.
Il cinquantenne li fissava spaventato, non avendo mai assistito a nulla di simile.
" Che stai facendo, Goten? Che cazzo avete fatto a Pan? " gridò il Brief, fuori di sé dalla collera. Goten faticava a tenerlo fermo, anche perché l'amico era lievemente più forte di lui.
" Smettila con queste cazzate, non le abbiamo fatto nulla, come avremmo potuto? Lei non c'è più! " gridò il Son, rabbioso. La sua voce era carica di dolore, di sofferenza per quella prematura scomparsa.
Trunks si bloccò di colpo, sgranando gli occhi. Quelle parole gli avevano fatto raggelare il sangue nelle vene.
" Cosa ... cosa stai dicendo? " chiese con un fil di voce, perdendo la trasformazione in Super Saiyan. I suoi capelli tornarono ad essere lilla ed i suoi occhi azzurri.
Anche Goten riacquistò il suo aspetto ordinario ed il giallo sparì, lasciando spazio al nero.
" Ascoltami, amico ... io capisco la tua sofferenza, comprendo il tuo dolore, anche a me fa male, ero suo zio, ma ...non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. " mormorò il Son, poggiandogli le mani sulle spalle.
" Cosa ... cosa stai dicendo? Pan ... " sibilò Trunks, scostando lo sguardo sulla moglie che, a fatica, si stava rialzando da terra. 
" Trunks, amore ... " sibilò la donna, tendendo un braccio verso di lui.
Il Brief non esitò un solo istante a scostare bruscamente Goten da sé, raggiungendo la sua dolce metà.
" Come ti senti? " chiese apprensivo, preoccupato soprattutto per sua figlia.
" Non ascoltarli, non è vero niente di quello che dicono. Te l'avevo detto che lui ci voleva separare, ti avevo detto di tenerlo lontano! " sbottò la mora, facendo irrigidire Trunks. Questa volta posò il suo sguardo sul cinquantenne, ignorato fino a quel momento.
" Lui chi è? " chiese con tono gelido, tentato dall'idea di ucciderlo.
" Io sono Yoichi Nakazaki, il tuo psichiatra, Trunks. Tua madre è molto preoccupata per te e stavamo cercando di farti accettare la realtà da solo. A nulla sono servite le numerose sedute che abbiamo affrontato assieme e così ho tentato un ultimo disperato tentativo. Lasciandoti vivere la tua vita per qualche tempo, speravo che tu accettassi la morte di tua moglie e di tua figlia, ma mi sono reso conto di star fallendo miseramente nel momento in cui ieri sera abbiamo avuto la nostra discussione. " spiegò l'uomo, affranto.
Il Brief iniziò a respirare a fatica e scostò lo sguardo verso la sua Pan, la sua bellissima Pan. Il suo grembo rigonfio era più che evidente e riusciva a toccarlo, a sentirlo. Non poteva essere solo frutto della sua immaginazione, non poteva essere tutto un sogno.
" Voi state mentendo. Non capisco a che scopo, ma voi state dicendo un mucchio di cazzate! " gridò Trunks, non volendo accettare quell'assurda ed improbabile spiegazione.
" Non credergli, vogliono solo separarci! " esclamò la donna, con le lacrime agli occhi.
" Non temere, non ti abbandonerò mai, tesoro. " sibilò il mezzo sangue, con dolcezza.
Goten sospirò, sentendo una terribile fitta al cuore. Non riusciva a vedere il suo migliore amico ridotto in quelle condizioni. Il dolore per la morte di Pan, poi, era ancora vivo in lui e difficilmente se ne sarebbe andato.
" Trunks, amico ... ti prego. Smettila di vivere in questo assurdo sogno. Anche io vorrei tanto che Pan fosse ancora viva, ma lei ... lei è morta. Ci siamo solo io, il dottore e te in questa stanza. " disse il moro, sforzandosi di non farsi venire gli occhi lucidi.
" Non capisco perchè tu lo stia facendo, Goten. Anche se fosse morta l'avremmo riportata in vita con le sfere del drago di Namec, perciò smettila di dire queste stronzate ed esci da casa mia. " ringhiò il Brief, fuori di sé dalla collera.
" Adesso basta, Trunks! Mi hai stufato! Una malattia incurabile si è portata via Pan nel giro di pochi mesi. Non c'è stato niente da fare, nemmeno per la bambina, e le sfere del Drago non riportano in vita chi è morto in modo naturale. Sono passati tre mesi da quel terribile giorno, vuoi deciderti a reagire? Ti stai facendo solo del male! " sbottò il Son, afferrandolo per le spalle ed iniziando a scuoterlo.
Trunks sgranò gli occhi e non reagì, limitandosi a riflettere sulla veridicità di quelle parole.
Girò titubante la testa verso sua moglie, come timoroso che non ci fosse più. Eppure lei era lì, con lo sguardo basso ed un'aria sofferente dipinta sul volto.
" Pan ... " sibilò con voce tremula, allungando un braccio verso di lei.
" Forse ha ragione lo zio Goten, Trunks. È ora che tu la smetta di farti del male e mi lasci andare. " mormorò la mora, facendolo irrigidire di colpo.
" Ma io ... io non voglio. Io ti amo, Pan. " 
Il suo tono di voce era disperato e gli occhi gli divennero lucidi nel giro di pochi istanti. La fissò e non potè far a meno di pensare che fosse la più bella dell'intero universo, la migliore moglie che un uomo potesse desiderare.
" Anche io ti amo, Trunks. Sono certa che mi porterai sempre nel cuore, che non mi dimenticherai mai, ma ti prego ... lasciami andare, torna a vivere ed esci da questo sogno che, seppur bellissimo, rimane un sogno. " disse la mora, afferrandogli le mani. Aveva la voce tremante e gli occhi lucidi.
" Pan ... " balbettò il mezzo sangue, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
La figura di sua moglie si fece sempre più opaca, sempre più sbiadita e trasparente. Prima che sparisse definitivamente, cercò di abbracciarla, di stringerla tra le sue braccia e sentire per l'ultima volta il suo odore.
Lei svanì del tutto, svanì definitivamente dalla sua vita e Trunks non poté che urlare disperatamente. Si inginocchiò a suolo, piangendo e gridando come un pazzo. 
In quel modo cercò di sfogare tutto il suo dolore, tutta la sua sofferenza repressa per tre lunghi mesi.
 
5 Agosto 782. 
Quella data era stata incisa sulla lapide di Pan. 
Trunks si trovava a fissarla con sguardo vuoto. Teneva le mani in tasca, non parlava e non si muoveva.
Poco lontano da lui si trovavano il dottor Nakazaki, Goten e Bulma, la madre del povero vedevo. Volevano assicurarsi che fosse finalmente uscito dal suo periodo nero, che avesse recuperato la ragione. La sua mente gli aveva fatto vivere un bellissimo sogno, aveva creato un meccanismo di difesa per proteggerlo da tutto quel dolore, quella sofferenza che gli attanagliava l'animo.
Goten lanciò uno sguardo a Bulma, facendole capire che ci avrebbe parlato lui. Desiderava stargli accanto ed aiutarlo a tornare a vivere.
Avanzò verso la figura dell'amico, poggiandogli una mano sulla spalla.
" Ehi Trunks ... " sibilò il moro, sentendo un terribile peso sulla stomaco nel momento in cui i cui i suoi occhi si posarono sulla foto posta sulla lapide, dove Pan era stata immortalata con un'espressione dolce e sorridente. 
" Era qui che venivo ogni giorno, vero? Al posto di andare a lavorare, passavo le mie giornate qui, convinto di svolgere il mio dovere alla Capsule Corporation. " disse il Brief, pronunciando finalmente una frase di senso compiuto.
" Sì, venivi sempre qua. Il dottore ha detto che dentro di te sapevi quello che era realmente successo, ma la tua mente era offuscata dal dolore e ti eri rintanato in un mondo tuo. Ciò che vedevi non era reale, si trattava solo di un bel sogno. " spiegò Goten, sollevato che l'amico non desse più segni di pazzia. Sembrava guarito, sembrava aver finalmente accettato la situazione.
" Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere ... questa frase mi ha colpito molto, sai? " disse Trunks, accennando un sorriso. " Sono dell'idea che per vivere in questo mondo tanto ingiusto, sia necessario sognare. " proseguì, assumendo una strana espressione. Sembrava sereno, come se fosse felice.
" Sognare è giusto, ma non bisogna scordarsi della realtà. " mormorò il moro, sforzandosi di non apparire giù di morale. Trunks non aveva bisogno di qualcuno che piangesse con lui o fosse triste, lui necessitava di normalità e tranquillità.
" Hai ragione. Bisogna rimanere con i piedi per terra. " confermò, sospirando. 
Goten si girò verso Bulma e lo Psichiatra, alzando un pollice verso l'alto. Quel semplice gesto bastò a far capire che lui stava finalmente bene.
" Adesso ho bisogno di stare da solo, Goten. Perdonami. " sibilò il mezzo sangue, salutandolo con un cenno della mano.
" Se avessi bisogno di me, chiamami pure. " mormorò il Son, osservando l'amico allontanarsi. 
Purtroppo avrebbe passato un brutto periodo. Anche se era finalmente uscito da quel sogno in cui si era rinchiuso, doveva far i conti con il suo dolore, con le sue emozioni.
Trunks camminava lungo la via che l'avrebbe condotto alla casa dove aveva vissuto con Pan per qualche mese. Teneva lo sguardo basso, riflettendo su quanto successo dalla sua morte fino a quel momento.
Lei se n'era andata via assieme a sua figlia. Nemmeno lui o sua madre erano riusciti a trovare una cura per quella terribile malattia. Che fosse la cosa giusta tornare con i piedi per terra ed affrontare la realtà in tutta la sua crudezza? Il vuoto che provava nel cuore era destinato a non essere riempito. Perché doveva soffrire a quel modo?
Mancavano solo un paio d'isolati alla sua villa e gli venne un improvviso magone allo stomaco. Come avrebbe fatto a rientrare in quella casa? Tutto gli ricordava lei, a partire dal dettaglio più insignificante. Se fosse rimasto in quel sogno che la sua mente aveva minuziosamente costruito, non avrebbe mai dovuto affrontare quel momento.
Perso com'era nei suoi pensieri, non si accorse che mancava un solo isolato. 
Anche se faceva male, era ormai certo di aver preso la scelta giusta. Ne era uscito e non aveva permesso che la sua follia continuasse a farlo vivere in quel mondo surreale ed inesistente. La sofferenza faceva parte della vita, doveva abituarsi. Tuttavia, era giusta che lui ne provasse così tanta?
Inserì la chiave nel buco della serratura e girò il pomello della porta, indugiando qualche istante ad aprirla.
Si fece coraggio e varcò la soglia d'entrata.
Si guardò attorno con aria malinconica e poi un sorriso nacque sul suo volto.
" Sono a casa, tesoro. Come stanno le mie donne? "
 
Nel nostro caso la scelta migliore è dimenticarsi di vivere. Aspettami Pan, non ti voglio lasciare andare. 
 
The end

Ed eccomi qui con una nuova Shot *-* Purtroppo il tema della morte e della follia mi piace terribilmente! Innanzitutto volevo specificare che Yume significa 'sogno' e l'ho trovato il titolo più adatto. Poi, poi ... niente, questa storia mi piace veramente molto e spero che anche voi la troviate interessante ^_^ fatemi sapere che ne pensate! Ringrazio Mary DB per il suo giudizio e per aver indetto il contest assieme a Kirame27 ^_^ alla prossima!

Sayuri_92
   
 
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