Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: fearlessly    17/06/2013    1 recensioni
2608 words | Larry Stylinson
“Liam che succede?”
“Io, ecco..”
l’amico non era mai tentennante, era sempre deciso quando parlava e questo non fece altro che mandare in panico Harry
“Liam!” gli urlò infatti
“Vieni in ospedale, subito, ti aspetto all’ingresso” e riattaccò
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ah dimenticavo, ti amo.  –Louis



“E’ sempre la solita storia, non possiamo neanche goderci una giornata tranquilla che tu devi andare da quella" esclamò un ragazzo riccio alzandosi dal terreno del parco.
“Harry fammi spiegare” l’altro ragazzo lo stava supplicando con gli occhi di risedersi, ma Harry sembrava non voler mollare, se si arrabbiava non lo fermava più nessuno.
“Che devi spiegarmi Louis, eh? Va sempre a finire così” camminava su e giù davanti al suo ragazzo che continuava a guardarlo dispiaciuto
“Se mi lasci parlare capiresti che-”
“No no, lo so già che stai per dire, dirai che siamo sotto contratto e che se non vogliamo che la band si sfasci non possiamo stare insieme in pubblicorispose mettendosi le mani tra i capelli.
Dopo attimi di silenzio, dove entrambi i ragazzi erano persi nei loro pensieri, il riccio riprese la parola:
“Mi vado a fare un giro, non aspettarmi sveglio” disse andandosene
“Harry” sussurrò Louis, troppo piano per farsi sentire dall’altro, così prese la coperta su cui erano distesi un minuto prima e tornò a casa, sapeva che se anche avrebbe rincorso il suo ragazzo, quello l’avrebbe mandato a quel paese senza lasciargli pronunciare una sillaba.
 
 
 
 
 
Era sera, sul tardi, probabilmente era l’una passata ed Harry era così stanco, sia moralmente che fisicamente, che quando entrò a casa, quella sua e di Louis, si distese semplicemente sul divano e si addormentò.
Era stanco che il suo ragazzo dovesse uscire quasi ogni pomeriggio con Eleonor,
stanco di litigare sempre per questo motivo,
stanco di vedere Louis con gli occhi spenti ad ogni litigata,
stanco di sprecare lacrime,
stanco di fare il burattino,
stanco di tutto.
Molte volte aveva pensato se tutto quel dolore, fosse appagato dall’amore che viveva con il castano, e nei giorni più bui pensava che no, non appagava affatto ed era meglio finirla lì. Poi però ricordava i suoi occhi azzurri, ricordava il suo sguardo posato su di lui, pieni di amore e ammirazione, ricordava le carezze, i baci, la lotta con i cuscini, le notti a guardarlo dormire dopo aver fatto l’amore, gli scherzi, le piccole gelosie.. E allora pensava che si, alla fine di tutto, se dopo una giornata faticosa poteva rifugiarsi tra le braccia del suo amato, gli bastava.
 
 
 
 
 
Il mattino dopo, oltre ad essersi pentito di aver dormito in un divano scomodissimo, avere i muscoli tutti indolenziti e un mal di testa doloroso, si pentiva di non aver dormito con Louis, di non essere andato da lui e sapere che avevano fatto pace con un semplice abbraccio.
Così, dopo aver visto che erano le 12 e 17 e sorprendersi di non essere stato svegliato per andare allo studio, si alzò piano dal divano e salì le scale tenendo le mani sul muro per non cadere. Quando vide che il letto era vuoto e rifatto, ebbe un piccolo tuffo al cuore, Louis doveva essere molto arrabbiato con lui, tanto da non averlo svegliato, fatto la colazione insieme ed essere andati in studio insieme.
Gli venne da piangere, un po’ per il nervosismo per il brutto risveglio, un po’ perché stavolta aveva davvero paura che la litigata del giorno prima era la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Andò in bagno, si fece una doccia lunga, che forse lo stancò ancora di più invece che rilassarlo, e si rivestì in camera. Lo sguardo gli cadde sul suo cellulare che vibrava costante sopra la scrivania e Harry si ricordò che ieri l’aveva lasciato apposta a casa perché non voleva essere disturbato. Lo prese in mano appena smise di vibrare e si sorprese di vedere così tante chiamate perse: 10 da Louis, 12 da Niall, 9 da Zayn, 3 da Paul e 16 di Liam, senza contare gli innumerevoli messaggi.
Il riccio non fece neanche in tempo a leggerne uno che vide una chiamata in corso: Liam.
 
“Pronto?”
“Harry! Dio santo sei vivo” esclamò l’altro sospirando
“Si, avevo lasciato il cellulare a casa, che succede?”
“Avevi lasciato il cellulare a casa? Per questo non rispondevi?”
“Si, perché? Dovevo avere altre motivazioni?” chiese Harry dubbioso, l’amico gli stava nascondendo qualcosa
“Allora non lo sa, che faccio?” il riccio sentì appena un sussurro, come se Liam stesse parlando da solo, e iniziò a preoccuparsi
“Liam che succede?”
“Io, ecco..” l’amico non era mai tentennante, era sempre deciso quando parlava e questo non fece altro che mandare in panico Harry
“Liam!”gli urlò infatti
“Vieni in ospedale, subito, ti aspetto all’ingresso” e riattaccò
 
Harry guardò per dei secondi interminabili il cellulare, gli venne una fitta allo stomaco che lo fece piegare leggermente. Il panico si stava facendo sentire, ma non volle farci caso e corse giù per le scale, prese le chiavi, uscì di casa e andò alla macchina.
Fa’ che non sia niente di grave, fa’ che non sia niente di grave pensava mentre guidava a tutta velocità fa’ che non sia Louis.
 
Arrivò all’entrata dove vide Liam. Gli occhi ancora rossi e lucidi, contornati da delle occhiaie violacee e il volto pallido. Appena arrivò da lui, si guardarono solo e Liam gli fece un cenno per seguirlo.
Camminarono lungo qualche corridoio, arrivando in terapia intensiva, e ad Harry tornò il batticuore. Vide Niall e Paul davanti alla grande finestra della stanza, e quando non vide Louis il cuore smise quasi di battere. Non vide però neanche Zayn e, per quanto volesse bene all’amico e per quanto sapesse di essere egoista, in cuor suo sperava che disteso sul letto ci fosse il moro e non il suo Louis.
Niall e Paul gli fecero un breve cenno e con gli occhi lo esortarono ad entrare. Fece un lungo respiro ed aprì la porta.
 
Zayn era seduto su una sedia accanto al letto, teneva la mano dell’amico e non la smetteva di piangere, facendo rimbombare i singhiozzi in tutta la stanza.
Il peggior incubo di Harry si era avverato: Louis, il suo ragazzo, era immobile, pieno di aghi e tubi attaccati al corpo. Il petto si muoveva constante, a tempo con il bip della macchina accanto a lui. Se le coperte non fossero state di un azzurro cielo, Louis non si sarebbe distinto tra le lenzuola bianche.
Arrivò ai piedi del letto, dove appoggiò le mani alla tastiera quasi per paura di cadere. Non riusciva a respirare, o ad emettere alcun suono. Anche gli occhi erano stranamente asciutti, come se le lacrime fossero congelate.
 
“Ha avuto un incidente mentre tornava a casa. L’avevo incontrato al bar mentre prendeva la colazione e ha detto che voleva farti una sorpresa per fare pace, ma mentre attraversava la strada un uomo non l’ha visto e non ha fatto in tempo a fermarsi” la voce di Liam era quasi un sussurro, distaccata, come se la frase lo diceva un robot
“Il medico ha detto che probabilmente non si sveglierà mai, gli organi sono intatti ma il cervello non riesce a risvegliarsi” Niall spuntò da dietro le sue spalle e gli appoggiò una mano sulla spalla
“Sua madre arriverà qui a momenti, il dottore le dirà quali potrebbero essere le varie possibilità per il futuro, anche se comunque..” aggiunse ma venne interrotto da Zayn
“Anche se comunque la possibilità che si risvegli è già stata scartata, o stacchiamo la spina e andiamo dritti al funerale o stacchiamo la spina e doniamo gli organi” la sua voce era ferrea, quasi come se fosse arrabbiato.
“Zayn! Usare parole più delicate?” gli gridò Liam
“E’ meglio essere diretti in questo caso Lì, cosa pensi che possiamo fare? Eh? No spiegamelo, io non riesco ad essere delicato e calmo, c’è il mio migliore amico su questo cazzo di letto!” la voce di Zayn si era alzata di un’ottava, tanto che l’infermiera che passava da quella parte gli chiese gentilmente di fare silenzio, ricevendo un vaffanculo sussurrato dal moro appena questa se ne era andata.
“Se non avessimo litigato..” Harry aveva parlato per la prima volta da quando era in ospedale, la voce rotta dai singhiozzi “E’-E’ tutta colpa m-mia-a, se fo-fossi stato zit-zitto a quest’ora staremo ma-mangiando la colazione” si accasciò a terra, un dolore gli tagliava in due il petto e non riusciva a respirare, come se lo stessero soffocando col cuscino.
I suoi amici gli vennero incontro e uno abbracciato all’altro piansero forte, cercando di liberarsi da quel peso nel cuore che li appesantiva.
 
La madre arrivò pochi minuti dopo e, alla vista del figlio, si avvicinò stringendogli una mano con la sua, mentre con l’altra cercava di soffocare i singhiozzi. Mai una madre si aspetterebbe di sopravvivere al figlio, darebbe la vita in cambio di rivederlo sorridere, parlare, ridere, respirare. Ma chi poteva aspettarselo? E’ il disegno di un signore più grande di loro, dicono, ma lo penserebbero ancora vedendo una madre che piange per il proprio figlio?
 
Il dottore arrivò poco dopo con i documenti da firmare. Con la mano ancora tremante, Jay firmò per la donazione degli organi e subito una squadra di medici circondò il letto, pronti a staccare la spina e trasportare il paziente in sala chirurgica, prima che gli organi si infettino.
Dopo aver firmato, si avvicinò a Louis, gli diede un bacio sulla guancia e gli accarezzo piano i capelli, sorridendo leggermente.
 
“Tranquillo, starò bene” poi guardò i ragazzi che la circondavano “staremo bene, non prendetela con te stesso, hai resistito finchè potevi, ma ora devi andare. Ti ameremo per sempre tesoro mio, sarai nei nostri cuori, nei nostri ricordi, ogni giorno della nostra vita, sappilo” gli posò un ultimo bacio sulla fronte e si allontanò, lasciando il tempo ai suoi amici di salutarlo
 
“Stronzo, dovevamo fare ancora tanti scherzi a questi tre piccoletti, ora chi sarà il mio compagno di scherzi? Liam è noioso, Niall non sa tenere la bocca chiusa ed Harry si sentirebbe subito in colpa” Zayn era il primo, gli strinse una spalla e aggiunse “Ma ti perdono, non vorrei che il tuo fantasma mi perseguiti” rise piano e diede spazio a Liam “Premettendo che io non sono noioso” e con questo lanciò un’occhiataccia al moro “vorrei dire che mi mancherai, ma questo è scontato, quindi.. Se mi vuoi bene, tortura Zayn nei sogni, ti prego, così mi diverto” rise, poi, sentendo il diretto interessato sussurrare qualcosa tipo “ecco lo stronzo 2.0”. Gli si avvicinò Niall che, da prima con una faccia arrabbiata, poi con una buffa, disse “non saprò mai dove hai nascosto le mie caramelle preferite! Non ho voglia di fare la spesa, sono pigro io.. Ti rimarrò sulla coscienza, se in paradiso puoi dormire quanto vuoi, tu non ci riuscirai” mise le braccia incrociate e tornò dai suoi amici, che lo abbracciarono scherzando.
 
Nonostante la situazione sembrava tanto normale, mentre i ragazzi parlavano, le lacrime non riuscivano a fermarsi, ed aumentarono quando Harry si avvicinò al castano.
 
“Non sono un tipo di tante parole, e ogni volta che pensavo qualcosa, anche se stupida, te l’ho sempre detta, non ho mai avuto segreti con te quindi..” la voce era ferma, calma, non voleva piangere anche mentre gli diceva addio, se Louis magari lo stesse ascoltando voleva che si ricordasse della sua voce calma, non piena di singhiozzi “Quindi, ti amo, lo sai già ma ho sempre avuto paura di non dirtelo mai abbastanza spesso. Sei stato il mio primo vero amore, non so se riuscirò mai a dimenticarti, non troverò mai un Louis in un altro ragazzo, e questo mi fa capire quanto tu sia speciale ed unico. Ti amo, di nuovo, ora ed oltre” gli tolse la mascherina, sapendo che non sarebbe servita più a un granchè, e appoggiò le sue labbra a quelle fini e fredde di lui, poi si staccò, lo guardò bene per imprimerlo nella mente, e fece un cenno al medico che premette il pulsante facendo smettere le macchine di funzionare.

 

 
---

 
 
Il funerale si svolse lento, pieno di parole e pianti. C’era qualche fan in giro per il cimitero, le telecamere vennero spente per onorare il ragazzo rinchiuso in quella cassaforte di legno. I quattro ragazzi erano l’uno vicino all’altro per sostenersi, come sempre avevano fatto fino a quel giorno.
Alla fine del funerale andarono a sedersi dietro ad un albero e, dopo un momento di silenzio, iniziarono a ridere forte, attirando l’attenzione di qualche passante che li guardava con sorpresa e delusione, come si poteva ridere ad un funerale, si chiedevano.
Ma loro se ne fregavano e continuavano a ridere, tanto da far venire le lacrime agli occhi e il mal di stomaco.
 
“Tu, come addio gli hai ricordato delle caramelle, davvero Horan?” Zayn gli puntò un dito contro e continuò a ridere “tu gli hai dato dello stronzo, non è che il tuo addio sia stato molto più commuovente sai?” rispose il biondo facendogli la linguaccia “e perché Liam scusa? Mi è andato contro!” si difese il moro “Mi avevi dato del noioso!” Liam gli diede un buffetto sulla testa Ahio! E’ questo che mi merito per aver detto la verità? Uno schiaffo in testa?” chiese massaggiandosela “Oh si, e aspetta di essere a casa che ti concio per le feste” a quella minaccia Zayn si nascose dietro Niall “irlandese aiutami” l’interessato rise di più, coinvolgendo i due litiganti.
“Harry, tu sei stato scontato, potevi dire che ti sarebbe mancato sentirlo ululare sotto di te”il moro, in cambio, ricevette un altro schiaffo in testa sia dal biondo che dal castano “Ma siete impazziti?” urlò “Non sono pervertito come te Zayn, sono un’anima romantica” disse il riccio pavoneggiandosi.
Dopo qualche minuto di silenzio, tutti e quattro risero ancora più forte, così tanto che sembrava volessero farsi sentire, magari proprio da una persona che era da qualche parte nell’aria e che alle loro risa, sarebbe stato più sereno.
 
Per qualche giorno, Harry dormì in casa di uno dei suoi amici, o a casa di sua madre, al solo pensiero di tornare nella sua vecchia casa, fredda e monotona, gli metteva i brividi, ma sapeva che prima o poi sarebbe dovuto ritornare.
E così fece due settimane dopo il funerale, due settimane di pianti, di vuoto, di silenzio.
Fece scattare la serratura della porta, entrò piano come avesse paura di far rumore, e accese le luci. Mise il giubbotto sull’attaccapanni e andò in cucina per vedere se c’era qualcosa di commestibile.
Tornare in quella casa lo metteva a disagio, ma prima o poi, sperava, si sarebbe abituato e fino ad allora l’avrebbe usata solo per dormire.
 
Appena fu in cucina, notò un foglietto attaccato sul frigo con una calamita a forma di nota musicale, lo prese in mano e lo lesse.
Ebbe un piccolo sussultò quando capì che quel foglietto l’aveva scritto Louis, la mattina dell’incidente. Fece un lungo respiro e lesse:
 



 
Gli sembrò quasi di sentire la voce del castano sussurrargli le ultime parole lette, le sue braccia stringerlo da dietro, il suo respiro sul collo, il suo calore.
E pianse, pianse ancora perché quelle erano solo illusioni, non ci sarebbe più stato Louis ad abbracciarlo, baciarlo, farlo sentire amato. Nonostante ciò, si aggrappò a quelle sensazioni, ora che erano ancora fresche, prima che senta la necessità di guardare vecchi video per ricordarsi i suoi occhi, la sua voce, il suo sorriso, il loro amore.









Okay, probabilmente questa os è una schifezza,
ma ce l'avevo nel computer da più di un mese e bho, l'ho voluta pubblicare lol
Bon, non ho altro da dirvi, spero solo che sia
abbastanza decente da ricevere una vostra opinione lol
Se vi va passate anche dalla mia fanfic
Fireflies.
Byyyee :3
Alessia.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: fearlessly