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Autore: EmiiOsaki    18/06/2013    1 recensioni
Ambientato ai giorni nostri The End è la fantastica reinterpretazione di Sherlock, serie tv della BBC. La protagonista è Samantha, una ragazza americana come tante, che nasconde un misterioso segreto. Ossessionata dalla morte del padre si trasferisce a Londra, per iniziare una nuova vita, tuttavia non sa che proprio lì incontrerà un uomo che gliela sconvolgerà e cambierà per sempre: Sherlock Holmes.
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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E' il 20 Marzo ed il sole, appena sorto, cerca a fatica di farsi spazio tra le nuvole, il che non è un fatto raro nel New Jersey. Apro finalmente gli occhi ed anche se sono esausta riesco ad intravedere il telefono, che sulle note dei Linkin Park mi rompe l'anima da un pezzo. Dopo aver visto l'orario, salto giù dal letto.
 

-Cazzo Nick, è tardissimo! Rischiamo di perdere l'aereo!- Strillo con non poca fatica.
 

Nessuna risposta.

Vado in cucina e trovo un post-it sul frigo:

"Amore ci vediamo all'aeroporto, devo sbrigare una commissione"
 

Bene, quell'imbecille è andato via senza neanche svegliarmi, sarà meglio sbrigarsi. Senza neanche lavarmi i denti corro via con una ciambella in bocca, la chitarra in una mano e le sigarette nell'altra.
 

"Per viaggiare ho bisogno solo della mia chitarra e delle sigarette"

Diceva così Ren, personaggio principale del manga giapponese NANA. Il fatto è che io non fumo, non ho mai fumato e non ne trovo il bisogno, le sigarette sono per il mio ragazzo. A proposito adesso gli invio un sms:

"Tesoro, sono un po' in ritardo ma ce la faccio. Sono quasi arrivata. Ti amo, Sam❤. PS: Perchè diamine non mi hai svegliata?. "

 

-TAAAXI!- urlo a sguarciagola
 

-Signorina non strilli, sono le sei del mattino!- E sbadigliando il tassista conclude la frase.

-All'aeroporto!- dico con enfasi e dopo aver guardato l'orologio, aggiungo: -Per l'amor del cielo faccia in fretta! E' tardissimo.-
 

L'aeroporto non dista molto ma il mio aereo parte tra meno di un'ora, mi sa che sono nei guai! Oh, un messaggio di Nick. Sono davvero fortunata ad averlo nella mia vita, non so come farei senza di lui.

"Sam, tra noi è finita. Mi dispiace tanto. Ti amo e ti amerò per sempre, Nick."
 

Fisso inerme il cellulare, senza fiatare. Ogni singola parola, ogni singolo gesto potrebbe farmi capire che non sto sognando, che non mi trovo in un incubo. Vorrei solo piangere ma non ne ho il tempo, il tassista con la sua voce stridula e pungente interrompe i miei pensieri:
 

-Signorina, siamo arrivati.-
 

Non rispondo. Quelle parole mi hanno riportato alla realtà, e a questo punto sono in grado di compiere solo un gesto: gettare via l'unica prova che ho dal finestrino. Fatto.

-Signorina? Si sente bene?-
 

-Benissimo, grazie. Ecco qui i suoi soldi, tenga pure il resto.-
 

-Ma signorina sono 100 $!!!-
 

-Non importa. Non ne avrò più di bisogno.-
 

-Beh la ringrazio allora. Arrivederci.-
 

Corri Sam, corri! Manca solo mezz'ora. Dove sarà Nick? Ho bisogno di parlargli. Non può lasciarmi, non può e se è solo un altro dei suoi stupidi scherzi, giuro che questa volta me la paga.Ci siamo, quello deve essere il banco informazioni.


-Salve, l'aereo per Los Angeles?- Riesco a pronunciare nonostante il fiatone. L'uomo a cui mi rivolgo ha al massimo trent'anni, è alto, attraente, con dei lunghi capelli scuri e con degli splendidi occhi azzurri che tolgono il respiro.
 

-Mi dispiace signorina ma sta per partire.- Ecco ha appena perso tutto il suo fascino.
 

-Come sta per partire? Ed il mio biglietto? Io devo andare a Los Angeles. -
 

-Signorina, sono desolato ma non posso far nulla per aiutarla. Tuttavia per quanto riguarda il bigli..-

-Lei non capisce! Io devo salire su quell'aereo! E' una questione di vita o di morte!- E urlando queste parole, non gli faccio finire la frase.
 

-Signorina, la prego si calmi! Troveremo una soluzione.-
 

-No. Non mi calmo, io...io...Nick....no....-
 

Oddio non mi sento bene..mi gira la testa..vedo tutto annebbiato...


 


 

-Si sta svegliando! Si sta svegliando!-

Non sono più in aeroporto, o meglio non sono più dov'ero prima. Il soffitto e le pareti sono bianche, niente di più triste; qua e là c'è qualche premio e vicino alla scrivania, noto una laurea incorniciata in un grande quadro; il divano su cui sono distesa è comodo, rosso; il tappeto, grigio e molto grande, occupa gran parte del pavimento, e le piastrelle che si intravedono sono bianche e lucide, proprio come le lampade e la porta. In effetti è tutto bianco, non sarò mica morta?
 

-Signorina, come sta? Ricorda il suo nome? La sua età? Da dove viene?- Evidentemente no, lui non può essere San Pietro.
 

-Samantha Eagle, 17 anni, Trenton, New Jersey.- Rispondo senza esitazione.
 

Ad interrompere i miei splendidi sogni è un uomo non troppo giovane, basso e stranamente serio. In effetti ha un non so che di misterioso, non è di certo il ragazzo che ho visto prima. La seconda voce, invece, è di un omone tutto d'un pezzo, grasso e sulla cinquantina.
 

-Bene, i dati corrispondono. Salve io sono il commissario Gregson della polizia di Trenton.- Cavolo, ci avrei scommesso- Lei è svenuta circa mezz'ora fa e, dato che non ha un cellulare nè un'agenda con sè, il direttore ha preferito chiamare me. Chi può venire a prenderla? Sua madre magari? Suo padre?
 

-I miei genitori sono morti.-
 

Ecco lo sapevo. Perchè ogni volta che lo dico cala il silenzio? Non ho bisogno di essere compatita.
 

-M-Mi scusi...Un tutore?-
 

-Nessuno. Il mio ragazzo si prende cura di me, ma...- Non riesco a finire la frase, non riesco a farmene una ragione.

-Ad ogno modo grazie ma non ho bisogno del suo aiuto! Io voglio solo andare a Los Angeles. Ed il mio vo..-
 

-Signorina, -mi interrompe l'uomo misterioso- sono il signor. Black, direttore dell'aeroporto -ora capisco perchè ha arredato così quello che presumo sia il suo ufficio- mi dispiace ma il suo aereo è decollato e per oggi non ne partiranno altri per Los Angeles a causa di una bufera.-
 

Partito. Andato. Kaput. Non rivedrò mai più Nick, lo so. Tuttavia adesso che sono quasi al verde ho bisogno di capire cosa devo fare. Quale sarà la mia prossima mossa? Non mi sono mai arresa e di certo non lo farò adesso. Non per un ragazzo. Un ragazzo? Ma chi voglio prendere in giro... lui è il motivo stesso per cui esisto, senza di lui non sono niente. Dovrei seguirlo a Los Angeles? E a cosa gioverebbe? Lui mi ha lasciata, rischierei solo di dargli fastidio ed inoltre non sarebbe poi così semplice trovarlo tra quasi 4 milioni di persone.

Mi alzo dal divano, e misurando a larghi passi la stanza cerco di prendere una decisione. Casualmente poso lo sguardo su quel paffuto di un poliziotto e l'idea mi balena nella mente come per magia.

-MA CERTO!- E pronunciando queste parole alzo la voce talmente tanto da far cadere al signor Gregson la ciambella nel caffè.
 

-Si può sopere coso diafolo ti è soltoto in monte? Mi hoi fotto prondere uf colpo!- Grida indignato il paffuto, senza aver ancora mandato giù il boccone.
 

-Mi scusi, Gregson, ma finalmente ho capito dove devo andare! Al diavolo Nick e Los Angeles, io andrò a Londra!-
 

-Londra?- Risponde Gregson preso alla sprovvista.
 

-In effetti ci sarebbe un volo per Londra, però deve affrettarsi signorina. Parte tra poco più di un'ora.- Si intromette il direttore.
 

-Oh signor Black, lei si che mi piace. La ringrazio tantissimo e...complimenti per l'arredamento!- Proferendo queste ultime parole corro via dalla stanza, sbattendo la porta e lasciando tutti a bocca aperta.

 

Dopo aver fatto biglietto e chech-in entro finalmente in aereo. E' pieno di gente ed il mio posto, il numero 21, è vicino ad una coppia apparentemente felice, niente di più inappropriato in questo momento, fortunatamente ho io il posto vicino al finestrino, almeno potrò distrarmi. Dopo essermi messa comoda, guardo fuori e mi accorgo che stiamo già volando. E' tutto così bello e magico che quasi dimentico i miei problemi, la mia inutile vita e ripenso invece ai bei momenti, quelli indimenticabili, quelli che fan venire la pelle d'oca solo a pensarci, tutti rigorosamente americani. A proposito cara America, sono nata e cresciuta qui, ti ho amata ma adesso, come Lucia ai suoi monti, è arrivato per me il momento di dirti addio. Tra qualche ora sarò a Londra, niente più Trenton, niente più New Jersey, niente più America. So già che mi mancherai, anche se gli ultimi ricordi che ho di qui non sono poi così piacevoli: sono svenuta, ho perso l'occasione della mia vita e volo verso una città sconosciuta, ma la cosa che mi fa più paura è una ed una soltanto: Nick, l'amore della mia vita, mi ha lasciata. Io e lui eravamo una cosa sola, stavamo insieme da tre anni ma era come se fosse da sempre, non riesco a capacitarmene. In fondo perchè mai avrebbe dovuto lasciarmi? Stavamo così bene insieme, non un litigio, non un disaccordo, eravamo perfetti. E se fosse proprio la perfezione? Non penso, lui adorava questo nostro modo di fare. Non eravamo una di quelle coppiette tutte latte e miele, ma sapevamo amarci, a modo nostro ovviamente, ma sapevamo farlo. Ci sarà sicuramente qualcosa sotto.

"Il viaggio è ancora lungo, e so per certo che tutte le lacrime che ho in corpo non basteranno a saziare la rabbia che logora e affligge la mia povera anima." Con quest'ultima frase chiudo la mia lettera.

Spero di esser stata abbastanza esaustiva.
Mi manchi...tanto. Ti prego rispondimi, ho davvero bisongo di te,


 

Con amore, Sam.

  
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