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Autore: LullabyPotter    18/06/2013    6 recensioni
Alessia Augusti è una vecchia amica di tre personalità completamente diverse tra loro.
Una è Leonardo da Vinci, da poco divenuto Maestro. La seconda è Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. L'ultima è Lorenzo de' Medici, il padrone di Firenze.
Alessia dovrà imparare molto presto a destreggiarsi tra un amore impossibile, un'amicizia fraterna e le gelosie dei potenti.
Riario slacciò le dita da quelle di Alessia e fece scorrere l'indice sul profilo della ragazza. «L'oscurità non è poi così male, quando ti ci abitui.» disse, con un leggero sorriso.
Alessia lo guardò di sbieco. «Io non sono mai entrata nell'oscurità.»
«Fin'ora.» replicò Girolamo.
«Fin'ora.» confermò ella, annuendo.

_Eagle ||
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8


La giornata era appena cominciata. Il sole saliva nel cielo ancora buio, ma nessuno poteva vederlo a causa delle grosse nuvole che lo ricoprivano; i proprietari delle bancarelle uscivano di casa per preparare le merci prima del mercato.
Ad Alessia piaceva girovagare per la piazza quando ancora il mercato non era aperto, o starsene sulla solita scalinata vicino all'amico cieco di Leonardo.
Sia Riario che l'artista erano all'erta. Il Conte si mostrava impassibile come sempre, ma la preoccupazione di quella notte non lo aveva ancora abbandonato. La sua destra era posata sull'elsa dello stiletto, pronta ad ogni evenienza.
Se mai gli avessero chiesto come fosse accaduto, Girolamo non sarebbe stato in grado di rispondere. Mancava un pezzo, un pezzo fondamentale. Aveva sbagliato, un errore che sarebbe stato fatale.
Lo schizzo di sangue arrivò nello stesso istante in cui una donna urlava. Sul petto di Alessia, si allargava una macchia rosso scuro, dello stesso colore del rivolo che le usciva dall'angolo della bocca.
Mentre Leonardo la prendeva per le spalle, accompagnandola delicatamente verso terra, la mancina di Girolamo estraeva lo stiletto e il Conte si lanciava verso l'uomo che aveva pugnalato la ragazza. Lo prese per la maglia e lo fece sbattere contro il muro più vicino; il coltello che quello teneva in mano cadde con un tintinnio e un tonfo. Riario gli puntò la lama al collo. «Dimmi chi sei e fallo velocemente.» Nonostante fosse più basso, era ben chiaro che il Conte di Imola fosse più forte.
L'assassino rise, una risata fredda e cupa. Per tutta risposta, Girolamo gli colpì il ginocchio, e un crack risuonò nei dintorni.
«Ti ho chiesto chi sei.» ripeté il Conte.
«Il mio nome non ha importanza.» replicò l'altro.
«Riario!» c'era urgenza nella voce dell'artista.
La mascella di Girolamo si indurì. Colpì l'altro ginocchio dell'assassino, e mentre quello cadeva a terra per il dolore, il Conte avvicinò ulteriormente il volto a quello dell'altro. «Non ho finito con te.» dopodiché si avvicinò ad Alessia, che Leonardo teneva tra le braccia.
La ragazza riuscì a sorridere quando lo vide. La sua mano tremante salì fino alla guancia ruvida del Conte. «Non potevi proteggermi per sempre.»
«Pagheranno per questo.» replicò il Conte. «È una promessa.»
Gli angoli della bocca di Alessia si alzarono appena. «Prenditi cura di lei.» e, infine, il suo sguardo si perse ed ella spirò.
Riario si alzò di nuovo e si avvicinò all'assassino, accarezzandogli la gola con il filo della lama. «Tu adesso parlerai. Mi dirai chi sei e chi ti manda.»
«Oh, non c'è molto da dire.» replicò l'altro, sul viso un'espressione spavalda, come se lo stesse prendendo in giro.
Girolamo gli prese una mano e tagliò di netto l'indice con lo stiletto. «Parla chiaro, o perderai anche le altre.»
L'espressione di sfida sul volto dell'uomo si incrinò, mentre premeva con l'altra per fermare l'emorragia. Aveva di nuovo lo stiletto puntato alla gola. «Sono stato avvicinato da una donna.» nella sua voce si sentiva il tentativo di reprimere il dolore. «Non ho visto il suo volto. Mi ha dato i soldi e se ne è andata.»
«Dimmi il tuo nome.» disse di nuovo Girolamo, premendo un poco più a fondo con lo stiletto.
«Mario.»
«Molto bene.» e senza ulteriore indugio, la lama tagliò il collo dell'assassino. Un fiotto di sangue fuoriuscì dal taglio, e Girolamo lasciò cadere il corpo.
Quando si voltò verso il da Vinci, l'artista aveva aperto il ventre di Alessia. «Cosa state facendo?»
«C'è una possibilità di salvare i bambini di Alessia.» spiegò Leonardo, estraendo il primo bambino. Era piccolo, fragile e ricoperto di sangue. Aspettarono qualche secondo, ma non piangeva.
Non ce l'aveva fatta.
Leonardo, delicatamente, lo posò accanto al viso bianco di Alessia, a cui aveva chiuso gli occhi. Poi si affaccendò di nuovo sul suo ventre, per estrarre il secondo bambino.
Riario, intanto, osservava il primo, Matteo, come avrebbe voluto chiamarlo. Il suo volto rimase una maschera impassibile, ma il desiderio di vendetta cresceva ogni secondo di più. Giurò che non avrebbe lasciato Firenze finché non avesse scoperto chi aveva commissionato l'omicidio di Alessia e perché.
Leonardo, intanto, era riuscito a far nascere il secondo bambino. Fu il suo pianto disperato a far voltare il Conte. Ce l'aveva fatta.
«È una femmina.» disse Leonardo, porgendogliela. Era anch'ella piccola e ricoperta di sangue: Girolamo non sapeva come prenderla in braccio. Aveva quasi paura di “romperla”, perché sembrava talmente fragile che solo un dito poteva farle del male. Era spelacchiata, pochi capelli rossi che rimanevano in piedi sulla testa, e quando aprì gli occhi si accorse che erano uguali ai suoi. Si sentì invaso da qualcosa, un sentimento nuovo, che non aveva mai provato. Quella era sua figlia, la sua erede.
«Maddalena» sussurrò solo, guardandola piangere.
Un piccolo raggio di sole bucò le nubi e le illuminò il viso.

 

```


Girolamo,
Ho saputo della morte della giovane Alessia: ti porgo le mie più sincere condoglianze.
Tuttavia, ho saputo anche che hai deciso di riconoscere la bambina da lei nata, oltre che affidarle un nome che non condivido. Per questo motivo, vorrei che tornassi a Roma al più presto: temo di dover parlare con te della tua discendenza.
Dio veglierà sull'anima di quella ragazza.

Papa Sisto IV

~
Girolamo accartocciò la lettera, dopo che l'ebbe letta diverse volte. Aveva scritto alla madre di Alessia, che si era precipitata ed era arrivata giusto in tempo quella mattina per il funerale della figlia. Non aveva pensato al fatto che la notizia sarebbe trapelata. In effetti, Alessandra non lasciava mai Roma, quindi vederla recarsi a Firenze in tutta fretta doveva aver contribuito alla diffusione della notizia.
Ripiegò nel migliore dei modi la lettera stropicciata e si sedette sul letto. Quello stesso letto dove pochi giorni prima lui e Alessia avevano dormito per l'ultima volta.
Maddalena riposava in una culla che Leonardo aveva costruito personalmente. Stava mangiando la coperta: Girolamo aveva tentato di toglierla dalla bocca della piccola, ma ogni volta ella si svegliava piangendo. Alla fine, il Conte aveva rinunciato.
Doveva schiarirsi le idee e pensare alla risposta che avrebbe dato a Sisto. Perché lui non sarebbe tornato a Roma, non ancora.
Uscì dalla stanza senza far rumore e scese nello studio dell'artista. Leonardo alzò lo sguardo dal suo lavoro quando lo vide.
«Dove state andando?» chiese egli. Girolamo notò che teneva nella mancina un carboncino: disegnava spesso, negli ultimi giorni - o meglio, più spesso del solito.
«Ho bisogno di chiedervi di occuparvi di Maddalena per qualche ora.» disse Girolamo, evitando la domanda. Nemmeno lui, in realtà, sapeva dove andare.
«Vi fidate di me a tal punto?» Leonardo alzò il sopracciglio.
«In questo caso, si.» replicò il Conte prima di uscire.
L'avrebbe chiesto ad Alessandra, ma la donna era ancora sulla tomba della figlia. Non era mai stata una donna forte e la perdita di Alessia era stata un duro colpo.
Al funerale avevano presenziato anche Lorenzo e Giuliano. Era stata una cerimonia intima, privata: solo Girolamo, i due de' Medici, Leonardo, Alessandra, Zoroastro, Verrocchio e Nico. Vanessa avrebbe voluto essere presente, dopotutto conosceva anche lei la giovane, ma poi si era offerta di badare a Maddalena. C'erano molti gigli, il fiore che Alessia preferiva e il simbolo della sua città. Persino Sisto, insieme alla lettera che era stata recapitata al Conte, aveva mandato quei fiori. Alessia sapeva farsi amare da chiunque.
Girolamo evitò la chiesa dove si era svolto il funerale. Alessia sapeva farsi amare. Era una cosa che aveva detto persino il prete che aveva celebrato la funzione. Eppure, era stata uccisa. Perché? Riario non sapeva spiegarselo. Chi poteva odiarla tanto da volerla uccidere?
Ad un tratto, Girolamo alzò lo sguardo. Davanti a lui c'erano le alte mura di Firenze. Come ci era arrivato, non sapeva dirlo, ma pensò che dopotutto forse dall'alto avrebbe pensato meglio.
Si appoggiò alla pietra e osservò la vita di Firenze scorrere sotto di lui. Era strano, perché di solito non vedeva l'ora di tornare a Roma e questa volta voleva restare infrangendo gli ordini del Papa.
Forse fu quella la causa: i pensieri su Alessia, Roma e Firenze. Ma quella fu la prima volta che lo presero di sorpresa.
…E quando colpì il terreno divenne tutto buio.


 


E siamo arrivati alla conclusione.
Non pensavo sarebbe finita, lo ammetto. Anche se in realtà è appena cominciata. C'è ancora da scoprire il motivo dell'assassinio di Alessia, ma non si poteva fare qui.
In the Darkness è solo per Girolamo e Alessia.
Ora, veniamo alle cose importanti. Ci sono alcune persone che devo ringraziare:

Jess: grazie per essere stata la mia beta, per esserci in tutte le notti e per il sostegno; si, era decisamente destino.
HevGiulia e Agnè: siete fantasticamente pazze, in tutti i sensi, ed è per questo che vi voglio bene.
GenFlea: e vabbè, tu non c'è nemmeno bisogno che te lo dica il perchè; parte del mio nick è opera tua.
sassa e Alesherly: grazie per aver recensito tutti i capitoli.
Juliet96: e a te, grazie per aver recensito non appena hai potuto.
Riario1: e poi, grazie anche a te, la nuova arrivata.

Ora, spero solo che non mi uccidiate per questo capitolo *si nasconde dietro Jess*.

»Eagle«
  
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