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Autore: The_Guardian    18/06/2013    0 recensioni
Nell'anno 2060, dopo la scoperta del [color=white]gene Z[/color] da parte del professor Thomp, si è dato il via alla sperimentazione umana, ma benché in principio i risultati diedero esito positivo e la maggior parte della popolazione iniziò ad impiantarsi il nuovo vaccino, in seguito si ebbero effetti collaterali: una tremenda mutazione stava cambiando il genoma umano.
Ovviamente non si riuscì a controllare gli effetti del gene Z ed ancora non è stato inventato un vaccino, ora il genere umano è sull'orlo della disfatta ed oramai il mondo appartiene agli [color=white]Infetti[/color].
Genere: Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Chapter 6


Era rimasta sola in quella camera scura ed illuminata solo dalla flebile luce della lampadina. Era passato del tempo da quando Yan era uscito ed ancora non si era deciso a rientrare. Le aveva detto che era al sicuro in quel luogo, ma come poteva esserlo se al di là della porta si trovavano ben tre Infetti che poco prima l’avevano sorpresa dentro quella stessa casa?
Come poteva restare tranquilla sapendo di essere chiusa dentro un trappola? Sarebbe potuta scappare, ma chi avrebbe impedito agli Infetti di correrle dietro e sbranarla? Da quanto le aveva detto Yan, poi, erano abbastanza affamati. Yan...stava quasi per ucciderla, ricordava ancora lo sguardo con cui l’aveva guardata: gli occhi arancioni che sembravano tizzoni ardenti indici di uno stomaco che richiedeva disperatamente carne umana, la bava che colava liquida e viscosa dalla bocca. Sì aveva decisamente fame ed in quel momento Chloe si era sentita in trappola, senza alcuna via di fuga.
Eppure non l’aveva toccata, non l’aveva uccisa, non l’aveva sbranata.
Perché?
Perché mai avrebbe dovuto resistere dal mangiare carne umana? Era il loro istinto, era la loro natura cedere al bisogno di nutrirsi e non potevano farne a meno. Tutti gli Infetti erano malvagi, tutti gli Infetti erano creature assetate di sangue, incapaci di resistere all’impulso animale che il gene Z li aveva costretti a seguire, per sempre prigionieri di una condizione bestiale.
Eppure avevano imparato a riprendere la forma umana. Il ragazzo che le era apparso davanti era un umano, un essere umano in carne ed ossa con due inquietanti occhi arancioni. Le aveva parlato, le aveva detto di stare tranquilla, l’aveva rassicurata e non l’aveva mangiata. Aveva controllato il suo istinto, il suo gene Z, proprio come le analisi che lei aveva fatto dimostravano.
Aveva analizzato innumerevoli campioni di DNA infetto ed alcuni riportavano la curiosa caratteristica di una mutazione nel comportamento del gene Z. Il genoma umano era riuscito ad isolare il gene Z e straordinariamente riuscivano a controllarlo in parte, ottenendo così la possibilità di riassumere la loro originaria condizione di esseri umani.
«E’ fuori discussione!» Chloe sentì una voce profonda dall’altra parte della stanza. Qualcuno aveva urlato.
 
Yan era uscito dalla stanza di Chloe e stava parlando con gli altri suoi due compagni da circa mezz’ora. Uno di loro era pienamente d’accordo con la versione di Yan, ma l’altro non voleva sentire ragioni.
«Tu sei impazzito, Yan» disse uno di loro. Aveva assunto l’aspetto umano anche lui da quando aveva visto uscire Yan dalla stanza di Chloe nella stessa forma.
Il suo aspetto umano era quello di un cadetto militare, le spalle impostate, il corpo muscoloso. Aveva un mento sporgente ed i capelli gli formavano sulla testa una cresta bionda le cui punte erano rosse. Al collo indossava delle targhette militari e sull’avambraccio sinistro aveva tatuato una specie di serpente ricoperto di scaglie che alla fine della coda aveva una lama acuminata mentre la testa era proprio quella di un Infetto: piena di corna e dalle fauci terrificanti. Il serpente gli si aggrovigliava attorno tutto l’avambraccio.
Battè un pugno su un tavolo che si trovava in mezzo alla stanza da dove Chloe era entrata, scaffali e ripiani oramai vuoti era appesi alle pareti sopra un forno ed un piano cottura. Doveva essere stata una cucina, un tempo, ma ora il legno oramai marcio ed annerito la rendeva pressoché spettrale ed inospitale.
«Datti una calmata, Dave» tuonò Yan rivolgendosi al compagno.
«Yan, ha ragione» disse l’altro. In realtà era una ragazza ed anche lei aveva assunto la sua forma umana. Aveva un viso ben proporzionato ed il corpo minuto. Lunghi capelli marroni legati come una lunghissima coda le arrivavano fino in fondo alla schiena. Al collo portava uno stetofonendoscopio, uno di quegli strumenti medici per auscultare la respirazione ed i battiti cardiaci. Indossava un semplice camice da dottore e nelle tasche di esso teneva alcune fiale di medicinali.
«Jane» tuonò Dave «non dargli ragione!»
«Datti una calmata, cazzo!» urlò Yan «E’ l’unico essere umano che si è fatto vivo da queste parti nel giro di sei mesi»
«Io ho fame cazzo!» gli urlò contro Dave «Sono sei mesi che non mangiamo, Yan. Tra poco moriamo veramente di fame e spiegami per quale cazzo di motivo non dovrei uccidere quell’umana che si trova dall’altra parte della stanza»
«Per la semplice ragione che non sappiamo quando ne arriverà un altro» gli rispose a tono Yan.
«Me ne frego, non voglio rischiare di morire di fame»
«Dave, cazzo, usa il cervello! Non sei un animale lo vuoi capire?»
«Non mi importa, io so solo che ho fame e che dall’altra parte della stanza c’è carne umana fresca»
Urlò come un forsennato e lentamente si trasmutò nel suo vero aspetto. Sulla testa gli comparvero lunghe corna acuminate e la colonna vertebrale iniziò ad allungarsi generando una coda sulla cui estremità era posta una poderosa lama. Dalle vertebre scaturirono speroni di ossa e la pelle iniziò a bruciare lasciando intravedere i muscoli e le ossa sottostanti. La testa gli si allungò e zanne possenti gli riempirono la bocca. La cassa toracica si ingrossò fino a rimanere sporgente, facendo intravedere le costole. Lunghe e poderose zampe posteriori sorreggevano il corpo e su quelle anteriori grandi ed affilati artigli costituivano le mani.
Dave fece scrocchiare le ossa del collo e con le fauci spalancate si gettò su Yan.
Lui non perse tempo ed in breve assunse il suo vero aspetto. Con le zampe anteriori bloccò le fauci di Dave impedendogli di morderlo.
«Non cedere, Dave» urlò Yan mentre tentava di trattenere l’altro Infetto,
«Levati di torno maledetto, lasciami andare»
Con le zampe anteriori prese il collo di Yan e con uno strattone lo alzò da terra lanciandolo dietro di sé. Yan cadde a terra, ma in breve si rimise in piedi e balzò addosso a Dave bloccandolo a terra.
«Ti decidi a ragionare testa vuota che non sei altro?» poi si rivolse all’altra. «Jane dammi una mano»
Ma prima che la ragazza potesse intervenire Dave si era già liberato da Yan e si era lanciato verso la porta della camera di Chloe.
 
Aveva udito urla e frastuoni e grida laceranti, poi la porta era ceduta di colpo ed una creatura era entrata nella camera. Era distesa a terra e presentava lunghe corna sulla testa lucida e liscia. Lungo le vertebre ossa appuntite gli percorrevano la spina dorsale ed un lunga e tagliente coda fendeva l’aria.
Chloe non potè fare altro che urlare, ma al solo sentire quell’urlo l’Infetto che aveva davanti si alzò in piedi e mostrò le fauci digrignando i denti, la bava gli colava dalla bocca e la cassa toracica si muoveva repentina sotto il respiro affannoso dell’Infetto. Lei tremava, era in preda al terrore ed il cacciatore di fronte a lei lo percepiva.
Era pronto ad attaccare quando qualcosa gli piombò addosso. Un altro Infetto.
Chloe non riuscì a distinguerlo bene ma poteva ben vedere la lotta che infuriava tra i due. Non cessavano un attimo di mordersi ed entrambi tentavano di bloccarsi a vicenda. Di fronte a quella lotta mostruosa Chloe non trovò altra soluzione che alzarsi dal letto e correre il più velocemente possibile verso la porta.
Non badò neanche al fatto che i due Infetti si fossero accorti di lei, pensò solamente ad andarsene. Doveva fuggire da lì, doveva tornare alla riserva, tornare da Luke. Lui l’avrebbe aiutata, l’avrebbe sicuramente salvata.
Uscì dalla porta e piangendo si diresse verso altre stanze cercando di trovare una via d’uscita.
«No Chloe!» tuonò Yan mentre tratteneva Dave a terra.
Chloe udì la voce di Yan ma non volle tornare indietro, voleva andarsene a tornare a casa sana e salva. Quando entrò nella cucina si diresse verso la porta che presumeva fosse quella da dove era entrata. Si voltò per guardare se fosse seguita ma andò poi a sbattere contro qualcosa. Sembrava qualcosa di caldo e quando si decise a guardare che cosa fosse si accorse di essere tra le braccia di un essere umano, sembrava una donna ed indossava un camice da dottore.
Sono salva, pensò Chloe. Ma poi alzò lo sguardo e fissò gli inquietanti ed ardenti occhi arancioni dell’Infetta che la osservava con la bava alla bocca.
   
 
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