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Autore: Johnee    18/06/2013    3 recensioni
Non c'è mai storia senza il suo epilogo, non c'è mai inizio senza una fine.
Ecco la fine, la conclusione della mia personale saga, come promesso.
La One-shot segue gli eventi di Dead as Yesterday.
"Una bevanda talmente chiara da sembrare quasi trasparente nella sua purezza.
A Lenore non bastava mai, tanto era leggera... ne sorbiva un bicchiere dietro l'altro, come se fosse acqua. Non faceva effetto.
-Vacci piano con quelli- dice una voce grattata alla sua sinistra.
Sono sedute da ore, a quel bancone, ma sembrano passati solo pochi minuti, perché è la compagnia che conta, e loro non hanno bisogno di dire nulla pur di godere l'una della presenza dell'altra. Si scambiano uno sguardo complice."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
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-Red-

 

Amatevi! Questo è il mese nel quale le fragole sono mature.
L'angelo sognatore della sera, che fluttua nei venti,
Mescola, portandole nelle sue ali oscure,
Le preghiere dei morti di fronte ai baci dei vivi.”
(“Crépuscule”, Victor Hugo)

 

Una bevanda talmente chiara da sembrare quasi trasparente nella sua purezza.
A Lenore non bastava mai, tanto era leggera... ne sorbiva un bicchiere dietro l'altro, come se fosse acqua. Non faceva effetto.
-Vacci piano con quelli- dice una voce grattata alla sua sinistra.
Sono sedute da ore, a quel bancone, ma sembrano passati solo pochi minuti, perché è la compagnia che conta, e loro non hanno bisogno di dire nulla pur di godere l'una della presenza dell'altra. Si scambiano uno sguardo complice.
-Lee, sei una damigiana-
-Sembra quasi un sogno che tu sia al mio fianco, Nastz...- dice Lenore, passandole un braccio sulle spalle -Un doloroso incubo...-
-Mi pare giusto- esala Adrienne, chiudendo gli occhi nell'appoggiare la testa sulla spalla di Shepard.
Chiudono gli occhi entrambe, mentre il suono del barista che versa loro da bere riempie di un fragrante borbottio il silenzio.
-Da quanto tempo è che aspettate?- chiede lui, con una voce profonda e flessuosa.
Lenore dischiude le palpebre, il fastidio delle cicatrici è scomparso, il bruciore sulle guance pure... c'è solo il tintinnio del vetro e il profumo di menta del drink che scorre dal collo della bottiglia fino a colmare un bicchiere dai bordi intinti di zucchero.
-Non ne ho idea...- replica la Turian, sollevando appena lo sguardo -Perché ci stai servendo da bere, tu che eri una celebrità?-
Lenore apre gli occhi, focalizzando l'attenzione su quella figura, vestita di un'armatura nera e rossa.
-Sei Nihlus, lo Spettro che Saren ha ucciso su Eden Prime...- gli rivolge un sorriso triste -Mi dispiace, non sono arrivata in tempo...-
Nihlus muove appena le mandibole, mentre appoggia la bottiglia sul bancone -Non ha importanza. Era necessario... non avresti mai giudicato Saren colpevole senza il mio sacrificio-
-Chi aspetti, Nihlus?- chiede Adrienne, scostandosi da Lenore per rivolgergli la giusta attenzione.
Il Turian sorride, a modo suo, poi beve un sorso dal suo, di bicchiere -Forse aspettavo voi. E tu, Comandante? Chi aspetti?-
La donna schiude le labbra, poi china lo sguardo -Sono arrivata in anticipo...- dice, scrollando le spalle.
Adrienne le rivolge uno sguardo perplesso -Sicura che sia il posto giusto dove attenderlo?-
-Ci siamo dati appuntamento qui, ha promesso che mi avrebbe offerto un giro...-
-Si metterà nei guai- interviene qualcuno alle loro spalle -Testa calda. Probabile coinvolgimento in ricostruzione di Palaven. Qualche anno è uno scotto ragionevole, Comandante-
-Oh, guarda chi c'è!- Lenore si apre in un sorriso gioviale -Mordin!-
-Eccellente idea. Bere in compagnia. Racconti di Maelon interminabili, necessità di una distrazione!- si siede vicino a Shepard, alla sua destra, poi fa un cenno a Nihlus, dall'altro capo del bancone.
-Hai già esplorato questo posto, Mordin?- chiede Lenore, allungando una mano per posarla sulla sua spalla. La ferma a mezz'aria per poi ritrarla.
-Per una volta, c'è tempo.- replica il Salarian afferrando un bicchiere -Ho l'eternità davanti e molte porte d'aprire. Sprecare tutto nei primi giorni? No. Illogico.- sorride a sua volta, riavviandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio -Cura di Genofagia mia scelta, Lenore, non colpevolizzarti.-
La donna si accorge di avere di nuovo i capelli lunghi e un vestito elegante, così come si era presentata durante il gala qualche tempo prima, in occasione della loro unica libera uscita alla Silversun Strip. Il vestito che lui le aveva regalato...
Un tailleur, pantaloni e giacca che vestivano in figura, del colore del cielo di giorno e del blu della notte.
-Quest'impotenza, Mordin... quest'impotenza mi distrugge- mormora Lenore, passandosi una mano sul viso.
Adrienne batte le palpebre mentre vecchi amici che non conosce si riuniscono, mentre nuove conoscenze si affollano a presentarsi... perde la concentrazione momentaneamente su Lenore per rivolgere un sorriso al suo amato, gli corre incontro e lo abbraccia.
Lenore si volta verso di loro, li vede scherzare, ritorna ad osservare il Salarian, delusa -Non arriverà, vero?-
Mordin si esibisce in un sorriso caldo, avvolgente, mentre le carezza una spalla, arrivando all'attaccatura del trapezio. Stringe la presa, in un magro gesto di consolazione.
-No, Shepard-
Lei si morde un labbro, avvicinando la testa alle mani, ricordandosi di come gli aveva promesso di non lasciarlo mai più solo, mai più a disperarsi davanti a una fotografia... recupera dal collo una dogtag a forma di prisma, cerca di sorreggerla ma le cade.
Cade anche lei, sulle ginocchia, e le sembra di vivere in un incubo mentre Adrienne le si avvicina e la circonda in un abbraccio, le sussurra qualcosa di confortante.
Dovrebbe essere un'occasione lieta, gioire della vita dopo la morte, accompagnati da amici che si credeva di aver perso.
Invece c'è solo tanta tristezza, tristezza che Lenore non può minimamente credere di gestire, che non può sopportare.
Non ci sono più processi e circuiti, c'è solo l'essere umano, con una sua coscienza e tante false promesse che si disgregano nell'attesa dell'inevitabile.
Osserva la porta di quel bar in silenzio, Lenore, mentre spera di poterla attraversare, di tornare viva solo per poterlo riabbracciare.
Ma la porta si apre ed entra un'altra persona, ne entrano a decine, contente di potersi e poterla riabbracciare, perché Lenore ha salvato i loro cari con il suo sacrificio, ha dato la vita e lasciato che gli altri la vivessero al posto suo.
Cosa fa un soldato quando non combatte?
Trova un'altra motivazione.
La motivazione di Lenore era rimasta al fianco di Garrus.
Con un sorriso, lei osserva il profilo della porta mentre si chiude, sperando che lui, laggiù, viva una nuova esistenza, con l'approvazione che i suoi simili sono finalmente riusciti a dargli.
Cinto di alloro come i generali dell'antica Roma, tratto in trionfo su un carro dorato, con tutto l'amore che lei gli aveva dato, con tutto l'amore che lei gli avrebbe potuto dare.
Non scorrono lacrime nell'aldilà, non si celebra, non si compiange, c'è solo l'attesa. L'attesa che la porta si apra e che i propri cari la varchino.
Ed è l'attimo nel quale incroci l'azzurro che conta. L'attimo nel quale ti sollevi a sedere, rizzando la schiena, una dogtag che non ti appartiene da ridare al suo legittimo proprietario, bello come il vento dopo una lunga battaglia sotto il sole cocente.
Anche i soldati possono aspettare.
Lenore sorride di nuovo, appoggiando la testa sulla spalla di un'amica, Lenore si rassegna che quell'attesa non è altro che piacevole consapevolezza che tutto il suo amore non andrà sprecato, che lui rimarrà a diffonderlo, a guidarlo verso una direzione necessaria.
E Adrienne le cinge le spalle, continuando ad aspettare con lei, appoggiata ai bordi di quel bancone mentre i suoi vecchi amici corrono a salutarla, a baciarle le guance, a lamentarsi che l'ambrosia non ubriaca...
E di nuovo, un sorriso.

   
 
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