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Autore: Amy__    18/06/2013    4 recensioni
Per angelo,si intende una creatura mistica,dotata di ali. Come Cam. Ma se non servissero le ali per essere tale? Cam lo scoprirà presto,a sue spese,grazie a degli occhi di ghiaccio. Quelli del suo angelo.
ATTENZIONE! Piccolo spoiler per chi non ha ancora letto Rapture
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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You Don’t Need Wings To Be An Angel

Occhi di ghiaccio. Pelle bianca come la porcellana. Capelli neri come la notte. Erano queste le uniche cose che aveva in mente Cam. Da quando era entrata a far parte della sua vita,aveva sconvolto tutto. La prima volta che l’aveva vista,quella sera di novembre,in quel locale nel centro di New York,aveva capito subito che per lui,le cose sarebbero potute cambiare. Gli era bastato uno sguardo da parte di lei,per scacciare tutti i suoi demoni interiori. Tutto il male che si era portato dentro fino ad allora,a causa di Lilith,era svanito improvvisamente quando quegli occhi,azzurri e bianchi allo stesso tempo,come il ghiaccio,gli avevano trapassato l’anima,fino al cuore. Si avvicinò a lei e al suo gruppo di amiche. Inutile dire che quando lo videro,si immobilizzarono tutte. Succedeva sempre. Ma lui stava guardando solo lei. Di solito non aveva problemi ad attaccare bottone con una ragazza,ma questa volta era diverso. Lei gli faceva questo effetto. Quindi,imbarazzato,disse soltanto « Hey » ma senza staccarle mai gli occhi di dosso. Lei sorrise e rispose « Hey anche a te » Era chiaro che fosse imbarazzato,ma cercò di tranquillizzarsi e di assumere il suo aspetto disinvolto. « Ti stavo osservando da laggiù e mi chiedevo se ti andasse se ti offrissi qualcosa da bere » disse tutto d’un fiato. No,non ce la poteva fare con quella ragazza che lo fissava in quel modo. « Certo,perché no? » gli rispose lei. « Comunque piacere,sono Cam » gli disse mentre si avvicinavano al bar. « Hanna » rispose lei mentre gli porgeva la mano,con un sorriso. Hanna. Un nome così semplice,quanto bello.

Si erano frequentati per circa un mese quando una sera,mentre passeggiavano in riva al mare,lui la baciò per la prima volta. Aveva baciato altre ragazze in passato,ma era sicuro di una cosa,in tutta la sua esistenza,non aveva mai provato quello che stava provando in quel momento.

Ricordava ancora il giorno in cui lei volle sapere il significato di quel sole nero che aveva tatuato sul collo. « Tu credi negli angeli? » le chiese lui semplicemente. « Certo » disse lei « Ne ho uno proprio qui davanti a me adesso » Non poteva immaginare quanto quell’affermazione fosse vera. Almeno non fino a quando lui spiegò le ali. Hanna strizzò gli occhi,abbagliata dalla luce che emanavano. La sua stanza,nella quale fino a poco fa entrava solamente la luce della luna,era ora completamente illuminata. Piano piano,la luce si affievolì,e riusci a vederle bene. Quelle ali,screziate d’oro,uscivano veramente dalle scapole del suo ragazzo. Lo stava fissando a bocca aperta. « Ho sempre pensato che fossi un angelo. Ma non pensavo che l’avrei mai detto,inteso in senso letterale » A quel punto,lui le raccontò tutto. Di quello che era accaduto in paradiso al mometo della ribellione di Lucifero e di come gli angeli fossero stati chiamati a fare una scelta. Le raccontò di quello che successe a quelli che,come lui,non l’avevano fatto. Della caduta. E di come lui,dopo quello che gli aveva fatto Lilith,avesse fatto la sua scelta. « Quindi adesso sei un demone » disse lei,mentre fissava le lenzuola del suo letto,sul quale erano seduti. In quel preciso istante,Cam si pentì di quella scelta che aveva fatto secoli fa. Lei lo chiamava angelo,ma la verità era un’altra. « Non era proprio quello che volevi sentirti dire,vero? » Hanna alzò gli occhi al cielo,poi li abbassò di nuovo e lo fissò. Lui si stava già aspettando il peggio,ma lei gli sorrise e disse « No,non era esattamente quello che mi aspettavo di sentire. In ogni caso,quante ragazze possono vantarsi di avere un angelo come fidanzato? » Cam la fissò a lungo,poi disse « Resta comunque il fatto che ho compiuto una scelta che mi ha portato ad essere qualcosa di diverso da un angelo,e… » Lei gli si avvicinò e posandogli un dito sulle labbra,per farlo stare zitto,disse « Non mi interessa cosa hai fatto secoli fa,quando io ero solo un piccolissimo progetto in questo immenso universo. A me interessa come stanno le cose adesso. Da quando ti conosco,ho sempre pensato che fossi speciale,che fossi davvero il mio angelo,e niente e nessuno potranno mai farmi cambiare idea,nemmeno tu stesso. » Non poteva crederci. Nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere. Prima che potesse risponderle,lei gli buttò le braccia al collo e lo baciò. Finalmente,dopo tutta quella sofferenza,era tutto perfetto. E lo sarebbe stato,almeno fino al giorno in cui,non arrivò un’altra ondata di sofferenza.

Quando quel giorno volò dentro in camera di Hanna,si rese conto subito che c’era qualcosa che non andava. Anche se in quel momento,normalmente si sarebbe detto che non aveva un bell’aspetto,Cam trovò comunque che fosse la cosa più bella che gli fosse mai capitato di vedere. Non era truccata,e aveva dei segni di stanchezza piuttosto evidenti. Andava avanti da mesi ormai. Lui le aveva chiesto più volte se ci fosse qualche problema,ma lei aveva sempre detto che aveva difficoltà a dormire ma che sarebbe passato,quindi non doveva preoccuparsi. « Cam,devo parlarti » disse lei in tono piatto e guardando per terra. Lei andò a sedersi sul suo letto,mentre lui,si sedette sul pavimento,di fronte a lei. Non disse una parola. Allora lei cominciò « E’ da un po’ che lo so,ma non volevo dirtelo prima,non sapevo come fare. Il fatto è che domani parto per l’Inghilterra perché… » A quel punto si bloccò,come se,non fosse certa su cosa dire. O come se,non fosse proprio quello ciò che voleva dire. Poi proseguì « Perché mio padre ha ricevuto una promozione sul lavoro e l’hanno trasferito lì,quindi io e mia madre,andiamo con lui » Lo disse tutto d’un fiato,come quando hai paura di confessare qualcosa e lo dici velocemente,come se questo potesse darti più coraggio. Lui la guardò sorridendo e disse « E qual è il problema? Posso sempre venirti a trovare quando voglio. Sono un angelo,ricordi? E poi non ho nulla che mi lega a questo luogo…se non te » Si accorse che lei aveva iniziato a piangere,quindi saltò su,e andò a sedersi accanto a lei. Voleva abbracciarla,ma lei lo allontanò e,con uno scatto,si alzò dal letto. « No,non è così semplice. Non potrai venirmi a trovare Cam. Non voglio che tu lo faccia. Non dovremmo vederci mai più » Gli si gelò il sangue al suono di quelle parole. Perché mai,avrebbe dovuto dirgli una cosa del genere? Non avevano mai litigato,nessuno dei due aveva mai dato l’impressione che ci fosse qualcosa che non andava. E adesso,questo. Quelle parole gli erano piombate addosso all’improvviso,come uno schiaffo in faccia,ma più doloroso. Perché gli facevano male dentro. « Credo di avere almeno il diritto a delle speigazioni. Se ho fatto qualcosa dimmelo,rimedierò. Ma non farmi questo. Non potrei sopportare di perderti » Sentiva le lacrime pungergli gli occhi. Da quanto era che non piangeva? Non se lo ricordava neanche più. Ma Hanna si. Aveva pianto tutte le notti da quando i suoi le avevano detto del trasferimento. Le avevano detto che sarebbe stato meglio per lei. E gli aveva dato ragione perché,effettivamente,era così. Lei sapeva. Stava piangendo anche in quel momento,e non riusciva a guardarlo in faccia. « Tu non hai fatto niente. E’ più complicato di così. Vorrei tanto che non lo fosse,ma purtroppo lo è. Non farmi domande. E l’unica cosa che ti chiedo,è di credermi. » disse tra i singhiozzi. In quel momento non potè fare molto se non abbracciarla e calmarla. Cercò di cacciare indietro le lacrime che gli pungevano ancora gli occhi. Tirò un sospirò e spinse Hanna abbastanza lontano perché lo potesse guardare in faccia. Lei però teneva la testa bassa mentre continuava a singhiozzare,quindi lui le prese il mento,e le alzò piano il viso. La guardò negli occhi,quegli occhi di ghiaccio che lo avevano rapito appena li aveva visti,e disse « Anch’io devo chiederti una cosa. » Le stava asciugando le lacrime che ancora le rigavano il volto e continuò « Fammi restare qui con te stanotte. Appena farà mattina,me ne andrò. Ma non voglio lasciarti qui,mentre stai piangendo. » E invece,a quelle parole,lei riprese a piangere. « Certo che puoi restare. » Non l’avrebbe mai potuto mandare via. Non come aveva appena fatto,dicendogli quelle cose. Si sdraiarono sul letto,avvinghiati l’uno all’altra. Lui spiegò le ali,e chiuse entrambi nello spazio formato da esse. C’erano solo loro,l’amore che entrambi avevano trovato l’uno nell’altra,e il dolore che stavano provando per il fatto di doversi separare. Erano talmente vicini che,le punte dei loro nasi,si toccavano,e lui,le stava accarezzando la guancia. Doveva dirglielo,pensò. Quella cosa che si era tenuto dentro per tutto questo tempo,che non aveva mai detto,per paura che potesse perdere ogni significato. Ma non sarebbe mai successo,non con lei. « Hanna,io…io ti amo. E non avrei mai voluto dirtelo in un momento del genere… » Lei non disse niente e si alzò dal letto,stando attenta a non fargli male alle ali. Andò verso la scrivania,dalla quale,prese una busta. Tornò a sedersi sul letto,e la porse a Cam. Era una semplice busta bianca,ma dentro c’era qualcosa di pesante. « Cos’è? » le chiese lui. Hanna gli prese una mano,e ci mise dentro la busta. « Devi promettermi che non la aprirai prima del 12 novembre. » Il 12 novembre era il giorno in cui si erano conosciuti. Si chiese perché mai avrebbe dovuto aspettare per aprirla,ma decise che non era il caso di peggiorare ulteriormente le cose con altre domande. La situazione era già abbastanza complicata. « Lo farò. Te lo prometto. » Si mise la busta nella tasca dei jeans,e strinse di nuovo a sé Hanna. Si sdraiarono di nuovo,sempre abbracciati,l’uno di fronte all’altra,coperti dalle ali di lui. L’ultima cosa che lei gli disse,fu « Ti amo anch’io angelo mio. » poi si addormentò,con le lacrime che si stavano asciugando sul suo viso. Cam restò lì ad abbracciarla e a guardarla dormire per tutta la notte. Quando si stava avvicinando l’alba,si alzò,facendo attenzione a non svegliarla,e si diresse verso la finestra. Si voltò un’ultima volta a guardarla,poi svanì,nelle prime luci del mattino.

Erano passati sei mesi da quella notte. Cam era seduto su uno scoglio,a guardare il mare. Ad Hanna piaceva il mare,per questo l’’aveva portata lì in uno dei loro primi appuntamenti. Ed era proprio sulla spiaggia che si erano dati il loro primo bacio. Era il 12 novembre. Adesso poteva aprire la busta. Quando lo fece,gli cadde in mano una collana con una catenina d’argento e un ciondolo attaccato ad essa. Il ciondolo era un cristallo di un colore indefinito tra l’azzurro e il bianco,come il ghiaccio. Come gli occhi di lei. Poi si rese conto. Era la collana di Hanna. La portava sempre. Diceva che glie l’avevano regalato i suoi genitori al suo dodicesimo compleanno. E lei,l’aveva lasciata a lui. Se la mise al collo e si accorse che dentro alla busta,c’era anche una lettera. La estrasse e la aprì,con mani tremanti. Era la calligrafia di Hanna. Iniziò a leggerla

Angelo mio,
Se stai leggendo questa lettera,vuol dire che io non ci sono già più. Voglio dirti la verità. Non ci siamo trasferiti a causa del lavoro di mio padre,quello,era ciò che volevo farti credere in quel momento. Era più facile che dirti la verità. La realtà,però,è questa: ce ne siamo andati a causa mia,perché soffrivo già da anni di una malattia che,sapevo già,mi avrebbe portata via prima o poi. Mi sarebbe piaciuto se ci avesse concesso più tempo,ma forse,non doveva essere così. Ma credo che il destino volesse che ci incontrassimo comunque. Perché,quando ti ho conosciuto,ho iniziato finalmente a vivere. Ti ho trovato proprio quando ne avevo più bisogno. Tutto ciò che volevo,era trovare il vero amore prima o poi,avere qualcosa per cui vivere fino a quando ne avessi avuto la possibilità,qualcosa da portarmi nel cuore,per sempre. E sei arrivato tu. Con quegli occhi verdi,nei quali,mi perdevo sempre,con quelle labbra,che mi hanno rubato mille baci,e quella tua infinita dolcezza,che mi faceva sentire importante e amata. Ti ricordi quando mi hai detto di essere un demone,e io ti dicevo che per me,invece,non potevi essere altro che un angelo? Beh,avevo ragione. Se ho resistito fino a questo punto,è grazie a te. Sei stato tu,inconsciamente,ad aiutarmi a tenere testa alla malattia. E questo poteva succedere solo se avessi avuto accanto un angelo. Ti ho lasciato la mia collana,perché avessi qualcosa che ti ricordasse  me. Sappi che io non ti dimenticherò mai amore mio. Adesso devo lasciarti. Dopo quello che mi hai raccontato,ho iniziato a credere nel paradiso,e adesso,sto per andare lì. Almeno spero che il Trono,come l’hai chiamato tu,non me ne voglia per essermi innamorata di un demone. Se così fosse,ne è valsa la pena,e lo rifarei altre mille volte. Ti amerò per sempre angelo mio.


Per sempre tua,Hanna

Si sentì il cuore scoppiare. Per tutto questo tempo,si era domandato quale fosse la ragione per cui lei non voleva più che si vedessero. E ora aveva avuto la risposta. Ed era stato più dolorosa di quanto avesse mai potuto immaginare. Gli passarono davanti tutte le immagini di loro due insieme,di tutto quello che avevano vissuto. E tutti quei momenti,lei li aveva vissuti con la consapevolezza che,prima o poi,avrebbe dovuto lasciarlo. Sentì di nuovo le lacrime pungergli gli occhi,e questa volta,non tentò di ricacciarle indietro. No,aveva bisogno di sfogarsi,quindi pianse. Pianse come non faceva da secoli. Poi alzò gli occhi al cielo. Lei era lassù adesso,dove era stato anche lui,tanto tempo fa. Dove andavano gli angeli. Perche aveva appena imparato che non hai bisogno delle ali per essere un angelo. Il suo angelo non ce le aveva,ma era pur sempre tale. E sarebbe stato così per sempre.
  
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